Hirundo rustica

Famiglia : Hirundinidae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

Hirundo rustica, Rondine comune

La rondine (Hirundo rustica) si riproduce solo nell’emisfero nord © Gianfranco Colombo

Pochi sanno che la festa di Halloween deriva probabilmente da un antico folklore greco dell’isola di Rodi.

Sembra che un tempo laggiù si celebrasse il rito del Kelidonismos (da khelidon = rondine) con una processione di ragazzi che travestiti da rondini giravano di casa in casa cantando filastrocche e questuando regali.

Chi donava dolcetti e pane alle “rondini” era salvato dalle terribili minacce che altrimenti li avrebbero colpiti. Molta attinenza con il “dolcetto-scherzetto” della festa anglosassone.

La rondine (Hirundo rustica) è forse l’uccello più popolare al mondo e nell’immaginario collettivo è senza dubbio la rappresentazione dell’amore di un essere verso la propria casa, per cui in tutte le tradizioni popolari anche tra le più antiche, le sue gesta da migratore sono più volte ripetute e raccontate attraverso la storia di popoli e di antiche civiltà.

Non è semplice elencare tutto ciò che riguarda la rondine. La storia, la letteratura, la musica, le leggende, le culture sembrano fortemente legate a questo minuscolo uccelletto che ha invaso il nostro mondo.

Ancora nella Grecia antica, la rondine era legata al culto della rigenerazione annuale, vista la coincidenza del suo arrivo con il risveglio della natura.

Anche l’attuale proverbio “Una rondine non fa primavera” o come dicono gli inglesi ed i tedeschi, forse per la diversa latitudine, “Una rondine non fa estate” (in inglese “One swallow does not make a summer”, in tedesco “Eine Schwalbe macht moch keinen Sommer”) è stato preso dallo stesso Aristotele, quando asseriva con altre parole il medesimo concetto: … come una rondine non fa primavera così un attimo di felicità non fa un uomo fortunato.

Ma anche Omero, Anacreonte, Esiodo, Aristofane, Plinio hanno dato il loro contributo con le loro opere così pure i musicisti classici dei secoli scorsi. La Bibbia stessa ne fa cenno, rammentando nel Salmo 84 sia il passero che la rondine che hanno trovato … “nelle nostre case il luogo dove crescere la loro progenie” … Molte volte poi ricordiamo frasi famose delle commedie di Shakespeare fermandoci alle parole che conosciamo senza dar seguito ad altre che ne completano il senso. Nel Riccardo III, ove cita il famoso … “il mio regno per un cavallo”… sogna anche di poter poi volare con le ali di una rondine.

I maschi precedono generalmente di qualche giorno le femmine per difendere il territorio.

I maschi precedono generalmente di qualche giorno le femmine per difendere il territorio accanto al loro abituale nido. La prima cosa da fare è raccogliere fango per aggiustarlo e così ogni anno cresce d’altezza © Gianfranco Colombo

Nei tempi più recenti chi non ricorda la Rondinella del poeta Tommaso Grossi studiata alle elementari come fosse musica, tanto era rima baciata: Rondinella pellegrina, che ti posi in sul verone, ricantando ogni mattina, quella flebile canzone … Oppure il nostro Pascoli con … ritornava una rondine al tetto, l’uccisero cadde tra spine …

Tradizioni più recenti vedono la rondine come emblema nazionale in Austria ed in Estonia dove identificano in questo uccello il loro cielo blu, simbolo di libertà e di felicità eterna.

Sempre secondo le tradizioni estoni chi uccide una rondine diventa cieco, molto simile ad alcune leggende locali italiane che addirittura mettevano a repentaglio la vita dei genitori o delle persone amate.

Una tradizione dei vecchi marinai inglesi era quella di tatuarsi una rondine sul braccio dopo aver superato il traguardo della 5.000 miglia di navigazione ed una seconda alle 10.000.

Avere una rondine tatuata addosso significava avere assicurato un buon ritorno a casa.

