Sepia officinalis

Famiglia : Sepiidae


Testo © Dr. Domenico Pacifici

 

Sepia officinalis

La Sepia officinalis è un mollusco presente nel Mediterraneo e lungo le coste dell’Atlantico orientale, dalle isole Shetland fin quasi al Sud Africa, Mar Baltico escluso © Giuseppe Mazza

La Sepia officinalis (Linnaeus, 1758), detta volgarmente Seppia comune o Seppia europea, è sicuramente fra i più noti cefalopodi marini esistenti. La sua straordinaria capacità di cambiare colore e di mimetizzarsi con il substrato è solo una delle caratteristiche più conosciute che hanno reso celebre questo animale.

Fa parte della famiglia Sepiidae, la più grande dei cefalopodi coleoidei, che conta tre generi ed oltre 100 specie. Animali caratterizzati da un corpo molle ed una conchiglia calcarea interna. La seppia attuale è probabilmente l’adattamento ambientale di un antenato sviluppatosi tra 150 e 200 milioni di anni fa. L’acquisizione della locomozione e la predazione comportarono l’evoluzione di strutture specializzate come il mantello, la conchiglia ed i tentacoli fino ad arrivare alla seppia attuale.

L’etimologia del genere Sepia deriva probabilmente dal greco “σηπία” (sepia), forse dal verbo “σήπω” (sépo) = imputridire, con riferimento al liquido scuro chiamato “nero di seppia” trasportato in uno specifico sacco interno.

Il nome specifico officinalis è un epiteto latino-medievale che significa letteralmente “appartenente ad un’officina” un luogo, generalmente il magazzino di un monastero, dove venivano conservati i medicinali. Così, quando Linneo introdusse il sistema binomiale di nomenclatura nella prima edizione del suo Systema Naturae (1735) diede il nome specifico “officinalis” a piante ed animali che mostravano particolari caratteristiche utili in medicina ed erboristeria.

Sepia officinalis

Il corpo, separato dal capo, di forma ovale, appiattito dorso-ventralmente, è ricoperto da un tessuto carnoso tipico dei molluschi detto mantello. Nelle acque temperate può raggiungere i 49 cm, ma ai tropici misura circa 30 cm. La conchiglia interna, detta osso di seppia, è formata da camerette con liquidi e gas che regolano il galleggiamento © Giuseppe Mazza

La seppia veniva infatti utilizzata in campo medico: Ippocrate prescriveva il nero di seppia come rimedio per malattie ginecologiche ed ostetriche mentre Plinio lo suggeriva in caso di calcolosi o alopecia, ma in tempi moderni il nero di seppia è perlopiù utilizzato in cucina come condimento, anche se nella medicina omeopatica si continua ad utilizzare come rimedio per disturbi respiratori e circolatori.

Zoogeografia

Diffusa in tutto il Mediterraneo, la sua presenza si estende lungo la costa Nord-Ovest del continente africano quasi fino al Sud Africa. È generalmente rinvenuta nel Nord Atlantico lungo il canale della Manica inglese, dalle isole Shetland alla Norvegia meridionale, escludendo il Mar Baltico.

Ecologia-Habitat

La Sepia officinalis è un organismo marino capace di nuoto attivo che vive e si nutre su fondali prevalentemente sabbiosi e fangosi, scendendo fino a 200 m di profondità (zona neritica). Ama gli ambienti caldi e temperati, tipici delle coste, e difficilmente si spinge in acque troppo profonde. Da adulto conduce uno stile di vita solitario molto importante per la sua capacità mimetica; la formazione di un branco vanificherebbe questa tecnica poiché il predatore potrebbe casualmente, in mezzo ad una nube di inchiostro o in una moltitudine di colori, catturare un altro esemplare.

