Coelogyne mayeriana

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

multi

La Coelogyne mayeriana stupisce per la composta bellezza dei fiori verde smeraldo. Profumo di limone © Mazza

La specie è originaria del Borneo, Giava, Malaysia e Sumatra, dove cresce nelle foreste pluviali prevalentemente lungo le coste.

Il nome del genere è la combinazione dei termini greci “koilos” = cavo e “gyne” femmina, con riferimento allo stigma concavo; la specie fa riferimento al nome Mayer di due curatori, padre e figlio, del giardino botanico di Karlsruhe, che avevano fornito il materiale su cui è stata descritta.

La Coelogyne mayeriana Rchb.f. (1877) è una specie erbacea con rizoma strisciante da cui si originano, distanziati di 5-20 cm, pseudobulbi piriformi di 5-9 cm di lunghezza con all’apice due foglie lanceolate lunghe 15-35 cm e larghe 5-8 cm.

Le infiorescenze, emesse al centro della vegetazione emergente, sono arcuate, lunghe fino a circa 40 cm, portanti 3-10 fiori dal profumo di limone, di colore verde smeraldo chiaro, con numerose verruche bianche e venature e macchie nerastre sul labello.

Sepalo centrale ovato-lanceolato lungo 3-4 cm e largo 1-1,5 cm, sepali laterali simili piuttosto falcati, petali lanceolati lunghi 2-4 cm e larghi 0,8-1 cm, labello trilobato lungo 3,5 cm con lobo mediano largo circa 1,6 cm e margini crespati e ondulati, colonna verde pallido lunga 1-1,5 cm.

I frutti sono capsule ellissoidi di circa 5 cm di lunghezza e 2,5-3 cm di diametro. Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione, con ciascuna sezione provvista di 3-4 pseudobulbi.

Specie apprezzata per il colore verde dei fiori e le macchie nerastre sul labello, simile alla Coelogyne pandurata, richiede come questa un clima caldo umido con temperature di 22-32 °C in estate, umidità 70-90% e parziale ombreggiatura, in inverno temperature leggermente più basse, 16-26 °C, massima luminosità, ma non sole diretto, ed umidità 60-80%; fondamentale in tutte le stagioni una buona circolazione dell’aria.

Le innaffiature devono essere regolari in estate, lasciando parzialmente asciugare prima di ridare acqua, leggermente più distanziate in inverno, ma senza fare mai asciugare completamente il composto, evitare i ristagni d’acqua tra le foglie della vegetazione emergente.

Utilizzare per le innaffiature e nebulizzazioni acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata; le concimazioni, opportunamente distribuite in modo da evitare accumulo di sali, vanno fatte durante il periodo vegetativo, preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a metà dose, o meno, di quella consigliata sulla confezione.

Coltivabile in vasi o canestri bassi e piuttosto larghi, date le dimensioni piuttosto ingombranti della pianta, con composto drenante e ben areato che può essere costituito da una miscela di corteccia (bark) di media pezzatura, sfagno, fibra di cocco e frammenti di carbone. Divisione e rinvaso vanno effettuati all’apparire delle nuove radici alla base dello pseudobulbo che ha appena completata la fioritura.

La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

 

→ Per nozioni generali sulle ORCHIDACEAE cliccare qui.

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle ORCHIDACEAE e trovare altre specie, cliccare qui.