Anseriformes

DAVIDE-2.gif
Testo © Dr. Davide Guadagnini

 

multi

All'ordine degli Anseriformes appartengono 176 specie. Qui una Dendrocygna guttata che fa parte del gruppo delle anatre fischianti per i vocalizzi che ricordano quelli degli uccelli canori © Giuseppe Mazza

All’ordine degli Anseriformi (Anseriformes) appartengono un notevole numero d’uccelli (176 specie) dalle abitudini acquatiche più o meno spiccate. La classificazione degli uccelli appartenenti a quest’ordine è stata ed è molto complessa.

Attualmente, sulla base di studi genetici, si ritiene che l’ordine sia suddivisibile in tre famiglie. La famiglia che conta il maggior numero di specie, con uccelli tipici, è la grande famiglia degli Anatidi (Anatidae) che comprende le anatre, le oche ed i cigni propriamente detti.

Tale famiglia è suddivisa in 5 sottofamiglie: la sottofamiglia Dendrocygninae (dendrocigne e simili); la sottofamiglia Anserinae (che include oche propriamente dette e cigni); la sottofamiglia Stictonettinae; la sottofamiglia Plectropterinae e la sottofamiglia Anatinae (che include le anatre vere).

Una seconda famiglia appartenente all’ordine degli anseriformi è quella degli Anhimidae al quale appartengono due generi d’uccelli (con tre specie) veramente unici da molti punti di vista e che non sembrano, pur essendolo, imparentati agli altri anseriformi.

Vi è infine una terza famiglia creata di recente, quella dei Anseranatidae, che include l’Oca gazza (Anseranas semipalmata), unica specie.

Tuttavia i rapporti di parentela esistenti tra alcune tribù e specie d’anseriformi non sono ancora completamente chiariti e definiti.

Anatre, oche e cigni popolano tutti i continenti ad eccezione dell’Antartico e tutte le isole maggiori. Catene montuose e vasti oceani non costituiscono barriere alla distribuzione degli anatidi che possono abilmente sorvolare ampie aree geografiche di differente natura. Gli anseriformi possono sfruttare una vasta gamma di nicchie ecologiche: dalle lagune alle foreste pluviali tropicali, dai laghi costieri a quelli d’alta montagna, dal mare aperto alle isole oceaniche remote, dalle coste alle acque artificiali ed urbane, dai grandi fiumi a piccoli rigagnoli, dai prati e campi alla tundra.

Vi sono specie che raggiungono dimensioni notevoli, come questo Cigno reale (Cygnus olor) costretto a prendere la rincorsa per decollare, e specie di dimensioni minori, fino all’Oca pigmea di cotone (Nettapus coromandelianus) che pesa 120 volte meno, capaci anche di decolli quasi alla verticale dallo specchio d'acqua © Gianfranco Colombo

Vi sono specie che raggiungono dimensioni notevoli, come questo Cigno reale (Cygnus olor ) costretto a prendere la rincorsa per decollare, e specie di dimensioni minori, fino all’Oca pigmea di cotone (Nettapus coromandelianus ) che pesa 120 volte meno, capaci anche di decolli quasi alla verticale dallo specchio d'acqua © Gianfranco Colombo

Alcune specie sono ampiamente distribuite, altre costituiscono piccoli endemismi.

Ad esempio il Germano reale (Anas platyrhynchos ) e il Codone (Anas acuta) sono distribuiti in gran parte dell’emisfero settentrionale mentre il Moriglione del Madagascar (Aythya innotata), sull’orlo dell’estinzione, vive in un unico lago.

Alcune specie sfruttano e si adattano ad un ampio spettro d’habitat, mentre altre hanno abitudini altamente specializzate come ad esempio le Anatre di torrente delle Ande (Merganetta armata) che vivono stabilmente su torrenti impetuosi.

Qualità e disponibilità dell’acqua, substrato del fondo, tipo di cibo reperibile e la presenza di vegetazione emergente, palustre o galleggiante sono alcuni fattori di idoneità ambientale.

Gli anatidi hanno, generalmente, struttura abbastanza omogenea con grandi diversità di dimensioni (il Cigno reale, Cygnus olor, è 120 volte più grande dell’Oca pigmea di cotone, Nettapus coromandelianus), proporzioni di varie parti del corpo, colori delle livree, comportamenti e abitudini. Certe somiglianze anatomiche, rendono infatti gli anatidi, generalmente riconoscibili. La parte anatomica che permette di identificare la maggioranza degli anatidi è il becco: largo, appiattito, con apici tondeggianti e leggermente spatolati.

Alcuni sfidano anche correnti impetuose, come questa coppia di Merganetta armata di casa nei torrenti della Ande © Dustin Huntington

Alcuni sfidano anche correnti impetuose, come questa coppia di Merganetta armata di casa nei torrenti della Ande © Dustin Huntington

Le varianti di tale tipologia di becco consentono di distinguere le anatre dalle oche e dai cigni. Le oche hanno becchi maggiormente conici e meno spatolati.

A queste regole ci sono delle eccezioni come ad esempio gli smerghi (tribù Mergini) che possiedono becchi lunghi e uncinati per catturare i pesci.

