Carduelis carduelis

Famiglia : Fringillidae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

Carduelis carduelis, Cardellino

Un frullo d’ali ed un’allegra macchia di colore sulla neve in pieno inverno © Nick Brischuk

Se il povero Cardellino potesse parlare ed esprimere al buon Dio suo creatore alcune considerazioni sulla sua situazione terrestre, penso avrebbe qualcosa da ridire.

Forse gli contesterebbe di averlo fatto troppo bello e colorato, troppo allegro e vivace, troppo simpatico ed affettuoso in quanto è probabile che se non avesse avuto tutti questi pregi avrebbe avuto una vita più facile!

Queste caratteristiche l’hanno infatti collocato in cima all’elenco di quelle specie tanto martoriate dal genere umano in nome di quel presunto amore verso gli animali tanto da ingabbiarli per tutta la vita, per il semplice ludibrio di detenere un bell’uccellino in gabbia.

Infatti, da sempre, il Cardellino viene catturato in enormi numeri in tutti gli angoli del Mediterraneo, del Medio Oriente ed in Asia per questo insano scopo ed è tuttora oggetto di un commercio illegale indefinito ed illimitato.

Nel passato era ancora peggio tanto che anche in Inghilterra, fino alla seconda metà del XIX secolo, questo uccello era soggetto ad un prelievo che se non interrotto avrebbe portato anche all’estinzione della specie.

La popolarità del Cardellino crebbe notevolmente nell’era Vittoriana e la domanda incrementò così fortemente che iniziarono le prime avvisaglie di un pericolo per la specie. Si legge in un rapporto consegnato al Parlamento inglese che nel 1860 ci fu un prelievo di 132.000 esemplari solo in una determinata area e l’anno dopo venne segnalato il caso di un ragazzo che in un solo giorno ne catturò quasi 500.

Risultava chiaro che a questo ritmo si sarebbe andati incontro a problemi notevoli per la specie per cui intervennero leggi a tutela di questo splendido uccellino. A quel tempo usavano reti, vischio e trappole di ogni genere, gli stessi mezzi usati al giorno d’oggi dai bracconieri mediterranei che imperterriti e spesso non severamente colpiti, continuano indefessamente a perseguire questa specie.

I più asseriscono che l’interesse verso questo uccello, sia per il canto che emette in modo persistente e continuo e che rallegra per intere giornate durante tutta l’estate ma anche per l’affettuosità che matura verso i suoi carcerieri.

Carduelis carduelis, Cardellino

È il Cardellino (Carduelis carduelis), stanziale in gran parte d’Europa, al contrario delle sottospecie asiatiche e russe costrette a migrare dal freddo © Piotr Pogoda

In realtà se è pur vero che mostra una insperata cordialità verso colui che l’ha ingabbiato, per il canto il Cardellino non mostra invece quelle caratteristiche canore tipiche di uccelli melodici o con voce stentorea. Il canto del Cardellino è un miscuglio di brevi gorgheggi acuti e striduli, a volte anche melodici ma intervallati da strofe rapide e dissonanti, intervallati da rapidi trilli secchi che non hanno nulla a che fare con la melodia piena e tonale di un Usignolo (Luscinia megarhynchos) o di una Capinera (Sylvia atricapilla).

Sarà pure un canto gradevole per molti ma certamente è la colorazione della livrea a far cadere la scelta su questo uccelletto, unita alla facilità di allevamento. Non sarebbe così facile mantenere in gabbia un usignolo od una capinera, uccelli che richiedono cure ed alimentazione non sempre reperibile durante tutto l’anno.

Carduelis carduelis, Cardellino

Uccello sociale, nei climi temperati è soggetto solo a brevi ed erratici movimenti stagionali © Michel Dopré

Il Cardellino (Carduelis carduelis Linnaeus, 1758) appartiene all’ordine dei Passeriformes ed alla famiglia dei Fringillidae, un raggruppamento che include un infinito numero di uccelletti diffusi in tutti i continenti e considerati fra i più allegri e colorati del mondo alato.

L’etimologia del nome scientifico in questo caso un binomio tautonimo, trae origine dal termine latino “carduus” = cardo, l’alimento principale di questo volatile.

Alcuni nomi internazionali sono in inglese European goldfinch, in tedesco Stieglitz  carduelis, in spagnolo Jilguero, in francese Chardonneret élégant ed in portoghese Pintassilgo.

