Chauna torquata

Famiglia : Anhimidae

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Testo © Dr. Davide Guadagnini

 

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Anseriforme atipico con zampe non palmate, la Chauna torquata sfiora 1 m © Mazza

Il Kaimichi meridionale o kaimichi crestato (Chauna torquata Oken 1816) è uno strano uccello appartenente all’ordine degli Anseriformi (Anseriformes), pur non avendo le principali caratteristiche anatomiche tipiche degli appartenenti a quest’ordine, alla famiglia degli Animidi (Anhimidae), al genere Chauna, che include 2 delle 3 specie appartenenti a tale famiglia, e alla specie Chauna torquata .

Il nome del genere “chauna” deriva dal greco “khaunos” e significa “spugnoso, poroso” e si riferisce alle cellule o sacche d’aria presenti nel sottocute di questa specie (pneumoderma fisiologico). “quando una qualsiasi parte della pelle viene toccata con la mano si sentiva uno scoppiettio crepitante” (tratto dalle osservazioni di Latham, 1785). Il nome della specie viene dal latino “torques-torquatus” = portatore di collare, con riferimento al vistoso collare di questo uccello.

Zoogeografia

La specie è ampiamente distribuita in un’ampia fascia centro-meridionale del Sud America: attraverso le pampas del nord dell’Argentina, in Uruguay, nel sud del Brasile e nelle parti subtropicali della Bolivia e del Paraguay.

Ecologia-Habitat

Gli habitat prediletti dai kaimichi meridionali sono i laghi tropicali o subtropicali, le lagune, le paludi, i campi allagati, i prati e gli Ilanos. La specie diventa un po’ nomade e vagante in inverno impegnandosi in irregolari peregrinazioni in cerca di cibo. Il kaimichi meridionale è il più gregario delle tre specie di kaimichi; abitualmente si riunisce in grandi stormi, nelle zone umide con acque poco profonde, soprattutto per passare la notte. Al di fuori della stagione riproduttiva (e anche nella stagione riproduttiva per gli esemplari non impegnati nella riproduzione) , i kaimichi meridionali, possono radunarsi in stormi di anche migliaia di individui per pascolare tranquillamente assieme.

Questi stormi possono alimentarsi anche su praterie aperte e campi coltivati ed in alcune campagne, in particolare in Argentina, condividono i pascoli con uccelli domestici, pecore e bovini. Queste abitudini portano talvolta gli uccelli ad essere in conflitto con gli agricoltori per l’erronea credenza che competano con il bestiame domestico (soprattutto con i greggi di pecore), portino malattie agli animali e danneggino i raccolti.

Morfofisiologia

È un uccello di discrete dimensioni con un peso sui 4-5 kg. Sono uccelli piuttosto alti, dagli 80 cm a quasi 1 m, goffi sulle loro enormi zampe sproporzionate di colore rosa-rossastro, hanno una corporatura e una taglia che ricorda quella di una grossa oca e sembrano “assemblati” con parti molto diverse di diversi generi d’uccelli. Le dita, molto lunghe sono 4 : 3 rivolte in avanti e 1 rivolta all’indietro; sono disposte tutte sullo stesso piano dando stabilità ed equa distribuzione del peso sulle superfici paludose e ricoperte da vegetazione, estremamente cedevoli, frequentate da questa specie. Hanno un’andatura lenta e impettita che appare molto dignitosa e nobile.

Vocalizzi forti, aspri e duri, emessi alzando e scuotendo la testa © G. Mazza

Vocalizzi forti, aspri e duri, emessi alzando e scuotendo la testa © G. Mazza

Anche se le zampe non sono dotate di palmatura, questi uccelli, sono in grado di nuotare ed amano molto farsi il bagno arrivando ad inzuppare completamente il piumaggio tanto da doversi successivamente asciugare al sole per poter tornare a volare.

I kaimichi, come tipico negli uccelli volatori, hanno ossa cave ma il loro scheletro è straordinariamente pneumatico avendo praticamente tutte le ossa cave tra cui anche la colonna vertebrale, le ossa distali delle ali e le falangi delle dita. Il loro scheletro risulta quindi essere straordinariamente leggero. Un’altra caratteristica di questa famiglia d’uccelli, che è all’origine del nome del genere di due delle tre specie, è la presenza di sacche d’aria sottocutanee (pneumoderma), che si estendono fino alle zampe e che conferiscono alla carne un aspetto spugnoso e crepitante al tatto. Questi sacchi aerei possono essere contratti rapidamente tanto da poter sentire, da vicino se si schiaccia la cute del volatile, dei rumori scoppiettanti da “palloncini che scoppiano”.