La maggioranza degli anatidi hanno colli sottili e medio-lunghi; i cigni ed alcune oche hanno colli particolarmente lunghi.

Anche i corpi hanno forme relativamente omogenee; sono ampi, massicci e tondeggianti-allunganti.

Questi corpi sono generalmente dotati di zampe palmate piuttosto corte.

Le specie maggiormente acquatiche, in particolare, hanno zampe più corte e portate più posteriormente rispetto al baricentro del corpo per favorire il nuoto.

La palmatura delle zampe, compresa tra le tre dita rivolte in avanti, è notevolmente ridotta nelle specie che sono grandi camminatrici ed hanno assunto forti abitudini terrestri (soprattutto al di fuori del periodo di allevamento dei piccoli) come le oche delle Hawaii (Branta sanvicensis) e le oche Cereopsidi (Cereopsis novaehollandiae).

L'area di diffusione delle specie può essere molto vasta, come per l' Anas platyrhynchos, presente in gran parte dell’emisfero settentrionale, mentre sul fronte opposto l'Aythya innotata vive in un solo lago © Giuseppe Mazza

L'area di diffusione delle specie può essere molto vasta, come per l' Anas platyrhynchos, presente in gran parte dell’emisfero settentrionale, mentre sul fronte opposto l'Aythya innotata vive in un solo lago © Giuseppe Mazza

Le specie mediamente o altamente acquatiche, quando camminano sul terreno, avendo il baricentro spostato rispetto alle zampe poste posteriormente ad esso hanno andature goffe e ondeggianti molto caratteristiche. Nelle specie acquatiche non estremamente specializzate, il baricentro è spostato di poco dalle zampe che tendono a compensare con la lunghezza delle dita e con l’andatura latero-barcollante caratteristica.

Le specie molto legate all’ acqua come i Cigni dal collo nero (Cygnus melanocoryphus) e alcune specie di anatre dalla coda rigida e di mare (tribù Mergini) hanno un’andatura terrestre talmente difficoltosa che raramente escono dall’acqua costruendo i nidi nell’ acqua stessa o in grande prossimità.

Pur essendo in genere degli abili volatori che possono compiere incredibili migrazioni stagionali, esistono anche anatidi che hanno perso completamente l’attitudine al volo.

È il caso dei tachieri sud-americani (genere Tachyeres). Alcuni anatidi si sono adattati a bere acqua salmastra e salata grazie allo sviluppo di specifiche ghiandole del sale. I becchi, in alcune specie, sono adornati da escrescenze carnose; queste escrescenze e le colorazioni dei becchi (in alcune specie) aumentano di dimensioni e diventano più variopinti nella stagione riproduttiva.

 Il collo è spesso lungo, qui un Cygnus atratus, per esplorare la vegetazione sommersa © Giuseppe Mazza

Il collo è spesso lungo, qui un Cygnus atratus, per esplorare la vegetazione sommersa © Giuseppe Mazza

Gli anatidi, generalmente, hanno udito abbastanza sviluppato e vista discretamente acuta.

Le specie che vivono nei climi rigidi hanno una rete vasale, delle zampe, particolarmente sviluppata per evitare il congelamento dei piedi.

Gli anatidi possiedono un piumaggio molto abbondante, fondamentale per la termoregolazione e per un buon isolamento negli ambienti acquatici in cui vivono.

Il piumaggio è controllato e movimentato da moltissimi muscoli sottocutanei.

Gli anatidi possiedono 10-11 penne primarie (la prima è la più corta e la nona è solitamente la più lunga) e 12-24 penne secondarie.

Alcune specie possiedono speroni carpali, utilizzati nei combattimenti. Le code sono generalmente corte ma con delle eccezioni.

Le livree degli anatidi possono avere colori brillanti e vivaci che attraversano l’intero spettro dell’arcobaleno essendo tra le più belle presenti nel regno animale.

Gli anatidi hanno il numero più alto di specie che presentano spiccato dimorfismo sessuale; circa la metà delle specie totali è dotata di questa caratteristica.

Fatta eccezione per le dimensioni, nei cigni e nelle oche (soprattutto nordiche), i sessi sono simili e il piumaggio è generalmente meno variopinto e cangiante rispetto alle anatre.

Alcune anatre di sesso maschile ostentano livree magnificamente variopinte con incredibili accostamenti di colori. In alcune specie di anatidi sono presenti penne e piume modificate: allungate, formanti creste, arricciate, falciformi, vellutate ecc…

Le colorazioni particolarmente brillanti sembrano essere associate alle specie che stabiliscono legami di coppia stagionali; tali colorazioni, abbinati a corteggiamenti elaborati, sono importanti per evitare l’ibridazione tra differenti specie.

Ecco perché specie insulari presentano sessi simili non variopinti; non avendo contatto con altre specie simili, la mancata competizione rende non necessarie livree variopinte. Le specie che formano coppie stabili, come i cigni, le oche ed alcune anatre hanno generalmente corteggiamenti meno elaborati. Le femmine di anatre, in particolare di specie che vivono nell’emisfero settentrionale, al contrario dei propri maschi, presentano livree dimesse e mimetiche.

