Amazona festiva

Famiglia : Psittacidae

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Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo

 

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L'Amazona festiva bodini è rarissima, ad alto rischio d'estinzione e difficile da osservare in natura © Mazza

L’Amazzone festiva (Amazona festiva Linnaeus, 1758), membro dell’ordine dei Psittaciformi (Psittaciformes), della famiglia dei Psittacidi (Psittacidae) e del genere Amazzone (Amazona), è un uccello della cui Biologia, sia in natura che in cattività, non si conosce molto.

Il nome comune in Tedesco è Blaubart- amazone, in Francese Amazone tavoua e in Spagnolo Amazona festiva.

Non c’è nessun dibattito in corso a livello sistematico, per questa specie; sembrerebbe esserci un comune accordo tra l’International Commission for Zoological Nomenclature (ICZN) e la Birdlife society, nel suddividere questa specie nominale in due sottospecie: l’ Amazona festiva festiva e l’ Amazona festiva bodini.

In linea generale, le due sottospecie presentano una Biologia comune alla specie nominale, sebbene nel caso dell’ Amazona festiva bodini, alcune peculiarità di ordine morfologico e etologico sono più marcate, come vedremo; una prima differenza comunque, è già nella denominazione comune in lingua tedesca, che per l’ Amazona festiva bodini è Bodinus amazone.

Zoogeografia

L’Amazona festiva presenta una distribuzione che va dalla Colombia orientale al Venezuela centrale, lungo il fiume Orinoco fino al Rio Meta e nel nordovest della Guyana. L’Amazona festiva bodini, invece, in Venezuela non è così frequente, poiché sembrerebbe più sensibile ai continui fenomeni di disboscamento presenti in questo stato, che ne stanno distruggendo l’habitat, per non parlare della caccia spietata ad opera dei bracconieri, per essere venduta come uccello ornamentale. Oggi la si trova solo nella Colombia orientale, lungo l’Orinoco fino al Rio Meta e raramente nel nordest della Guyana. Per finire, l’Amazona festiva festiva risulta distribuita nella parte orientale dell’ Ecuador, nel nordest del Perù e nel sudest della Colombia, in particolare dall’ area a est del Bacino delle Amazzoni, fino al basso Rio Madeira.

Ecologia-Habitat

Nelle loro aree geografiche, i pappagalli della specie nominale, come quelli delle due sottospecie, colonizzano habitat e biotopi equivalenti. Preferiscono le foreste pluviali, ove fanno vita arboricola, ma anche la vegetazione secondaria lungo le rive del Rio delle Amazzoni ed i relativi affluenti. Questi uccelli hanno anche però la tendenza (e questo ne ha reso difficile lo studio in passato ed ancora oggi) a colonizzare anche piccole aree di foresta, presenti su isolotti, intrappolati nella complessa rete di aste fluviali di queste regioni. Amano inoltre vivere, sia nelle foreste permanentemente inondate, come in quelle a inondazione stagionale, presenti in prossimità delle rive del Rio delle Amazzoni e dell’Orinoco. Ad esempio nella foresta dell’Igapò, che è una foresta pluviale regolarmente inondata, per numerosi mesi dell’ anno durante la stagione delle piogge; alcuni biologi tropicali, per questo motivo, preferiscono indicarla come una foresta pluviale permanentemente inondata.

Timida in natura, si affeziona in cattività © Giuseppe Mazza

Timida in natura, si affeziona in cattività © Giuseppe Mazza

La più conosciuta di queste foreste si trova nel bacino del Rio delle Amazzoni, ove costituisce circa il 2% della foresta pluviale totale. Gli alberi dell’Igapò sono più bassi di quelli della foresta non inondata, a causa dell’instabilità causata da suoli bagnati e poco drenati, questo fenomeno così marcato, alcune volte la fa denominare “foresta a palude”, simile a quella della Florida meridionale, ed è caratterizzata da certe specie di alberi del genere Cecropia, Ceiba e le palme del genere Mauritia. Invece, come foresta a inondazione stagionale, c’è la Virzea o Várzea, che è un tipo di foresta tropicale pluviale, presente nelle pianure alluvionali, soggette a pesanti precipitazioni atmosferiche, però marcatamente stagionali, contrariamente all’Igapò.