Carduelis carduelis, Cardellino

Con un’apertura alare di appena 23 cm, è fra i più piccoli fringillidi: lungo circa 12 cm, pesa solo 15-25 g © Clive Brown

Essendo un uccello molto comune, ha maturato un numero infinito di nomi regionali in giro per l’Europa spesso alquanto folcloristici quali lavarin, raarì, raar, gardelin, gardein, cardillu, cardidd, in Italia, cardonille, cardine in Francia e nel Regno Unito anche goldie, gold linnet, redcap and King Harry’s Red Cap, in memoria di un detto coniato al tempo dei Tudor per identificare la varietà dei colori della sua livrea, non inferiori alle vesti di un sovrano. In quest’ultimo paese il termine “goldfinch” è anche usato per indicare in gergo una persona benestante o che ha fatto fortuna, appunto per le tante e notevoli caratteristiche che sono proprie di questa specie.

Zoogeografia

L’areale originale del Cardellino è tipicamente il paleartico e comprende quasi totalmente l’Europa, la Russia fino alle repubbliche centroasiatiche, il Medio Oriente, Irak, Iran, Afganistan e Pakistan ed in Africa le coste occidentali mediterranee e la valle del Nilo.

Carduelis carduelis, Cardellino

Rosso fuoco, giallo intenso, crema, bianco e nero profondo, sono i colori ben accostati della sua elegante livrea, affiancata dal carattere allegro che lo rende subito simpatico. Il becco conico, appuntito e fine, gli permette di sfilare dai cardi ed altre essenze erbacee, piccolissimi semi che altri uccelli non sarebbero in grado di prelevare © Kevin Agar

Manca all’incirca a nord del sessantesimo parallelo, è quindi non presente nella penisola Scandinava e parallelamente verso est al di sopra di questo limite. Tuttavia, la facilità di allevamento e le introduzioni allo stato selvatico in alcune regioni remote, ha fatto sì che questo uccelletto sia presente anche in Australia e Nuova Zelanda, nelle Americhe, sia del Nord sia del Sud e nella Macaronesia.

Praticamente l’invasione ha seguito pedissequamente le correnti migratorie delle popolazioni europee dei secoli scorsi, alle quali è rimasto saldamente legato. Non va dimenticato che anche gli allevatori e gli amanti di questi fringillidi, hanno contribuito notevolmente a questa diffusione oltre che a sperimentare con questa specie, una serie infinita di incroci con altri fringillidi, in particolare canarini, sfornando esemplari di ogni forma e tonalità per il solo gusto di vederne di tutti i colori! I famosi incardellati.

Carduelis carduelis, Cardellino

I sessi differiscono nel piumaggio per particolari che solo gli intenditori esperti riescono a percepire. Nel maschio adulto, qui raffigurato, la maschera facciale rossa ingloba l’occhio, mentre nelle femmine è leggermente più corta © Gianfranco Colombo

Il Cardellino è uno dei fringillidi più facili da ibridare e per questo motivo si può sicuramente affermare che in ogni angolo del mondo o meglio, in ogni gabbia del mondo, ci sia un esemplare di questa specie.

Ecologia-Habitat

Forse sarebbe più semplice osservare dove crescono i cardi (Carduus spp.) per capire qual è l’habitat ideale del Cardellino.

Non è che questo uccelletto si nutra unicamente dei piccolissimi semi di questa essenza ma è indicativo sapere che dove si trova questa pianta, vi sono sicuramente questi fringillidi.

Il Cardellino è per gran parte delle popolazioni una specie considerata residente, in particolare quelle europee che sono soggette a brevi ed erratici movimenti stagionali più che ad una vera e propria migrazione.

Al contrario le sottospecie asiatiche e russe, anche per il clima rigido dell’inverno centro asiatico, sono soggette a vere migrazioni che le portano a lasciare totalmente i quartieri estivi per raggiungere areali meridionali od occidentali ben distanti.

Questo comportamento ha anche determinato la suddivisione di questo fringillide in due ceppi distinti il carduelis, la specie europea ed il caniceps quella asiatica, che hanno poi dato luogo al loro interno, ad un infinito numero di sottospecie.

L’habitat del Cardellino è molto vario ed ampio essendo presente in un’infinità di ambienti a volte molto diversi fra loro. Può essere un ambiente totalmente spoglio e brullo con vegetazione bassa ed incolta, piena di essenze erbacee che producono una serie infinita di piccoli semi oppure una campagna coltivata anche intensivamente, anche a monocoltura ma che offra angoli o bordi con essenze erbacee oppure ancora boschi intervallati da prati, terrapieni di strade, giardini e parchi pubblici, vigne e frutteti.

