Boletus edulis

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Testo © Loredana Battisti

 

Carne bianca e compatta. Crudo o cotto è senza dubbio fra i funghi più ambiti © Giuseppe Mazza

Carne bianca e compatta. Crudo o cotto è senza dubbio fra i funghi più ambiti © Giuseppe Mazza

Famiglia: Boletaceae Chevalier.

Subfamiglia: Boletoideae Singer.

Genere: Boletus Dillenius: Fries.

Sezione: Edules Fries.

Boletus edulis Bulliard : Fries 1821.

Il nome deriva dal latino “edulis” = commestibile.

Il genere Boletus è caratterizzato da funghi con imenoforo (struttura che contiene la parte fertile del fungo, l’imenio, dove avviene la produzione delle spore), formato da tuboli e pori facilmente separabili dalla sottostante carne del cappello. La sezione Boletus raggruppa specie per lo più robuste, a carne bianca immutabile, gambo con reticolo, l’imenoforo presenta una colorazione bianca nel giovane, gialla a maturità e verde-olivastra in età avanzata (come il colore delle spore in massa).

Cappello: di medie e grandi dimensioni da 5-20 (30) cm , molto carnoso, inizialmente emisferico poi convesso, infine piano, a volte anche depresso, cuticola quasi sempre viscosa-untuosa, spesso rugosa, di colore variabile dal bianco-nocciola-beige al bruno ocraceo, sempre con margine sottile un po’ eccedente e generalmente più chiaro.

Imenoforo: tuboli molto minuti, lunghi, liberi-arrotondati al gambo, da bianchi a gialli a verde oliva con la maturazione delle spore, facilmente separabili dalla carne del cappello, immutabili al taglio; pori minuti dello stesso colore dei tuboli, immutabili al tocco.

Gambo: 4-15 x 3-7 cm, carnoso e robusto, da obeso a cilindrico, panciuto, bulboso, molto variabile, di colore nocciola comunque molto chiaro; presenta un reticolo minuto che si estende sulla parte superiore del gambo di colore biancastro, sempre più chiaro del colore del fondo.

Carne: bianca, soda, compatta e spesso negli esemplari più grandi risulta molliccia perché imbevuta di acqua, di colore bianco immutabile. Odore e sapore fungini.

Cistidi, basidi e spore di Boletus edulis © Pierluigi Angeli

Cistidi, basidi e spore di Boletus edulis © Pierluigi Angeli

Reazioni chimiche: cappello, carne e tuboli con le basi forti come il KOH (idrato di potassio) e NaOH (idrato di sodio) assumono una colorazione bruna; carne con IA (Idrossido d’ammonio) rosa-lilacina; carne con FeSO4 (solfato ferroso), F (fenolo), G (tintura di guaiaco) reazione nulla.

Spore: fusiformi, lisce, di dimensioni 14,5-17,5 x 4-6 µm.

Habitat: sia in boschi di latifoglia, soprattutto faggio,che in quelli di conifera, abeti e pini, specie prettamente igrofila, amante dei luoghi freschi, molto comune nelle Alpi, più rara nelle zone mediterranee. Il periodo di crescita è estivo fino alla comparsa delle prime gelate.

Commestibilità: ottimo commestibile; anche crudo se consumato in piccole quantità.

Note: specie di facile identificazione soprattutto per l’aspetto del cappello rugoso,viscoso-untuoso con margine più chiaro, e per il reticolo bianco esteso sulla metà superiore del gambo, sempre comunque più chiaro del colore del gambo.

Varietà e specie simili: intorno alla specie tipo vi sono alcune specie o varietà dovute soprattutto ai caratteri morfo-cromatici ed al pari commestibili :

Boletus persoonii Bon = Boletus edulis var. albus (Persoon) Gilbert costantemente colorato di bianco.

Boletus venturii Bon = Boletus citrinus Venturi possiede un cappello costantemente colorato di giallo.

Osservazioni: fungo molto comune nelle zone soprattutto alpine, si differenzia dalle specie dello stesso gruppo per i seguenti caratteri: Boletus aereus, Boletus aestivalis, prediligono un habitat più termofilo-xerofilo, cioè ambienti caldi e asciutti; inoltre il Boletus aestivalis ha un reticolo che si estende su tutto il gambo, il Boletus aereus presenta tonalità brune e reticolo anch’esso bruno.

Boletus pinophilus che, insieme al Boletus edulis , completa il gruppo dei “porcini”, è anch’esso più igrofilo ma si distingue per una colorazione rossiccia-vinosa sul cappello e reticolo concolore.

Il Boletus edulis spesso lo troviamo insieme alla Amanita muscaria , conosciuta anche come “segnabrise” o “spia del porcino” in quanto hanno le stesse esigenze biologico-ecologiche.

 

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