Balearica regulorum

Famiglia : Gruidae

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Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo

 

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La Balearica regulorum sfiora 1 m d'altezza e 2 m d'apertura alare © Giuseppe Mazza

La Gru coronata grigia o Gru del Sudafrica (Balearica regulorum Bennet, 1834) è un uccello afferente alla sottoclasse degli Ornituri (Ornithura), superordine Neognati (Neognathae), ordine Gruiformi (Gruiformes), famiglia (Gruidae).

I gruiformi sono un ordine a distribuzione quasi cosmopolita, poiché li si ritrova ovunque, tranne che ai poli ed in America meridionale. I membri delle diverse specie, che costituiscono questo composito ordine, tra cui figurano la classica Gru cinerina Euroasiatica (Grus grus), hanno linee morfologiche generali che ricadono in una struttura caratterizzata da un collo lungo e sottile, lunghissime zampe da trampoliere, ed un becco diritto e aguzzo.

Questo induce spesso i profani a considerare questi uccelli come parenti di aironi e cicogne. Ma la somiglianza è solo esteriore; ad un più attento ed approfondito esame i membri dei Gruidae, risultano molto più affini alle folaghe, alle gallinelle d’acqua e alle otarde, assieme alle quali e con altri gruppi, formano l’ordine dei Gruiformes, del resto non molto lontano sistematicamente parlando da quello dei Galliformi (Galliformes).

Perciò la convergenza morfologica delle gru verso il tipo degli aironi e delle cicogne, è spiegabile nei termini di una convergenza “ecoevolutiva”, cioè per un adattamento a condizioni ambientali e di biotopi simili: stagni, lagune, paludi, prati allagati, corsi d’acqua e fiumi. In realtà, come accennato, sono molte le differenze anatomiche tra gru, cicogne ed aironi: una di queste è nella struttura del becco, il quale benché molto lungo anche nelle gru, non raggiunge le proporzioni enormi che ha negli altri due gruppi; inoltre, non è altrettanto robusto, anzi alla base è molto tenero, dato che la dieta dei gruiformi è prevalentemente vegetariana, e quindi il becco non viene utilizzato per infilzare animali come pesci, rane, salamandre, lucertole ed altri vertebrati, questo almeno di norma, poiché in zoologia si possono anche avere delle eccezioni.

In questa scheda parleremo della Balearica regulorum, che trova nella Gru pavonina (Balearica pavonina) una specie molto somigliante, ma diversa per il tipo e la distribuzione dei colori nella livrea; elementi considerati sufficienti per classificarle come due specie distinte. Anche le dimensioni sono molto simili, ed entrambe vivono oggi nei medesimi biotopi dell’Africa tropicale, presentando un centro geografico d’origine comune: l’Arcipelago delle isole Baleari, nel Mediterraneo occidentale, ove sono ormai estinte. I nomi scientifici Balearica regulorum e Balearica pavonina derivano da questo centro geografico comune, e alcuni biologi ornitologi parlano di una specie nominale e di una sua sottospecie. Il dibattito tra i tassonomi è ancora in corso.

Zoogeografia

Africa tropicale. Sono uccelli che possono presentarsi a coppie, come in gruppi numerosi, e pur essendo una specie vulnerabile, secondo la IUCN, presentano un ampio areale geografico. Li troviamo infatti oggi in Sudafrica, Tanzania, Kenya, Mozambico, Uganda, Angola, Zimbabwe, Malawi, Namibia, Burundi, Congo, Botswana, e Ruanda.

Habitat-Ecologia

Questi uccelli possono formare anche piccole colonie di una cinquantina e più d’individui conspecifici e congeneri, o vivere in società con altri tipi d’uccelli, come fenicotteri, spatole.

Abita l'Africa tropicale, in coppie o gruppi numerosi, nutrendosi di vegetali e piccoli invetebrati © Giuseppe Mazza

Abita l’Africa tropicale, in coppie o gruppi numerosi, nutrendosi di vegetali e piccoli invetebrati © Giuseppe Mazza

Il loro habitat per eccellenza, come del resto per tutti i gruiformi, è rappresentato da zone umide, per cui li si ritrova in prossimità di zone umide a canneto, laghi, stagni, pozze d’acqua, paludi, lagune, mangrovieti, praterie inondate, fiumi, corsi d’acqua, e ruscelli. Purtroppo, gli ambienti frequentati da questi uccelli, vengono sempre più degradati dall’intervento incosciente dell’ uomo, per cui oggi non hanno affatto vita facile.

Morfofisiologia

Sono uccelli di dimensioni rispettabili. Lunghi suppergiù un metro, hanno un’apertura alare di circa due metri, e sia maschi che femmine pesano in genere 3,5-4 kg. Durante il volo, in particolare in quello migratorio sociale, possono disporsi a V o Y rovesciata, dove a capo c’è un maschio dominante adulto, che talora resta un po’ più indietro nel tentativo di tagliare l’aria.

Quando è in vista un grosso rapace, o il vento spira troppo forte, lo stormo può assumere una disposizione semicircolare per fronteggiare la situazione avversa. Riescono a volare fino a 5.000 m di altezza!

