Coturnix coturnix

Famiglia : Phasianidae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

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Frequente nell'Eurasia la Coturnix coturnix vanta in natura circa 300 milioni d'individui © Gianfranco Colombo

… e gli Israeliti dissero a Mosè ed Aronne … fossimo morti per mano del Signore nel paese d’Egitto … invece ci avete fatti uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine. Domani mattina vedrete la Gloria del Signore; poiché egli ha inteso le vostre mormorazioni contro di lui … Ora alla sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento (Esodo 16.11.13.).

È noto il capitolo della Bibbia che narra dell’arrivo di nugoli di quaglie che sfamarono gli israeliti al secondo mese del loro lungo peregrinare nel deserto. Chiesero a Dio carne e pane per alimentarsi e quaglie e manna piovvero dal cielo.

L’immaginazione ha sempre sopperito all’esigenza di dare una giustificazione a questo cosiddetto miracolo biblico ma con le conoscenza attuali risulta alquanto facile dare una spiegazione a questo fatto. Ancor oggi sulle coste del Mediterraneo a nord o sud secondo le stagioni di migrazione, si assiste all’invasione di questi uccelli. Anzi più che mai intere popolazioni che abitano le coste del nord Africa godono di questo beneficio offerto dalla natura e sfruttano a larghe mani, e forse fuori misura, tanta abbondanza.

La falcidie delle quaglie in nord Africa è micidiale e figurerebbe come uno dei più temibili e preoccupanti problemi sulla sopravvivenza di questa specie se non fosse per la sua grande fertilità e capacità riproduttiva. Pur essendo specie cacciabile in Europa, le limitazioni temporali stabilite da strette regole venatorie, hanno consentito alle quaglie di scampare alla caccia in questi delicati periodi di migrazione.

Ora possono arrivare o partire dalle nostre coste in periodi di silenzio venatorio e di riprendersi dalla lunga fatica. Purtroppo al di là delle acque permane il medesimo pericolo annunciato dalla Bibbia.

La quaglia (Coturnix coturnix Linnaeus, 1758) appartiene all’ordine dei Galliformes ed alla famiglia dei Phasianidae ed è da sempre rinomata per la sua carne prelibata.

Si racconta che Jane Seymour la regina di Inghilterra, terza moglie di Enrico VIII, mentre era in attesa del figlio, il futuro re Edoardo VI, avesse una voglia insaziabile di quaglie per cui tutta la corte venne mobilitata per rifornire la dispensa di corte. Peccato che soddisfatte le voglie e nato il figlio, la regina venne presto a mancare a seguito delle conseguenze di un terribile travaglio durato tre giorni e conseguenti febbri puerperali. Ma qui le quaglie non c’entrano!

È probabile che la forte disponibilità di questa carne in determinati periodi dell’anno, per tutte le popolazioni beneficate da tale grazia, abbia portato questo uccello ad essere ben apprezzato su ogni tavola oltre che entrare nella tradizione culinaria delle diverse regioni interessate.

Le quaglie residenti in Europa e nell’Asia limitrofa migrano fra luglio e novembre in Africa, le altre nel subcontinente indiano. È un uccello di circa 23 cm in lunghezza e 35 cm d’apertura alare che si nutre di granaglie, germogli, larve di formiche e insetti, con aggiunta di pietruzze per triturare il cibo, che trova razzolando come le galline © Gianfranco Colombo

Le quaglie residenti in Europa e nell’Asia limitrofa migrano fra luglio e novembre in Africa, le altre nel subcontinente indiano. È un uccello di circa 23 cm in lunghezza e 35 cm d’apertura alare che si nutre di granaglie, germogli, larve di formiche e insetti, con aggiunta di pietruzze per triturare il cibo, che trova razzolando come le galline © Gianfranco Colombo

Come vedremo, le quaglie sono forti migratrici e durante questi spostamenti si raggruppano sulle sponde dei mari prima di intraprendere la faticosa attraversata. La quaglia non è una buona volatrice avendo come tutti i galliformi, un corpo massiccio rapportato alle ali che risultano brevi e tozze. Per questo tipo di uccello, volare su lunghe distanze risulta un’operazione alquanto difficoltosa e spesso letale se le condizioni metereologiche sono avverse. L’arrivo sulle coste è emozionante e dà l’idea a quale sforzo sia assoggettato questo piccolo uccello. Lo stormo arriva basso sulla superficie, ondeggiante come le onde dello stesso mare, con discese e risalite del moto ondoso come fossero piccole colline da superare e quando a terra si buttano ruzzolanti al suolo esauste e spesso neppure in grado di sorreggersi sulle zampe. Qualche attimo di smarrimento poi si trascinano dove possibile, sotto i primi arbusti disponibili od anche i più piccoli e rari ciuffetti di erba sulle spiagge.

Il peso è molto variabile, secondo l'andamento stagionale, fra 70-140 g © Gianfranco Colombo

Il peso è molto variabile, secondo l’andamento stagionale, fra 70-140 g © Gianfranco Colombo

Si racconta che risulta facile raccoglierle con le mani, tanto sono spossate da questo immane sforzo. Solo dopo alcuni giorni iniziano a volare per disperdersi per le loro destinazioni finali.

