Acryllium vulturinum

Famiglia : Numididae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

Acryllium vulturinum

Uno strano avvoltoio ? No, è una faraona di lusso © Gianfranco Colombo

Quando nel mondo dell’avifauna si parla di faraone, subito la nostra mente corre a quella gallina un po’ strana e diversa dalle altre che vediamo spesso comparire sulle nostre tavole domenicali a variare l’abituale pasto festivo.

Anche se ormai entrato di prepotenza nei nostri allevamenti moderni e nella nostra alimentazione, questo uccello rimane sempre legato a favole ed antichi racconti africani e, dal nome volgare che gli abbiamo affibbiato, a ricordi dell’antica civiltà egizia.

Ma di galline faraone in Africa, loro terra d’origine, ne vivono otto specie ed ognuna mostra caratteristiche e livree a volte incredibili.

Questo è il caso della Faraona vulturina (Acryllium vulturinum Hardwicke, 1834) la specie più grande e sicuramente quella con la livrea più bella. Un uccello che appartiene all’Ordine dei Galliformes ed alla famiglia dei Numididae ed unica specie appartenente a questo genere.

Non si può certo immaginare che una semplice gallina possa avere colori di questo genere e di questa tonalità, colori che raramente appaiono così netti e brillanti in nessun altro uccello.

Ancora nei racconti di nostri soldati demandati nel XIX secolo in terre africane per improbabili conquiste, ricordano quanto le galline faraone fossero alimento quotidiano quando i viveri al campo scarseggiavano. Qualcuno poi riferiva di uccelli con piume blu cobalto, dal portamento altero ed elegante che razzolavano in gran numero tutto attorno e guardinghe scappavano con astuzia tra gli arbusti spinosi al primo avviso e solo raramente prendevano fragorosamente e tutte insieme il volo, quando si sentivano minacciate.

Ancor oggi con altri mezzi ma meno funzionali dei fucili, le popolazioni locali ne prelevano in buon numero per nutrirsi e per farne commercio.

Il nome volgare italiano di faraona o gallina di Faraone o di Numidia è chiaramente riferito agli antichi Faraoni egiziani ed alla loro storia anche se il tutto nasce dal fatto che i primi arrivi di questo uccello in Europa transitarono da quella parte dell’Africa e subito il riferimento fu breve.

Per quanto attiene il riferimento alla Numidia, l’attuale area a cavallo fra Tunisia e Libia, per quanto sia presumibile che nei tempi antichi questo uccello ora scomparso fosse presente, si sia incorsi nel medesimo errore perpetrato per la Damigella di Numidia (Anthropoides virgo) visto che a quel tempo tutto ciò che arrivava dalle coste nord occidentali africane si diceva provenisse da questa area. D’altra parte anche il nome inglese dato a questo uccello Vulturine Guineafowl fa riferimento alla Guinea intendendo a quel tempo con questo nome, indicare tutto ciò che proveniva da mondi nuovi, Americhe comprese.

Acryllium vulturinum

Come ogni faraona l’Acryllium vulturinum vive in Africa ed è la più grande e la più bella del gruppo © Gianfranco Colombo

L’etimologia del genere Acryllium proviene dal diminutivo dell’antico termine greco “akris” = punta, appuntito, per le penne dalla forma appuntita ed anche per la coda che presenta un particolare allungamento molto acuminato.

Il nome specifico vulturinum viene la latino “vultur” = avvoltoio, come un avvoltoio, per la forma della testa calva che assomiglia appunto a questo uccello.

Alcuni nomi comuni sono Vulturine Guineafowl in Inglese, Geierperlhuhn in Tedesco, Pintade vulturine in Francese, Pintada-vulturina in Spagnolo ed un impronunciabile Fusahorohorochou in Giapponese.

Zoogeografia

La faraona vulturina, come tutte le altre specie di Numididi, vive esclusivamente in Africa anche se presente in quasi tutti i continenti allo stato di allevamento amatoriale. Vive nella parte orientale di questo continente ed in particolare in Sud Etiopia, Somalia, Kenya e nord Tanzania.

È naturalmente un uccello stanziale che difficilmente esce dal suo territorio natio per cui trascorre la sua intera vita nella stessa area, spesso ridottissima e rintuzzata in qualche angolo della savana cespugliosa.

Il territorio di questa faraona è molto frazionato per cui spesso risulta assente per qualche chilometro per poi ritrovarla comunissima in altri vicini.

Anche questo uccello è entrato a far parte di molti giardini zoologici e negli allevamenti di appassionati ornitologi ma non ancora a livello industriale anche se le dimensioni e quindi la carne sono notevolmente maggiori alla tradizionale gallina faraona. È per ora considerato un uccello da esposizione per la sua straordinaria bellezza.

Ecologia Habitat

Questa faraona vive tipicamente in ambienti secchi, erbosi, boschetti di acacie con terreno coperto da densa sterpaglia e le tipiche savane africane. Ama anche dense boscaglie ma che abbiano spazi liberi di vegetazione dove razzolare ed anche spazi nel sottobosco dove correre e rifugiarsi nel caso di pericolo. Non necessita la vicinanza dell’acqua ma non ne disdegna l’uso quando è disponibile. Naturalmente solo per dissetarsi perché la pulizia delle penne nei galliformi avviene unicamente con bagni di polvere.