Il becco, generalmente spatolato nelle anatre e conico nelle oche e nei cigni, è talora dentellato per frantumare i vegetali. Si possono notare anche lingue carnose rivestite da proiezioni cornee simili a spine per filtrare l'acqua © Giuseppe Mazza

Il becco, generalmente spatolato nelle anatre e conico nelle oche e nei cigni, è talora dentellato per frantumare i vegetali. Si possono notare anche lingue carnose rivestite da proiezioni cornee simili a spine per filtrare l'acqua © Giuseppe Mazza

Tale mimetismo è fondamentale per la cova e la cura dei piccoli; comunque anche le femmine presentano uno specchio alare variopinto identico a quello dei maschi della propria specie.

Gli specchi alari consentono agli esemplari della stessa specie di riconoscersi agevolmente svolgendo l’importante ruolo di “segnalatori” sociali e sessuali; la stessa funzione hanno le porzioni scure nelle ali chiare (Cigno coscoroba, Coscoroba coscoroba; Oca delle nevi, Chen caerulescens) o le porzioni chiare nelle ali scure (Cigno nero, Cygnus atratus).

Il piumaggio è sottoposto ad un cambio completo (muta) una volta all’anno (oche, cigni) oppure due volte all’anno (anatre; le remiganti sono comunque sostituite una sola volta).

La muta completa avviene generalmente durante la stagione riproduttiva, quando vi è abbondanza di nutrimento energetico; in questo periodo, gli anatidi, perdono la capacità di volare a causa della perdita simultanea delle penne remiganti per circa 3 (anatre piccole) fino a 5-6 (grandi oche, cigni) settimane.

In alcune specie maschi e femmine hanno mute che avvengono in periodi differenti. Le specie dotate di forte dimorfismo sessuale, con maschi brillantemente variopinti, nel periodo post-nuziale (ad estate inoltrata-fine estate) ed in corrispondenza della seconda muta assumono un piumaggio mimetico che li fa assomigliare alle femmine.

Sono spesso animali gregari ed ottimi volatori, come queste Anser anser. Un loro parente stretto, l'Anser indicus, compie incredibili migrazioni volando a 9000 m di quota © Gianfranco Colombo

Sono spesso animali gregari ed ottimi volatori, come queste Anser anser. Un loro parente stretto, l’Anser indicus, compie incredibili migrazioni volando a 9000 m di quota © Gianfranco Colombo

Questa livrea eclissale favorisce il mimetismo dei maschi preservandoli maggiormente dai predatori in un periodo in cui non devono competere per le femmine ne mostrarsi alle stesse. Gli anseriformi si bagnano spesso (anche le specie meno strettamente acquatiche) per pulire e mantenere in ordine il piumaggio che viene frequentemente toelettato con l’utilizzo del becco e delle zampe.

Per contro il Tachyeres brachypterus del Sud America ha perso totalmente l'abitudine al volo © Dickie Duckett

Per contro il Tachyeres brachypterus del Sud America ha perso totalmente l'abitudine al volo © Dickie Duckett

La gran parte delle specie riposa a terra (anche tenendo sollevata una zampa) o in acqua con la testa infilata tra le penne delle scapole di un lato del corpo.

Posseggono ghiandole dell’uropigio sviluppate per la produzione di un secreto untuoso impermeabile che viene trasferito e spalmato sul piumaggio con il becco.

Gli anseriformi, generalmente, possono emettere vocalizzi forti e sonori aventi funzioni di difesa, corteggiamento, per il riconoscimento intraspecifico e per mantenere il contatto all’interno di stormi in movimento (migrazione).

In molte specie, i due sessi, emettono versi differenti.

Alcuni fischi, ronzii e suoni sono creati anche dal passaggio di aria attraverso le smarginature delle penne delle ali durante il volo.

Molte specie di anseriformi, soprattutto al di fuori della stagione riproduttiva, sono gregarie soprattutto per la ricerca del cibo, il riposo e le migrazioni ; inoltre parecchie specie hanno abitudini riproduttive coloniali.

Il fatto di vivere in grandi gruppi ha molti vantaggi riguardanti il reperimento del cibo, la guardia ad opera di sentinelle durante l’assunzione del cibo, il riposo, la cova…, l’esecuzione della giusta rotta di migrazione (soprattutto da parte dei giovani) ecc..

Altro originale del gruppo è lo Plectropterus gambensis, una grande oca con la testa d’anatra e vistosi speroni alari © José Bazán Hiraldo

Altro originale del gruppo è lo Plectropterus gambensis, una grande oca con la testa d’anatra e vistosi speroni alari © José Bazán Hiraldo

Gli anatidi sono abili e potenti volatori, alcune specie compiono delle migrazioni incredibili (ad altitudini elevatissime) e complesse oltre che estremamente lunghe.

La forma ampia e piatta del petto è dovuta proprio alla conformazione anatomica idonea per il volo; gli anatidi hanno infatti pettorali ampi e sviluppati che si inseriscono sullo sterno ben carenato.

La potenza dei muscoli del volo compensano le dimensioni delle ali che non sono spesso particolarmente grandi (rispetto ad altre specie d’uccelli) se paragonate alle dimensioni del corpo.