Ancora nel mondo anglosassone, danneggiare un nido di rondine nella propria fattoria significava portare il proprio bestiame a non produrre più latte od addirittura far smettere alle galline di deporre uova. Ecco il perché di tanta ansia nell’attesa del suo ritorno a primavera ed il desiderio di vederle nidificare sotto i propri tetti. È indubbio che questo fatto di tolleranza e benevolenza nei confronti di questo uccello, probabilmente attuato da tutte le popolazione del mondo antico, abbia portato la rondine ad essere fortemente legata al proprio sito di nidificazione consolidando la sua permanenza per periodi lunghissimi.

Coppa aperta a semicerchio, il nido è addossato ad una parete verticale quasi in contatto con il soffitto per creare un rifugio sicuro ed inaccessibile.

Coppa aperta a semicerchio, il nido è addossato ad una parete verticale quasi in contatto con il soffitto per creare un rifugio sicuro ed inaccessibile, sotto la benevola protezione dell’uomo perché questo suo ritorno al nido è associato da millenni nelle campagne alla fine della cattiva stagione © Gianfranco Colombo

Come vedremo, Hirundo rustica non abbandona mai il suo nido salvo che non venga distrutto il luogo dove è collocato o quando uno dei partner perda la vita.

A tal proposito non sono rari i casi di nidificazione nel medesimo nido per moltissimi anni di seguito e si riporta il ricordo di un’occupazione continua per ben 48 anni.

Piccole curiosità su questo volatile si sono poi aggiunte nel tentativo profano di dare spiegazioni tecniche a comportamenti che venivano spesso rilevati.

Quando una rondine vola bassa s’avvicina la pioggia, quando vola lenta ci sarà bel tempo, quando vola rapida e saettante il tempo cambia.

Si ha poi notizia dell’uso della rondine come portatrice di messaggi, come si fece per il piccione viaggiatore durante i due conflitti del secolo scorso. Si racconta che gli antichi romani già usassero le rondini come messaggeri.

Quinto Fabio Pittore durante la II Guerra Punica, usò una rondine portatagli di nascosto da un accampamento romano occupato dai Cartaginesi, per rimandarla con un messaggio che indicava agli amici della guarnigione occupata, il momento in cui avrebbe iniziato l’attacco liberatorio. Ancor più divertente di quel giocatore dell’antica Roma che abitando ben distante dall’Urbe, liberava non appena terminata la corsa al Circo Massimo, le rondini di casa che portava con sé durante le manifestazioni sportive tingendole con il colore del vincitore e comunicando in pochissimo tempo il risultato. Che siano leggende, storie o racconti non ci distolgono dalla principale caratteristica di questo uccello e cioè l’attaccamento al luogo natio. Home sweet home, dicono gli anglosassoni e noi “bentornata a casa rondinella”.

Nido di Hirundo rustica.

L’interno, tappezzato da piume e pagliuzze, contiene in genere 3-6 uova covate unicamente dalla femmina per 16-18 giorni © Museo Civico di Lentate sul Seveso

È ormai accertato che l’arrivo delle rondini non coincide più strettamente con l’inizio della primavera, visto il repentino cambio della situazione climatica del nostro mondo ma chi un giorno, chi un altro tutti si aspettano all’approssimarsi dell’equinozio di marzo, l’arrivo di questo gaio uccelletto che torna alla sua casa. Linneo più da scienziato naturalista che da buon osservatore, aveva sicuramente notato l’improvviso arrivo primaverile e la successiva repentina partenza autunnale della rondine ma non seppe mai dare una spiegazione plausibile e logica a questo fatto, ingarbugliando paradossalmente e proprio su questo uccello così vicino a noi, la matassa della migrazione. Si notava che all’approssimarsi dell’autunno, le rondini improvvisamente lasciavano i loro luoghi abituali e si riunivano nei canneti o sulle sponde dei corsi d’acqua, in immensi stormi per trascorrerci la notte.

