Dracunculus vulgaris

Famiglia : Araceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Fascino tenebroso. L'infiorescenza puzza di carne putrida © Giuseppe Mazza

Il Dracunculus vulgaris Schott (1832) è originario della regione mediterranea centro-orientale (Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Corsica, Creta, Croazia, Isole dell’Egeo, Italia, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Sardegna, Serbia, Sicilia, Slovenia e Turchia) dove cresce sia nel sottobosco che in radure e terreni rocciosi.

Il nome generico deriva dal latino “draco” = drago, serpente, quindi “dracunculus” = piccolo serpente; il nome della specie è il termine latino “vulgaris” = comune.

Nomi comuni: “dragontea”, “dragonea”, “dragonzio”, “erba serpentona”, “erba serpona”, “serpentaria” (italiano); “black arum”, “black dragon”, “devil’s-tongue”, “dragon arum”, “dragon-lily”, “dragonwort”, “snake lily”, “stink lily”, “voodoo lily”, (inglese); “serpentaire commune”, “gouet serpentarie”, “petit dragon commun” (francese); “cachimbo-de-turco”, “planta-cobra”, “serpentina”, “serpentária” (portoghese); “atrapa-moscas”, “dracontio”, “dragoncillo”, “dragonera”, “dragoneta”, “hierba de la culebra“, “piel de serpiente”, “serpentaria”, “serpentina”, “serpentón” (spagnolo); “gemeine drachenwurz”, “schlangen- wurz” (tedesco).

Erbacea perenne rizomatosa, decidua, con un pseudo fusto alto 0,5-1,5 m bianco verdognolo variamente chiazzato di verde scuro, quasi nero, o porpora scuro e 2-4 foglie pedate (foglie la cui lamina presenta due nervature principali, ciascuna dotata di lobi solo verso l’esterno), lunghe 30-40 cm, con 6-15 lobi lanceolati, appuntiti all’apice, di colore verde intenso lucido con rade macchie lineari bianche.

L’infiorescenza è costituita da uno spadice che con la sua lunga appendice terminale sterile può superare in alcuni casi il metro di lunghezza, anche se solitamente non supera 40-50 cm, di colore porpora scuro, quasi nero, circondato da una spata poco più lunga dai bordi ondulati, di colore porpora vellutato all’interno, verde all’esterno, chiusa alla base a formare una camera floreale bulbiforme che agisce da trappola per gli insetti; i fiori sono unisessuali protogini (i fiori femminili sono ricettivi prima della maturazione dei fiori maschili, ciò impedisce l’autofecondazione) disposti alla base dello spadice nella porzione racchiusa dalla camera floreale, con i fiori femminili occupanti la parte inferiore e quelli maschili la superiore. I frutti sono bacche piriformi lunghe 1-2 cm, di colore rosso arancio a maturità, contenenti pochi semi compressi, lunghi 4-5 mm, di colore bruno. L’infiorescenza, in particolare l’appendice sterile dello spadice, emana un odore nauseabondo di carne putrida, associato ad un innalzamento di temperatura dello stesso, che serve ad attirare gli insetti impollinatori. Si riproduce per seme, impiegando da tre a cinque anni per la prima fioritura, o per divisione dei rizomi durante il riposo vegetativo.

Specie molto ornamentale per i fusti ed il fogliame ed anche per la spettacolare infiorescenza che fortunatamente emana il suo massimo odore nauseante solitamente per un giorno. È coltivabile in pieno sole o parziale ombra avendo cura di posizionare i rizomi tuberiformi ad una profondità di circa 15 cm in terreno ricco e ben drenato, mantenuto sufficientemente umido durante il periodo vegetativo; riguardo la resistenza alle basse temperature pare possa resistere a livello di rizoma, ben pacciamato, a temperature dell’ordine di -20°C, va comunque protetto da gelate tardive alla ripresa vegetativa in primavera. Fiorisce nella tarda primavera o inizio estate, a seconda del clima.

Tutte le parti della pianta contengono sostanze potenzialmente irritanti.

Sinonimi: Arum dracunculus L. (1753); Dracunculus spadiceus Raf. (1837); Aron dracunculum (L.) St.-Lag. (1880); Dracunculus dracunculus (L.) Voss, (1895); Dracunculus major Garsault (1764); Arum guttatum Salisb. (1796); Dracunculus polyphyllus Blume (1836); Dracunculus creticus Schott (1860); Dracunculus vulgaris var. elongatus Engl (1879); Dracunculus vulgaris var. laevigatus Engl. (1879); Dracunculus vulgaris var. creticus (Schott) Nyman, (1882); Dracunculus vulgaris subsp. creticus (Schott) K.Richt. (1890).

 

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