Crax daubentoni

Famiglia : Cracidae

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Testo © Dr. Davide Guadagnini

 

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Il Crax daubentoni vive nelle foreste del nord del Venezuela e della Colombia © Giuseppe Mazza

L’Hocco daubentoni o Hocco dal bitorzolo giallo (Crax daubentoni G.R. Gray, 1867) è un grande uccello appartenente all’ordine dei Galliformi (Galliformes), alla famiglia dei Cracidi (Cracidae), al genere Crax e alla specie Crax daubentoni. La specie è monotipica e viene distinta dalle altre specie appartenenti al genere Crax principalmente per l’aspetto peculiare della femmina.

Il nome del genere “crax” deriva da un termine greco non ben precisato che, pur essendo l’etimologia incerta, potrebbe significare sia “cresta” che “urlatore”, caratteristiche entrambe di questi galliformi dotati di una cresta di penne erettile e vocalizzi caratterizzati da forti fischi.

Il nome della specie deriva dal naturalista e medico francese Louis Jean-Marie D’Aubenton (1716-1799) a cui il volatile è stato dedicato.

Zoogeografia

La specie è originaria e localizzata in un’area geografica nel nord del Venezuela e, contiguamente, nell’adiacente Colombia. In Venezuela è presente a est sulla penisola di Paria ma è assente a sud dell’Orinoco. Più a ovest è presente verso il Rio Arauca e al confine Venezuela-Colombia dove è stato trovato su Isla de Charo. La specie è presente anche sulle montagne all’estremo nord-est della Colombia vicino al confine con il Venezuela; a sud-est di Norte de Santander e nelle province nord-occidentali di Arauca. A nord si trova ai piedi della Sierra de Perija, fino quasi ai Caraibi dove è conosciuto dai Monti de Oca al sud di Carriapia e nella Sierra Negra e a est di Fonseca. Il suo areale è separato ai piedi della catena di Santa Marta, dove vive il Crax alberti, da una stretta fascia di territorio forse non adatto al suo insediamento. Anche se la specie viene ritrovata ai piedi delle montagne e in altri areali differenti è, come gli altri hocchi , un uccello da areale tropicale.

Ecologia-Habitat

Il maggior numero di esemplari si trovano nelle foreste a galleria del proprio areale dove è, o era, un uccello abbondante. Nel resto del territorio, essendo una specie piuttosto esigente, ha distribuzione localizzata. Presente anche alle pendici delle montagne e nelle campagne alternate a foresta. Frequenta pure i boschi asciutti con vegetazione decidua, spesso nelle vicinanze di fiumi o in piccole valli dove un maggior tasso d’umidità rispetto alle zone circostanti favorisce la crescita di una foresta più idonea per la specie. Negli ampi appezzamenti pianeggianti e paludosi del grande territorio dello Llanos, durante la stagione secca, gli hocchi daubentoni si raccolgono in prossimità dei corsi e delle pozze d’acqua che resistono alla siccità. Sono state segnalate aggregazioni di anche cinquanta, cento o più esemplari; ma tali stormi abbondanti purtroppo erano una realtà del passato che è andata perdendosi a causa del maggior insediamento umano in tali aree geografiche. Gli hocchi daubentoni frequentano altitudini tra i 100 e i 500 metri in Venezuela e tra i 500 e 1500 metri in Colombia. La specie è assente nelle foreste di montagna dove è presente l’hocco dall’elmo (Pauxi pauxi) e dalle foreste pluviali di pianura dove vive la penelope crestata (Penelope purpurascens), non ama neppure le zone cespugliose eccessivamente secche.

Morfofisiologia

In questa specie è presente dimorfismo sessuale, il peso varia dai 1625 ai 3200 g. Il maschio ha livrea sostanzialmente nera con aspetto un po’ lucido e con riflessi verde-blu molto scuri soprattutto nelle parti dorsali. Il ventre, i ciuffi di penne posteriori delle cosce e le punte delle timoniere esterne della coda sono color bianco. Possiede un’ampia cresta di penne, erettile. Le penne del ciuffo sono, come in altre specie di hocco, caratteristicamente torte e arricciate a costituire questa peculiare cresta-ciuffo. Il becco, di colore nero, è grande, massiccio e robusto. Possiede bargigli modesti di colore giallo brillante come l’evidente bitorzolo sferico di pelle nuda che sovrasta la base dorsale del becco. La pelle gialla ricopre anche la base del becco fino a metà dello stesso. Gli hocchi maschi hanno iride marrone molto scuro, le zampe sono color ardesia-corno con tarso lungo 93-113 mm.