È praticamente presente ovunque dal mare fino ad un’altitudine di circa 1.200/1.500 m slm e dalla macchia mediterranea alle brughiere del nord Europa. È essenziale che nei dintorni ci sia anche una fonte d’acqua, alla quale non manca di fare visita diverse volte al giorno.

Carduelis carduelis, Cardellino

L’habitat del Cardellino è molto vario. Si può trovare ovunque, dal mare fino a circa 1.200-1.500 m d’altitudine, dalla macchia mediterranea alle brughiere del nord Europa © Mauro Pasquero

Morfofisiologia

La livrea del Cardellino è una vera tavolozza di colori! La mascherina facciale è di colore rosso fuoco, con una fascia bianchissima sottogulare a mo’ di bavaglio che si riunisce sul capo e alla nuca, entrambi di colore nerissimo vellutato.

Il petto è color crema con i fianchi segnati da ampie macchie di colore brunastro nocciola più o meno accentuate secondo la sottospecie e che proseguono sulle spalle fino al groppone che risulta invece bianco.

Carduelis carduelis, Cardellino

È essenziale che nei dintorni ci sia anche una fonte d’acqua, alla quale non manca di fare visita diverse volte al giorno © Cimino Del Bufalo

Ali nerissime con ampia fascia gialla sulle copritrici e remiganti con macchia bianca sulla parte terminale delle penne, entrambi i caratteri ben visibili quando in volo. Coda anch’essa con macchie bianche sulle timoniere centrali.

Zampe rosa carnicino e becco color avorio. Occhi nerastri contornati da un anello perioculare nero.

I sessi non differiscono nel piumaggio se non per piccoli particolari che solo intenditori riescono a percepire. Il rosso facciale del maschio supera lievemente il globo oculare mentre è minimamente più ridotto nella femmina, così pure la spolveratura brunastra sui fianchi, è meno accentuata nella femmina.

Carduelis carduelis, Cardellino

Il Cardellino è monogamo per la sola stagione riproduttiva. Qui il maschio, a destra, complice il mormorio dell’acqua, ha trovato una compagna © Martha de Jong-Lantink

I giovani sono invece facilmente riconoscibili anzi, sono tanto diversi da sembrare un’altra specie: una livrea insignificante. Sono per lo più grigiastri, senza la mascherina rossa in faccia e solo un piccolo accenno alla fascia alare gialla, li riconduce alla specie. Nel giro di pochi mesi cambieranno poi il piumaggio, divenendo indistinguibili e colorati come gli adulti.

Il becco del Cardellino è conico e particolarmente appuntito e talmente fine da permettergli di sfilare dai cardi e da altre essenze erbacee, i piccolissimi semi che altri uccelli non sarebbero in grado di prelevare. Questa sua caratteristica ha dato a questo uccello una specializzazione tale da permettergli un così forte sviluppo delle proprie popolazioni. Il Cardellino è un piccolissimo fringillide, misurando solo circa 12 cm di lunghezza, un peso che varia da 15 a 25 g ed un’apertura alare di 23 cm.

Carduelis carduelis, Cardellino

La costruzione del nido è compito della femmina mentre il maschio, qui all’opera, porta gran parte del materiale © Benoit Lallement

Le dimensioni di questo uccelletto variano però notevolmente secondo il clima degli habitat frequentati e vede le popolazioni asiatiche, sviluppare misure ben superiori a quelle occidentali.

Sono state determinate moltissime sottospecie, legate principalmente ai luoghi di origine, in particolare per le zone più remote del suo areale.

Già alcuni tassonomi considerano la sottospecie C. c. caniceps, forma tipicamente asiatica, specie a parte, staccandola da quella nominale C. c. carduelis propria del continente europeo ed all’interno di questi due raggruppamenti, collocano tutta quella serie infinita di sottospecie riscontrate nei territori occupati.

Giusto per rammentarne alcune sottospecie di competenza europea, troviamo il C. c. britannica (UK e mare del Nord), il C. c. tschusi (tipicamente italiano e nostre isole), il C. c. parva (Macaronesia, penisola iberica e Nord Africa), il C. c. balcanica (Balcani e Turchia) ed il C. c. carduelis nel resto del continente europeo.

In Asia, geograficamente da ovest verso est, abbiamo il C. c. niediecki, C. c. brevirostris, C. c. colchica, C. c. volgensis, C. c. frigoris, C. c. paropanisi, C. c. subulata, C. c. ultima ed il  C. c. caniceps il Cardellino dell’Himalaya, appunto la sottospecie che ambisce a diventare specie!

