Goura cristata

Famiglia : Columbidae

GIANFRANCO.gif
Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

multi

La Goura cristata della Nuova Guinea è una gallina o una colomba? Le dimensioni, è vero, sono quelle di una gallina e trascorre tutto il giorno razzolando a terra, ma per la forma del becco, il fatto che nidifica sugli alberi, depone poche uova e passa la notte fra i rami, è stata alla fine collocata nella famiglia dei Columbidae © Giuseppe Mazza

La Gura occidentale o più in generale, Colomba crestata o Piccione incoronato (Goura cristata Pallas, 1764) appartiene all’ordine dei Columbiformes ed alla famiglia dei Columbidae.

Senza dubbio la descrizione più appropriata per definire questi strani uccelli, tre diverse specie raccolte nel genere Goura, la diede Figuier in un suo libro sull’avifauna di metà secolo XIX, quando le collocò in una famiglia che chiamò volgarmente, dei colombi galline. Peraltro a quel tempo non era stata ancora classificata l’ultima delle tre attuali specie conosciute.

Per la verità anche la specie presa a riferimento dal naturalista francese ebbe il suo battesimo personale e venne chiamata Lofofiro coronato, un termine usato molto tempo dopo per dare il nome al genere Lophophorus, un rappruppamento che raccoglie tutt’altre specie di volatili se non tre meravigliosi fasianidi indigeni delle catene montuose asiatiche che portano sulla testa, seguendo appunto l’etimologia greca del nome scientifico, un ciuffo od una cresta. Tuttavia è la prima impressione che conta e definire a prima vista questo uccello un vero colombo, è alquanto azzardato viste le sue particolari caratteristiche morfologiche. Un comportamento e dimensioni di una gallina che durante il giorno trascorre il tempo a razzolare a terra fra gli arbusti di una densa foresta paludosa e la notte fra i rami degli alberi come un vero piccione.

Raggiunge i 75 cm di lunghezza e supera facilmente i 2 kg con un’apertura alare di 80 cm © G. Mazza

Raggiunge i 75 cm di lunghezza e supera facilmente i 2 kg con un’apertura alare di 80 cm © G. Mazza

La Gura occidentale è un tipico uccello di quella parte del mondo, la Nuova Guinea, che ancor oggi nasconde specie particolarissime e forse ancora da classificare, un’area già definita da A. Russell Wallace come un luogo nel quale mammiferi ed uccelli assumevano caratteristiche diverse da quelle al di qua di una linea immaginaria che ne segnava il confine: la Wallacea.

Questo uccello, anche se relegato in un’area ristretta e poco prolifico, nei territori occupati era molto comune ed è stato oggetto nel secolo scorso a prelievi consistenti di esemplari per rifornire parchi e giardini zoologici di tutto il mondo. Anche gli allevatori sono interessati a questo volatile per la facilità di detenzione: ha infatti un carattere molto pacifico e si adegua facilmente alla stato di cattività.

La lunga e secolare presenza degli olandesi in quell’area, diede modo a Pallas di studiare la fauna che proveniva da quei luoghi remoti e che veniva conservata in Patria, in piccole raccolte e musei privati del tempo. Fu così che durante la sua presenza all’Aja, ebbe modo di classificare nuove specie fra le quali questa bella colomba rimasta fino a quel tempo senza nome.

L’etimologia del binomio scientifico trae origine per il genere, dal nome locale dato in Papuasia a questo uccello “Guria” o “Gura”, mentre per la specie dal latino “cristatus”, appunto fornito di cresta, di piume in testa. Altri nomi comuni internazionali sono: in inglese Western Crowned-Pigeon, in tedesco Krontaube, in spagnolo Gura Occidental, in francese Goura couronné ed in portoghese Pomba Goura.

Zoogeografia

La gura occidentale vive in Irian Jaya, nella parte estrema occidentale dell’immensa e selvaggia Nuova Guinea ed in alcune isole vicine, punta estrema orientale dell’arcipelago indonesiano delle Molucche.

Si rinviene a Waigeo, Misool ed a sud fino a Ceram, qui forse introdotto in tempi antichi, in quella gragnuola di isole più o meno vaste che si sgranano dalla penisola di Vogelkop in Irian Jaya, verso ovest. E specie endemica in questi luoghi e non sovrappone alcuna parte dell’areale con le congeneri. Il territorio è solo parzialmente confinante ma in maniera netta e distinta, con quello delle altre due specie, la Gura meridionale (Goura scheepmakeri Finsch, 1876) relegata ai territori meridionali della Nuova Guinea e la splendida Gura di Vittoria (Goura victoria Fraser, 1844) propria della parte nord est di questa isola.

