Voliera Zoo Melbourne: turisti in gabbia con gli uccelli

Il tempio degli uccelli. E’ l’immensa voliera dello zoo di Melbourne, lunga 114 metri, con 300 esemplari che vivono in un habitat per loro ideale. Il pubblico visita su passerelle l’interno della gabbia.

 

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Avete mai provato ad attraversare una foresta pluviale, una palude e la savana australiana in una gabbia con 1400 piante e 300 uccelli ?

Tutto questo è possibile allo zoo di Melbourne.

Chiedo all’ingresso del “Public Relations Department” e Lynda Manning, la bella e spigliata addetta ai contatti con la stampa, mi presenta al direttore, Mr. Butcher, al responsabile degli animali, Mr. Weber, e a Mr. Roy Dunn, l’uomo che ha realizzato e mantiene in vita una delle più grandi voliere del mondo.

Tutto è iniziato nel 1975, mi dice,quando si decise di ristrutturare, ingrandendola, l’ossatura di una vecchia gabbia, costruita nel 1934 per ospitare grossi uccelli e rapaci. Nel programma delle Walk-through Exhibits, cioè delle esposizioni in cui i visitatori passeggiano fra gli animali, nacque l’idea di creare una grande voliera, aperta al pubblico, per le specie australiane.

I lavori durarono quasi cinque anni: mentre una squadra restaurava la struttura metallica e veniva posta una rete con maglie di 25 x 12 mm, si creavano all’interno cascate, laghetti e paesaggi naturali con rocce e vecchi tronchi d’alberi.

Gli ambienti da ricostruire erano tre: una foresta pluviale, all’ingresso, una palude, al centro, e una zona arida, verso l’uscita, con arbusti di piante mellifere, come le Melaleuca e le Callistemon, che creano piacevoli macchie di colore e attirano, in primavera e all’inizio dell’estate, molti uccelli impollinatori.

Raggiungiamo, dopo un lungo percorso a piedi, la grande voliera. Nonostante i suoi 114 metri di lunghezza, appare quasi invisibile dall’esterno.

Per nasconderla e dare al pubblico l’illusione di una continuità, mi spiega Roy Dunn, abbiamo posto le stesse piante all’interno e all’esterno della rete.

Passiamo la prima porta e quando si è richiusa apriamo, come nelle banche, la seconda. Dietro di noi incalza una scolaresca irrequieta con ragazzi fra i sei e i dieci anni.

Ma gli uccelli non scappano mai? chiedo un po’ incredulo.

Abbiamo avuto dei problemi nel 1979, prima dell’apertura al pubblico, ma non per le porte. Dopo aver introdotto le specie più grosse come aironi, ibis e piccioni, ci accorgemmo che la voliera era zeppa di passeri e storni. Entravano, attirati dal cibo, e occorsero diverse settimane per trovare i buchi nella rete. Poi, gradualmente, abbiamo immesso altri uccelli e oggi ospita, in tutto, circa 50 specie.

Ma non hanno problemi di coabitazione ? domando stupito.

Naturalmente, continua, abbiamo scartato in partenza i predadori e quelli che rovinano le piante e scelto specie poco territoriali, e quindi poco aggressive. Ogni tanto gli uccelli più grossi rompono i nidi degli altri o ne divorano le uova e i piccoli, ma una trentina di specie si riproducono con successo ogni anno.

Quindi rischiate il sovraffollamento ?

Certamente: il controllo del delicato equilibrio numerico fra i vari gruppi d’uccelli e le piante è la nostra principale preoccupazione. Data l’attuale popolazione stimiamo a 300 il numero massimo di soggetti ospitabili. Cosi’ rimuoviamo periodicamente dalla voliera gli esemplari di troppo. Qui, sotto la passerella in legno, abbiamo tre mangiatoie principali: due sono poste in gabbie ed è quindi facile chiuderle e catturare gli uccelli.

Qualche tempo fà abbiamo dovuto togliere tutti i piccioni per un trattamento intensivo contro la Chlamidiosis, una malattia infettiva pericolosa anche per l’uomo, e da allora, a titolo preventivo, impregnamo periodicamente il cibo di antibiotici. Ogni anno nella voliera transitano almeno 100.000 studenti e non vogliamo correre rischi.

Mentre lo ringrazio e mi attardo per fare qualche foto vengo in effetti travolto da un gruppo di almeno duecento ragazzi. Fra le dieci del mattino e mezzogiorno è un via vai continuo di scolaresche.

Gli insegnanti sono affiancati o sostuiti da un corpo di 14 docenti specializzati che lavorano a tempo pieno nello zoo ed esistono sette aule, sempre affollate, per corsi ad ogni livello. Si insiste perchè i ragazzi tocchino pelli, corna, ossa e maneggino, senza stressarli, animali vivi come opossum, lucertole e serpenti.

Durante la visita hanno anche un “compito in classe: debbono completare, con osservazioni personali e risposte, un libretto illustrato e alcuni questionari. La funzione dello zoo e della voliera è sensibilizzarli, mediante la conoscienza diretta degli animali e delle piante, al rispetto di un patrimonio naturalistico fra i più ricchi e meglio protetti del mondo.

 

 SCIENZA & VITA NUOVA – 1984