Le ossa pneumatiche, abbinate al pneumoderma, rendono i kaimichi molto galleggianti sull’acqua; il fatto di galleggiare è già presente nei pulcini. La specie è caratterizzata da brevi creste nucali costituite da penne appuntite e che adornano la testa conferendo uno dei nomi comuni di questa specie (kaimichi crestato). La livrea è prevalentemente color grigio ardesia o grigio sfumato di bruno. Le parti dorsali sono maggiormente grigio scuro con ombreggiature brune. Testa, collo e ventre sono di un grigio più chiaro e argentato con il petto e l’alto ventre dall’aspetto leggermente squamato.

Il basso ventre, la zona peri-cloacale e il sotto coda sono biancastri. Il collo presenta un caratteristico collare di penne nere dall’aspetto soffice e vellutato ; sopra di questo, prima della testa, è presente una sorta di secondo anello bianco costituito da piumino corto e pelle glabra che crea una sorta di restringimento tra testa e collo. Tale collare /porzione bianca è più sottile rispetto al sottostante anello nero, può continuare in una piccola porzione poco evidente di pelle rosa e non è sempre visibile. Quando l’uccello , infatti, tiene la testa leggermente incassata il collare bianco non è visibile. La base del sottogola, dall’aspetto leggermente vaporoso a costituire delle guance dall’aspetto paffuto, è leggermente sfumato di scuro.

Le ali sono ampie e possenti; le penne remiganti sono color nero-lavagna/nero e le penne copritrici inferiori sono grigio chiarissimo/ biancastre. Le penne remiganti primarie, in volo, sono portate ben aperte ricordando le ali degli avvoltoi. Le penne timoniere sono dello stesso colore delle remiganti.

Il kaimichi meridionale presenta due forme di colorazione: una è decisamente più scura dell’altra (quella sopra descritta è la forma chiara). Il becco è molto particolare, corto, robusto e decisamente adunco: ricorda molto i becchi dei galliformi e dei rapaci sembrando un misto tra le due tipologie. Il becco è color grigio corno con la base più o meno ampiamente sfumata in carnicino-rosa. Dal becco si prolunga una porzione di pelle nuda, color rosa acceso-rosso che circonda, non molto ampiamente, l’occhio. L’iride è color marrone carico.

Fieri e aggressivi, hanno due affilati speroni sulle ali, lunghi anche 5 cm © Mazza

Fieri e aggressivi, hanno due affilati speroni sulle ali, lunghi anche 5 cm © Mazza

I sessi sono simili e, anche se le femmine tendono ad essere leggermente più piccole dei propri maschi, sono anch’esse dotate di micidiali speroni carpali che sono lunghi, leggermente curvi e perforanti. Anche altre specie di uccelli possono avere singoli speroni ma, i kaimichi, ne possiedono due per ciascuna ala : entrambi originano da una base ossea che fisiologicamente protrude dal carpo-metacarpo.

Lo sperone prossimale, più grande, può arrivare ad essere lungo anche fino a più di 5 centimetri. Gli strati cornei superficiali, di tali speroni, sono periodicamente rinnovati potendo consentire la ricrescita di speroni avulsi o parzialmente spezzati. Tali incredibili speroni, evidenti sia ad ali chiuse che durante il volo, fanno dei kaimichi degli uccelli potenzialmente pericolosi anche perché la forza delle ali con le quali possono sferrare poderosi colpi potenziano l’azione offensiva di questa sorta di pugnali.

Ovviamente , i kaimichi, risultano essere più aggressivi durante la stagione riproduttiva quando sono intenti a difendere il territorio, i compagni, il nido e i pulcini. Rivestimenti cornei avulsi, di speroni, sono stati trovati nel petto di alcuni kaimichi catturati; segno inequivocabile di cruenti battaglie. Di sicuro, durante questi conflitti intraspecifici, qualche caso di esito infausto è probabile.

Etologia-Biologia riproduttiva

È la specie più numerosa, e molto abbondante in alcune regioni, delle tre specie di kaimichi esistenti. Però, il kaimichi meridionale, è anche la specie maggiormente cacciata (anche se la carne spugnosa è considerata sgradevole) e maggiormente perseguitata poiché gran parte della popolazione vive in aree geografiche densamente popolate. Anche le linee elettriche sopraelevate possono essere pericolose per gli uccelli che facilmente entrano in collisione con i fili elettrici. I nomi locali dati alla specie sono “Chajà” o “Tocha”; sono termini onomatopeici che si riferiscono ai vocalizzi emessi da questi uccelli caratterizzati dall’essere forti, aspri, duri e strombazzanti. I versi vengono emessi alzando e scuotendo la testa. Spesso le coppie rimangono in contatto vocale anche in volo con il maschio che emette chiamate basse e la femmina che risponde con grida più alte.

