Haliotis tuberculata

Famiglia : Haliotidae


Testo © Prof. Marco Oliverio

 

Haliotis tuberculata

Nota come Orecchio di Venere, Orecchio di San Pietro o Orecchio di mare, Haliotis tuberculata è un mollusco frequente nel Mediterraneo e lungo le coste atlantiche, dalla Manica alla Macaronesia ed Africa occidentale, in acque superficiali fino a 15-20 m di profondità. Questo esemplare sta pascolando su un fondo roccioso ricoperto d’alghe. Capo Noli ( Liguria – Italia) © Maurizio Pasi

Le 56 specie attualmente riconosciute nella famiglia Haliotidae sono note come “Orecchio di Venere”, “Orecchio di San Pietro” o “Orecchio di mare” in italiano, “abalone” o “ormer” in inglese, “ormeaux” in francese, “abulones” o “orejas de mar” in spagnolo.

La famiglia è nota sin dal Cretaceo superiore. Molte specie extra-Mediterranee sono di notevole interesse commerciale sia per l’alimentazione sia (soprattutto in passato) per la madreperla della conchiglia. Haliotis tuberculata Linnaeus, 1758 è sfruttata commercialmente in Francia, Spagna, Italia e in misura minore in altri paesi. Le specie della famiglia Haliotidae sono caratterizzate da una peculiare conchiglia auriforme (da cui il nome comune) con tipici fori decorrenti in senso spirale.

Il nome del genere Haliotis deriva dal greco ἅλς (sale) e οὖς (orecchia). L’epiteto specifico tuberculata nasce dal latino “tuberculatus”, con tubercoli, con ovvio riferimento alla scultura delle forme più comuni, ricche di tubercoli.

Haliotis tuberculata

Particolare del capo in un esemplare, sempre nelle acque di Capo Noli. Si notano gli occhi alla base dei tentacoli cefalici, ed il largo piede ricco di tentacoli. Manca l’opercolo e la conchiglia, madreperlacea all’interno, può essere verde, grigio-marrone o rossastra. Col tempo appare spesso ricoperta da mimetici organismi incrostanti © Maurizio Pasi

Zoogeografia

Le Haliotidae sono distribuite sui fondali rocciosi dei mari temperati e tropicali, dal livello del mare fino a circa 30 metri (e sono quindi assenti laddove i fondi mobili, sabbiosi o fangosi, predominano largamente su quelli duri, come ad esempio lungo le coste nordorientali americane, o quelle occidentali del subcontinente indiano).

Haliotis tuberculata è una specie comune in Mediterraneo, in acque superficiali fino a 15-20 m di profondità, ed è presente in Atlantico dalle acque del Canale della Manica, fino alle coste dell’Africa occidentale e negli arcipelaghi della Macaronesia (Azzorre, Canarie, Madera e Capo Verde). È caratterizzata da una notevole variabilità morfologica e cromatica, e la corretta classificazione delle popolazioni delle varie aree è ancora incerta: si suppone che quelle mediterranee appartengano alla sottospecie Haliotis tuberculata lamellosa, e quelle atlantiche possano appartenere a due sottospecie, Haliotis tuberculata tuberculata (coste continentali) e Haliotis tuberculata coccinea (aree insulari).

Haliotis tuberculata

Esemplare su un fondo roccioso a Boccadasse in Liguria. Si noti la scultura della conchiglia, particolarmente ‘rugosa’ corrispondente alla forma più tipica, ed i fori esalanti, in genere da 5 a 7, sulla conchiglia, da cui escono anche alcuni tentacoli palleali. In Haliotis tuberculata i sessi soni separati e la fecondazione è esterna © Francesco Caroli

Morfofisiologia

Gli esemplari adulti in Mediterraneo raggiungono i 5-7 cm di lunghezza, ma si possono trovare individui più grandi, raramente fino a 10-11 cm, più frequenti nelle popolazioni atlantiche.

Le Haliotidae sono erbivore, e la maggior parte delle specie, inclusa Haliotis tuberculata si nutrono prevalentemente di alghe rosse, ed in misura minore di alghe brune o verdi. Le larve si nutrono a spese di riserve vitelline (non di fitoplancton) e gli esemplari giovanili iniziano la vita postmetamorfica alimentandosi del film di microorganismi, sulla superficie delle alghe di cui passeranno via via a nutrirsi con la crescita.

La conchiglia è dotata di tipici fori lungo una linea spirale, che corrispondono ad aperture della cavità palleale sottostante, con funzione prevalentemente esalante.

Haliotis tuberculata

Un esemplare dalla conchiglia molto liscia, non particolarmente tipica, al pascolo su una roccia coperta d’alghe in Liguria. Da notare la vistosa espansione laterale del piede © Giuseppe Mazza

Etologia-Biologia Riproduttiva

Haliotis tuberculata ha sessi separati e si riproduce con fecondazione esterna; nelle isole del Canale della Manica si riproduce in estate, ma nel resto dell’areale la stagione riproduttiva potrebbe essere diversa, e nelle aree più calde durare anche tutto l’anno.

Ha uno sviluppo che prevede una larva di tipo trocofora (una sorta di trottolina con una banda di cilia equatoriali) lecitotrofica (cioè che si nutre esclusivamente delle riserve di tuorlo originariamente presenti nell’uovo) ed una fase di dispersione planctonica di 3–15 giorni, lunghezza dipendente dalla temperatura dell’acqua.

Sinonimi

Haliotis adriatica Nardo, 1847; Haliotis lamellosa Lamarck, 1822.

 

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