Dendrobium crabro

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Prof. Pietro Pavone

 

Dendrobium crabro è un’epifita delle umide pianure del Borneo verso i 500 m d’altitudine. I fusti scanalati decidui, con circa 6 internodi, misurano 5-10 cm.

Dendrobium crabro è un’epifita delle umide pianure del Borneo verso i 500 m d’altitudine. I fusti scanalati decidui, con circa 6 internodi, misurano 5-10 cm © G. Mazza

Dendrobium crabro Ridl. appartiene alla famiglia Orchidaceae, sottofamiglia Epidendroideae, tribù Malaxideae, sottotribù Dendrobiinae, sezione Calcarifera.

La specie, rinvenuta nel Sarawak (Borneo), fu da Henry Nicholas Ridley (1855-1956) descritta in Journal of the Straits Branch of the Royal Asiatic Society, Singapore 50:133, 1908.

Dendrobium crabro è presente su tutta l’isola del Borneo, nelle pianure, ad altitudini intorno ai 500 m sul livello del mare.

Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “δένδρον” (dendron), albero e “βίος” (bios), vita, per le numerose specie del genere che vivono sugli alberi traendo nutrimento dall’atmosfera umida, tipica delle foreste equatoriali.

Una infiorescenza di Dendrobium crabro. La struttura posteriore del fiore, che vista di profilo ricorda l’addome di una vespa, ha dato origine al nome della specie.

Una infiorescenza. La struttura posteriore del fiore, che vista di profilo ricorda l’addome di una vespa, ha dato origine al nome della specie © Giuseppe Mazza

L’epiteto specifico, dal latino “crabro, significa calabrone, vespa, per la forma dello sperone (mentum).

Il nome comune è Dendrobium calabrone.

Dendrobium crabro è un’epifita pseudo-bulbosa di medie dimensioni propria del bioma tropicale umido. I fusti sono decidui, subcilindrici, scanalati, con circa 6 internodi, lunghi 5-10 cm e larghi 0,7 cm o più, spesso color porpora da giovani, un po’ cuneati alle loro estremità. Le foglie sono ellittiche, ottuse, lunghe 7 cm e larghe 2,5 cm, leggermente ristrette alla base.

I fiori, grandi 2,5 cm e fragranti, sono portati da steli privi di foglie che si originano dai nodi superiori. I fiori, sottesi da una brattea ovata, presentano un sottile picciolo, lungo 2,5 cm, pendulo.

I fiori di 2,5 cm di Dendrobium crabro sono fragranti, hanno sepali e petali verdastri o dorati con venature rosse. Il labello, a base stretta, reca due lobi ovati seguiti da una strozzatura che si allarga poi in un ampio lobo terminale a ventaglio.

I fiori di 2,5 cm, fragranti, hanno sepali e petali verdastri o dorati con venature rosse. Il labello, a base stretta, reca due lobi ovati seguiti da una strozzatura che si allarga poi in un ampio lobo terminale a ventaglio © Giuseppe Mazza

I sepali sono ovati, lunghi 0,5 cm, e i petali, di forma simile, ma più corti e più arrotondati alle estremità.

Normalmente, i sepali e i petali sono di colore giallastro con venature rosse, talora di tonalità verde.

Il mentum, la struttura formata dal piede della colonna e dalle basi dei sepali laterali, è lungo 1,3 cm, ristretto, dilatato alla base e ricurvo che assomiglia all’addome di una vespa da cui il nome specifico.

Il labello, lungo 1,3 cm, ha la base stretta, lineare, poi improvvisamente dilatata in due lobi ovati, oblunghi, arrotondati, di 1 cm di diametro nella parte espansa, quindi si restringe per allargarsi di nuovo in un ampio lobo terminale a forma di ventaglio.

Tra i lobi, le venature s’ingrossano a formare un callo.

La colonna è ampiamente dilatata.

L’antera è conica con un grosso apice.

Lo stimma è cordato, grande, con il margine elevato, ampio e spesso.

Il labello e la colonna sono bianchi.

La fioritura avviene in tarda primavera.

Dendrobium crabro è una specie protetta dal commercio e come tale è inserita nell’Appendice II della Convenzione di Washington (CITES) che ha lo scopo di tutelare le specie animali e vegetali a rischio di estinzione, impedendone la loro esportazione e detenzione.

In coltivazione la pianta richiede temperature calde (20-26 °C), buona luce, mai sole diretto, elevata umidità atmosferica (circa 60-80%) e un’adeguata ventilazione. Si può far crescere in vasi del diametro minimo di 20-30 cm, pieni di un miscuglio, ben drenato, a base di corteccia di felce o altro materiale.

Le annaffiature, con acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata, devono essere abbondanti, così anche le concimazioni, preferibilmente mensili, con prodotti specifici per le orchidee, a base di azoto, fosforo e potassio (NPK) e con microelementi.

Si può riprodurre per seme, per micropropagazione e per separazione dei cespi alla ripresa vegetativa con almeno 3-4 pseudobulbi uniti tra loro.

Sinonimi: Eurycaulis crabro (Ridl.) M.A.Clem.

 

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