Charadriiformes

DAVIDE-2.gif
Testo © Dr. Davide Guadagnini

 

multi

Un Larus michahellis in atterraggio. L’ordine dei Caradriformes riunisce uccelli a prima vista molto diversi legati per lo più alla presenza dell'acqua © Giuseppe Mazza

L’ordine dei Caradriformi (Charadriiformes) appartiene alla classe degli Uccelli (Aves) e all’infraclasse dei Neognati (Neognathae). È un ordine piuttosto antico avendo avuto origine 30-35 milioni d’anni fa; è suddiviso in 6 sottordini che comprendono 21 famiglie e che conta ben 351 specie che complessivamente vivono in tutte le parti del pianeta. In passato, quest’ ordine, contava un minor numero di sottordini e di conseguenza di specie essendo stata la classificazione attuale oggetto di ampliamenti successivi.

Il Vanellus miles appartiene al sottordine dei Charadrii © Giuseppe Mazza

Il Vanellus miles appartiene al sottordine dei Charadrii © Giuseppe Mazza

All’ordine dei Charadriiformes appartengono specie d’uccelli di forme e dimensioni molto diverse: chiurli e beccacce dal becco molto lungo e sottile, i pulcinella di mare dal becco alto e stretto, i stercorari ed i gabbiani con il becco uncinato, i rincopi che sono gli unici uccelli esistenti ad avere, fisiologicamente, la ranfoteca inferiore del becco più lunga di quella superiore, le quaglie tridattile che morfologicamente assomigliano a dei piccoli galliformi (ordine Galliformes), le jacane dotate di conformazioni anatomiche apparentemente simili a quelle di alcuni rallidi (ordine Gruiformes), ecc.

La grande varietà morfologica di quest’ordine è accompagnata anche da una notevole varietà del comportamento andando da uccelli aggressivi, opportunistici e con gli areali in espansione come alcune specie di gabbiani a volatili dal comportamento timido, elusivo e scarsamente adattabili ai mutamenti ambientali come le quaglie tridattile e molte specie di uccelli limicoli e ripariali.

Nonostante questo grande polimorfismo un accurato studio delle caratteristiche anatomiche e più recentemente delle analisi genetiche rivelano i rapporti di parentela delle famiglie inserite in questo ordine.

La maggior parte delle specie vive lungo spiagge, estuari, laghi, fiumi essendo la loro vita legata alla presenza d’acqua; alcune specie sono pelagiche.

Molte specie hanno zampe con dita palmate, semipalmate o con dita piuttosto allungate per nuotare o per camminare in ambienti fangosi e acquatici.

A questa regola esistono comunque grandi eccezioni con specie, appartenenti ad alcune famiglie, che vivono in ambienti di foresta e altre specie che vivono in regioni aride e persino desertiche. Le specie che vivono in ambienti marini posseggono grandi ghiandole del sale per poter abbeverarsi utilizzando l’acqua salata.

Generalmente, le specie appartenenti a quest’ordine, si riproducono una volta all’anno producendo un numero variabile di uova (1-6 uova), generalmente macchiate e mimetiche, a seconda della specie d’appartenenza.

Come l'Himantopus himantopus, dello stesso sottordine, si nutre d'insetti, vermi e animaletti acquatici © G. Mazza

Come l'Himantopus himantopus, dello stesso sottordine, si nutre d'insetti, vermi e animaletti acquatici © G. Mazza

I pulcini di molti Charadriiformes sono semiprecoci e in molte specie i piccoli possono spostarsi precocemente dal nido: i pulcini di piovanelli, pivieri, avocette, cavalieri d’Italia, falaropi, jacane e quaglie tridattile sono molto precoci; lasciano il nido a poche ore dalla schiusa e sono in grado di beccare da soli il cibo.

La maggior parte delle specie si nutre di pesci e invertebrati acquatici con grandi eccezioni come molte specie di gabbiani che sono onnivori o come le quaglie tridattile che si nutrono di semi e insetti.

Alcune specie prettamente marine come le alche e i pulcinella di mare occupano la medesima nicchia ecologica occupata dai pinguini nell’emisfero Boreale: si nutrono infatti in mare aperto, tuffandosi in cerca di pesci o crostacei e usando le ali per nuotare sott’acqua, a differenza dei pinguini non sono atteri ma volano lanciandosi dalle scogliere.

