Aratinga acuticaudata

 Famiglia : Psittacidae

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Testo © Guglielmo Petrantoni

 

Aratinga acuticaudata, Psittacidae, conuro capoazzurro

L’Aratinga acuticaudata assomiglia ad un piccolo Ara © Giuseppe Mazza

Il Conuro testa blu (Aratinga acuticaudata Vieillot, 1818), è un pappagallo afferente all’ ordine dei Psittaciformi (Psittaciformes ), famiglia dei Psittacidi (Psittacidae).

Il nome del genere “aratinga” nella lingua locale, in Sudamerica, è il diminutivo del ben noto genere Ara, cui nell’insieme, principalmente per il colore, questo parrocchetto assomiglia. Il suffisso in merito, “tinga”, per il locali ha anche il significato di bianco e c’è quindi forse anche un riferimento all’anello perioftalmico bianco.

Il nome della specie “acuticaudata” viene dal latino “acutus” = acuto, aguzzo e “cauda” = coda, per le penne della coda affilate.

Concludendo, il nome scientifico ci dice che si tratta di un piccolo ara con la coda appuntita.

Zoogeografia

È presente in Venezuela, in Argentina, nel Nord-Est della Colombia e del Brasile, nella Bolivia orientale e nella parte occidentale dell’Uruguay.

Habitat

Frequenta la foresta decidua arida e semi arida. Lo si vede spesso sulle palme appartenenti al genere Mauritia, nelle aride zone del Venezuela caratterizzate da boscaglie sparse, ed in Colombia nelle savane erbose delle pianure dell’Orinoco, nelle foreste aperte dell’Argentina, nelle “pampas”, i deserti della Bolivia sino alle alture intorno i 2000 m sul livello del mare nei boschi di leguminose e cactacee. È presente anche nelle aree coltivate e nei pascoli della foresta secca.

Morfofisiologia

Di taglia intorno i 35-38 cm, peso 160-170 g, colore generale verde, faccia e fronte azzurro pallido, anello perioftalmico nudo e bianco, becco marrone con la punta nera ed iride arancio. Nei giovani il blu della fronte è ristretto alla fronte ed alla corona e non è mai presente il blu del petto. Le varie sottospecie differiscono di poco nella intensità della colorazione, con piccole varianti nell’estensione del blu.

Aratinga acuticaudata, Psittacidae, conuro capoazzurro

Si adatta a vari ambienti provocando spesso danni alle colture © Giuseppe Mazza

Etologia-Biologia riproduttiva

Il parrocchetto capoazzurro vive in coppie o piccoli stormi. Dove il cibo è abbondante, può essere anche molto numeroso e provocare spesso notevoli danni alle coltivazioni di cereali o di alberi da frutto come il mango.

Nelle savane si nutre dei frutti del “mastranto” (Hyptis spp.) e della Condalia lineata. In Colombia il culmine del periodo riproduttivo è aprile, ma nel resto del Sud America è a cavallo di questo mese.

In Uruguay ed Argentina le nozze avvengono in dicembre, in Venezuela fra marzo e luglio.

Per i nidi utilizza le cavità degli alberi, molto in alto, incluse quelle delle specie coltivate come il mango e il guava.

Nell’isola di Margherita la sottospecie Aratinga acuticaudata neoxena, depone esclusivamente nelle cavità di una mangrovia, l’Avicennia germinans.

Talora nidifica anche nelle cavità delle rocce. Depone da due a quattro uova che incuba per 26 giorni. La permanenza al nido dei piccoli è molto breve, al massimo 45 giorni, perché è una specie che può riprodursi anche tre volte a stagione.
Ne consegue che è molto diffusa e a minimo rischio d’estinzione.

In cattività s’allevano in cassette nido standard, di 30 x 30 x 45 cm. Il foro d’entrata deve avere un diametro di 8 cm e sul fondo và deposto del truciolo per uno spessore di 2-3 cm. Sarà poi la coppia che, frequentando il nido prima della deposizione, provvederà a scavare, portando sui bordi il truciolo necessario per rendere il fondo comodo e accogliente per la femmina e le uova.

Aratinga acuticaudata, Psittacidae, conuro capoazzurro

Può riprodursi anche 3 volte all’anno e non è certo una specie a rischio © Giuseppe Mazza

L’Aratinga acuticaudata in cattività nidifica una volta l’anno, raramente due. In Italia il periodo riproduttivo inizia ai primi di maggio e avvenuta la deposizione dell’ultimo uovo inizia la cova. Queste sono in genere da due a quattro, rilasciate a distanza di due giorni l’uno dall’altro ed al pomeriggio.

L’incubazione dura in media 23-24 giorni. Verso l’undicesimo giorno i piccoli aprono gli occhi e pesano circa 45 grammi ed a tre settimane completano il piumaggio. Lasciano il nido dopo 57 giorni circa.

I giovani all’inizio dell’involo hanno l’iride degli occhi bruno chiaro ed il becco grigio. Completeranno la colorazione nero-corno degli adulti a distanza di un mese.

Sono animali difficili d’ambientare ai fini riproduttivi a causa del loro nervosismo, ma se allevati a mano, sono docili, affabili e buoni ripetitori delle parole, in un medio repertorio di suoni.

I sistematici distinguono le seguenti sottospecie: Aratinga acuticaudata acuticaudata, presente in Bolivia, Brasile, Nord dell’Argentina ed Uruguay occidentale; Aratinga acuticaudata neumanni, presente nelle Ande Boliviane; Aratinga acuticaudata haemorrhous, presente nel Nord Est del Brasile; Aratinga acuticaudata koenigi, presente nel Nord del Venezuela e nel Nord Est della Colombia; Aratinga acuticaudata neoxena, presente nell’ isola di Margherita ed in Venezuela.

 

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