Sepia officinalis

Si sposta grazie ai getti d’acqua di un sifone orientabile, mentre le ondeggianti appendici laterali migliorano la stabilità. Ha 8 piccoli tentacoli con ventose e 2 lunghi retrattili © Giuseppe Mazza

Gli organismi più giovani si trovano in habitat costieri dove il substrato sabbioso e le alghe fungono da riparo contro i predatori. Inoltre, a profondità maggiori, la pressione potrebbe distruggere la fragile conchiglia calcarea ancora in sviluppo. Migrazioni stagionali sono state riscontrate in tutti gli stock, passando dalle acque costiere in primavera-estate ad acque più profonde (in genere 100 m) in autunno-inverno.

Morfofisiologia

La caratteristica morfologica più evidente è il corpo appiattito dorso-ventralmente di forma ovale e non fuso con la testa, ricoperto da un tessuto carnoso tipico dei molluschi, il mantello. Le dimensioni possono essere molto diverse a seconda della zona di appartenenza. Nelle zone temperate si hanno dimensioni maggiori, con un mantello di 49 cm di lunghezza ed un peso complessivo di 4 kg mentre nelle zone tropicali e subtropicali il mantello misura 30 cm e raggiunge i 2 kg.

Grazie al suo mantello la seppia è capace di spostarsi rapidamente con un movimento per propulsione a getto: la sua contrazione ed estensione espelle l’acqua contenuta all’interno attraverso un imbuto muscolare chiamato sifone, che può essere orientato in tutte le direzioni. Inoltre, due appendici appiattite di forma nastriforme decorrono lateralmente lungo il corpo dell’animale, migliorandone la stabilità durante lo spostamento.

Sepia officinalis

Una seppia nell’inchiostro appena gettato. Il nero, un tempo ritento medicinale, serve a disorientare i predatori © Giuseppe Mazza

Oltre ad ospitare gli organi digestivi e riproduttivi il mantello contiene una conchiglia calcarea conosciuta comunemente come “osso di seppia” formata da un’intricata struttura composta da uno scudo dorsale e da un complicato sistema di camere ventrali, con pilastri calcificati e membrane organiche. Le camere di questa conchiglia contengono liquido e gas (soprattutto azoto molecolare) necessari all’animale per variare la sua galleggiabilità, modificando la densità e la quantità per ciascuna camera.

All’interno del mantello è possibile trovare anche un altro organo tipico dei cefalopodi, il “complesso borsa del nero”, capace di produrre un inchiostro che può essere espulso nell’acqua circostante e che si rivela molto efficace contro i predatori, confondendogli la visuale o risultando addirittura irritante per alcuni pesci.

Le seppie possiedono una vista eccellente e, sebbene non riescano a vedere i colori, la struttura dei due occhi è molto complessa, paragonabile a quella dei pesci per la presenza in entrambi i gruppi di strutture oculari simili. Molti malacologi affermano infatti che i cefalopodi siano la risposta evolutiva dei molluschi nella competizione coi pesci.

La bocca alla base del mantello è costituita da un organo molto importante per la classificazione dei molluschi, la radula, una lingua spinosa che usano per raschiare il cibo, aiutata da robuste mascelle, di forma simile al becco di un pappagallo, con cui dilaniano le prede. Intorno alla bocca sono presenti otto piccoli tentacoli e due tentacoli più lunghi retrattili, tutti muniti di ventose, utilizzati per la predazione e per l’accoppiamento. Il numero di tentacoli permette di differenziare i decapodimorfi (quali seppia, totano e calamaro) con dieci braccia tentacolari dagli octopodimorfi (polpo e moscardino) con otto braccia.

Le seppie, come tutti i cefalopodi, sono maestri del travestimento e possono alterare rapidamente il loro aspetto utilizzando organi cromatici controllati neuralmente ed ormonalmente come i cromatofori, gli iridociti ed i fotofori, che mostrano diverse funzioni, dal mimetismo e la difesa fino al corteggiamento.

I cromatofori sono cellule pigmentate contrattili contenenti granuli del pigmento (rosso, arancione, nero, giallo, blu) circondati da piccoli muscoli radiali che ne permettono la contrazione, fornendo alle seppie la famosa caratteristica di poter adattarsi ai colori dell’ambiente. Gli iridociti, non contengono pigmenti ma hanno la proprietà di rifrangere la luce ad una specifica lunghezza d’onda ogni volta che i cromatofori si contraggono, conferendo un aspetto iridescente di colore argenteo, bluastro o verdastro, che cambia secondo l’incidenza dei raggi luminosi. I fotofori, infine, sono organi bioluminescenti contenenti cellule fotogene che producono luce.

