Alstonia scholaris

Famiglia : Apocynaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Albero magico in India, l’Alstonia scolaris ha un’ampia diffusione nell’Asia tropicale e subtropicale fin oltre l’Australia. Raggiunge i 40 m d’altezza con un tronco cilindrico largo anche più di 1 m © G. Mazza

Albero magico in India, l’Alstonia scholaris ha un’ampia diffusione nell’Asia tropicale e subtropicale fin oltre l’Australia. Raggiunge i 40 m d’altezza con un tronco cilindrico largo anche più di 1 m © G. Mazza

La specie è originaria dell’Arcipelago di Bismarck, Arunachal Pradesh, Assam, Australia (Australia Occidentale, Queensland e Territorio del Nord), Bangladesh, Bhutan, Borneo, Cambogia, Cina (Anhui, Chongqing, Fujian, Guangdong, Guangxi, Guizhou, Henan, Hong Kong, Hubei, Hunan, Jiangsu, Jiangxi, Kin-Men, Macao, Ma-tsu-Pai-chúan, Shanghai, Sichuan, Yunnan e Zhejiang), Darjiling, Filippine, Giava, Himachal Pradesh, India, Isole Andamane, Isole Nicobare, Isole Salomone, Jammu-Kashmir, Laccadive, Laos, Malaysia Peninsulare, Molucche, Myanmar, Nepal, Nuova Guinea, Pakistan, Piccole Isole della Sonda, Sikkim, Sri Lanka, Sulawesi, Sumatra, Thailandia, Uttaranchal e Vietnam dove vive nelle foreste umide, spesso in prossimità di fiumi, fino a circa 1000 m di altitudine.

Il genere è dedicato al medico e botanico scozzese Charles Alston (1685-1760); il nome specifico è l’aggettivo latino “scholaris” = della scuola, con riferimento all’antico impiego del legno per fabbricare le tavolette usate dagli scolari per scrivere.

Nomi comuni: blackboardtree, deviltree, dita bark, dita tree, milky-pine, scholar tree, white cheesewood, white-pine (inglese); chatium (bengalese); lettok (birmano); tang jiao shu, xiang pi mu (cinese); chitaban, shaitan ka jat (hindi); maddale (kannada); pulai (malese); chhatiwan (nepalese); saptaparna (sanscrito); palai (tamil); thia, tinpet phru (thailandese); Teufelsbaum (tedesco).

L’ Alstonia scholaris (L.) R. Br. (1810) è un albero sempreverde dalla chioma densa, alto 20-40 m, con tronco cilindrico, fino a 1,2 m di diametro, provvisto alla base di radici tabulari (radici appiattite simili a contrafforti che contribuiscono al sostegno di grandi alberi), e corteccia grigiastra; dalle ferite essuda una abbondante linfa lattiginosa.

Le foglie, su un picciolo lungo 1-2 cm e disposte in verticilli di 4-9, sono semplici, da oblungo-obovate a oblungo-spatolate con margine intero ed apice ottuso, coriacee, lunghe 8-22 cm e larghe 3-8 cm, di colore verde scuro e lucide superiormente, verde pallido inferiormente. Le infiorescenze, all’ascella delle foglie terminali su un peduncolo lungo 3-7 cm, sono cime pubescenti, compatte, con numerosi fiori di colore bianco verdastro, fragranti, con calice lungo circa 2 mm, tubo corollino cilindrico, lungo 0,5-1 cm, e 5 lobi ovati lunghi 2-5 mm.

Le foglie, disposte in verticilli, raggiungono i 22 cm. Tutte le parti della pianta sono tossiche. Tradizionali virtù terapeutiche al vaglio farmacologico © Giuseppe Mazza

Le foglie, disposte in verticilli, raggiungono i 22 cm. Tutte le parti della pianta sono tossiche. Tradizionali virtù terapeutiche al vaglio farmacologico © Giuseppe Mazza

I frutti sono follicoli pendenti lineari in coppia, deiscenti, lunghi fino a 60 cm e larghi circa 0,4 cm, contenenti semi oblunghi, di circa 0,5 cm di lunghezza, con un ciuffo di peli agli apici, lunghi 1-1,5 cm, che ne favoriscono la dispersione tramite il vento.

Si propaga per seme, posto poco al di sotto della superficie, in terriccio drenante organico mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C, con tempi di germinazione da 2 settimane a 3 mesi, e per talea.

Albero a crescita abbastanza veloce dal fogliame molto decorativo per parchi, giardini e alberature stradali ai tropici e subtropici, richiede una esposizione in pieno sole e non è particolarmente esigente riguardo al terreno, crescendo in natura in un’ampia varietà di suoli, può sopportare allo stato adulto brevi periodi di siccità.

Il legno, leggero e poco resistente agli agenti atmosferici, è utilizzato per parti interne, oggetti artigianali, nella fabbricazione del compensato e nella produzione della carta.

Per l’elevato numero di alcaloidi presenti tutte le parti della pianta sono tossiche. Le foglie e la corteccia, dal sapore amaro, sono utilizzate da tempi remoti nella medicina popolare, in particolare per le malattie dell’apparato respiratorio e come rimedio per la diarrea e dissenteria, sulla cui reale efficacia ad oggi (2015) non vi è completo accordo, ma sono in corso numerosi studi di laboratorio sugli effetti farmacologici dei composti bioattivi presenti.

Nell’ambito della Comunità Europea non è ammessa la presenza della sua corteccia negli integratori alimentari.

L’albero ha anche significati magici e religiosi; per alcune popolazioni indiane nell’albero alberga uno spirito maligno che può impossessarsi delle persone che passano vicino e per tale motivo viene evitato accuratamente.

Sinonimi: Echites scholaris L. (1767).

 

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