Dendrobium subclausum

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Il Dendrobium subclausum è un’epifita o litofita delle Molucche e Nuova Guinea con fusti talora ramificati, sottili, flessuosi, eretti o semipendenti, lunghi fino a oltre 60 cm, con foglie di 2,5-6 cm © Giuseppe Mazza

La specie è originaria delle Molucche e Nuova Guinea dove cresce sugli alberi delle foreste montane umide o sulle rocce tra 1200 e 3000 m di altitudine.

Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “δένδρον” (dendron) = albero e “βίος” (bios) = vita, con riferimento alle numerose specie del genere che vivono sugli alberi; il nome specifico è la combinazione del prefisso latino “sub” = sotto, circa e dell’aggettivo “clausus, a, um” = chiuso, con riferimento ai fiori non completamente aperti.

Il Dendrobium subclausum Rolfe (1894) è una specie epifita o litofita con fusti a volte ramificati, sottili, flessuosi, eretti o semipendenti, lunghi fino a oltre 60 cm, provvisti di foglie lanceolate con apice appuntito, lunghe 2,5-6 cm e larghe 0,3-1 cm, di colore verde intenso a volte soffuso di porpora scuro se in posizione particolarmente luminosa. Infiorescenze, sui vecchi pseudobulbi, compatte, lunghe 1,3 cm, portanti fino a 8 fiori, di 2,5 cm di lunghezza e circa 1 cm di diametro, di colore arancio o rosso arancio brillante. Ovario clavato lungo circa 2 cm, sepalo dorsale ovato lungo 0,5 cm e largo 0,4 cm, sepali laterali triangolari della stessa lunghezza del dorsale uniti alla base a formare una sorta di sperone (mentum) lungo 1,4 cm, petali ellittico-spatolati leggermente più corti dei sepali, labello cucullato (a forma di cappuccio) rivolto verso l’alto con margine dentato, lungo 1,3 cm.

Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi.

Orchidea miniatura fiorifera dai fiori di lunga durata e dal colore brillante, richiede una esposizione leggermente ombreggiata, temperature medie, 18-26 °C in estate, 12-18 °C in inverno, elevata umidità, 70-85%, e costante ventilazione. Le innaffiature devono essere regolari e abbondanti durante la crescita, diradate in inverno, ma senza lasciare a secco per lunghi periodi, fino alla ripresa vegetativa, utilizzando acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa. Coltivabile in vaso o canestri con composto drenante che può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) di media pezzatura e sfagno, con eventuale aggiunta di inerti per migliorare il drenaggio, oppure può essere montata su rami o corteccia con dello sfagno alla base. Rinvasi e trapianti vanno effettuati alla ripresa vegetativa.

I fiori sono localmente utilizzati per ornare i capelli.

Le infiorescenze, viste qui dal basso e di lato, crescono compatte sui vecchi pseudobulbi con anche 8 fiori di 2,5 cm di lunghezza e circa 1 cm di diametro © Giuseppe Mazza

Le infiorescenze, viste qui dal basso e di lato, crescono compatte sui vecchi pseudobulbi con anche 8 fiori di 2,5 cm di lunghezza e circa 1 cm di diametro © Giuseppe Mazza

La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

Sinonimi: Dendrobium mitriferum J.J.Sm. (1910); Dendrobium flammula Schltr. (1912); Dendrobium mitriferum f. alpinum J.J.Sm. (1916); Dendrobium strictum Ridl. (1916); Dendrobium lane-poolei R.S.Rogers (1925); Dendrobium asumburu P.Royen (1979); Dendrobium aurantiflavum P.Royen (1979); Pedilonum flammula (Schltr.) Rauschert (1983); Pedilonum mitriferum (J.J.Sm.) Rauschert (1983); Pedilonum strictum (Ridl.) Rauschert (1983); Pedilonum subclausum (Rolfe) Rauschert (1983); Chromatotriccum asumburu (P.Royen) M.A.Clem. & D.L.Jones (2002); Chromatotriccum aurantiflavum (P.Royen) M.A.Clem. & D.L.Jones (2002); Chromatotriccum flammula (Schltr.) M.A.Clem. & D.L.Jones (2002); Chromatotriccum lane-poolei (R.S.Rogers) M.A.Clem. & D.L.Jones (2002); Chromatotriccum mitriferum (J.J.Sm.) M.A.Clem. & D.L.Jones (2002); Chromatotriccum strictum (Ridl.) M.A.Clem. & D.L.Jones (2002); Chromatotriccum subclausum (Rolfe) M.A.Clem. & D.L.Jones (2002).

 

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