Etologia-Biologia riproduttiva

La seppia è un vorace predatore notturno di una grande varietà di animali. Si ciba prevalentemente di crostacei e pesci ma anche di gasteropodi, policheti, nemertini e, seppur in maniera minore, di altri cefalopodi.

Sepia officinalis

Le seppie, come tutti i cefalopodi, sono maestri del travestimento per passare inosservati, sorprendere le prede e lanciare segnali nel corteggiamento © Giuseppe Mazza

Sorprende le prede mimetizzato al substrato o sorprendendoli silenziosamente alle spalle. Inoltre, recenti studi mostrano la presenza di tossine (cefalo-tossine) nella saliva per paralizzare le vittime.

I suoi principali predatori sono squali, delfini, pesci di grandi dimensioni, foche e leoni marini.

Un così largo numero di predatori ha permesso di sviluppare strategie difensive che coinvolgono un gran numero di componenti cromatiche, strutturali e posturali; modificando infatti il colore della livrea ed utilizzando particolari posture e movimenti le seppie sono in grado di produrre un variegato repertorio di pattern corporei per ingannare o spaventare i predatori secondo la specie incontrata. Non a caso si parla di un vero e proprio linguaggio corporeo che da sempre affascina ed incuriosisce i ricercatori.

La Sepia officinalis è uno dei primi cefalopodi di cui è stata studiata la riproduzione e, tuttora, rimane uno dei più conosciuti.

A differenza di altri molluschi, specialmente gasteropodi, in cui l’ermafroditismo è molto accentuato, qui i maschi e le femmine hanno sessi ben distinti e mostrano fantastici ed elaborati sistemi di corteggiamento che avvengono in acque profonde.

I maschi dopo aver lottato aggressivamente tra di loro per contendere o proteggere le femmine, le attirano con bande colorate che scorrono lungo il corpo. Le femmine, incantate, mostrano allora un colore grigio quando sono pronte all’accoppiamento.

Sepia officinalis

Nei maschi uno dei 2 tentacoli lunghi, detto ectocotile, è usato per l’accoppiamento. Serve infatti a trasportare gli spermatofori in una cavità della femmina accanto agli ovuli © Giuseppe Mazza

Nel maschio uno dei tentacoli, detto ectocotile, ha subito una forte modificazione diventando l’organo usato per l’accoppiamento. Con questo, dopo il corteggiamento, il maschio trasporta infatti in una cavità del mantello femminile i propri spermatofori, degli spermi avvolti insieme a forma di bastone da baseball.

Le femmine, secondo le dimensioni, recano anche 4000 uova. Possono accettare lo sperma di più partner e decidere quale feconderà le loro uova; un fenomeno noto col nome di poliandria. Depongono le uova sul substrato del fondo marino dove schiudono, secondo la temperatura dell’acqua, dopo circa due mesi d’incubazione.

Il ciclo vitale di Sepia officinalis non è molto lungo. Raggiunge la maturità sessuale tra i 14 ed i 18 mesi ed ha una speranza di vita di circa due anni. I maschi sono generalmente i più longevi, mentre la maggior parte delle femmine muore dopo aver deposto le uova.

Sebbene sia attivamente pescata, l’indice di vulnerabilità della Seppia europea non è troppo alto, con un valore di 30 su una scala di 100. Si stanno oggi cercando forme innovative di gestione per favorire i processi di sostenibilità soprattutto in aree costiere dove le forme giovanili sono più abbondanti.

Sinonimi

Sepia filliouxi Lafont, 1869; Sepia fischeri Lafont, 1871; Sepia mediterranea Ninni, 1884; Sepia veranyi Lagatu, 1888; Sepia zebrina Risso, 1854.

 

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