Inoltre, a differenza delle foreste acquitrinose, come appunto le Igapò, le foreste a Várzea, hanno un suolo molto fertile, per l’abbondante messe di nutrimenti che ricevono dai fiumi ad acqua bianca, in questo contesto il Rio delle Amazzoni (perché sia la foresta Igapò che Várzea, non esistono solo in Sudamerica), questa fertilità del suolo, le mette in pericolo, poiché tali terreni sono sempre più ad appannaggio dell’ agricoltura, a causa del quale vengono disboscate.

Morfofisiologia

Il colore dominante del piumaggio è il verde. Le piume della nuca sono bordate da una leggera colorazione nera. Le remiganti sono bordate di un colore giallastro-verde, una stretta banda rosso scuro marca la fronte. Il mento e l’area sopra l’occhio hanno una macchia blu, le guance sono verde-giallastre, la parte bassa della schiena è marchiata da una macchia rosso scarlatto. Il bordo delle ali, sono verde-giallastre, le copritrici sono blu-violaceo.

La coda è verde, con le punte giallo-verdastro. L’anello di pelle perioftalmico è grigio, la pupilla grigia, l’iride rosso-arancio, i piedi zigodattili grigi. I pulli e gli immaturi, presentano una colorazione meno intensa sulla testa. Alcune delle timoniere della coda, più esterne, negli immaturi hanno una base rossa, l’iride è scuro. Sia l’Amazona festiva che l’Amazona festiva festiva hanno questo tipo di livrea. Nell’Amazona festiva bodini il piumaggio giallo è più rappresentato, e la macchia rosso scarlatto, che origina dalla parte inferiore della schiena, si estende fino sulla sommità della testa.

La nuca e la parte superiore del cranio, sono colorate debolmente di lillà, le guance sono suffuse di blu, le copritrici primarie sono verdi. L’anello perioftalmico è grigio scuro, la pupilla è nera. Sia nella specie nominale che nelle due sottospecie, non esiste tra i due sessi, un dimorfismo fenotipico sessuale, né stagionale transitorio, né permanente.

Tutti gli esemplari sono lunghi all’incirca 34 cm e pesano 300-350 g, con una longevità in natura di 40 anni circa. In cattività sono molto rari, per cui, specialmente per la sottospecie Amazona festiva bodini, le conoscenze sull’allevamento sono scarse. La CITES, ne vieta severamente il traffico e, la IUCN ha inserito sia la specie nominale che le due sottospecie, nella lista rossa delle specie a estremo rischio d’estinzione.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Questi pappagalli, tipicamente monogami, vivono sia in coppie isolate, che in piccoli gruppi, occasionalmente popolosi nelle aree di nutrizione, sui rami dei grossi alberi, ricchi dei frutti di cui si nutrono. I biologi ornitologi che li studiano hanno grandi difficoltà nel trovarli e seguirli, per il particolare cromatismo del piumaggio, che li mimetizza alla perfezione tra le chiome degli alberi, mentre sono più facilmente osservabili quando s’involano. Nel tardo pomeriggio, si formano sugli alberi da riposo, usati come posatoi, dei grossi raggruppamenti, che scompaiono rapidamente al primo rumore sospetto. I versi sono rumorosi e metallici. La razza Amazona festiva bodini è soggetta a migrazioni stagionali, e sporadicamente è stata avvistata nel nordovest della Guyana.

Si nutrono di frutta, frutti di bosco, semi, noci e gemme di foglie in crescita. Sono dei masticatori infaticabili. Sono pappagalli mediamente rumorosi, sebbene l’ Amazona festiva festiva sia alquanto chiassosa. Inizialmente sono timidi nei confronti dell’umano, per diventare presto molto socievoli. Hanno un carattere tranquillo, e raramente diventano eccitati e aggressivi.

Non si hanno informazioni chiare sulla loro biologia riproduttiva. Alcuni autori pensano che depongano negli incavi degli alberi 2-3 uova, tra novembre e marzo.

 

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