Ecologia-Habitat

La gura occidentale è un columbide prettamente di pianura che frequenta le foreste pluviali rivierasche, le aree paludose con fitta vegetazione di mangrovie, di felci arboree e sottobosco impenetrabile. Non appena il territorio diventa collinare questa specie tende a diminuire fino a scomparire ai primi contrafforti montagnosi. Essendo strettamente legata ad ambienti umidi, con terreno soffice e fangoso, a volte anche parzialmente allagato, trova quando a terra il necessario per la sua sussistenza, razzolando fra il materiale marcescente accumulato sul suolo.

Come detto la gura passa la maggior parte della giornata a terra, nascosta dalla fitta vegetazione e ben mimetizzata dall’ombra perenne che è propria degli strati bassi delle foreste pluviali. Solo con il calare delle tenebre, per evitare eventuali predatori terrestri, diventa arboricolo e si rifugia sulle fronde più alte degli alberi per trascorrervi la notte.

Caratteristica la serie pomposa e vaporosa di piume molto flessibili e sventolanti, poste sul capo a mo’ di cresta simili al cimiero dell’elmo di un cavaliere medievale © Giuseppe Mazza

Caratteristica la serie pomposa e vaporosa di piume molto flessibili e sventolanti, poste sul capo a mo’ di cresta simili al cimiero dell’elmo di un cavaliere medievale © Giuseppe Mazza

Morfofisiologia

Che sia stato classificato tra i columbidi non significa che questo uccello debba essere assolutamente essere simile ai membri di questo gruppo. Le sue misure sono eccezionali per un essere un piccione. Arriva a misurare 75 cm di lunghezza, un peso di 2400 g ed un’apertura alare di 80 cm. Se consideriamo oltretutto che il piumaggio è molto vaporoso con piume soffici e voluminose, che ha una coda ben sviluppata e che ha in testa un ciuffo immenso fatto di piume frangiate a mo’ di pon pon, possiamo ben dire che ha le misure di una tacchinella o più ancora di una grossa gallina.

Il colore di base della livrea della gura occidentale è il grigio cenere azzurrognolo, diffuso su tutto il piumaggio con diversa intensità. Il corpo, sia nella parte inferiore che superiore, il collo, la testa e la coda, sono di tinta unita e compatta con una tonalità attenuata molto simile nel colore all’indaco, fatto salvo la parte terminale delle timoniere che forma una fascia più chiara, quasi biancastra.

Maschio e femmina sono talmente simili che anche gli allevatori stentano a distinguerli © Giuseppe Mazza

Maschio e femmina sono talmente simili che anche gli allevatori stentano a distinguerli © Giuseppe Mazza

Le spalle ed in generale le copritrici alari sono di un bluastro più forte, tendente al marrone violaceo che formano come uno scialle di colore scuro, contrastante con il resto del piumaggio. Alcune piume allineate delle copritrici secondarie sono bianchissime e creano una breve macchia alare ben visibile sul corpo.

Sul viso, in corrispondenza dell’area oculare, è presente una piccola mascherina ovale scura, dello stesso colore delle copritrici, che mette in risalto gli occhi che sono di uno sfavillante rosso carminio. Il becco, tipico da piccione anche se più massiccio, è anch’esso azzurrognolo, mentre le zampe sono grigiastre con dita rossastre.

La parte più particolare del piumaggio di questo uccello è il ciuffo o perlomeno quella serie pomposa e vaporosa di piume molto flessibili e sventolanti, poste sul capo a mo’ di cresta che dalla fronte corre fin nella zona occipitale e che ha una parvenza più di cimiero di un elmo di un cavaliere medievale che non di un vero ciuffo. Penne piuma di circa 10 cm di lunghezza, di colore cenere più biancastro della livrea generale, formate da barbe allungate e rade, simili a quelle di uno struzzo, tanto da renderle trasparenti, soffici ed impalpabili.

Queste piume, di colore uniforme in questa specie, si differenziano da quelle della Gura di Vittoria che le ha macchiate di bianco nella parte terminale ma invece molto simili a quelle della Gura meridionale.

Sessi identici anche se a volte il maschio ha dimensioni leggermente maggiori ma risulta comunque alquanto difficile, anche per gli stessi allevatori, determinarne con certezza il genere. Un problema alquanto sentito, in quanto anche negli scambi commerciali fra riproduttori, la probabilità di poter acquistare con certezza una coppia è piuttosto aleatoria.