Al sott’ordine dei Lari appartengono i diffusi e famosi gabbiani. I gabbiani (famiglia Laridae) sono un gruppo di uccelli molto familiari sia per il fatto che alcune specie sono molto comuni e anche perché alcune specie sono diffuse anche in ambienti fortemente antropizzati vivendo a contatto con l’uomo. Hanno corporatura massiccia ed ali lunghe e appuntite, le dita anteriori sono unite da una membrana natatoria. Testa, coda e parti ventrali del corpo sono generalmente di colore bianco; il dorso e le parti superiori delle ali sono di varie tonalità di grigio o nerastre. Questo contrasto di colore bianco-grigio/nerastro è caratteristico e identificativo. Molte specie hanno una colorazione del capo scura (cappuccio) maggiormente presente durante la stagione degli amori. I giovani hanno colorazioni più scure e possono impiegare alcuni anni per assumere la livrea definitiva.

L'Haematopus bachmani, il più forte del gruppo, spezza anche i gusci delle conghiglie © Giuseppe Mazza

L'Haematopus bachmani, il più forte del gruppo, spezza anche i gusci delle conghiglie © Giuseppe Mazza

Si riproducono generalmente vicino alle coste o in ambienti umidi, spesso formando colonie riproduttive, ma la loro intelligenza e versatilità ha fatto si che alcune specie si riproducano anche in ambienti artificiali come i tetti delle abitazioni sfruttando fonti trofiche presenti nelle città e nelle discariche.

Le specie di minori dimensioni generalmente raccolgono il cibo sulla superficie dell’acqua o effettuano tuffi superficiali per catturare pesci.

Le specie di maggiori dimensioni sono principalmente spazzine o predatrici oltre che di pesci anche di uova e pulcini.

Alcune specie, come dicevamo, sia di piccole che di grandi dimensioni hanno imparato a sfruttare nuovi ambienti e nuove risorse trofiche creati artificialmente dall’uomo.

A questo sott’ordine (Lari) appartengono anche gli stercorari (famiglia Stercorariidae); uccelli di grosse dimensioni con livree scure e forme simili a quelle dei gabbiani. Questi uccelli hanno punta del becco adunca. Gli stercorari covano a terra (isolati o in piccoli gruppi) vicino e ai margini delle colonie di riproduzione di uccelli marini di varie specie. Si nutrono predando i piccoli e le uova degli uccelli marini stessi oppure rubando il cibo ad alcuni uccelli, sempre marini, inseguendoli ed infastidendoli con insistenza fino a costringere gli stessi a rigurgitare il cibo pescato che viene spesso preso al volo dagli stercorari. Altre specie, infine, si nutrono alimentandosi principalmente di piccoli mammiferi come i lemming.

Anche le sterne (famiglia Sternidae) appartengono al gruppo dei Lari; hanno becco dritto e appuntito, coda forcuta. Rispetto agli altri Lari hanno forme più snelle e leggere, ali più strette, zampe corte e piedi solo parzialmente palmati. La livrea adulta viene raggiunta entro il primo anno di vita.

La Larosterna inca appartiene invece, come i gabbiani, al sottordine dei Lari © Giuseppe Mazza

La Larosterna inca appartiene invece, come i gabbiani, al sottordine dei Lari © Giuseppe Mazza

Anche la famiglia delle Alche (famiglia Alcidae) appartiene al sott’ordine dei Lari. Questi ultimi sono uccelli con dimensioni medie, forme tozze e portamento verticale. Il becco è spesso grande e forte e spesso variopinto essendo spesso sede di caratteri sessuali secondari stagionali. Le specie più note di questo gruppo sono i pulcinella di mare e le urie: questi uccelli hanno collo breve, ali corte e strette, zampe corte inserite piuttosto posteriormente.

I piedi sono palmati, piumaggio folto. Effettuano una muta autunnale completa, i pulcini sono pseudonidifugi , effettuano un volo vibrato e tengono le zampe aperte con i piedi tenuti lateralmente ed espansi per l’atterraggio. Sono uccelli dalle abitudini pelagiche, vivono in ambienti costieri e marini e si nutrono di pesci, molluschi e crostacei.