La bontà di questo uccello non si limita alla sola carne ma anche alle uova. La quaglia è una fortissima ovaiola e questa caratteristica, ben conosciuta dall’uomo, è sempre stata sfruttata per una superproduzione alla quale questo uccello sembra essere portato.

In Oriente le uova di quaglia sono da sempre cibo comune ed ora anche nel mondo occidentale stanno divenendo alimento abituale. La quaglia, come le comuni galline, indotta alla rideposizione con il prelievo continuo della covata, diventa una incessante ovaiola.

Il nome scientifico Coturnix, deriva dall’omonimo termine latino “coturnix- coturnicis” che significa semplicemente quaglia.

Alcuni nomi comuni europei: Wachtel in tedesco, Caille des blés in francese, Codorniz común sia in spagnolo che portoghese e Quail in inglese.

Zoogeografia

La quaglia vive in tutte le regioni europee con esclusione dell’estremo nord e delle cime delle montagne. In Asia è altrettanto comune in tutta l’area centrale con limite nord la taiga e quello a sud, le foreste tropicali.

La creazione di allevamenti industriali per la produzione alimentare e l’ibridazione con la conspecifica Coturnix japonica di dimensione leggermente più grossa, ha ampliato la presenza di questo volatile, ormai specie ibrida, in tutti i continenti.

Tutte le pianure centrali asiatiche sono densamente popolate da questo uccello ed in molte di esse si usa catturarlo e allevarlo in gabbia per uso alimentare. In Uzbekistan è anche tradizione popolare tenerlo in gabbia come uccello da compagnia. Nei villaggi di campagna della Valle di Fergana, l’area più coltivata e più florida del centro Asia, nelle prime ore del mattino ed al tramonto, per questo uccello orari dedicati al canto, è una musica abituale. Ogni casa, ogni famiglia, ogni orto ha la sua gabbietta con la quaglia.

Tutte le quaglie europee e parte di quelle asiatiche migrano in Africa disperdendosi in tutta l’Area subsahariana disperdendosi verso sud in particolare nelle savane orientali. Il resto delle popolazioni asiatiche sverna invece nel subcontinente indiano.

Per le quaglie non esiste una data precisa e contestuale per iniziare questo lungo trasferimento. Alcune popolazioni si muovono sin da luglio altre iniziano in agosto e via via fino a novembre. Tutte si avviano singolarmente verso sud finché non arrivano sulle coste di un mare oppure di un grosso lago interno come il Caspio e qui si fermano e si accumulano in numero impressionante, finché non trovano il coraggio di intraprendere la dura traversata.

L’Africa oltre ad ospitare la popolazione migrante di Asia e Europa, ha diverse sottospecie che occupano stabilmente alcune specifiche aree. La tipica razza africana Coturnix coturnix africana, l’abissinica Coturnix coturnix erlangeri, quella di Capo Verde Coturnix coturnix inopinata e quella delle Azzorre Coturnix coturnix conturbans.

I maschi attirano le femmine con un forte e caratteristico richiamo © G. Colombo

I maschi attirano le femmine con un forte e caratteristico richiamo © G. Colombo

Ecologia-Habitat

La quaglia ama le aree fertili, fortemente coltivate a cereali e ricche di prati erbosi o stepposi nei quali nidificare.

Evita qualsiasi area che presenti acquitrini o terreni paludosi, boschi e zone fortemente alberate e alte montagne anche se in Asia la si ritrova fino ai 3000 m di altitudine.

In Europa può arrivare raramente anche ai 2000 m sempre su vaste praterie erbose soleggiate e senza copertura arborea.

Preferendo ambienti alquanto aridi, non fa affidamento sull’acqua per la sua igiene personale ma sulla polvere con la quale effettua frequenti bagni, impolverandosi vistosamente ogni qualvolta ne ha l’occasione.

Morfofisiologia

La quaglia non ha l’aspetto slanciato ed elegante che hanno generalmente tutti gli uccelli.

Ha un corpo goffo, sproporzionato alle sue dimensioni, coda quasi mancante e pendente verso terra, collo corto con la testa tenuta rannicchiata fra le spalle, zampe corte e molto robuste. Una gallina di dimensioni ridotte.

È una forte camminatrice che preferisce correre sul terreno anziché involarsi e quando lo fa, costretta e minacciata troppo da vicino, si invola rumorosamente emettendo quel frullo secco e forte dato dallo sbattimento rapidissimo delle ali.

Il corpo massiccio richiede uno sforzo notevole per alzarsi in volo e le ali devono necessariamente sbattere in un modo molto rumoroso per riuscire ad imprimere quella spinta necessaria per involarsi. La ritrosia all’involo dimostrata da questo uccello è leggendaria, in particolare per i cacciatori che usano per tradizione i cani da ferma. Si racconta spesso che il cane riesca ad azzannarla a terra, tanto la si può avvicinare.

