Cattleya percivaliana

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Prof. Pietro Pavone

 

Cattleya percivaliana (Rchb.f.) O’Brien (1883) è una specie della famiglia Orchidaceae, sottofamiglia Epidendroideae, tribù Epidendreae, sottotribù Laeliinae.

Studi filogenetici recenti sulla sottotribù Laeliinae hanno radicalmente modificato la delimitazione del genere Cattleya al quale sono state incluse tutte le specie del genere Sophronitis e le specie brasiliane di Laelia.

Cassio van den Berg (Phytotaxa 2014, 186: 75‒86) ha suddiviso il genere Cattleya in quattro sottogeneri (Cattleya, Cattleyella, Intermediae, Maximae), tre sezioni (Cattleya, Crispae, Lawrenceanae) e cinque serie (Cattleyodes, Hadrolaelia, Microlaelia, Parviflorae, Sophronitis). In conformità a ciò Cattleya percivaliana rientra nel sottogenere Cattleya sezione Cattleya.

Cattleya percivaliana è una specie endemica delle montagne nord-occidentali del Venezuela (Stato di Tachira, di Trujillo, di Merida e di Lara), presente anche nella vicina Colombia. Cresce sugli alberi e sulle rocce ricoperte di muschio, in luoghi molto luminosi e soleggiati con elevata umidità dell’aria, tipicamente sul fondovalle, lungo i fiumi, tra i 1400 e i 2000 m s.l.m.

Cattleya percivaliana è una specie endemica del Venezuela e della Columbia.

Cattleya percivaliana è endemica delle montagne nord-occidentali del Venezuela, presente anche nella vicina Colombia fra 1400-2000 m d’altitudine © Emmi Mattes

La pianta fu scoperta nel 1881 dal raccoglitore professionista William Arnold durante una sua spedizione in Venezuela, nella Cordigliera di Mérida, in prossimità del lago Maracaibo, ad altitudine di 1300 metri sul livello del mare, in aree particolarmente umide con un clima caldo e nebbioso.

Arnold lavorava per il vivaista Henry Frederick Conrad Sander (1847-1920), conosciuto come il re delle orchidee di Saint Albans (Hertfordshire, Inghilterra) che con i suoi 23 raccoglitori in giro per il mondo (la metà di loro morta sul lavoro, incluso William Arnold, che annegò nel fiume Orinoco, in Sud America) tra il 1880 e il 1890 importò nel suo vivaio più di due milioni di orchidee. Appena scoperta Arnold, convinto di aver trovato una nuova specie di orchidea, inviò a Sander circa 20 esemplari il quale si premurò di inviarli al suo amico e consulente botanico Heinrich Gustav Reichenbach (1823-1889) per la corretta descrizione botanica.

Tuttavia Reichenbach non si sentì di considerare questi campioni come appartenenti a una specie nuova ma solo a una varietà, adducendo che i fiori a lui pervenuti non erano indicativi per una buona specie. Infatti, il 17 giugno 1882 presentò alla redazione del periodico orticolo The Gardeners’ Chronicle la descrizione di Cattleya labiata var. percivaliana Rchb.f. che dedicò a Mr. R.P. Percival di Cleveland, un noto coltivatore inglese.

I suoi grandi fiori vanno dal magenta al bianco

I vistosi fiori vanno dal magenta al bianco come in questa Cattleya percivaliana var. alba ritenuta oggi un sinonimo della specie © Emmi Mattes

Federick Sander andò su tutte le furie perché si aspettava una specie nuova che gli avrebbe dato maggiori introiti economici mentre come varietà il valore commerciale sarebbe stato molto inferiore.

Nel 1883 l’orticultore James O’Brien (1842-1930), sulla base delle sue osservazioni su piante fiorite in Inghilterra, elevò la varietà al rango di specie nello stesso periodico “The Gardeners’ Chronicle in cui Reichenbach la menzionò per la prima volta. Sander ne fu felice e Percival, onorato di aver un’orchidea con il suo nome, la portò in varie mostre e nel 1884, un anno prima della sua morte, ottenne due importanti certificati di merito FCC (First Class Certificate, Certificato di prima classe) dalla “Royal Horticultural Society (RHS)”. Uno è stato dato a un esemplare (clone) con fiori grandi dai colori intensi e l’altro per un clone a fiori bianchi.

Cattleya percivaliana è una specie protetta dal commercio poiché le sue popolazioni naturali sono diminuite in modo molto rilevante a causa della raccolta intensiva e anche per la distruzione dell’habitat.

Come tale è stata inserita nell’Appendice II della Convenzione di Washington (CITES) che ha lo scopo di tutelare le specie animali e vegetali a rischio di estinzione, impedendone la loro esportazione e detenzione.