Con i loro versi, i kaimichi, possono allertare anche animali di differenti specie e il bestiame domestico comportandosi come veri e propri animali da guardia. Possono emettere, a distanza ravvicinata, anche sommessi versi gutturali quali segnali di minaccia. Leggeri versi crepitanti e battimenti di becco non sonori sono spesso effettuati dai componenti le coppie per rinsaldare i propri legami. Se minacciati, da potenziali nemici, possono cercare di intimorirli battendo il becco ed emettendo fischi sibilati. I kaimichi meridionali spesso compiono ampi voli ascensionali, a notevoli altezze, veleggiando in cerchi anche per ore. Volando in questo modo hanno un comportamento che ricorda e li fa confondere con gli avvoltoi e le cicogne.

Questi volatili possono tranquillamente posarsi sugli alberi rimanendo appollaiati anche per ore. I kaimichi sono uccelli prevalentemente erbivori dalle abitudini diurne, si nutrono principalmente di erbe succulente, foglie, semi, fiori e radici di molte varietà di piante acquatiche e palustri.

Si nutrono d'erbe succulente, piante acquatiche ed invertebrati © G. Mazza

Si nutrono d'erbe succulente, piante acquatiche ed invertebrati © G. Mazza

Spesso questi uccelli si alimentano delle parti carnose affioranti o semisommerse delle piante camminando in mezzo alla vegetazione acquatica stessa; meno frequentemente scavano nel fango di acque poco profonde.

I kaimichi integrano la dieta cibandosi di invertebrati soprattutto durante l’allevamento della prole; i pulcini catturano insetti anche autonomamente. La maggior parte delle riproduzioni avvengono durante la primavera australe; le deposizioni sono concentrate nei mesi di ottobre e novembre. I kaimichi eseguono corteggiamenti rudimentali ma i legami di coppia sono duraturi e vengono continuamente consolidati da vocalizzi in duetto. Le coppie riproduttive si isolano, cercando un territorio riproduttivo adatto, nel tardo inverno-inizio primavera; in questo periodo eventuali conspecifici non vengono più tollerati e sono attivamente scacciati.

I nidi vengono costruiti da entrambi i componenti della coppia; il materiale utilizzato è di origine vegetale (erba, canne e bastoni) e a volte i nidi assomigliano a quelli realizzati dalla cicogna Maguari (Ciconia maguari). Il materiale per costruire il nido è generalmente raccolto nelle immediate vicinanze dello stesso e l’area attorno al nido viene ripulita dalla vegetazione che viene strappata, e lanciata oltre la propria schiena.

I nidi vengono generalmente realizzati in acque poco profonde, possono galleggiare, essere ancorati e possono essere molto ingombranti e alti anche decine di cm. La copula avviene a terra o sul nido. La covata è costituita normalmente da 3-6 uova (color bianco-sporco che diventano giallastre durante la cova) che vengono covate per circa 40-45 giorni. I pulcini sono precoci e spesso non restano molto tempo sul nido. I genitori sono molto protettivi e guidano con attenzione i piccoli che fin da subito sono in grado di entrare in acqua dove sono in grado di galleggiare.

I pulcini hanno un aspetto molto tenero, sono tondeggianti, di colore giallo con la testa e il dorso leggermente più dorati e le parti ventrali più chiare. I pulcini anche nell’accrescimento ricordano delle ochette diventando deliziosi pulcinotti tondi e paffuti con piccole alucce, per il fatto che le remiganti crescono tardi. I piccoli possono tornare al nido, per la notte, per lunghi periodi e vengono scaldati sotto le ali dei genitori per parecchio tempo. I pulcini, appena nati, hanno l’uropigio scarsamente funzionante e i genitori possono cospargere i piccoli con il secreto dei propri uropigi. I piccoli trascorrono molto tempo in acqua e nascosti tra la vegetazione fintanto che non acquisiscono la forza necessaria per imparare a correre abilmente. Pur potendo, i pulcini, prendere direttamente il cibo dall’ambiente circostante spesso i genitori porgono loro bocconi prelibati che vengono fatti cadere difronte ai piccoli o da questi presi direttamente da becco a becco.

I giovani acquisiscono la capacità di volare attorno alle 8-10 settimane d’età e la completa indipendenza attorno alle 12-14 settimane d’età. I giovani hanno colorazioni più opache e sono privi degli speroni alari (o solo abbozzati) e della porzione di pelle rossiccia perioculare. I kaimichi meridionali si addomesticano facilmente e sono animali meravigliosi da allevare, in grado di abituarsi docilmente alle cure di chi li alleva e fonte di bellissime osservazioni. È quasi commovente vedere la delicatezza con la quale i componenti della coppia si scambiano delicate effusioni, lisciandosi e “spulciandosi” a vicenda (in particolare il piumaggio della testa), tramite reciproci grooming praticati con il becco. I medesimi atteggiamenti vengono riservati ai propri pulcini.

 

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