La quaglia misura circa 23 cm in lunghezza un’apertura alare di circa 35 cm ed un peso con una fortissima variabilità stagionale che può raddoppiare dagli abituali 70 ai 140 g.

Pessima volatrice per il troppo peso, giunge esausta in Africa dopo la traversata del Mediterraneo sfiorando bassa le onde e priva di forze finisce spesso in pentola © Gianfranco Colombo

Pessima volatrice per il troppo peso, giunge esausta in Africa dopo la traversata del Mediterraneo sfiorando bassa le onde e priva di forze finisce spesso in pentola © Gianfranco Colombo

Il colore della livrea è principalmente composto da una serie di striature nocciola marezzate da linee nere e bianche. Sul dorso il colore è più accentuato e presenta anche macchie e linee nere, intervallate da piccole strisce crema. Il petto, più chiaro, è totalmente color crema attraversato da linee verticali nere che scendono fin sotto le ali.

Il maschio sul collo presenta una macchia bruno ruggine più o meno accentuata, mancante invece nella femmina. Quest’ultima presenta colori leggermente più attenuati pur mantenendo la medesima livrea del maschio.

Etologia-Biologia riproduttiva

La quaglia si nutre di granaglie di qualsiasi genere, germogli ma anche di larve di formiche e molti altri artropodi che cerca sul terreno razzolando con il tipico atteggiamento delle nostre galline. Inghiotte spesso anche piccolissime pietruzze per facilitare la frantumazione dei semi inghiottiti.

Ama spesso, dopo aver rovistato con le potenti zampe in un formicaio alla ricerca di larve, appollaiarsi sopra di esso spalancando le ali ed arruffando le penne in modo che le formiche la avvolgano completamente. Questa abitudine peraltro osservata anche in altre specie, è uno dei modi più naturali per liberarsi da eventuali parassiti, infatti le formiche per difendersi spruzzano acido formico sulle penne dell’ospite coprendole con un ottimo disinfettante.

Il canto della quaglia è un tipico suono delle nostre campagne, riconosciuto da molti e ripreso anche nella letteratura musicale di grandi musicisti. Un suono che è parte integrante delle nostre caldi estati che si integra appieno con il solleone e il frinire delle cicale.

Gli inglesi, che per antica tradizione usano “umanizzare” i canti degli animali abbinandoli a frasi onomatopeiche di grande effetto, hanno tradotto il canto della quaglia in “wet my lips”. Tre semplici parole che ripetute imitano alla perfezione il suo canto.

Se questo canto emesso dai maschi è ben noto a tutti, ben difficile invece udire e distinguere quello delle femmine, molto più discreto e che spesso viene confuso con il canto dei grilli e delle cavallette.

L’accoppiamento avviene dopo qualche tempo dall’arrivo dalle migrazioni e solo con l’avvicinarsi dell’estate inizia la nidificazione. La femmina, scelto il territorio, generalmente un prato od una coltivazione di grano od orzo, scava una leggera depressione nel terreno foderandola con poche erbe secche e soffici e vi depone da 6 a 12 uova di colore crema ampiamente macchiate con chiazze ocra rossastre. In quel momento rifiuta la presenza del maschio che può quindi iniziare una vita collaterale con altre femmine.

Questo allontanamento consensuale fra i sessi sembra possa dar seguito a forme di poligamia nei maschi ma anche di poliandria nelle femmine. La cova effettuata solo dalla femmina, dura circa 18 giorni ed alla schiusa i piccoli nascono ricoperti da una leggera peluria che permette loro di abbandonare il nido quasi immediatamente.

Un nido di quaglia in natura. Cacciata senza pietà, ma allevata oggi industrialmente per la carne e le uova, è una specie con un'ottima resilienza, che colma rapidamente le perdite con una prolificità senza pari © Gianfranco Colombo

Un nido di quaglia in natura. Cacciata senza pietà, ma allevata oggi industrialmente per la carne e le uova, è una specie con un’ottima resilienza, che colma rapidamente le perdite con una prolificità senza pari © Gianfranco Colombo

La femmina segue la covata per due settimane finché i piccoli, molto precoci, sono in grado di volare e di disperdersi. Effettua di solito una covata ma spesso ne ha una seconda subito dopo l’involo dei piccoli.

Molti ornitologi sostengono che le quaglie in migrazione, nidifichino anche nei quartieri invernali africani. In effetti molti individui catturati all’arrivo primaverile sulle coste europee, mostrano chiaramente la placca ventrale tipica di uccelli che hanno covato in tempi recenti. Ciò non meraviglierebbe più di tanto vista la grande prolificità di questo uccello.

Da alcune stime risulterebbe che la popolazione mondiale di quaglie allo stato selvatico possa raggiungere l’incredibile numero di 300 milioni di individui qualificandole fra uno degli uccelli più comuni del mondo alato. La quaglia ha mostrato negli ultimi decenni sensibili riduzioni nel numero, dovuto principalmente alla modifica dei metodi agricoli e della tipologia delle coltivazioni.

Sinonimi

Tetrao coturnix Linnaeus, 1758.

 

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