Cattleya percivaliana albescens

Per questo candido aspetto si parla anche di una Cattleya percivaliana forma albescens © Matt Bond

Il nome del genere Cattleya, fu dato in onore di Sir William Cattley (1788 – 1835), un mecenate inglese della floricoltura e uno dei primi a realizzare in Inghilterra una ricca collezione di orchidee esotiche. L’epiteto specifico, come già accennato, fu dedicato a Mr. R. P. Percival. Volgarmente è conosciuta come “Orchidea di Natale” o “Cattleya di Percival”.

Cattleya percivaliana è una pianta con accrescimento simpodiale, litofita, di rado epifita, alta 20-40 cm, con radici, piuttosto carnose, con macchie verdi e lucenti, capaci di assorbire l’acqua dall’aria grazie al loro strato superficiale spugnoso e permeabile, formato da cellule morte (velamen). Gli pseudobulbi sono clavati, lunghi 10-12 cm, più larghi al centro, verdi, con una sola foglia strettamente oblungo-ellittica, rigida, sub-eretta, ottusa, lunga 20-25 cm.

Per ridurre il dispendio di acqua questa specie, analogamente a molte altre della famiglia, ha adottato la fotosintesi di tipo CAM (Crassulacean Acid Metabolism), processo che avviene a stomi chiusi che si aprono solo di notte per gli scambi gassosi (CO2, O2) con minimo dispendio di vapore acqueo.

L’infiorescenza, formata da 2 a 4 fiori, o più, è racemosa, terminale, in parte avvolta da una grande guaina basale lunga fino a 25 cm.

Cattleya percivaliana coerulea

Cattleya percivaliana coerulea è una varietà molto rara con petali e sepali leggermente bluastri, labello violaceo con gola color ocra e fauce gialla © Emmi Mattes

I fiori, con un diametro di circa 12 cm, hanno petali dal viola al viola chiaro, ma anche color lavanda o lilla (bianchi, in alcune varietà), e i sepali sono spesso un po’ più chiari. Il labello ha la forma di tromba, il cui lobo anteriore è color porpora cremisi, sfumato di marrone e macchiato di giallo, più scuro all’interno.

I pollinia, come nelle altre specie del genere, sono quattro. Il frutto è una capsula con moltissimi piccoli semi.

I fiori sono noti per la loro particolare fragranza speziata che rasenta l’odore delle cimici. Infatti, spesso, insetti feriti emanano odori particolari, ripugnanti, ma che possono essere avvertiti da altri organismi di cui se ne nutrono, come ad esempio le vespe, perché attratti dall’odore che simula la preda, ma nel frattempo, senza alcuna ricompensa, la pianta ha assicurata la progenie.

Uno studio sui nettari ha evidenziato che sui tepali di Cattleya percivaliana sono presenti nettari.

L’analisi chimica degli essudati di questi nettari ha mostrato la presenza di fruttosio, glucosio e saccarosio. Secondo alcuni Autori questi nettari floreali si trovano nelle piante impollinate da insetti (in genere api impollinatrici), uccelli e pipistrelli. Secondo altri Autori non sembra esserci alcuna correlazione tra il contenuto zuccherino degli essudati e gli impollinatori.

Cattleya percivaliana var. semialba

Cattleya percivaliana var. semialba ha petali e sepali bianchi simmetrici con un bel labello in una tonalità rosata che contrasta con il margine chiaro © Emmi Mattes

È noto, infatti, che gli attrattori per gli impollinatori sono il profumo, la forma e il colore del fiore. Questi essudati, invece, possono attrarre formiche che se ne nutrono ma nello stesso tempo possono respingere animali dannosi alla pianta (parassiti).

Il periodo di fioritura di quest’orchidea varia secondo le latitudini. In Venezuela fiorisce nel mese di ottobre, negli Stati Uniti d’America inizia a fiorire a novembre, in Europa a dicembre-gennaio. Cattleya percivaliana di solito cresce vigorosa e fiorisce facilmente. I suoi fiori possono mantenersi fino a quattro settimane. In passato questa specie era molto utilizzata come fonte di fiori recisi, ma adesso si preferiscono quelli più grandi ottenuti dai suoi numerosi ibridi.

Essendo una specie litofita si può allevare in vaso utilizzando un terreno di coltura formato da una miscela di 1/3 di corteccia di pino tritata finemente, 1/3 di carbone in piccoli pezzi e 1/3 di ghiaia di pietrisco, con l’inclusione di fibra di noce di cocco. Si deve assicurare un ottimo drenaggio poiché l’acqua stagnante danneggia le sue radici. Per evitare questo tipo di problema, la coltivazione può essere fatta in un cesto o attaccata a un tronco, ma questi mezzi richiederanno una quantità maggiore d’irrigazione.