I decolli e gli atterraggi, degli anatidi, sono spesso impegnativi e per molte specie devono avvenire esclusivamente in acqua.

Le specie che compiono le migrazioni più lunghe e spettacolari lo fanno per riprodursi, in un periodo concentrato, nell’estremo nord dove le risorse alimentari sono molte anche grazie alle molte ore di luce. In queste regioni settentrionali i giovani devono crescere molto velocemente per poi tornare al sud prima che torni il gelo. Un’altra caratteristica, che appartiene a tutti gli uccelli appartenenti a questo ordine, è quella che tutti i neonati che sono precoci sono in grado di galleggiare e nuotare fin dai primissimi giorni di vita.

Dati i legami di coppia spesso stagionali, per evitare equivoci e ibridazioni, gli anatidi vantano il numero più alto di specie con spiccato dimorfismo sessuale, come questo maschio d'Aix sponsa del Nord America © Giuseppe Mazza

Dati i legami di coppia spesso stagionali, per evitare equivoci e ibridazioni, gli anatidi vantano il numero più alto di specie con spiccato dimorfismo sessuale, come questo maschio d'Aix sponsa del Nord America © Giuseppe Mazza

Gli anseriformi, infatti, sono dotati di ossa pneumatiche e sacche aeree che favoriscono oltre al volo anche il galleggiamento.

Alcune specie sono in grado di immergersi anche per alcune decine di metri di profondità non raggiungendo mai le capacità di altri generi di uccelli maggiormente specializzati come i pinguini o gli alcidi.

Alcune anatre cosiddette” tuffatrici” possono rimanere sotto acqua alcuni minuti.

La maggior parte degli anatidi ha becchi larghi, piatti dotati di molte lamelle trasversali e sono provvisti di lingue carnose rivestite da proiezioni cornee simili a spine.

Queste strutture servono per filtrare e setacciare l’alimento; l’acqua viene aspirata attraverso la parte apicale del becco e sospinta fuori lateralmente facendo trattenere l’alimento dalle lamelle.

L’unico altro ordine di uccelli che si nutre in questo modo è quello dei fenicotteri. Nelle oche i becchi e le lamelle sono modificate per consentire agli uccelli di pascolare e strappare le erbe di cui si nutrono. Il becco degli smerghi, invece, sono dentellati e dotati di un uncino terminale per catturare e trattenere i pesci di cui si nutrono. Più l’alimentazione sarà specializzata e maggiormente il becco sarà conformato in modo idoneo all’uso.

Anche in Europa il maschio del Mestolone (Anas clypeata) fa la sua figura con una livrea ben più vistosa della consorte e se per molti anatidi l'amore è un fatto stagionale, esistono anche delle specie monogame con legami che durano tutta la vita. I rituali di corteggiamento possono essere molto elaborati e complessi © Gianfranco Colombo

Anche in Europa il maschio del Mestolone (Anas clypeata ) fa la sua figura con una livrea ben più vistosa della consorte e se per molti anatidi l'amore è un fatto stagionale, esistono anche delle specie monogame con legami che durano tutta la vita. I rituali di corteggiamento possono essere molto elaborati e complessi © Gianfranco Colombo

Il regime alimentare è molto vario; molte specie sono vegetariane o prevalentemente vegetariane; altre sono onnivore anche con abitudini alimentari legate alla stagione o all’età ed infine altre ancora sono prevalentemente o totalmente carnivore nutrendosi di insetti, invertebrati, pesci, anfibi , altri piccoli animaletti e in alcuni casi di carogne.

Piume insolite e variopinte ma anche vistose escrescenze carnose sul becco come per questa Tadorna tadorna. Gli accoppiamenti avvengono per lo più in acqua, con femmine in posizioni appiattite per invitare il partner © Colombo

Piume insolite e variopinte ma anche vistose escrescenze carnose sul becco come per questa Tadorna tadorna. Gli accoppiamenti avvengono per lo più in acqua, con femmine in posizioni appiattite per invitare il partner © Colombo

Gli anatidi, in genere, si riproducono stagionalmente, una volta all’anno, ma possono esserci variazioni a questa regola nelle regioni subtropicali e tropicali.

Molte specie di anatidi sono monogame con durata variabile dei legami di coppia a seconda delle specie; in alcune la coppia può restare tale anche per anni (o per sempre) e al di fuori del periodo riproduttivo, in altre la coppia si forma stagionalmente. Altre specie non formano coppie o sono poligame.

I rituali di corteggiamento possono essere molto elaborati e complessi.

In genere ciò che induce maggiormente l’avvio dei corteggiamenti è l’allungarsi delle ore di luce che stimolano l’ingrossamento dei testicoli e il funzionamento delle gonadi.

Le femmine recettive assumono posture appiattite in acqua che invitano alla copula.

Con l’eccezione di poche specie (oche gazza, oche hawaii, e alcune oche cereopsidi) tutti gli anseriformi si accoppiano generalmente in acqua.

Contrariamente a molte altri uccelli dove l’accoppiamento avviene per semplice contatto cloacale, cosiddetto “ bacio cloacale”. Negli anseriformi, essendo i maschi dotati di pseudopene a forma di cavatappi, si hanno accoppiamenti con penetrazione.

