Famiglia : Lobotidae

Testo © Giuseppe Mazza

Compresso lateralmente ma robusto, il pesce Tripla coda atlantica (Lobotes surinamensis) può superare 1 m di lunghezza e 19 kg © www.carlosestape.photoshelter.com
Noto come Tripla coda atlantica per l’ampiezza e la forma dei raggi molli della pinna dorsale e dell’anale simili alla caudale, o come Pesce foglia per i giovani che nuotano spesso adagiati su un lato in superficie come foglie galleggianti, Lobotes surinamensis (Bloch, 1790) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, ed alla famiglia dei Lobotidae, inserita da alcuni tassonomi nell’ordine dei Perciformes, e da altri fra gli Acanthuriformes o gli Spariformes.
Il genere Lobotes, creato da Cuvier nel 1829, è un riferimento ai lobi caudali, mentre la specie surinamensis, del Suriname in latino, evoca un luogo di provenienza a nord del Brasile.
Zoogeografia
In realtà Lobotes surinamensis non è presente solo nei Caraibi ma, con una preferenza per le temperature comprese fra 18,3 e 29 °C, nei mari tropicali e temperati caldi di tutto il mondo, meno il Pacifico orientale, occupato dall’analogo Lobotes papicifica che per taluni rientrerebbe nella variabilità della specie.

Presente in quasi tutti i mari tropicali e temperati caldi, ha una livrea mutevole e si nasconde spesso sotto boe, relitti o alghe galleggianti come qui fra i sargassi © www.carlosestape.photoshelter.com
Le numerose segnalazioni nel Mediterraneo sono in parte da verificare, ma sembra esista una popolazione stabile nell’area centrale.
Ecologia-Habitat
Lobotes surinamensis è un pesce poco attivo che nuota per lo più in acque basse, fra 3 e 35 m di profondità, spingendosi eccezionalmente fin verso i 70 m. Accetta anche l’acqua salmastra, risalendo in parte i fiumi, e si trova molto spesso nascosto sotto oggetti galleggianti, all’ombra di boe, relitti o alghe alla deriva come i sargassi.
Morfofisiologia
Lobotes surinamensis può raggiungere i 110 cm di lunghezza ed un peso di 19,2 kg.
Il corpo, compresso lateralmente ma robusto, ha il profilo frontale concavo.

I giovani, gialli con macchie analoghe, nuotano spesso adagiati su un lato in superficie, simili a foglie fluttuanti alla deriva, donde anche il nome volgare di Pesce foglia © Roxana Amarilis Sosa Muñoz
Gli occhi, relativamente piccoli, sono prossimi alla punta del muso, poco sopra la mascella superiore protrattile che presenta, come l’inferiore, una fila di canini corti e ravvicinati con una fascia interna di denti più piccoli, mentre il palato ne è privo. La grande bocca obliqua ha labbra spesse. Il preopercolo è seghettato e l’opercolo, liscio, reca due spine nascoste.
La pinna dorsale presenta 11-12 raggi spinosi, seguiti senza tacca da 15-16 raggi molli, mentre l’anale ha 3 raggi spinosi e 11-12 inermi, e sono queste due vistose parti molli tondeggianti e simmetriche, che superando l’inizio della pinna caudale danno l’impressione di un pesce con tre code. La vera pinna caudale, arrotondata, ha 15 raggi ramificati, e le pinne pelviche sono più lunghe delle pettorali.
Le scaglie ctenoidi, ruvide ma di taglia moderata, sono presenti anche alla base della pinna dorsale, dell’anale e della caudale. Mancano invece nella zona anteriore del capo, sotto gli occhi e le mascelle.
La linea laterale, ben visibile con 34-45 scaglie, segue curvandosi il profilo del dorso.

Crescono sovente al riparo delle formazioni di mangrovie, ricche di piccole prede. Qui Laguncularia racemosa in fiore, nota come Mangrovia bianca © charisses
La livrea, mutevole per effetto dei cromosomi secondo le circostanze, si presenta negli adulti marrone con macchie scure, ma può anche essere gialla verdastra in alto e grigio argentea verso il ventre con macchie nere, mentre i giovani sono gialli, ferme restando le macchie e la linea scura mimetica che protegge gli occhi.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Lobotes surinamensis è un predatore opportunista di piccoli pesci e crostacei, ed è a sua volta predato da specie più grandi come i Barracuda (Sphyraena barracuda) o gli squali, cui si aggiungono in superficie i pellicani ed i gabbiani che sorvegliano le alghe alla deriva.
I maschi raggiungono la maturità sessuale prima delle compagne e gli accoppiamenti avvengono durante l’estate con raduni in prossimità degli estuari dove le femmine di grossa taglia possono affidare alle correnti 4,6-8 milioni di uova galleggianti a stagione, rilasciandole a più riprese, anche 700.000 alla volta, ogni 3-5 giorni.

Per spostarsi inosservato questo giovane ha visto una foglia caduta e non esita, istintivamente, a infilarsi sotto © evangrimes
Prima di stabilirsi sui fondali, le larve planctoniche attraversano quatto fasi morfologiche e quando raggiungono i 4 mm mostrano grandi occhi con una testa concava.
La resilienza della specie è alta, con un tempo minimo per il raddoppio della popolazione inferiore a 15 mesi, e la vulnerabilità alla pesca, relativamente bassa, segna 34 su una scala di 100.
Le popolazioni sono stabili e dal 2015 Lobotes surinamensis appare quindi come “LC, Least Concern”, cioè come “Minima Preoccupazione”, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.
Sinonimi
Holocentrus surinamensis Bloch, 1790; Bodianus triourus Mitchill, 1815; Lobotes somnolentus Cuvier, 1830; Lobotes erate Cuvier, 1830; Lobotes farkharii Cuvier, 1830; Lobotes incurvus Richardson, 1846; Lobotes citrinus Richardson, 1846; Lobotes auctorum Günther, 1859.
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