Diospyros discolor

Famiglia : Ebenaceae


Testo © Pietro Puccio

 

multi

Il Diospyros discolor è originario del Borneo, Filippine e Taiwan dove cresce nelle foreste umide fino a circa 800 m © Giuseppe Mazza

La specie è originaria del Borneo, Filippine e Taiwan dove cresce nelle foreste umide fino a circa 800 m di altitudine.

Il nome del genere è la combinazione dell’aggettivo greco “διός” (dios) = divino e del sostantivo “πυρός” (pyros) = frumento, quindi in senso lato ‘cibo divino’; il nome specifico è l’aggettivo latino “discolor, oris” = di diversi colori, con riferimento alla differenza di colore tra la pagina superiore e quella inferiore delle foglie.

Nomi comuni: butter fruit, mabola-tree, mabolo persimmon, velvet persimmon, velvet-apple (inglese); mao shi, tai wan shi, yi se shi (cinese); kamagong, mabolo, mabulo (filippino); pommier velours (francese); ke gaki (giapponese); belanti gab (hindi); bisbul, buah lemah, buah mentega, buah sagalat, kamagong, kayu mentega (malese); pécego-de-Índia (portoghese); camagón (spagnolo); ma-rit (thailandese); hong nhung (vietnamita).

Il Diospyros discolor Willd. (1806) è un albero sempreverde dioico (ogni individuo porta o solo fiori maschili o solo fiori femminili), alto fino a circa 30 m nei vecchi esemplari in natura, con tronco di 30-60 cm di diametro dalla corteccia di colore bruno scuro e chioma densa con rami grigiastri inizialmente pubescenti, poi glabri.

Le foglie, su un picciolo lungo 0,5-2 cm, sono alterne, semplici, oblungo-lanceolate con apice appuntito e ricurvo, lunghe 10-25 cm e larghe 5-11 cm, coriacee, di colore verde scuro e lucide superiormente, di colore grigio argenteo e pubescenti inferiormente; le foglie giovani sono di colore rosato.

È un albero sempreverde dioico che può raggiungere i 30 m. I frutti sono bacche globose di 8-10 cm di diametro © Giuseppe Mazza

È un albero sempreverde dioico che può raggiungere i 30 m. I frutti sono bacche globose di 8-10 cm di diametro © Giuseppe Mazza

Fiori femminili solitari, ascellari, di circa 1,2 cm di diametro, con calice tubolare lungo circa 1 cm profondamente diviso in 4 lobi ovati, larghi 0,7 cm, di colore verde giallastro e ricoperto da una densa peluria grigio-bruna, persistente in frutto, corolla imbutiforme di colore bianco crema, lunga circa 1,5 cm, con 4 lobi ovati retroflessi e 4-10 staminoidi.

Fiori maschili in cime ascellari, leggermente più piccoli di quelli femminili, con 12-15 stami biforcati all’apice.

Il frutto è una bacca globosa leggermente schiacciata, di 8-10 cm di diametro, di colore rossastro a maturità e ricoperto da una fitta e corta peluria bruno-giallastra, con polpa biancastra soda, asciutta, astringente, piuttosto gradevole, contenente 0-8 semi a forma di spicchio mediamente di 4 cm di lunghezza, 2,5 cm di larghezza e 1,5 cm di spessore, di colore bruno scuro.

Si riproduce per seme, che non ha una lunga durata di germinabilità, preventivamente tenuto in acqua per 2 giorni, in terriccio organico drenante mantenuto costantemente umido alla temperatura di 24-28 °C, con tempi di germinazione di 4-8 settimane e prima fruttificazione dopo 6-7 anni; per riprodurre una particolare varietà si ricorre alla talea, margotta e innesto.

Le giovani piante vengono a volte utilizzate come portainnesto per il Diospyros kaki L.f., (1782).

Specie relativamente poco nota al di fuori delle zone di origine, dove invece è diffusa in natura ed anche in coltivazione, in particolare nelle Filippine, a fini ornamentali, per il fogliame, i fiori profumati e i frutti attraenti, e come albero da ombra in parchi e giardini e lungo le strade, oltre che per barriere frangivento, data la sua particolare resistenza ai forti venti.

Viene coltivata inoltre per i frutti, consumati crudi, privati dalla buccia che ha un odore sgradevole e la cui peluria può causare irritazioni nelle persone sensibili, in insalate, bolliti o fritti, e per il legno, di colore quasi nero, partico- larmente duro e compatto, con cui si fabbricano mobili di pregio, oggetti di uso comune ed artistici, attrezzi e strumenti musicali.

La buccia ha odore sgradevole con peluria irritante, ma il frutto pelato si può consumare in insalata, bollito o fritto. Legno quasi nero pregiato. Foglie, corteccia, succo di frutta acerba ed olio di semi hanno virtù medicinali © Mazza

La buccia ha odore sgradevole con peluria irritante, ma il frutto pelato si può consumare in insalata, bollito o fritto. Legno quasi nero pregiato. Foglie, corteccia, succo di frutta acerba ed olio di semi hanno virtù medicinali © Mazza

Può crescere nelle zone a clima tropicale, subtropicale e marginalmente temperato caldo, dove può resistere da adulta a temperature intorno a 0 °C solo se eccezionali e di breve durata, con piovosità ben distribuita nell’arco dell’anno; richiede una esposizione in pieno sole e non è particolarmente esigente riguardo al suolo.

Foglie, corteccia, succo dei frutti immaturi e l’olio estratto dai semi sono utilizzati nella medicina tradizionale per varie patologie.

Sinonimi: Cavanillea philippensis Desr. (1792); Cavanillea mabolo Poir. (1794); Diospyros mabolo Roxb. ex J.V.Thomps. (1822); Diospyros mabolo (Poir.) Roxb. ex Lindl. (1828); Mabola edulis Raf. (1838); Embryopteris discolor (Willd.) G.Don (1847); Diospyros blancoi A.DC. (1844); Diospyros malacapai A.DC. (1844); Diospyros philippensis (Desr.) Gürke (1891); Diospyros utilis Hemsl. (1895); Diospyros merrillii Elmer (1913); Diospyros durionoides Bakh. (1933).

 

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle EBENACEAE cliccare qui.