Durante l’accoppiamento il maschio sale sulla femmina tenendola con il proprio becco per le penne della nuca, la femmina può essere quasi totalmente immersa mantenendo solo la testa fuori dall’acqua; l’accoppiamento è generalmente piuttosto veloce. Durante la nidificazione, oche e cigni, sono generalmente molto aggressivi e territoriali. I nidi degli anseriformi possono essere realizzati in molti luoghi diversi: sull’acqua, sulle rive e nelle zone paludose, lontano dall’acqua, in cavità d’albero e d’altro tipo, su alberi anche usando nidi di altri uccelli, su sporgenze rocciose, nelle abitazioni umane e nei nidi artificiali, una specie (l’anatra dalla testa nera, Heteronetta atricapilla) è parassita obbligata.

Decolli e atterraggi sono spesso impegnativi e per molte specie avvengono esclusivamente in acqua © G. Colombo

Decolli e atterraggi sono spesso impegnativi e per molte specie avvengono esclusivamente in acqua © G. Colombo

I nidi possono essere molto semplici, quasi inesistenti, o realizzati con grandi accumuli di vegetali; spesso sono nascosti e mimetici ma talvolta sono molto evidenti come quelli dei cigni che non temono predatori.

Alcune specie adottano strategie riproduttive molto particolari nidificando vicino a uccelli predatori, sempre in nidificazione, che indirettamente difendono le covate degli anatidi.

Anatidi, che nidificano in cavità, spesso emettono sibili simili a quelli dei serpenti per scoraggiare eventuali predatori.

Anche le grandi riproduzioni coloniali concentrate in un unico, breve periodo hanno lo scopo di contrastare il più possibile l’azione dei predatori.

Gli anseriformi depongono uova generalmente di discrete dimensioni dai colori piuttosto chiari: bianche, giallastre, verdastre, azzurognole, grigiastre, marroncine.

Le uova vengono generalmente coperte da piumino che le mimetizza, oltre a proteggerle dal freddo, quando la madre esce dal nido. La cova inizia generalmente a deposizione ultimata, le uova vengono deposte ogni 1-2 giorni, in modo che i piccoli nascano sincroni. Fatta eccezione per le oche gazza (Anseranas semipalmata), alcuni cigni neri (Cygnus atratus), le dendrocigne (genere Dendrocygna), e le anatre Thalassornis (Thalassornis leuconotus) solo le femmine covano.

Una gioiosa Anas bahamensis mentre fra gli spruzzi ripulisce il piumaggio © Giuseppe Mazza

Una gioiosa Anas bahamensis mentre fra gli spruzzi ripulisce il piumaggio © Giuseppe Mazza

Nei cigni e qualche altro anatide, in generale, i maschi posso stare a guardia delle uova coprendole per breve periodi ma senza effettuare una vera cova.

La comunicazione vocale tra nascituri e madre può iniziare anche 2-3 giorni prima della schiusa favorendo l’imprinting.

La schiusa, a partire dal primo colpo di becco (chip), dura 16-18 fino a 24 e più ore.

I pulcini sono precoci e già in grado di nutrirsi attivamente, generalmente lasciano il nido dopo un giorno quando sono ben asciutti e dopo essersi ripresi dalla fatica della schiusa.

Nella maggior parte delle anatre è la madre, da sola, ad occuparsi della prole. In alcune specie di anatre, nelle oche, nei cigni e nei kaimichi, invece, entrambi i genitori accudiscono e difendono i piccoli.

Le madri riscaldano i piccoli nei primi giorni di vita.

I genitori mantengono, con la prole, un contatto vocale continuo che li tranquillizza mentre sono intenti a nutrirsi e a nuotare; in caso di pericolo, gli adulti, emettono versi di allarme che fanno fuggire e nascondere i piccoli. I neonati sono in grado di nuotare e tuffarsi a poche ore dalla nascita; i genitori accompagnano i piccoli dove vi è abbondanza di cibo e, in acqua, possono renderlo maggiormente disponibile movimentando il fondo con le zampe.

I piccoli, qui un disinvolto Anas platyrhynchos, nuotano fin dalle prime ore di vita © Giuseppe Mazza

I piccoli, qui un disinvolto Anas platyrhynchos, nuotano fin dalle prime ore di vita © Giuseppe Mazza

Solo i kaimichi (famiglia Anhimidae), l’Anatra muschiata (Biziura lobata) e l’insolita Oca gazza (Anseranas semipalmata), porgono il cibo ai propri piccoli direttamente col becco.

La crescita, dei giovani, è abbastanza rapida specie nelle specie nordiche che devono essere in grado di volare a poche settimane d’età.

La gran parte delle anatre raggiunge la maturità a 1 anno di vita, alcune specie (volpoche; genere Tadorna, edredoni; genere Somateria) a 2-3 anni; le oche solitamente iniziano a riprodursi a 3 anni e i cigni al quarto anno.

Questi uccelli possono essere discretamente longevi, alcune specie (soprattutto in cattività) arrivano a vivere 20-30 anni con qualche caso di cigni arrivati a vivere fino a 50 anni.

