Brassavola cucullata

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La Brassavola cucullata è di coltura abbastanza facile © Giuseppe Mazza

La Brassavola cucullata è di coltura abbastanza facile © Giuseppe Mazza

La specie è originaria di una vasta area dell’America tropicale (Antille Venezuelane, Belize, Colombia, El Salvador, Guatemala, Guyana, Guyana Francese, Honduras, Isole Leeward, Isole Windward, Messico, Nicaragua, Panama, Repubblica Dominicana, Suriname, Trinidad-Tobago e Venezuela), dove vive nelle foreste pluviali generalmente entro 500 m di altitudine, anche se è possibile trovarla fino a circa 1800 m.

Il genere è dedicato al medico e botanico italiano Antonio Musa Brassavola (1500-1555); il nome specifico deriva dal termine latino “cucullus” = cappuccio, quindi incappucciata, con riferimento alla forma del labello.

La Brassavola cucullata (L.) R.Br. (1813) è una specie epifita con pseudobulbi, su un corto rizoma strisciante, semieretti o pendenti, cilindrici, lunghi fino a circa 20 cm e larghi circa 0,3 cm, ricoperti da guaine tubolari membranacee bianche, che portano all’apice una singola foglia persistente, rigida, pressoché cilindrica, lunga 18-35 cm e larga 0,5-0,7 cm.

Infiorescenza dalla base della foglia su un corto peduncolo, 1-2 cm, portante 1-3 fiori su un gambo (pedicello) particolarmente lungo, 15-22 cm, con sepali e petali di colore da bianco a giallo pallido con sfumature bruno-rossastre, più o meno intense, sul retro e labello bianco.

I sepali sono lineari-lanceolati, assottigliati verso l’apice, lunghi 7-12 cm e larghi 0,6-0,8 cm, ricadenti, petali simili, ma di larghezza inferiore, circa 0,4 mm, labello lungo 6-9 cm e largo 1,5-2,5 cm, cordato alla base, trilobato, con lobi laterali fimbriati ai margini e lobo centrale lungamente acuminato; i fiori, che sbocciano in estate-autunno, emanano un intenso odore nelle ore notturne, per attirare gli insetti impollinatori, e hanno una durata di 3-5 settimane.

Si riproduce per seme, in vitro, e divisione, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi.
Specie particolarmente attraente e di coltivazione piuttosto facile, adattandosi a diverse situazioni, come dimostra l’ampio areale di origine, da clima temperato-caldo con temperature minime notturne di 13-15 °C, anche se può resistere per breve periodo ed asciutta a qualche grado in meno, 20-30 °C di giorno, ma è in grado di sopportare anche temperature superiori.

Richiede elevata luminosità, anche qualche ora di luce solare diretta al mattino e/o tardo pomeriggio, ed umidità, 60-80%, ed una buona e costante ventilazione. Durante il periodo di crescita degli pseudobulbi le innaffiature devono essere regolari ed abbondanti, ma opportunamente distanziate in modo da fare asciugare completamente le radici, dopo la fioritura le innaffiature vanno diradate per permettere un breve periodo di riposo, ma evitando di fare raggrinzire le foglie.
Per le innaffiature e nebulizzazioni utilizzare acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata; le concimazioni, opportunamente distribuite in modo da evitare accumulo di sali, vanno fatte durante il periodo vegetativo preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a metà dose, o meno, di quella consigliata sulla confezione.

Sia per il portamento ricadente, sia per evitare ristagni idrici, cui è particolarmente sensibile, va preferibilmente montata su corteccia, tronchi, zattere di sughero o di radici di felci arborescenti o al più in piccoli canestri con composto molto drenante e aerato, che può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) di media pezzatura; non ama essere disturbata, quindi rinvasi e spostamenti vanno effettuati quando strettamente necessario.

La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

Sinonimi: Epidendrum cucullatum L. (1763); Cymbidium cucullatum (L.) Sw. (1799); Brassavola cuspidata Hook. (1839); Brassavola appendiculata A.Rich. & Galeotti (1845); Brassavola odoratissima Regel (1852); Bletia cucullata (L.) Rchb.f. (1862).

 

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