Gustavia superba

Famiglia : Lecythidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

multi

Originaria di Panama, Colombia ed Ecuador, la Gustavia superba è un alberello di 5-10 m © Giuseppe Mazza

La specie è originaria di Panama, Colombia ed Ecuador dove vive nelle foreste umide, rappresentando in alcune zone la specie dominante, a basse altitudini.

Il genere fu dedicato da Linneo al re Gustavo III di Svezia (1746-1792), suo mecenate; il nome specifico è l’aggettivo latino “superbus, a, um” = superbo, magnifico, con ovvio riferimento.

Nomi comuni: heaven lotus, monkey fruit (inglese); membrillo, membrillo hembra, pacó, pacora, sachamango (spagnolo).

La Gustavia superba (Kunth) O.Berg (1856) è un albero sempreverde poco ramificato con tronco eretto dalla corteccia grigiastra, di 5-10 m di altezza e 10-20 cm di diametro.

Le foglie, su un corto picciolo, sono semplici, alterne, coriacee, concentrate agli apici dei rami, di forma oblungo-oblanceolata con apice bruscamente appuntito, lunghe fino a 0,8-1 m e larghe 25 cm, con margine leggermente dentato, glabre, di colore bronzo nelle foglie giovani, poi verde scuro.

Infiorescenze in corti corimbi direttamente dal tronco o dai rami principali portanti pochi fiori, su un pedicello lungo circa 8 cm, di 12-15 cm di diametro, con 6-10 petali diseguali obovati, di 5-6 cm di lunghezza e 3,5 cm di larghezza, di colore da bianco a bianco crema a volte con sfumature rosa porpora, e numerosi stami, rosati superiormente, lunghi circa 4 cm, fusi per un terzo della loro lunghezza a formare un anello carnoso giallastro; i fiori sono impollinati dalle api e dai pipistrelli.

Il frutto è una pisside (frutto secco in cui a maturità si stacca superiormente una sorta di calotta detta opercolo) globoso-depressa con un anello prominente all’apice, lunga circa 8 cm e larga fino a 10 cm, verde tendente al giallo e arancio, spesso dall’odore piuttosto sgradevole a maturità, contenente mediamente 7 semi di colore bruno e di forma irregolare, lunghi 1-4 cm, con arillo carnoso arancione commestibile. I frutti sono un alimento per primati, in particolare Cebus capucinus (Linnaeus, 1758), conigli, roditori, scoiattoli ed altri piccoli animali che contribuiscono alla dispersione dei semi.

I fiori, splendidi, sfiorano i 15 cm. Gli stami, fusi alla base, formano un anello carnoso © Giuseppe Mazza

I fiori, splendidi, sfiorano i 15 cm. Gli stami, fusi alla base, formano un anello carnoso © Giuseppe Mazza

Si riproduce facilmente per seme, preventivamente tenuto in acqua per un giorno, in terriccio organico con aggiunta di sabbia silicea o agriperlite per un 30% mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C, con tempi di germinazione di 7-9 settimane, e per talea.

Specie di grandissimo valore orna- mentale, per il fogliame e soprattutto per i suoi grandi fiori, diffusa nelle zone di origine, dove viene coltivata spesso nei giardini familiari per i suoi frutti, ma poco nota altrove.

Coltivabile nelle zone a clima tropicale e subtropicale umido su suoli ben drenati ricchi di sostanza organica, acidi o neutri, mantenuti pressoché costantemente umidi, ma senza ristagni, in pieno sole o leggera ombra e al riparo dai venti.

Dove il clima non consente la permanenza all’aperto durante i mesi invernali può essere coltivata in contenitori capienti, dove può anche fiorire, per essere riparata in serre o giardini d’inverno spaziosi e luminosi, utilizzando un terriccio organico con aggiunta di sabbia silicea o agriperlite per un 30 % per migliorare il drenaggio; sia l’umidità ambientale che le temperature devono essere mediamente elevate, con valori minimi per queste non inferiori a 15 °C.

Il frutto è una pisside larga anche 10 cm. L'arillo che circonda i semi è commestibile © Giuseppe Mazza

Il frutto è una pisside larga anche 10 cm. L'arillo che circonda i semi è commestibile © Giuseppe Mazza

Le innaffiature devono essere regolari in estate, più diradate in inverno, ma senza fare asciugare completamente il terriccio. Le concimazioni, durante il periodo vegetativo, vanno effettuate preferi- bilmente con prodotti bilanciati a lenta cessione con aggiunta di microelementi.

L’arillo che circonda i semi, nutriente e con elevato contenuto di grassi, fosforo e vitamina A, viene consumato crudo o più frequentemente aggiunto a varie pietanze (zuppe, riso, carni ecc.), cui conferisce un colore e un sapore particolari. Il legno ha discrete caratteristiche di durezza, resistenza e lavorabilità ed ha una limitata utilizzazione nelle costruzioni.

Sinonimi: Pirigara superba Kunth (1825); Pirigara insignis Kunth ex Hemsl. (1880); Japarandiba superba (Kunth) Kuntze (1891).

 

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle LECYTHIDACEAE cliccare qui.