I piccoli, imploranti cibo, vengono accuditi da entrambi i genitori con due, eccezionalmente tre nidiate nelle annate favorevoli

I piccoli, imploranti cibo, vengono accuditi da entrambi i genitori con due, eccezionalmente tre nidiate nelle annate favorevoli © Ernesto Francini

Poi d’improvviso al mattino erano tutte sparite e, come è naturale che accada, rimanevano accidentalmente alcuni cadaveri galleggianti sull’acqua di esemplari indeboliti o mancanti di forze. Basandosi su questi fatti e sul racconto che i pescatori riferivano, Linneo sostenne che le rondini svernassero ibernando sul fondo dei laghi e dei mari e che ricomparissero improvvisamente come erano sparite, all’approssimarsi della bella stagione. Tanto che qualcuno nelle fredde primavere riusciva a raccoglierne di infreddolite e bagnate, primi esemplari della migrazione, pensando che sortissero realmente dall’acqua dopo lo svernamento.

Hirundo rustica, Hirundinidae, Rondine comune

S’involano a circa tre settimane dalla nascita ma rimangono poi ancora dipendenti dai genitori per un lungo periodo, anche quando questi hanno già iniziato una nuova deposizione © Gianfranco Colombo

Impensabile che un naturalista di tale livello arrivasse a sostenere questo concetto, fatto sta che ancora nel 1835 l’Accademia Reale di Scienze di Stoccolma che non aveva mai condiviso le sue idee, offriva una ricompensa a chiunque riuscisse a portare una rondine in inverno. Naturalmente nessuno si presentò a riscuotere il sostanzioso premio.

Nel 1856 Svil Nellson con un suo trattato finalmente pose termine a questa leggenda e solamente nel 1912 si riuscì finalmente ad avere conferma del lungo viaggio di questo uccelletto, con la cattura in Sudafrica di una rondine inanellata in Inghilterra.

Prima che esistesse l’uomo, gli uccelli migratori volavano già da tempi immemori sulle terre e sui mari.

Così sin dalla storia antica il problema della migrazione aveva creato le più varie leggende ed interpretazioni, tanto che al tempo di Aristotele e di Plinio, anche se quest’ultimo più arguto in materia, si pensava ad un cambiamento morfologico della specie piuttosto che all’idea di un simile stravolgimento. Così il Codirosso (Phoenicurus phoenicurus), diventava d’inverno un Pettirosso (Erithacus rubecula) ed il Cuculo (Cuculus canorus) uno Sparviere (Accipiter nisus).

Infine si arrivò a dare una interpretazione più umana all’improvviso arrivo di certi uccelli che sparivano poi senza preavviso.

Si fece una distinzione fra gli uccelli di buono auspicio e quelli di cattivo presagio.

E così il Beccofrosone (Bombycilla garrulus) finì tra i peggiori visto che in tedesco lo chiamano Kriegvogel uccello della guerra ed in Olanda Pestvogel uccello della peste, altri tra gli indicatori meteorologici come la Strolaga minore (Gavia stellata) chiamata Rain goose = l’oca delle piogge, mentre la nostra rondinella ebbe riservata una maggiore considerazione visto che annunciava solo cose positive.

Una ultima considerazione sulla storia di questo uccello.

La racconta lo zoologo svedese Kai Curry-Lindahl nel suo libro degli anni’70 “Gli uccelli attraverso il mare e la terra” rammentando di una rondinella da lui inanellata in gioventù nel nido posto sotto il porticato della casa di vacanze estive in Finlandia, osservata per alcuni anni e poi sparita. Venne ritrovata anni dopo morente nel parco Tsavo in Kenya ed ora conservata, malamente imbalsamata, nel Museo Nazionale di Nairobi. Un uccelletto di 20 g che aveva volato ogni anno per decine di migliaia di chilometri su e giù per quei cieli.

Hirundo rustica, Hirundinidae, Rondine comune

Ecco la pappa al volo, e il genitore, occupatissimo, subito riparte © Gianfranco Colombo

Il destino e l’attività di questo naturalista lo portarono spesso e per tanti anni in quegli stessi luoghi, tanto da collaborare strettamente con le istituzioni kenyote sin dal 1974 e trascorrere la parte finale della sua vita vicino alla rondinella che aveva visto la sua gioventù.