Anche i peculiari rincopi (famiglia Rhynchopidae), che contano 3 specie a distribuzione tropicale e subtropicale appartengono al sott’ordine dei Lari. Questi uccelli nelle forme assomigliano alle sterne o rondini di mare; la lunga ranfoteca inferiore gli permette di attuare una tecnica di pesca unica: fendono l’acqua volando a pelo d’acqua e poi tornano sulla medesima scia pescando i pesciolini, con il peculiare becco che si chiude a scatto, che vengono attratti in superficie dal movimento d’acqua e dalle bollicine prodotte durante il primo passaggio.

Altra famiglia appartenente ai Lari è quella che include le pernici di mare ed i corrioni (famiglia Glareolidae), che sono dei Caradriformi abbastanza atipici vivendo prevalentemente in ambienti terrestri aperti e aridi con vegetazione a macchia o addirittura desertici.

L'Actophilornis africanus, sottordine Thinocori, ha lunghe dita per camminare sulle piante acquatiche © G. Mazza

L'Actophilornis africanus, sottordine Thinocori, ha lunghe dita per camminare sulle piante acquatiche © G. Mazza

Si nutrono di insetti che cacciano attivamente utilizzando il becco ricurvo. Sono originari del vecchio mondo e del continente australiano.

In fine al sott’ordine dei Lari appartengono altre due specie uniche poiché ciascuna è l’unica specie della propria famiglia. Uno di questi uccelli è il Piviere egiziano (Pluvianus aegyptius famiglia Pluvianidae) che è un uccello dalla livrea variopinta e contrastata che vive nell’Africa subsahariana dove si riproduce sui banchi di sabbia lungo i grandi fiumi.

L’altro uccello, unico del suo genere essendo sempre l’unica specie della propria famiglia, è il Piviere granchio o Droma (Dromas ardeola famiglia Dromadidae).

È un uccello inconfondibile poiché pur avendo una forma da uccello trampoliere e una elegante colorazione bianco-nera possiede un becco robusto ed evidente con il quale cattura e si nutre di granchi. Vive lungo le coste e le isole dell’Oceano indiano.

Altro sott’ordine che appartiene ai caradriformi è quello dei Scolopaci che conta una sola famiglia (Scolopacidae) con molte specie. Gli uccelli appartenenti a questa famiglia sono le beccacce, i beccaccini, i piovanelli i falaropi ed affini. Sono uccelli in prevalenza criptici con zampe e becchi lunghi e sottili che si nutrono di animaletti, molluschi e insetti che reperiscono in ambienti umidi, nelle praterie e nei boschi in cui normalmente vivono; da questa descrizione gli uccelli che si distinguono maggiormente sono i falaropi poiché sono maggiormente variopinti, soprattutto le femmine, e con i maschi che si occupano dell’incombenza della cova e dell’ allevamento dei piccoli.

Il Burhinus oedicnemus appartiene al sottordine dei Chionidi. Grandi occhi e abitudini notturne © Giuseppe Mazza

Il Burhinus oedicnemus appartiene al sottordine dei Chionidi. Grandi occhi e abitudini notturne © Giuseppe Mazza

Un altro sott’ordine dei caradriformi è quello dei Thinocori, ad esso appartengono 4 famiglie con specie di uccelli molto difformi e alcuni con aspetto molto diverso rispetto ai caradriformi più tipici. Ad esso appartengono le jacane (famiglia Jacanidae) che hanno forma e abitudini simili ai rallidi vivendo in ambienti acquatici ricchi di vegetazione e nutrendosi di insetti e semi vari; le loro zampe posseggono dita molto sviluppate per poter camminare sulla vegetazione acquatica galleggiante ed affiorante.

Ad un’altra famiglia di questo sott’ordine appartengono le cosiddette beccacce dorate (famiglia Rostratulidae); simili alle beccacce propriamente dette ma con colorazioni più appariscenti, abitudini alimentari più onnivore e con specie che come le jacane praticano la poliandria con i maschi che si prendono cura delle uova e della prole.

Sempre al sott’ordine dei Thinocori, infine, appartengono alcuni uccelli poco conosciuti. Uno è il l’emipodio errante (Pedionomus torquatus, famiglia Pedionomidae) che è l’unica specie della propria famiglia endemica dell’Australia e che assomiglia ad una sorta di quaglia e vive in alcune praterie dove si nutre di insetti e semi. A diversa famiglia, sempre facente parte del sott’ordine Thincori, appartengono invece degli uccelli endemici del sud America : i tinocoridi (famiglia Thinocoridae) che contano 4 specie che hanno una morfologia intermedia tra quella di un galliforme e quella di un columbiforme. Essi hanno un’ insolita, per dei caradriformi, alimentazione vegetariana.

