Aspidoscelis sexlineata

Famiglia : Teiidae

PEPPINO.gif
Testo © Giuseppe Mazza

 

Il Corridore a sei linee (Aspidoscelis sexlineata Linnaeus, 1766) noto anche come Cnemidophorus sexlineatus, è una lucertola diurna appartenente alla famiglia dei Teiidae definita “con le gambe corazzate” sia nel vecchio genere Cnemidophorus dal greco “κνημιδοφόρος” (cnemidophoros) = che indossa gli schinieri, la parte dell’armatura che protegge la parte anteriore delle gambe, che nel nuovo genere Aspidoscelis, sempre dal greco “ἀσπίς,  -ίδος” (aspis, -idos) = scudo + “σκέλος ” (skelos) = gamba. In effetti gli stinchi di questo rettile appaiono protetti, come del resto il ventre, da grosse placche orizzontali blu.

Il nome latino della specie, sexlineata, fa riferimento alle 6 linee longitudinali che partendo dal capo attraversano il corpo dell’animale per sfumare solo in parte verso la coda.

Zoogeografia

È presente nella parte centrale e orientale del sud degli Stati Uniti e negli stati di Sonora e Tamaulipas in Messico. Sulla costa orientale, andando verso Nord, lo troviamo dalla Florida al Maryland dove per le basse temperature si riproduce più tardi dopo un lungo periodo di quiescenza invernale.

Cnemidophorus sexlineatus, Teiidae

L’Aspidoscelis sexlineata è una lucertola velocissima del sud degli Stati Uniti e del Messico, in grado di correre a trenta chilometri orari © Giuseppe Mazza

Ecologia-Habitat

Data la sua vasta distribuzione, la troviamo in vari habitat, dalla pianura fin verso i 400 m d’altitudine. Frequente in zone aride e sabbiose, ma anche in praterie con erba bassa e boschi radi dove in caso di pericolo può scappare velocissima, di scatto, anche a trenta chilometri orari.

Morfofisiologia

Raggiunge i 30 cm, compresa la coda sottile, spesso lunga quasi il doppio del corpo. La testa è piccola, il tronco slanciato, protetto sopra da squame granulari. È una specie facilmente riconoscibile dalle sei linee longitudinali chiare del dorso, che continuano parzialmente sulla coda, su un fondo verde scuro, marrone o nero. Giallastre nei giovani e nelle femmine possono assumere tonalità azzurre nei maschi, specie durante il periodo riproduttivo. La parte inferiore del corpo è bianca nelle femmine e azzurro chiaro nei maschi con 8 file di grandi squame rettangolari sul ventre.

Etologia-Biologia Riproduttiva

L’Aspidoscelis sexlineata si nutre d’insetti, spesso dannosi all’agricoltura, oltre a ragni, vermi e lumache.

Cnemidophorus sexlineatus, Teiidae

I maschi adulti mostrano splendide placche azzurre, sul ventre e sulle zampe anteriori, a mo’ di schinieri, la parte delle antiche armature che proteggeva gli stinchi, come ricordato dai nomi scientifici. Vive in zone aride e sabbiose, ma anche in distese d’erbe basse e boschi radi che offrono una buona visibilità con ampie possibilità di fuga © Giuseppe Mazza

Attiva solo nelle belle giornate, esce a caccia al mattino e si ripara dal caldo nel pomeriggio in abitazioni di fortuna o tane scavate ad arte con le zampe anteriori.  Hanno in genere due aperture ed una è chiusa dall’interno quando l’animale è in casa.

Servono anche a proteggersi dal freddo della notte, per il periodo di quiescenza invernale e custodiscono talora le 4-6 uova che la femmina depone anche due volte all’anno nel corso dell’estate.  Queste vengono però in genere collocate sotto i tronchi d’alberi caduti al suolo o in sottili ed insoliti cunicoli laterali scavati ad arte nelle gallerie delle talpe.

Alla nascita, dopo 6-8 settimane d’incubazione, i piccoli misurano 3 cm, coda esclusa. I giovani hanno spesso la coda blu ma poi crescendo il colore si perde. I serpenti sono i loro principali predatori quando li sorprendono nelle tane, perché sul terreno aperto è raro che gli adulti si facciano acchiappare. In cattività l’Aspidoscelis sexlineata può vivere anche 6 anni e non è una specie a rischio.

Sinonimi

Lacerta sexlineata Linnaeus, 1766; Cnemidophorus sexlineatus (Linnaeus, 1766); Cnemidophorus sexlineatus viridis Lowe, 1966; Cnemidophorus sexlineatus stephensae Trauth, 1992.

 

→ Per apprezzare la biodiversità dei SAURI cliccare qui.