La Rondine comune (Hirundo rustica Linnaeus, 1758) appartiene all’ordine dei Passeriformes ed alla famiglia degli Hirundinidae ed è in assoluto la rondine più comune e conosciuta al mondo.

Beh diciamo più comune e conosciuta perché ha invaso il nostro mondo e perché quando ritorna sotto i nostri balconi o porticati diventa improvvisamente familiare e urbanizzata ma è impensabile osservarla in Africa o in altri quartieri di svernamento pacificamente appollaiata sulla ringhiera di un balcone oppure su un carretto fermo in strada.

Laggiù la rondine è selvaggia, vive con gli elefanti e le giraffe rifuggendo, forse in meglio, la nostra furia occidentale sostituendola con la loro vicinanza e protezione. Si pensa siano oltre 200 milioni gli esemplari di questa specie che migrano ogni anno.

L’etimologia del nome scientifico proviene dal latino “hirundo” = rondine e “rustica” = rurale.

Essendo conosciuto in gran parte del mondo questo uccello è forse la specie con il maggior numero di nomi volgari appropriatamente assegnati, contrariamente ad altri ai quali è stato affibbiato un nome solo per necessità di letteratura anche da popolazioni che mai hanno avuto l’opportunità di vederli nel proprio ambiente.

Alcuni nomi europei: in inglese Barn Swallow, in Tedesco Rauchschwalbe, in spagnolo Golondrina Común, in francese Hirondelle rustique ed in portoghese Andorinha-das-chaminés.

Zoogeografia

Hirundo rustica è cosmopolita ed è presente in tutti i continenti. In Europa arriva ad occupare a nord totalmente la penisola scandinava ed in Asia evita solo la tundra artica.

A sud nidifica sulle coste mediterranee africane, in Medio oriente e seguendo la fascia a nord delle grandi catene montuose indiane, scende poi ad occupare totalmente la Cina fino a raggiungere l’isola di Formosa ed il Giappone. In America occupa gran parte del Canada, gli Stati Uniti ed il nord del Messico.

La rondine praticamente trascorre sei mesi estivi nell’emisfero boreale e l’inverno in quello australe mettendo in atto una delle migrazioni più massicce sul nostro pianeta.

I luoghi di svernamento sono molteplici e sembra che la stessa assiduità nel ritornare ai luoghi natii corrisponda anche alla scelta dei quartieri invernali.

Le rondini europee e parte delle asiatiche svernano in tutta l’Africa subsahariana mentre la grande popolazione asiatica sverna nel subcontinente indiano, nella penisola indocinese, in Indonesia e sulle coste nord dell’Australia. Le rondini americane svernano dall’America centrale raggiungendo la pampa argentina. Le grande traversate avvengono in grandi stormi a volte immensi preannunciate da assembramenti sui luoghi di partenza che hanno sempre meravigliato chiunque abbia avuto modo di osservarli.

Questi stormi si creano in pochissimi giorni ed in luoghi abituali come se ci fosse un appuntamento preciso in quel luogo e per quel giorno nel quale si affronterà poi la grande transvolata. Questa precisione ha dato luogo ad un arrivo quasi simultaneo in determinate aree ed una altrettanta esattezza nel giorno della partenza.

A “San Benedetto la rondine sotto il tetto”, recita un nostro vecchio adagio ed infatti in quasi tutta l’Europa continentale questa data viene ormai confermata da millenni con molta precisione.

Ricorrenza autunnale, per la fascia temperata dell’Europa, è il 20 settembre data nella quale quasi improvvisamente e tutte insieme le rondini spariscono dai nostri cieli.

