Echinocactus grusonii

Famiglia : Cactaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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I fiori solari dell'Echinocactus grusonii durano tre giorni © Giuseppe Mazza

L’ Echinocactus grusonii Hildm. (1891) è originario del Messico (stati di Queretaro, San Luis Potosi e Zacatecas) dove è a rischio di estinzione.

Il nome del genere è la combinazione del termine greco “echinos” = riccio e “cactus”, con riferimento alla forma globosa.

La specie è dedicata all’industriale e collezionista tedesco Herman Jacques Gruson (1821-1895).

Nomi comuni: “barrel cactus”, “gold barrel cactus”, “gold-ball cactus”, “mother-in-law’s armchair”, “mother-in-law chair’s”, “mother-in-law’s cushion”, “mother in laws pillow” “mother-in-law’s seat” (Inglese);
“cactus oursin”, “coussin de belle-mère”, “siège de belle mère” (Francese); “cuscino della suocera” (Italiano); “assento de sogra”, “bola de ouro”, “cacto barril dourado”, “cacto-bola”, “cadeira-de-sogra”, “poltrona-de-sogra” (Portoghese); “asiento de suegra”, “barril de oro”, “biznaga dorada”, “biznaga gigante”, “bola de oro”, “cactus erizo”, “cojín de suegra” (Spagnolo); “goldkugelkaktus”, “schwiegermuttersitz”, “schwiegermutterstuhl” (Tedesco).

Specie generalmente solitaria, globosa nella fase giovanile, tendente a divenire pressoché cilindrica col tempo.

Misura 0,2-1,5 m di altezza e 0,3-1 m di diametro con epidermide di colore verde chiaro.

Nella prima fase della crescita presenta tubercoli conici che con l’andare del tempo si fondono fino a formare le caratteristiche costole marcate, rettilinee e ravvicinate, in numero di 20-37.

Sulle costole sono presenti areole distanti tra loro 1-2 cm con 8-10 spine radiali, lunghe fino a 3 cm, e 3-4 robuste spine centrali, dritte ed erette, lunghe fino a 5 cm.

Le spine sono di colore giallo oro che tende a scurirsi con l’età. Le areole apicali presentano una lanugine giallo dorata che si infittisce verso il centro. Esiste anche una forma priva di spine ed una a spine bianche.

Gli Echinocactus grusonii sono detti anche Cuscini della suocera © Giuseppe Mazza

Gli Echinocactus grusonii sono detti anche Cuscini della suocera © Giuseppe Mazza

Se tutto va bene, nelle migliori condizioni di coltura, la pianta inizia a fiorire verso i 10 anni d’età.

Ma non sono rari i casi d’esemplari che richiedono molti più anni per raggiungere la maturità.

I fiori di colore giallo, sono disposti in circolo in prossimità dell’apice.

Sono campanulati, di 4-6 cm di lunghezza e 3-5 cm di diametro, durano tre giorni e raramente sono completamente aperti.

I frutti sono globosi, lunghi 1,5-2 cm, verdastri, coperti da una lanugine bianca e contengono molti semi marrone scuro lucido.

Si riproduce generalmente e facilmente per seme, che impiega circa una settimana per germinare.

Specie di grande valore ornamentale e paesaggistico, sia per il suo aspetto che per la facilità di coltivazione.

È stata ed è ancora, anche se in misura leggermente minore, una delle cactacee più coltivate dai collezionisti e più utilizzate nella realizzazione di giardini “desertici”.

Va coltivata in pieno sole, o comunque alla massima luminosità possibile, su terricci particolarmente ben drenati, perché la pianta è piuttosto sensibile al marciume radicale provocato dall’umidità stagnante.

I composti possono essere costituiti per circa il 50% da comune terra da giardino concimata e per la restante parte, in ugual misura, da sabbia (o agriperlite) e pietrisco frantumato privo di polvere.

Echinocactus grusonii in un semenzaio © Giuseppe Mazza

Echinocactus grusonii in un semenzaio © Giuseppe Mazza

È abbastanza resistente alle basse temperature. Esemplari adulti possono sopportare, in terreno asciutto e per breve periodo, temperature fino a -7 °C.

Ma è molto sensibile all’eccesso di umidità ambientale, in inverno, che può provocare marciumi, in particolare all’apice, che è da questo punto di vista la parte più vulnerabile.

Dove il clima non consente la coltivazione all’aperto, l’ Echinocactus grusonii va tenuto in vaso con le stesse modalità prima indicate.

In estate, durante tutto il periodo vegetativo, va bagnato con regolarità, ma il terriccio deve asciugare completamente fra un’annaffiatura e l’altra.

D’inverno va tenuto all’aciutto, in luoghi riparati, e a tempe- rature preferibilmente non inferiori a +12 °C.

La specie è purtroppo iscritta nell’appendice II della Cites (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

 

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