I giovani mostrano da subito una livrea molto simile agli adulti anche se non evidenziano il bianco della barra alare che risulta più scura ed un ciuffo meno vaporoso. La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno.

Ad oggi sono due le sottospecie riconosciute per questo columbide, la Goura cristata cristata propria della terra ferma dell’Irian Jaya e la Goura cristata minor delle isole ad occidente. Una terza, la Goura cristata pygmaea presente nell’isola di Misool non è ancora ufficialmente accettata da tutti.

Etologia-Biologia riproduttiva

Il nido è posto in cima a palme od a alte felci arboree ma anche sulle fronde più alte delle mangrovie, ad un’altezza di diversi metri dal suolo. Una piattaforma robusta e voluminosa, costruita con rametti sempre più minuscoli fino a formare una coppa aperta rivestita di foglie secche e piccole erbe, nella quale verrà deposto l’abituale unico uovo di color bianco.
Occasionalmente possono essere anche due od eccezionalmente tre quando in cattività ma la specie risulta comunque molto poco prolifica, mantenendo il numero medio per covata inferiore alle due uova tipiche dei columbidi.

Come molti uccelli ama distendersi con le ali aperte al sole per disinfettarle dopo aver razzolato in aree paludose fra mangrovie, felci arboree e sottobosco impenetrabile © Giuseppe Mazza

Come molti uccelli ama distendersi con le ali aperte al sole per disinfettarle dopo aver razzolato in aree paludose fra mangrovie, felci arboree e sottobosco impenetrabile © Giuseppe Mazza

La cova dura 4 settimane ed il piccolo rimane nel nido per un periodo di ulteriori 35 giorni. Come tutti i columbidi, nelle prime settimane di vita il nidiaceo viene nutrito con il particolare “latte di piccione” una secrezione riversata dai genitori direttamente nella gola del piccolo, formata da semi e vegetali predigeriti. La difficoltà di poter imitare questo tipo di alimentazione, è uno dei principali problemi degli allevatori che, pur potendo usufruire di incubatrici per la schiusa delle uova, non riescono a nutrire i piccoli in questo delicato periodo.

L’adolescente rimane nel gruppo famigliare per molto tempo anche dopo la completa autonomia. La gura è un uccello parzialmente sociale al di fuori del periodo di nidificazione e si può radunare in piccoli gruppetti di pochi esemplari durante la ricerca del cibo.

L’alimentazione è prettamente vegetale con semi e frutti caduti a terra, germogli ed erbe ma anche artropodi e molluschi che scova razzolando sul terreno. Come tutti i piccioni anche questa specie emette un suo particolare e noioso canto ma anziché essere l’abituale tubare a noi ben noto, fa echeggiare un tetro e lugubre “uum uum” più simile al suono di un sordo tamburo che non ad un vero canto.

Il nido, una piattaforma di rami ammassati a vari metri d’altezza, contiene per lo più solo un uovo. Specie poco prolifica, cacciata per carne, piume e parchi zoologici © Giuseppe Mazza

Il nido, una piattaforma di rami ammassati a vari metri d’altezza, contiene per lo più solo un uovo. Specie poco prolifica, cacciata per carne, piume e parchi zoologici © Giuseppe Mazza

Le gura sono considerate un’ottima cacciagione ed è una preda ambita dalle popolazioni locali tanto che in alcune aree sono in fortissima riduzione ed a volte al limite di una vera e totale eradicazione. Avendo ambienti limitati e delicati quali piccole isole, in questi luoghi sono fortemente minacciate e facilmente individuabili, in particolare con i moderni strumenti di caccia che risultano ben diversi dagli arcaici archi e frecce o cerbottane usate nei tempi antichi. A questo si è aggiunto un fiorente commercio illegale che vede il prelievo e l’esportazione di un numero elevatissimo di esemplari verso nazioni vicine sia per scopo alimentare che per allevamento. Anche le piume sono localmente ricercate per la loro sofficità e vaporosità. Per questi motivi e per il limitato territorio occupato, tutte e tre le gura sono considerate specie vulnerabili e inserite in Appendice II del CITES.

La colomba crestata è riprodotta sullo stemma degli autonomisti della Repubblica di West Papua come uccello nazionale di questa parte occidentale della Nuova Guinea.

Sinonimi

Columba cristata Pallas, 1764.

 

→ Per apprezzare la biodiversità dei COLUMBIFORMES cliccare qui.