Va ricordato che la risalita verso i quartieri estivi boreali è più lenta e progressiva di quella verso le zone di svernamento, in particolare per le popolazioni africane che lentamente già da gennaio iniziano la risalita verso nord attraversando l’intero continente africano e fermandosi nell’area della Rift Valley e del bacino del Nilo nella parte est e nei grandi bacini dell’Africa centrale ed occidentale nella parte ovest. Alla data prefissata, determinate le condizioni climatiche, ecco il grande sacrificio, chi costeggiando l’Atlantico, chi l’oceano Indiano, chi attraverso il Sahara e per la parte americana lungo il centro America, tutte scattano in questa corsa forsennata verso nord. Questa migrazione di massa purtroppo a volte è motivo di fortissime tragedie che portano a micidiali decimazioni di interi stormi di questi volatili.

I mesi primaverili sono per le zone temperate periodi di notevoli e repentini mutamenti delle condizioni climatiche, con improvvisi rigurgiti invernali, rapidi cambiamenti dei venti, inaspettate e violente piogge con forti diminuzioni delle temperature, una serie di avversità che per un animaletto di pochi grammi già assoggettato ad uno sforzo impietoso, risulta micidiale. Capita quindi che uno stormo di decine di migliaia di esemplari si trovi catapultato in mezzo all’oceano alla mercé dei venti od anche obbligato ad una sosta nel bel mezzo di un deserto quale il Sahara senza possibilità di trovare ristoro. Eppure il gran numero e la perseveranza di una intera popolazione fa sì che la sopravvivenza della specie venga sempre garantita.

Ecologia-Habitat

Nel periodo di nidificazione Hirundo rustica è la tipica abitante delle aree urbanizzate, delle campagne coltivate, delle fattorie, dei frutteti, delle aree ricche di acqua ed in ogni altro luogo dove risulti facile trovare il suo alimento essenziale, gli insetti. Ama luoghi con bassa vegetazione, praterie e campi ma nel contempo dotate di costruzioni aperte adatte al loro ricovero e nidificazione, come porticati, stalle, granai. Anche la presenza di fili elettrici o supporti artificiali od anche rami di alberi secchi aggettanti sulla loro area sono di estrema importanza per la loro presenza.

Giovane subadulto di Rondine comune

Giovane subadulto. Ha perso il contorno giallastro della bocca ed è autonomo © Gianfranco Colombo

La convivenza con l’essere umano sembra sia ormai consolidata da millenni, da quando l’uomo si è avvicinato all’agricoltura. Insieme ad esso ha usufruito delle continue innovazioni nella costruzione delle sue abitazioni nonché nello sviluppo di una attività agricola e di disboscamento che l’hanno fortemente favorita, con un’inaspettata abbondanza di cibo e di luoghi di nidificazione. Purtroppo rendendola anche pericolosamente dipendente.

Prima le rondini nidificavano in caverne, negli anfratti rocciosi e sui dirupi scoscesi, al giorno d’oggi solo a stretto contatto con l’essere umano tanto da subirne anche violenti decrementi quando sono state adottate nuove tipologie di agricoltura o di inurbamento repentino. Hirundo rustica ama l’essere umano ma raramente lo segue in città, lasciando il posto a due altre specie insettivore, il Balestruccio (Delichon urbicum) ed il Rondone (Apus apus).

L’habitat della rondine è comunque estremamente vasto e variabile e va dalle coste all’alta montagna fino ad oltre 3000 m d’altitudine nelle grandi catene asiatiche, sul Caucaso e in Nord America. Non ama invece foreste o aree fortemente alberate anche se ama sorvolarle alla ricerca del cibo, così pure i deserti notoriamente poveri di insetti.

Nel periodo invernale e durante le migrazioni la rondine cambia totalmente il suo aspetto sociale verso l’essere umano. Si è detto che nei quartieri invernali frequenta le savane, le paludi, i grandi laghi interni e le aree steppose sfruttando al massimo la ricerca del cibo e combattendo la fortissima pressione alimentare causata dalla sua sovrapposizione con le popolazioni locali di irundinidi.

Nelle aree di svernamento la vita sociale della rondine è alquanto accentuata, volutamente attuata allo scopo di una difesa comune contro gli aggressori e la sua presenza è sempre marcata da grandi stormi che vagabondano incessantemente per il territorio occupato per poi riunirsi la notte in immensi assembramenti di solito presso canneti o macchie boschive. È noto un sito in Nigeria che ospita 1,5 milioni di esemplari ed ancor più famoso e storico è un piccolo canneto vicino alla città di Durban in Sudafrica, dove d’inverno soggiornano circa tre milioni di rondini, circa il 8 % della totale popolazione europea.