È bene coltivarla in posizione semi-soleggiata perché alle nostre latitudini la luce solare di mezzogiorno potrebbe causare danni alle foglie.

Cattleya percivaliana ‘Graue’

Cattleya percivaliana ‘Graue’ si distingue per il bianco grigiastro dei petali ed uno sgargiante labello arancio © Ron Parsons

Le temperature medie dei luoghi d’origine sono intorno a 23-26 ºC quelle massime e 12-14 ºC le minime, e l’umidità è piuttosto elevata durante tutto l’anno. In coltivazione si è visto che la pianta regge temperature oltre queste medie e cresce bene con umidità ambientale intorno all’80% che si può ottenere installando un semplice sistema di umidificazione.

Durante l’autunno e l’inverno, la frequenza e la quantità d’irrigazione dovrebbero essere ridotte per non danneggiare le radici e per favorire la completa maturazione degli pseudobulbi.

Ogni tre anni è bene fare il rinvaso, in primavera, in modo che le radici dei nuovi germogli possano formarsi subito dopo. In estate la pianta va regolarmente annaffiata e concimata per via radicale con fertilizzante minerale ogni due o tre settimane in modo da stimolare la fioritura.

Cattleya percivaliana è una splendida orchidea con elementi fiorali pieni e piatti, anche se più piccoli di quelli delle altre specie del genere. Questa particolare forma è stata un’attrazione per gli ibridatori che, grazie a queste sue qualità ornamentali, l’hanno usata come genitore di molteplici varietà e forme ibride.

Cattleya percivaliana ‘Summit’ ha vinto ben 7 premi

Cattleya percivaliana ‘Summit’ ha vinto ben 7 premi fra il 1972 e il 2013 per la bellezza dei fiori e le grandi foglie arrotondate © Giuseppe Mazza

La riproduzione si può compiere per seme, ma anche, in vitro, per micropropagazione oppure per divisione del rizoma con almeno 3-4 pseudobulbi. Fra le numerosissime varietà e cultivar, le più belle hanno i sepali e i petali di un intenso colore lilla rosato che contrasta con il colore del labello che è molto variabile, da quasi interamente rosso porpora a giallo dorato con linee scure.

Cattleya percivaliana var. albescens ha petali e sepali bianchi e labello all’esterno giallo e all’interno color arancio scuro orlato di bianco.

Cattleya percivaliana var. coerulea è una varietà molto rara e presenta petali e sepali leggermente bluastri, labello violaceo con gola color ocra e fauce gialla.

Cattleya percivaliana var. semialba ha petali e sepali bianchi simmetrici con un bel labello in una tonalità rosata che contrasta con il margine chiaro.

Cattleya percivaliana ‘Remolacha’ ha sepali bianchi con bordo rosa, petali anch’essi bianchi con venature rosa e labello rosa.

Cattleya percivaliana ibrida

Da quest’ultima orchidea famosa è nato infine l’ibrido Cattleya percivaliana ‘ Summit ‘ x Cattleya rex © Emmi Mattes

Cattleya percivaliana ‘Carache’ ha petali e sepali bianchi con labello intensamente colorato come quello del vino di Bordeaux.

Cattleya percivaliana ‘Sonia de Urbano’ ha petali e sepali bianchi con una debole traccia di pigmento rosa e all’interno il labello è di colore arancio.

Tra le cultivar di recente premiate, citiamo: Cattleya percivaliana ‘Summit’ (7 premi dal 1972 to 2013); Cattleya percivaliana ‘Graue’ (5 premi dal 2011 al 2014); Cattleya percivaliana ‘Carla Porto’ (4 premi dal 2015 al 2018) con petali e sepali rosa; Cattleya percivaliana ‘Nega Chocolate’ (2018) con sepali e petali bianchi e macchia gialla sul labello; Cattleya percivaliana ‘Sublime’ (2018); Cattleya percivaliana ‘Amalia’ (2017); Cattleya percivaliana ‘Sophia’ (2017); Cattleya percivaliana ‘Berggarten’ (2017).

Sinonimi: Cattleya labiata var. percivaliana Rchb.f. (1882); Cattleya percivaliana f. alba (R.Warner & B.S.Williams) M.Wolff & O.Gruss (2007); Cattleya percivaliana f. bicolor (Rolfe) M.Wolff & O. Gruss (2007); Cattleya percivaliana var. alba R.Warner & B.S.Williams (1884); Cattleya percivaliana var. bicolor Rolfe (1886); Cattleya percivaliana var. grandiflora Cogn. & A.Gooss. (1903).

 

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