Acryllium vulturinum

Molto sociale nel clan, vive in gruppi famigliari allargati di 20-30 esemplari che mantengono uno stretto controllo del territorio a costo di dure battaglie con i conspecifici © Gianfranco Colombo

Morfofisiologia

L’aspetto morfologico più evidente in questo uccello è il capo che mostra caratteristiche da vero avvoltoio, con un robustissimo becco su una testa piuttosto piccola e pressochè simile a quella dei rapaci, una testa nuda con pelle di colore grigio bluastro contornata da una corona di peluria rossastra che ricorda vagamente la tonsura di un monaco. L’occhio è di colore rosso carminio ed il collo piuttosto lungo ed affusolato. L’aspetto è quindi molto aggressivo e ben diverso dalle altre faraone.

Acryllium vulturinum

In caso di pericolo corre a forte velocità nei cespugli. Raramente prende il volo, ma se è costretta lo fa in gruppo con un battito d’ali fragoroso che sorprende il predatore © Gianfranco Colombo

Il corpo mostra invece una livrea stupenda, delicata e vaporosa. Il petto è di colore blu cobalto molto brillante, smagliante, quasi impensabile addosso ad un uccello. Su questo stupendo petto pendono lunghe penne affusolate e svolazzanti che sembrano nastri striati di bianco contornati dello stesso colore del petto e che formano un grembiule che penzola dal collo. Il resto del corpo, ali comprese, è di color nero tempestato da una miriade di gocce bianche allineate, solo sulle ali, in file sottili e perfettamente ordinate. La coda è piuttosto accentuata, appuntita e rivolta verso terra.

Acryllium vulturinum

Si nutre principalmente di semi e invertebrati ma anche, seguendo i branchi di scimmie, di frutti caduti al suolo © Gianfranco Colombo

Non c’è distinzione fra i sessi mentre i giovani hanno una colorazione grigio-marrone ed il blu risulta più opaco.
Le notevoli dimensioni di questa faraona la collocano al primo posto nel gruppo. È lunga fino a 70 cm, un’apertura alare di circa 80 cm ed un peso che può arrivare quasi a 2 kg.

La vulturina raramente prende il volo preferendo scappare correndo a forte velocità nei cespugli più vicini. Solo eccezionalmente si invola quando assolutamente costretta e lo fa in gruppo, tutte insieme e molto fragorosamente.

Come tutti i galliformi, avendo ali piuttosto ridotte per le loro dimensioni, hanno un battito rapidissimo e molto rumoroso e traumatizzante per il predatore, quando emesso da oltre venti esemplari che si involano insieme.

Etologia – Biologia riproduttiva

La vita della vulturina è molto sociale ma ristretta al clan al quale appartiene. Generalmente vive in raggruppamenti di 20-30 esemplari composti da gruppi familiari allargati che mantengono uno stretto controllo del territorio a costo di dure battaglie con i loro simili.

La coppia si forma all’interno del clan ma sembra duri solo per una stagione. Si nutre principalmente di semi e di invertebrati ma anche di frutti caduti a terra o di bacche. A volte la si è vista catturare piccoli serpentelli forse confusi con altri animaletti. Segue spesso branchi di scimmie od altri uccelli frugivori standosene a razzolare sotto gli alberi dove sono appollaiati, attendendo la caduta di frutti o degli avanzi del loro pasto.

Il nido è collocato a terra, in una piccola depressione ben nascosta, scavata sotto a un cespuglio dalla femmina. Vengono deposte fino a 8 uova color crema, più scure di quelle della gallina domestica, covate per 28-30 giorni © Giuseppe Mazza

Il nido è collocato a terra, in una piccola depressione ben nascosta, scavata sotto a un cespuglio dalla femmina. Vengono deposte fino a 8 uova color crema, più scure di quelle della gallina domestica, covate per 28-30 giorni © Giuseppe Mazza

Il nido è collocato a terra in una piccola depressione scavata dalla femmina e ben nascosta sotto un cespuglio dove vengono deposte fino a 8 uova color crema, leggermente più scure di quelle della nostra gallina domestica, un numero che può aumentare notevolmente nel caso di più chiocce che scelgano il medesimo nido. Le uova vengono covate dalla sola femmina per circa 28-30 giorni.

I piccoli nascono già coperti da una peluria molto mimetizzata e lasciano il nido dopo poche ore dalla nascita.

Sono immediatamente indipendenti nell ’alimentazione ma seguono la chioccia per diverso tempo per ottenere protezione sia contro i predatori sia per ricovero durante la notte.

Entrambi i genitori difendono i piccoli da eventuali attacchi con diversivi ed anche con affronti diretti verso gli assalitori. Volano dopo circa tre settimane e da quel momento divengono totalmente indipendenti.

Questa faraona annovera diversi nemici, primi fra tutti i grossi rapaci diurni ma anche sciacalli, volpi e felini che tendono loro agguati improvvisi tra i cespugli. Questi uccelli dormono sugli alberi in gruppo, rimanendo ben vicini durante la notte quale sicurezza contro assalti da parte di eventuali predatori notturni. Anche i grossi gufi sono fra i loro predatori. Per quanto vivano in un’area ristretta e possano correre gli eventuali rischi tipici di questa limitazione, la vulturina non è annoverata fra le specie a rischio.

Sinonimi

Numida vulturina Hardwicke, 1834.

 

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