Si distinguono facilmente dagli aironi in volo, perché questi piegano il collo verso le spalle, mentre la gru grigia sudafricana e le altre specie lo mantengono diritto. A differenza degli aironi e delle cicogne, questi uccelli non sono muti, ma emettono un suono a trombetta (questo vale anche per le altre specie) che si propaga a lunghe distanze, evidenziandone la presenza.

La Balearica regulorum, come d’altronde la Balearica pavonina, ha nella corona di piume, che sovrasta la testa di entrambi i sessi, il carattere morfologico più curioso : una cresta costituita da piume giallo oro.

Il colore dominante del corpo (copritrici primarie e secondarie, remiganti) e del becco, è un grigio metallico brillante tendente alla carta da zucchero (nella Balearica pavonina è invece il grigio scuro e il nero). Lungo i fianchi, decorrono due grosse macchie bianche. La coda nelle timoniere, presenta una sfumatura color oro, con apice marrone terra. Sul becco sono distinguibili due narici sul ramo superiore, a forma di goccia.

La testa, oltre la già citata cresta posta sul lobo occipitale, presenta una macchia nera vellutata che ricopre il capo, a cui seguono due sottili strisce rosse in posizione parietale; la faccia presenta due guance di colore bianco, ed è presente una coppia di caruncole rosse sul collo.

Le zampe sono lunghe ed il piede è anisodattilo, le dita terminano con un unghia lunga e robusta. A differenza di altre specie di gru, la gru grigia sudafricana, va anche ad appollaiarsi sugli alberi di notte, anzi questo avviene regolarmente.

Becco corto e tenero rispetto agli aironi. Ciuffo inconfondibile © Mazza

Becco corto e tenero rispetto agli aironi. Ciuffo inconfondibile © Mazza

Sempre in relazione alla loro ecologia alimentare a base di semi, tuberi, teneri germogli, a cui possono però aggiungersi lombrichi, insetti e altri piccoli invertebrati, come ad esempio grilli talpa, grilli, cavallette, locuste.

Il loro intestino, come quello degli altri gruidi, è molto lungo, quasi nove volte più del tronco, tuttavia, contrariamente ai gallinacei, non esiste un vero e proprio gozzo.

In relazione alla dieta, presentano carni di gusto sgradevole, ma purtroppo questo non è stato per lungo tempo,un deterrente sufficiente ad evitarne la “caccia sportiva ”, pratica oggi severamente vietata dalla IUCN, CITES, WWF in collaborazione con gli enti governativi.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Anche l’indole di questi uccelli (in genere di tutti i Gruiformes), è ben diversa da quella delle cicogne e degli aironi, che spesso sono attaccabrighe e avidi predoni sempre pronti a contendersi i bocconi migliori: le gru, sono miti, piacevoli e inoltre hanno voce sonora ricca di espressioni vocali.

Allo stato naturale tutti i gruiformi sono uccelli diffidenti, in particolare verso l’essere umano. Si adattano invece molto bene alla vita in cattività (per tale ragione, li si ritrova spesso nei giardini zoologici) affezionandosi molto a chi se ne prende cura.

Invecchiando finiscono però col diventare litigiosi ed intrattabili, rendendosi pericolosi per i colpi che menano con l’acuminato becco, non solo verso l’essere umano, ma anche verso cani ed eventuali animali da cortile.

Vivono in media 22-24 anni.

Il biologo ornitologo Homeyer, negli anni ’30, studiò la Balearica regulorum per circa 20 anni in Congo.

Per quanto riguarda l’etologia riproduttiva, notò che sia il maschio, che la femmina, sono coinvolti nella costruzione del nido in zone acquitrinose, su cespugli o su terra, nel folto della vegetazione.

Il nido viene costruito usando fango, rami, fuscelli e saliva.

Racconta il biologo Homeyer, su un resoconto alla società Ornitologica Inglese in relazione alla etologia riproduttiva di questi affascinanti uccelli “ … La femmina che si credeva inosservata, diede inizio alla sua acconciatura nuziale, prendendo della fanghiglia e stropicciandosene le ali e il dorso, così da perdere il colore d’insieme della sua livrea, per assumerne uno più terreo; abbattuto purtroppo l’animale, per poterlo osservare da vicino, mi resi conto che l’uccello aveva creato un impasto con la saliva, che mal si lavava e che aveva un sapore pungente, acre … in un sol colpo ebbi la spiegazione fattuale che l’attenzione del maschio, veniva richiamata, non solo mediante stimoli visivi ma anche gustativi …” Homeyer, 1930.

La femmina depone generalmente 2-3 uova (raramente 4) di color azzurro pallido, che vengono incubate e controllate a turno da entrambi i genitori.

Le uova schiudono dopo 28-32 giorni. I pulcini hanno uno sviluppo abbastanza rapido. A pochi giorni dalla nascita possono già allontanarsi dal nido, ma vengono nutriti fino a circa 50-60 giorni di vita postnatale.

I biologi ornitologi hanno individuato due sottospecie di Balearica regulorum, che sono la Balearica regulorum regulorum, autoctona del Sudafrica e dell’Angola, e la Balearica regulorum gibbericeps, autoctona del Sudafrica, Zimbabwe, Congo, Kenya ed Uganda. In quest’ultimo stato la si ritrova anche come simbolo sulla bandiera, perché è considerata “ uccello nazionale ”.

 

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