È un galliforme dalla cresta mobile con vocalizzi possenti © Giuseppe Mazza

È un galliforme dalla cresta mobile con vocalizzi possenti © Giuseppe Mazza

La femmina, essendo anche lei prevalentemente scura, è più simile al proprio maschio rispetto ad altre specie di hocco dove le femmine si distinguono maggiormente dai rispettivi maschi. Come dicevamo, ha anch’essa livrea scura ma con le parti sottostanti barrate di bianco, tranne il ventre che è bianco come nel maschio. Le barrature sono larghe circa 1/8 di pollice, sono due per ogni penna, distanziate di ½ di pollice tra loro. La cresta, presente anche nella femmina, è moderatamente barrata con il bianco delle barrature spesso limitato alla parte basale della cresta stessa e visibile solo quando le penne del ciuffo sono ben separate (a ciuffo eretto aperto). Le femmine hanno cera e faccia nerastre con occhio ad iride biancastra-bruno chiaro brillante (comunque sempre decisamente più chiara di quella del maschio). L’ala è lunga 385-410 mm nel maschio e 356-390 mm nella femmina. La coda è lunga 325-370 mm nel maschio e 306-360 mm nella femmina.

Etologia-Biologia riproduttiva

Si nutre sia a terra che sugli alberi in piccoli gruppi famigliari (3-4 individui) oppure, durante la stagione secca, in gruppi più numerosi costituiti fino a un massimo di una quindicina d’uccelli. Il cibo è costituito da essenze vegetali di vario tipo come semi, foglie, frutta e da piccoli animaletti. Si riproduce in giugno negli Llanos venezuelani e quindi la nidificazione inizia con l’avvento delle piogge.

In questa specie il maschio, nella stagione degli amori, emette un verso che è un prolungato e acuto fischio simile a quello emesso dall’hocco caruncolato (Crax globulosa). Il fischio viene emesso con il becco tenuto aperto. Secondo alcuni ricercatori, nel periodo riproduttivo, la trachea del maschio subisce delle leggere modificazioni fisiologiche diventando più gonfia e leggermente curva. Sembra che i maschi siano territoriali poiché, in natura, sono stati sentiti emettere i loro fischi più o meno costantemente dalla medesima zona. Il loro fischio, quando si sovrappone a quello di altri esemplari vicini, diventa una sorta di lugubre fischio prolungato che se emesso da 8-10 esemplari contemporaneamente ha un effetto molto particolare e ben noto ai nativi che chiamano questi uccelli “Poru”.

Alcuni autori ipotizzano che la specie possa essere poligama, con il maschio che si accoppierebbe con più femmine, ma considerata la documentata monogamia accertata per altre specie simili di hocco tale affermazione sembra dubbia. Non è facile vedere questi uccelli a terra. Quando si posano sui rami degli alberi spesso cantano e sollevano le penne della coda aprendole come un ventaglio esponendo le piume bianche del sottocoda e diventando maggiormente visibili a un eventuale osservatore. Se infastiditi emettono un fischio generalmente più forte, nitido e breve rispetto al solito fischio lento e lamentoso.

Il nido viene costruito sugli alberi o a terra ed è costituito da un ammasso di ramoscelli e altro materiale di origine vegetale . Vengono deposte due grosse uova bianche per covata, incubate per circa 30-32 giorni dalla femmina. I pulcini alla nascita sono nidifughi e già in grado di compiere piccoli voli essendo già dotati di penne remiganti. Possono, quindi, appollaiarsi fin dai primi giorni di vita in alto sui rami. Il loro piumino mimetico è striato e macchiato di bruno-marrone-nero-giallastro. I genitori porgono il cibo ai piccoli direttamente dal proprio al loro becco; i neonati sono comunque in grado, fin dai primi giorni di vita, di ricercare attivamente il nutrimento. Le prime penne dei giovani sono brune. I giovani delle dimensioni di ¼ dell’adulto presentano già la livrea che permette di distinguere i maschi dalle femmine ed hanno la cresta già ben sviluppata. Sembrano quindi degli esemplari adulti in miniatura. Il piumaggio dell’immaturo è comunque screziato e bordato di marrone. Questa specie, in cattività, è presente soprattutto nei luoghi d’origine ed è sempre stato piuttosto scarso presso gli zoo e gli allevatori europei ed americani.

Quando allevato al di fuori dell’ambiente tropicale d’origine, l’hocco daubentoni, si è dimostrato maggiormente sensibile al freddo rispetto ad altre specie simili. La specie era comune negli llanos e in altre aree ma ha subito un declino a causa della conversione estensiva di molti territori in risaie. La specie è protetta presso alcuni allevamenti di bestiame e in alcuni areali naturali.

 

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