Durante la nidificazione, come vedremo, Hirundo rustica mantiene sempre una forte socialità tra la specie anche se risulta più aggressiva ma è limitata ai componenti della colonia e delle popolazioni confinanti.

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A fine stagione la colorazione del dorso si fa più scura e la coda cresce divenendo progressivamente biforcuta © Gianfranco Colombo

La rondine è un insettivoro puro e si nutre di tutti gli insetti aerei considerato che la sua vita è quasi totalmente trascorsa sulle ali. Si nutre cacciando insetti al volo con peripezie e leggerezza incredibile, beve sfiorando la superficie dell’acqua planando con precisione, si lava a volte tuffandosi qualche cm sotto la superficie anche se preferisce scivolare letteralmente sulla stessa, si accoppia spesso in volo, nutre i piccoli già involati con surplace aerei. Mette i piedi a terra solo per raccogliere materiale per costruire il nido ed in queste occasione mostra quanto piccole ed inadatte alla vita terrestre siano le sue cortissime zampe.

Morfofisiologia

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È il momento d’apprendere col genitore tutte le astuzie del volo per una vita basata sulle ali © G. Colombo

Hirundo rustica è un uccelletto di circa 20 g, lungo meno di 20 cm dei quali fino a 7 di coda ed un’apertura alare che arriva a 35 cm.

Le ali sono tipiche dei migratori a lungo raggio e sono lunghe e strette e fortemente falchine.

La livrea vede la parte superiore di colore nero con riflessi bluastri e bronzei mentre la parte inferiore è totalmente candida. La fronte e la gola sono di colore rossastro delimitata da una linea nera a collare, ben definita. Il sottala evidenzia il bianco delle copritrici inferiori in contrasto con le superiori nere. La coda molto biforcuta, con le due penne esterne molto allungate e sottili, mostra nella parte inferiore delle macchie bianche allineate e trasversali.

Il becco è corto e largo e nasconde una bocca alquanto larga ed adatta per la cattura in volo di insetti. Non vi sono dimorfismi sessuali evidenti se non nella lunghezza della coda, leggermente più corta nella femmina e nei colori leggermente più vividi e rilucenti nel maschio.

I giovani si distinguono per la coda biforcuta quasi assente nei primi mesi di vita ed i contorni della bocca giallastri.

Per quanto attiene la lunghezza della coda sembra che le rondini nordiche abbiano misure maggiori di quelle che vivono negli areali più temperati, tuttavia la lunghezza è sempre identificativa dell’età, per cui generalmente più lunga la coda più anziano l’individuo.

Vale la pena di ricordare l’ennesima leggenda riguardante la macchia rossastra che la rondine porta sulla testa e gola. Gesù crocifisso aveva una spina della corona che gli era stata posta in testa dai suoi aguzzini che gli pungeva dolorosamente un occhio. Chiese allora ad un pipistrello che passava di toglierli questa spina ma l’animale fece finta di non capire. Passarono altri uccelletti e solo quella che sarà la nostra rondinella accettò di aiutarlo, strappando con forza la spina ma macchiandosi indelebilmente la gola con una goccia di sangue. “Possa tu essere benedetta, da ora in avanti nessuno più ti molesterà”. Sentenziò il Cristo !

La rondine è un insettivoro puro che si nutre di tutti gli insetti aerei che acchiappa agilmente al volo con peripezie e leggerezza incredibile.

La rondine è un insettivoro puro che si nutre di tutti gli insetti aerei che acchiappa agilmente al volo con peripezie e leggerezza incredibile © Gianfranco Colombo

Come consuetudine per gli uccelli con così vasti areali, anche per le rondini sono state classificate diverse sottospecie sulle quali spesso sono sorte controversie e differenti interpretazioni. Attualmente sono riconosciute sei sottospecie che mostrano alcune differenze nella livrea e nei diversi areali occupati.