Etologia-Biologia riproduttiva

La nidificazione del cardellino è un’attività svolta nella più assoluta discrezione e con una tale riservatezza da rendere quasi impossibile capire dove abbia posto il nido. Lo si vede gironzolare in giardino per alcuni giorni poi sparire, poi di nuovo ce lo ritroviamo in cima ad un rametto tutto allegro che canticchia per ore il suo ritornello e poi di nuovo scomparire per giorni. Solo accidentalmente all’improvviso lo scopriamo mentre con in bocca una pagliuzza, si posa sulla cima estrema di un rametto penzolante dall’albero di fronte alla nostra finestra a tre metri da terra ed armeggiare tra le foglie.

In effetti il nido del Cardellino è talmente piccolo che passa inosservato anche quando si scopre il posto dove l’ha costruito. Un minuscolo nido costruito ad opera d’arte, compatto, solido e con una coppa perfettamente circolare larga non più di 6 cm e sufficientemente profonda, resa morbida all’interno con piumino, peli di animali, cotone vegetale ed anche ragnatele.

Carduelis carduelis, Cardellino

Il nido del Cardellino è una coppa perfettamente circolare larga non più di 6 cm che passa quasi sempre inosservata. Una costruzione resa morbida all’interno con piumino, peli di animali, cotone vegetale e ragnatele, sufficientemente profonda per contenere 4-7 piccole uova di colore crema punteggiate lievemente da minuti pois rossastri © Museo Civico di Lentate sul Seveso

La costruzione è opera della femmina mentre il maschio porta gran parte del materiale necessario. La coppia è monogama per la sola stagione riproduttiva. Vengono deposte 4/7 uova alquanto piccole, di colore crema punteggiate lievemente con minuti pois rossastri in particolare nella parte più larga dell’uovo e la cova dura circa 12/13 giorni ad opera della sola femmina. In alcuni casi l’uovo mostra nuance azzurrognole alquanto accentuate. Entrambi i genitori si dedicano alla cura dei piccoli che si involano dopo circa due settimane.

Il Cardellino in questa fase diviene per lo più insettivoro ma non appena i piccoli sviluppano la possibilità di digerire semi e granaglie ecco che l’alimentazione si modifica totalmente e diviene esclusivamente granivora per tutta la famiglia.

Carduelis carduelis, Cardellino

I piccoli s’involano ad appena due settimane dalla nascita, ma seguono a lungo i genitori, che li nutrono anche se hanno già iniziato una nuova covata © Jean-Marie Gradot

I piccoli involati seguono per diverso tempo i genitori anche se la coppia ha già iniziato una nuova covata.

Il Cardellino è molto prolifico ed effettua d’abitudine due covate ed in certe annate favorevoli qualche coppia ne tenta una terza. La buona prolificità è antitesi della speranza di vita di questa specie che in natura supera a malapena pochi anni, come tutti gli appartenenti alla famiglia dei fringillidi.

Questo uccello è molto sociale durante l’inverno e si raduna spesso in stormi a volte grandissimi frammisti a Peppole e Fringuelli ed altri fringillidi. Spesso durante questa stagione si adatta a mangiare semi anche rifiutati durante altre stagioni o perlomeno frutti che non sono così allettanti come altri. Lo si vede spesso becchettare anche gli acheni dei frutti del platano, un alimento che moltissime specie di fringillidi disdegna.

Carduelis carduelis, Cardellino

Qui, grandicelli e ormai del tutto autonomi, hanno imparato a cavare i semi dal cardo, la loro pianta preferita che ha dato il nome alla specie © Phil Winter

Il Cardellino è sempre stato apprezzato dall’arte. La musica, la pittura e la poesia hanno attinto spesso alla sua figura e le opere di famosi artisti ci hanno lasciato un segno indelebile nei tempi. Ricordiamo solo la Madonna del Cardellino di Raffaello Sanzio quale memento per tutti coloro che l’hanno rammentato nelle loro opere d’arti.

Un ultimo aneddoto basato su un gioco di parole anglosassone. Un raggruppamento di più Cardellini in Inghilterra è chiamato charm = fascino. Una simpatica battuta ripresa qualche anno fa dal Daily Telegraph nel Regno Unito giocata su questo termine recitava:  Two may be a charm, but even to spot one is joy itself! Due può essere affascinante ma anche vederne uno è già una gioia !

Sinonimi

Fringilla carduelis Linnaeus, 1758.

 

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