In natura le cose vanno diversamente; gli anseriformi, infatti, hanno molti nemici naturali e vengono molto predati.

Anche avversità climatiche, scarsità alimentare e impatti ambientali negativi causati dall’uomo hanno portato e continuano a portare al declino di molte specie.

Nel secolo passato, 4 specie, sono state estinte ad opera dell’uomo. L’impatto peggiore, per gli uccelli appartenenti a questo splendido ordine, è dato dalla massiccia distruzione, drenaggio e degrado degli ambienti umidi.

Ma anche qui non mancano le eccezioni. La Branta sandvicensis preferisce camminare ed ha ridotto le palme rimpiazzandole con cuscinetti isolanti per camminare sulle rocce laviche. Ha rischiato l'estinzione © Mazza

Ma anche qui non mancano le eccezioni. La Branta sandvicensis preferisce camminare ed ha ridotto le palme rimpiazzandole con cuscinetti isolanti per camminare sulle rocce laviche. Ha rischiato l'estinzione © Mazza

Delle 5 sottofamiglie appartenenti alla grande famiglia degli Anatidae; alla sottofamiglia Dendrocygninae, appartengono 8 specie di dendrocigne (genere Dendrocygna) più una specie, il Thalassornis leuconotus, appartenente ad un genere affine.

Le dendrocigne sono comunemente chiamate anatre-albero o anatre fischianti. Mentre il primo nome è piuttosto improprio, visto che alcune specie non utilizzano gli alberi come trespoli, il secondo è più appropriato; tutte le dendrocigne emettono forti vocalizzi, ripetuti, fischiettanti e che ricordano cinguettii di uccelli canori.

Le dendrocigne sono anatre peculiari; hanno alcune particolarità anatomiche ed alcuni aspetti comportamentali maggiormente in comune con cigni e oche che non con le anatre propriamente dette.

Alla sottofamiglia dei Plectropterinae appartiene un’unica specie africana che conta due sottopecie: l’Oca dallo sperone (Plectropterus gambensis); trattasi di una grande oca con la testa d’anatra e munita di grandi speroni alari.

La sottofamiglia degli Stictonettinae, conta anche lei un unico genere ed un’unica specie. Si tratta dell’Anatra lentigginosa (Stictonetta naevosa), una piccola anatra australiana dal peculiare piumaggio “fioccato di grigio”. Alla sottofamiglia Anserinae appartengono molte tribù che includono le deliziose oche pigmee (tribù Nettapodini), la strana e aggressiva anatra muschiata australiana (tribù Biziurini, specie Biziura lobata), le anatre chiamate col termine generico di gobbi (tribù Oxyurini), molte oche di vari generi (incluse le oche che compiono le migrazioni maggiori : genere Branta, Chen, Anser), i cigni, l’Anatra dalle orecchie rosa (Malacorhynchus membranaceus) (tribù Anserini).

Molte specie, come la piccola e graziosa Aythya nyroca, sono oggi purtroppo gravemente minacciate dalla perdita dell'habitat, dalla caccia, dai recenti cambiamenti climatici e in definitiva dalle attività umane © Giuseppe Mazza

Molte specie, come la piccola e graziosa Aythya nyroca, sono oggi purtroppo gravemente minacciate dalla perdita dell'habitat, dalla caccia, dai recenti cambiamenti climatici e in definitiva dalle attività umane © Giuseppe Mazza

Appartengono a questa sottofamiglia e al genere Anser le due oche che hanno dato origine alle innumerevoli razze di oche domestiche allevate in tutto il mondo, esse sono: l’oca selvatica (Anser anser) e l’oca cignoide (Anser cygnoides).

Alla sottofamiglia delle Anatinae appartengono le già citate anatre di torrente (Merganetta armata), tutte le altre oche appartenenti a generi differenti, le tadorne (tribù Tadornini); gli edredoni, le morette marine, gli orchi e orchetti, i quattrocchi, gli smerghi, la pesciaiola (Mergellus albellus) (tribù Mergini); e tutta le specie di anatre rimanenti (tribù Cairinini, tribù Callonettini, tribù Aythyini, tribù Anatini).

Appartengono a questa sottofamiglia anche le anatre che hanno dato origine alle numerose forme e razze domestiche di anatre allevate dall’uomo. Si tratta del Germano reale (Anas platyrhynchos) e dell’Anatra muschiata o muta (Cairina moschata).

Alla famiglia degli Animidi (Anhimidae) appartengono tre specie di uccelli unici sia per le peculiarità anatomo-fisiologiche sia per quelle comportamentali. Pur appartenendo, questa famiglia, all’ordine degli Anseriformes ad una prima grossolana osservazione, le tre specie di kaimichi, non sembrano avere nulla in comune con essi (la stretta parentela è, invece, sottolineata da una serie di affinità anatomiche).