Hirundo rustica rustica, la tipica specie Europea, dalle coste del Mediterraneo e dell’Asia fino alle catene Himalayane.

Hirundo rustica savignii, la specie residente nella Valle del Nilo.

Hirundo rustica gutturalis, dall’Himalaya al Giappone ed a sud fino all’Indonesia e Nuova Guinea.

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Per bere sfiora la superficie dell’acqua. Talora s’immerge anche per un bagno e riaffiora giocosa © Gianfranco Colombo

Hirundo rustica tytleri, della Siberia, Mongolia e nord Cina.

Hirundo rustica transitiva, tipica della Turchia, Libano ed Israele con una livrea molto più rossiccia.

Hirundo rustica erythrogaster, del Nord America.

La rondine è molto ciarliera in particolare nel periodo di nidificazione quando emette incessantemente la sua cantilena iniziando ben prima dell’alzata del sole e spesso continuando fino a tramonto inoltrato. Anche negli altri periodi e durante la migrazione emette d’abitudine un breve cinguettio di contatto con i suoi simili, più ancora accentuato quando riferito al preavviso che annuncia l’avvicinarsi di un pericolo.

Molto attenta e curiosa è un buon preavviso anche per gli altri uccelli che con lei convivono. Sa imitare anche facilmente il canto di altri passeriformi.

Il canto della rondine non è melodioso ma ingarbugliato e mancante di una parvenza armonica.

Nel tempo sono sorte molte leggende e favole nel tentativo di dare una giustificazione plausibile a questa carenza come se ci fosse una causa primordiale nel fatto che l’uccello più caro a noi umani non avesse oltre che la bellezza e l’eleganza, anche un bel canto.

Così si è passati da una leggenda tedesca che rammenta che la rondine era melodiosa un tempo ma che non essendo ascoltata da nessuno avesse ritenuto inopportuno continuare nei suoi gorgheggi.

Un’altra che è ricordata nelle Fiandre e nel Tirolo che parla delle rondini che durante l’agonia di Gesù si posarono sulla traversa della croce e continuarono a cantare così fortemente ed allegramente che divennero insopportabili per il Cristo morente. Fu così che da quel giorno furono condannate solo a chiacchierare e procurarsi il cibo in volo.

Un’altra leggenda anglosassone dice che la rondine, abituata ad appollaiarsi sulle staccionate vicine a donne che filavano, ha poi appreso a canzonarle ripetendo incessantemente questa frase: “My mistress has lost, my mistress has lost, her spool of red thread, her spool of red thread and her scissors” (La mia donna ha smarrito, la mia donna ha smarrito, il suo rocchetto di filo rosso, il suo rocchetto di filo rosso e le sue forbici).

Ripetuta velocemente non è altro che il suono onomatopeico del suo farraginoso canto.

Biologia riproduttiva

Le rondini hanno praticamente l’ossessione innata di ritornare al luogo natio e solo incidenti imprevedibili possono ostacolare questo loro desiderio. I maschi di Hirundo rustica precedono di poco le femmine sui luoghi di nidificazione occupando e difendendo il territorio in attesa dell’arrivo della femmina. È una specie monogama con coppie che durano per il periodo di nidificazione ma sono noti casi di poligamia tra le coppie senza che ciò modifichi i rapporti tra i partner. Scelto il luogo ed il nido, passano alcune settimane prima della deposizione, durante le quali la coppia rimane in loco occupando e difendendo accanitamente il territorio. Il nido, anche se preesistente, viene rinnovato di anno in anno, aggiungendo e rinforzando con del nuovo fango e rivestendolo poi all’interno con piume e materiale molto soffice raccolto in volo. Il nido è una coppa aperta a semicerchio costruita con fango frammisto con pagliuzze vegetali addossata ad una parete verticale quasi in contatto con il soffitto o la trave sovrastante e tale da creare un rifugio molto sicuro ed inaccessibile.

