Amorphophallus paeoniifolius

Famiglia : Araceae


Testo © Pietro Puccio

 

Noto principalmente per il fiore, l’Amorphophallus paeoniifolius è una specie erbacea con piccioli che spuntano dal terreno, lunghi anche 2 m e larghi 15-20 cm. I giganteschi tuberi e le foglie, che ricordano quelle della peonia, hanno virtù medicinali © Giuseppe Mazza

Noto principalmente per il fiore, l’Amorphophallus paeoniifolius è una specie erbacea con piccioli che spuntano dal terreno, lunghi anche 2 m e larghi 15-20 cm. I giganteschi tuberi e le foglie, che ricordano quelle della peonia, hanno virtù medicinali © Giuseppe Mazza

La specie è originaria dell’Arunachal Pradesh, Assam, Australia (Territorio del nord), Bangladesh, Bhutan, Borneo, Cambogia, Cina (Anhui, Chongqing, Fujian, Guangdong, Guangxi, Guizhou, Hainan, Henan, Hong Kong, Hubei, Hunan, Jiangsu, Jiangxi, Kin-Men, Macao, Ma-tsu-Pai-chúan, Shanghai, Sichuan, Yunnan e Zhejiang), Darjiling, Fiji, Filippine, Giava, India, Isole Andamane, Isole della Società, Isole Molucche, Laos, Malaysia Peninsulare, Myanmar, Nuova Guinea, Piccole Isole della Sonda, Samoa, Sikkim, Singapore, Sulawesi, Sumatra, Taiwan, Thailandia e Vietnam dove vive generalmente nelle foreste dal livello del mare fino a circa 800 m di altitudine.

Il nome generico è la combinazione dei termini greci “ἄμορϕος” (amorfos) = informe e “ϕαλλός” (fallos) = fallo, con riferimento alla forma dello spadice; il nome specifico è la combinazione del nome del genere Paeonia e del sostantivo latino “folium” = foglia, con ovvio riferimento.

Nomi comuni: elephant foot yam, telinga potato (inglese); you bing mo yu (cinese); apon, bagang, oroi, pungapong (filippino); jamikand, suran (hindi); eles, kembang, suweg, walur (indonesiano); duk dua, kabuk (laotiano); suranah (sanscrito); buk, mansuran (thailandese); kurruna kalungu (tamil); khoai nuwa, nuwa chuoong (vietnamita).

L’ Amorphophallus paeoniifolius (Dennst.) Nicolson (1977) è una specie erbacea perenne, decidua, con tubero globoso con una depressione centrale, di 25-30 cm di diametro e circa 20 cm di altezza, di colore bruno scuro. Alla ripresa vegetativa, prima delle foglie, il tubero produce una infiorescenza, su un corto peduncolo, costituita da uno spadice sessile lungo 10-70 cm, con i fiori femminili disposti nella parte inferiore, cilindrica, lunga 3-25 cm, seguita dalla parte maschile, da cilindrica a obconica, di 3-15 cm di lunghezza e fino a 10 cm di diametro, sormontata da una appendice sterile di forma molto variabile, ovoide, globosa, globoso-depressa o pressoché conica, di 5-30 cm di lunghezza e diametro, generalmente di colore marrone scuro lucido.

L’infiorescenza è circondata da una spata carnosa campanulata, larga 15-60 cm ed alta 10-45 cm, di colore verde con macchie bianche inferiormente, superiormente porpora verdastro con margine ondulato.

L’infiorescenza emette un penetrante odore di carne putrida che serve ad attirare gli insetti impollinatori; dopo l’impollinazione lo spadice si allunga fino ad oltre 1 m con la zona in frutto cilindrica fino a 50 cm di lunghezza e 8 cm di diametro.

Dopo la fioritura viene emessa una foglia, raramente due, su un picciolo di 0,6-2 m di lunghezza e 15-20 cm di diametro, di colore verde scuro con macchie verde pallido, con lamina, di 0,7-1,5 m di larghezza, tripartita con segmenti pennati provvisti di numerose foglioline di forma variabile, ovata, ellittica o lanceolata, con apice appuntito, di 3-25 cm di lunghezza e 2-12 cm di larghezza, di colore verde chiaro. I frutti sono bacche ovoidi, di 1,5-2 cm di lunghezza e 1 cm di diametro, di colore rosso a maturità, contenenti 2-3 semi.

Si riproduce per seme, che non ha una lunga durata di germinabilità, in terriccio drenante ricco di humus mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C, con tempi di germinazione piuttosto variabili, a partire da 3-4 settimane, e tramite i piccoli tuberi prodotti durante la stagione vegetativa che fioriscono dopo 3-4 anni. Specie adatta ai climi tropicali e subtropicali, ampiamente coltivata, sia per l’alimentazione umana che animale, per i tuberi ricchi di amido, minerali e vitamine, in particolare le varietà non aspre e pungenti, prive degli aghi di ossalato di calcio, presenti nelle piante spontanee, che possono causare, bruciori e irritazioni della bocca, quando ingeriti crudi, e dermatiti e reazioni allergiche durante la manipolazione.

Richiede una posizione da leggermente ombreggiata ad ombreggiata e suoli ricchi di sostanza organica ben drenati, sabbiosi, mantenuti costantemente umidi durante il periodo vegetativo, ma senza ristagni, causa di marciumi, a secco durante la dormienza.

I tuberi sono pronti per la raccolta, o per eventuali trapianti, dopo la caduta delle foglie.

Dove il clima non consente la permanenza dei tuberi in piena terra, per il rischio di gelate, possono essere estratti alla fine della stagione vegetativa e conservati in luogo asciutto fino alla primavera successiva, oppure coltivati in vasi capienti, per essere riparati in ambienti con temperature preferibilmente non inferiori a 15 °C.

I tuberi e le foglie sono utilizzati nella medicina tradizionale, in particolare indiana, per varie patologie.

Sinonimi: Dracontium polyphyllum G.Forst. (1786); Dracontium paeoniifolium Dennst. (1818); Dracontium polyphyllum Dennst. (1818); Arum campanulatum Roxb. (1820); Arum rumphii Gaudich. (1826); Pythion campanulatum Mart. (1831); Candarum hookeri Schott (1832); Candarum roxburghii Schott (1832); Candarum rumphii Schott (1832); Amorphophallus campanulatus Decne. (1834); Amorphophallus dubius Blume (1837); Amorphophallus giganteus Blume (1837); Amorphophallus sativus Blume (1837); Arum decurrens Blanco (1837); Kunda verrucosa Raf. (1837); Amorphophallus decurrens (Blanco) Kunth (1841); Arum phalliferum Oken (1841); Arum rumphii Oken (1841); Conophallus giganteus Schott ex Miq. (1856); Conophallus sativus (Blume) Schott (1860); Plesmonium nobile Schott (1864); Amorphophallus chatty Andrews (1872); Amorphophallus rex Prain (1893); Amorphophallus rex Prain ex Hook. f. (1896); Amorphophallus malaccensis Ridl. (1903); Amorphophallus gigantiflorus Hayata (1916); Amorphophallus microappendiculatus Engl. (1923); Amorphophallus dixenii K.Larsen & S.S.Larsen (1974); Hydrosme gigantiflora (Hayata) S.S.Ying (1991).

 

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