La Chauna torquata ha ben poco in comune con gli altri Anseriformes: zampe non palmate con lunghe dita, testa da pollo con becco da rapace e particolari anatomici in comune col famoso Archaeopteryx, un proto-uccello vissuto 140 milioni d’anni fa. Vengono detti

La Chauna torquata ha ben poco in comune con gli altri Anseriformes: zampe non palmate con lunghe dita, testa da pollo con becco da rapace e particolari anatomici in comune col famoso Archaeopteryx, un proto-uccello vissuto 140 milioni d’anni fa. Vengono detti "urlatori" per i versi udibili a chilometri di distanza © Giuseppe Mazza

I kaimichi, essendo dotati di zampe robuste, lunghe e munite di grandi dita; di teste relativamente piccole (simili a quelle dei polli) dotate di piccoli ciuffi e di becchi adunchi completamente diversi dai becchi piatti delle anatre assomigliano molto di più a grandi galliformi o ricordano vagamente i rapaci. Sulla base delle analisi genetiche del DNA, gli Animidi, sono maggiormente correlati alla altrettanto strana oca Gazza (Anseranas semipalmata).

Stando al DNA, la Chauna torquata è geneticamente correlata alla altrettanto strana Anseranas semipalmata, qui raffigurata. Queste due specie, con la Biziura lobata, sono gli unici anseriformi ad offrire col becco il cibo ai piccoli © Ian Montgomery

Stando al DNA, la Chauna torquata è geneticamente correlata alla altrettanto strana Anseranas semipalmata, qui raffigurata. Queste due specie, con la Biziura lobata, sono gli unici anseriformi ad offrire col becco il cibo ai piccoli © Ian Montgomery

Le enormi zampe sono quindi molto importanti per sostenere questi, comunque pesanti, uccelli sulle superfici instabili che hanno per base la densa vegetazione palustre affiorante e galleggiante.

Delle quasi 9700 specie di uccelli viventi, solo i kaimichi, i pinguini (ordine Spheniscidae), i ratiti e gli uccelli topo africani (ordine Coliiformes) hanno un piumaggio uniforme su tutto il corpo.

In tutte le altre specie, nonostante le penne sembrino presenti ovunque, in realtà crescono solo lungo determinate linee e in specifiche zone.

Il piumaggio, di questi uccelli, appare più flessibile, più spettinato e meno tipicamente adeso rispetto al piumaggio degli uccelli acquatici appartenenti al medesimo genere (anatidi).

I kaimichi sono gli unici uccelli viventi privi di processi uncinati delle coste (struttura anatomica tipica degli uccelli volatori e che consente alle coste di agganciarsi una all’altra conferendo robustezza alla cassa toracica sottoposta alle tensioni date dal volo). L’unico altro uccello privo di questa struttura anatomica era il famoso Archaeopteryx , un proto-uccello di 140 milioni d’anni fa. I kaimichi pur trovandosi perfettamente a loro agio sul terreno e nelle zone umide, dove passano gran parte del loro tempo e dove si riproducono, sono anche degli ottimi volatori, dotati di grandi ali grazie alle quali possono passare molto tempo a veleggiare in cielo e che consentono un volo potente.

Una graziosa Dendrocygna viduata. In questo genere il collo e le zampe sono lunghe, la postura verticale, con andatura elegante e ben staccata dal suolo. All'opposto dei kaimichi comunica con un fischiettio melodioso © Giuseppe Mazza

Una graziosa Dendrocygna viduata. In questo genere il collo e le zampe sono lunghe, la postura verticale, con andatura elegante e ben staccata dal suolo. All'opposto dei kaimichi comunica con un fischiettio melodioso © Giuseppe Mazza

Il decollo, da terra, risulta impacciato con gli uccelli che eseguono forti battiti fruscianti prima di riuscire a sollevarsi; una volta decollati , però, diventano degli abili volatori tanto da essere confusi, per la tecnica e lo stile, con cicogne e avvoltoi.

Salgono a spirale, sfruttando le correnti termiche, anche ad altissime quote.

Durante il volo il collo e le zampe vengono portate allungate (le zampe, a causa delle lunghe dita, leggermente a penzoloni). I kaimichi vengono spesso indicati con il termine di “urlatori” per il carattere distintivo dei loro versi che si sentono anche a grandi distanze (alcuni km) grazie all’incredibile volume della loro voce straordinariamente potente.

Versi, che una volta sentiti, difficilmente si dimenticano. I maschi emettono versi più fischiati e di leggermente minore intensità rispetto alle femmine.

Gli stormi appollaiati possono vocalizzare continuamente anche per ore e in genere quando un esemplare inizia a cantare stimola gli altri ad unirsi in coro. Questi uccelli vivono in ampi spazi aperti frequentemente inondati a costituire acquitrini e paludi, in savane, praterie e laghi con abbondante vegetazione acquatica.

Le dendrocinie dette anche anatre dischianti o anatre albero, amano spesso, come questa Dendrocygna javanica, riposarsi sui rami degli alberi che costeggiano i corsi d'acqua per mimetizzarsi e osservare tranquille l'ambiente © Giuseppe Mazza

Le due specie ad areale più nordico sono maggiormente legate agli ambienti di giungla fitta; i kaimichi meridionali ([Chauna torquata) sono più versatili.

Le coppie nidificanti, in generale, sono maggiormente legate agli ambienti acquatici e umidi che forniscono maggior protezione ai pulcini.