Hirundo rustica, Hirundinidae, Rondine comune

Nella prima metà di settembre si può assistere in Europa a grandi raduni prima della partenza per i quartieri australi © Gianfranco Colombo

Dopo anni di rinnovo a volte il nido è un cumulo sempre più alto e tale da dover essere abbandonato per mancanza di spazio in altezza. La rondine nidifica in colonie anche molto numerose non dimostrando in questo caso alcun attrito con le coppie vicine ma sfruttando l’aiuto della comunità per la difesa comune. Spesso in vecchie stalle ad altezze a volte inferiori ai due metri e ad appena poche decine di cm sopra le teste del bestiame, si possono vedere serie di nidi allineati a meno di 50 cm di distanza l’un l’altro in sicura armonia.

Hirundo rustica depone due volte l’anno ma in stagioni favorevoli si possono verificare anche tre nidiate. Vengono deposte da 3 a 6 uova, mediamente 4-5 che vengono covate unicamente dalla femmina per circa 16-18 giorni. Le uova sono di forma oblunga di colore crema con forte macchiatura rossastra nella parte più ampia. La costruzione del nido e la cura della prole vengono coordinati da entrambi i partner.

Hirundo rustica, Hirundinidae, Rondine comune

Ogni anno, a fine settembre, tutte le rondini sono scomparse. Un tempo, stando ai racconti dei pescatori, si pensava che passassero l’inverno nascoste, in ibernazione, sul fondo del mare o dei laghi. Anche Linneo non riuscì a trovare una spiegazione logica. Finalmente nel 1856 Svil Nellson pose termine a questa leggenda con un suo trattato e solo nel 1912 si riuscì ad avere conferma del lungo viaggio di questo uccelletto, con la cattura in Sudafrica di una rondine inanellata in Inghilterra © Agostino Codazzi

I piccoli si involano dopo circa tre settimane e rimangono dipendenti dai genitori anche quando la coppia ha già iniziato una nuova deposizione. L’assoluta indipendenza è abbastanza rapida anche se i giovani convivono con la famiglia fino alla migrazione. La rondine è soggetta a molti pericoli ed a una forte mortalità nel primo anno di vita, quando affronta per la prima volta una migrazione così lunga e perigliosa. Superata la prima fase di vita la rondine può vivere alcuni anni ma per le oggettive difficoltà che presenta la sua vita itinerante, non è da considerare una specie longeva.

Negli ultimi decenni tutte le popolazioni di rondini hanno subito cali vistosi a volte preoccupanti. Trascorso il periodo dell’uso del DDT nel quale la riduzione fu particolarmente grave e pesante, la situazione è rimasta purtroppo a livelli costantemente al ribasso per le rapide e vistose modifiche apportate dall’agricoltura nel mondo occidentale.

Hirundo rustica, Hirundinidae, Rondine comune

Eccole in piena muta nell’Emisfero Sud. Come recita il proverbio, il 21 marzo, per San Benedetto, la rondine sarà di nuovo a casa sotto il tetto © Gianfranco Colombo

La sparizione delle distese prative sostituite da una monocoltura intensiva, l’abbandono delle abitazioni rurali e la modernizzazione nell’allevamento del bestiame con modifiche strutturali agli immobili, ha ormai irrimediabilmente modificato l’habitat della nostra rondine rendendolo spesso per lei inabitabile. A questo va aggiunto il cambio climatico in corso che rende ancor più difficoltoso l’adeguarsi di questo uccello alle nuove condizioni. Molte sono le variabili che contribuiscono o ostacolano lo sviluppo di questa specie.

Si sperava che il dilatarsi delle stagioni nell’emisfero boreale potesse dare più tempo alla nidificazione di questi uccelli aumentando il numero dei nuovi nati ma al contrario si è accertato che estati più calde limitano la quantità di insetti disponibili per il loro nutrimento. Così pure le stesse difficoltà vengono riscontrate nei luoghi di svernamento, difficoltà a volte notevoli per la loro sopravvivenza. Hirundo rustica non è considerata a rischio ma è tenuta costantemente ed attentamente sotto controllo.

 

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