Al sott’ordine dei Turnici appartengono le cosiddette quaglie tridattile per la somiglianza di questi uccelli, inclusi in un’unica famiglia (Turnicidae) che conta 17 specie, alle quaglie vere. In passato, infatti, le quaglie tridattile sono state considerate affini a uccelli appartenenti a ordini diversi e incluse sia nell’ordine dei galliformi che in quello dei gruiformi.

Un volo di Calidris alba. Appartengono al sottordine dei Scolopaci © Giusy Mazza

Un volo di Calidris alba. Appartengono al sottordine dei Scolopaci © Giusy Mazza

Trattasi di piccoli uccelli corridori e mimetici che si nutrono di insetti e semi e che vivono negli ambienti erbosi dal sud Europa all’Africa, continuando per l’Asia e fino all’Australia. In genere le femmine sono un po’ più grandi e variopinte; i maschi si occupano della cova e dei pulcini.

Al sott’ordine dei Chionidi appartengono gli occhioni (famiglia Burhinidae) che hanno dimensioni medio-grandi, occhi ben sviluppati, becchi forti e dritti, zampe lunghe. Vivono nelle regioni temperate e tropicali di tutto il mondo, hanno abitudini crepuscolari-notturne e si nutrono di insetti e animaletti di maggiori dimensioni vari.

Anche i Chioni (famiglia Chionididae), che sono uccelli marini tozzi che assomigliano a dei piccioni, completamente bianchi a distribuzione antartica appartengono allo stesso sott’ordine degli occhioni. Esistono solo 2 specie di chioni (con alcune sottospecie) ; sono uccelli prevalentemente spazzini nutrendosi di carogne ma che non disdegnano predare uova e pulcini di altri uccelli ; pur essendo uccelli marini hanno le zampe non palmate. Anche il piviere di Magellano (Pluvianellus socialis, famiglia Pluvianellidae) è un caradriforme, endemico dell’estremo sud America, appartenente come unica specie della sua famiglia al sott’ordine dei chionidi.

L’ultimo sott’ordine dei caradriformi è quello dei Charadrii che comprende le avocette e i cavalieri d’Italia (famiglia Recurvirostridae) caratterizzati dalla livrea generalmente bianco-nera e dall’utilizzare il lungo, e nelle avocette curvo, becco muovendolo sulla superfice dell’acqua per intercettare i piccoli animaletti acquatici di cui si nutrono. Anche le pavoncelle, i pivieri e le beccacce di mare appartengono a questo sott’ordine.

Le beccacce di mare (famiglia Haematopodidae) sono famose per essere in grado di forzare e spaccare le conchiglie dei molluschi di cui si nutrono; le beccacce di mare sono note anche con il nome di ostrichieri e possono nutrirsi anche di animaletti marini di altro tipo. Le pavoncelle, i pivieri, i corrieri e i fratini appartengono alla famiglia dei Charadriidae e vivono nelle campagne e praterie, vicino al mare e all’acqua, di tutto il mondo; contando comunque poche specie che possono vivere in ambienti più secchi. Cacciano generalmente piccoli animaletti e insetti usando la vista e facendo rapide e caratteristiche corse. Hanno corpo compatto, becco e zampe più o meno lunghe a seconda della specie e ali piuttosto lunghe e appuntite. Depongono le uova, macchiate e molto mimetiche, a terra; i pulcini sono molto precoci e abbandonano il nido dopo poche ore dalla nascita.

Chroicocephalus ridibundus. Molti gabbiani sono diventati opportunisti: frequentano le discariche e vivono spesso alle spalle dell'uomo © Giuseppe Mazza

Chroicocephalus ridibundus. Molti gabbiani sono diventati opportunisti: frequentano le discariche e vivono spesso alle spalle dell’uomo © Giuseppe Mazza

Infine a quest’ultimo sottordine appartiene il Becco d’ibis (Ibidorhyncha struthersii famiglia Ibidorhynchidae) che è l’unica specie della propria famiglia. Vive in Asia centro-orientale e come dice il nome pur assomigliando morfologicamente ad un ibis non è un pelecaniforme ma un caradriforme.