I kaimichi sono fortemente territoriali nella stagione riproduttiva e gregari negli altri periodi dell’anno arrivando a costituire stormi di decine, centinaia o migliaia di individui.

Nonostante la mole e le abitudini terrestri, questi uccelli, possono appollaiarsi senza problemi sugli alberi anche grazie alle loro lunghe dita.

Si appollaiano sulla cima libera degli alberi potendo essere visti anche a grande distanza; da queste postazioni, che vengono raggiunte quando si sentono minacciati, i kaimichi osservano il territorio circostante per valutare l’eventuale pericolo.

I movimenti stagionali di queste specie sono poco noti; grazie alle loro abilità di volo sono in grado di compiere comunque anche lunghi spostamenti. Sono principalmente legati alla disponibilità di nutrimento e alla ricerca dello stesso. Le popolazioni più nordiche, meno gregarie, sono maggiormente sedentarie. Le riproduzioni, pur potendo avvenire durante tutto l’anno, sono solitamente concentrate durante l’estate australe con le prime deposizioni generalmente effettuate in settembre-ottobre.

Uno splendido Anser anser in volo. Gli anseriformi sono uccelli molto interessanti, meravigliosi da osservare in natura, tuttora importanti per l'alimentazione umana © Gianfranco Colombo

Uno splendido Anser anser in volo. Gli anseriformi sono uccelli molto interessanti, meravigliosi da osservare in natura, tuttora importanti per l'alimentazione umana © Gianfranco Colombo

Le uova vengono deposte a intervalli di 35-40 ore una dall’altra. Sono generalmente grandi e hanno guscio leggermente granuloso.

Appena deposte sono color bianco sporco nelle specie appartenenti al genere Chauna, diventando giallastre nel corso dell’incubazione, e sono color verde chiaro/marrone-oliva nella specie appartenente al genere Anhima.

Le covate sono composte da 2-7 uova (nelle zone tropicali generalmente depongono più uova).

Le uova vengono coperte da vegetazione (per occultarle ai predatori) quando i genitori si allontanano dal nido; questi uccelli, contrariamente agli altri anseriformi, non si strappano il piumino per foderare il nido.

Entrambi i sessi si occupano della cova che dura circa 40-47 giorni con una media di 42-45 giorni. Entrambi i genitori si occupano dell’allevamento dei piccoli che hanno le fattezze di ochette ma con becchi da pulcini di pollo e zampe grandi non palmate.

I piccoli hanno colorazione giallo-grigiastra con le parti ventrali più giallo chiaro-biancastre. I kaimichi, se trattati nel giusto modo possono diventare uccelli confidenti e abbastanza facili da avvicinare.

Questa propensione rende, i kaimichi, facili da addomesticare e ,alcuni nativi, li allevano nei pollai poiché sono degli ottimi animali da guardia gridando fortemente in caso di pericolo (caratteristica che hanno in comune con molte oche e cigni); c’è chi sostiene che difendano i compagni di cortile dall’attacco di alcuni predatori.

I kaimichi sono allevati, non abbondantemente, presso zoo e poche collezioni private (principalmente kaimichi meridionali).

È un vero peccato che uccelli così interessanti e relativamente facili da allevare non siano maggiormente diffusi negli aviari. In un parco zoologico i loro forti versi ben si amalgamerebbero a quelli di altri famosi animali della giungla. I kaimichi sono creature speciali per le contrastanti peculiarità anatomiche, ma anche comportamentali, che coesistono nella medesima specie, solo per riassumerne alcune : sono uccelli dotati di becchi uncinati e lunghi speroni alari in un corpo fisiologicamente simile a quello di un’oca ma che nell’aspetto generale ricorda quello di un grande galliforme.

Anatre a parte, le oche domestiche, allevate in tutto il mondo, derivano dall'Anser anser e dall'Anser cygnoides © Giuseppe Mazza

Anatre a parte, le oche domestiche, allevate in tutto il mondo, derivano dall'Anser anser e dall'Anser cygnoides © Giuseppe Mazza

Dal punto di vista comportamentale volano come avvoltoi e possono ingaggiare sanguinosi combattimenti ma nello stesso tempo amano stare in gruppo e sono capaci di infinita dolcezza nei confronti dei propri compagni e dei propri piccoli.

Infine, alla famiglia Anseranatidae, appartiene l’oca gazza (Anseranas semipalmata), così chiamata per il contrastante colore bianco-nero della livrea.

Quest’uccello che assomiglia ad un’oca con le zampe scarsamente palmate ha una testa che, con un po’ di fantasia, ricorda quella di un piccolo “draghetto delle fiabe”.

Anche la sua biologia è molto interessante e peculiare; ad esempio alla regola della perdita temporanea della capacità di volo (perdita simultanea delle remiganti) fa eccezione proprio l’oca gazza che subisce una muta graduale senza perdere quindi la capacità di volo.

Gli anseriformi sono uccelli molto interessanti, meravigliosi da osservare in natura e molto apprezzati dagli allevatori di volatili ornamentali. Alcune specie, addomesticate in tempi storici, sono state e sono tuttora molto importanti per il sostentamento umano.

 

→ Per apprezzare la biodiversità degli ANSERIFORMES cliccare qui.