Ionopsis utricularioides

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Ionopsis utricularioides è un'epifita, raramente terricola, dell'America tropicale

Ionopsis utricularioides è un’epifita, raramente terricola, dell’America tropicale © Giuseppe Mazza

La specie è originaria delle foreste umide del Belize, Bolivia, Brasile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Galápagos, Giamaica, Guatemala, Guyana, Guyana Francese, Haiti, Honduras, Isole Cayman, Isole Sopravento Meridionali, Isole Sopravento Settentrionali, Messico (Campeche, Chiapas, Colima, Guerrero, Jalisco, Michoacán, Nayarit, Oaxaca, Quintana Roo, Tabasco, Veracruz e Yucatán), Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Porto Rico, Repubblica Dominicana, Suriname, Trinidad-Tobago, U.S.A. (Florida) e Venezuela.

Il nome del genere è la combinazione del sostantivo greco “ἴον” (ion) = viola (Viola sp.) e “ὄψις” (opsis) = aspetto, con riferimento alla forma del fiore; il nome specifico è la combinazione del nome del genere Utricularia e del suffisso greco “-οειδής” (-oeidés), da “εἶδος“ (êidos) = forma, aspetto, per la somiglianza dei fiori con quelli di alcune specie appartenenti al suddetto genere.

Nomi comuni: delicate ionopsis, delicate violet orchid (inglese); orquídea do café (Brasile); dancing ladies (Giamaica); angelitos (Porto Rico).

La Ionopsis utricularioides (Sw.) Lindl. (1826) è una specie epifita, raramente terricola, cespitosa, con pseudobulbi ellissoidi appiattiti, di 1-3 cm di lunghezza, spesso completamente nascosti dalle basi fogliari, provvisti o meno di una foglia apicale. Foglie basali, in numero di 2-4, da lineari-lanceolate a oblungo-lineari, di 3-15 cm di lunghezza e 0,6-1,8 cm di larghezza, coriacee, di colore verde spesso soffuso di bruno-rossastro in condizioni di elevata luminosità.

Infiorescenze dalla base dello pseudobulbo racemose o panicolate, lunghe 20-70 cm, erette o arcuate, portanti numerosi fiori di colore da bianco con venature rosa intenso e sfumature rosa, a rosa, lavanda o porpora. Sepali oblungo-ellittici, di 4-6 mm di lunghezza e 1-3 mm di larghezza, i due laterali uniti alla base a formare una cavità bilobata dietro il labello, petali oblunghi con apice ottuso o appuntito, di 5-7 mm di lunghezza e 3-4 mm di larghezza, labello obcordato, emarginato, con margine intero o crenulato, lungo 8-17 mm e largo 8-18 mm, provvisto di due tubercoli gialli alla base. Il frutto è una capsula ellissoide di 15-20 mm di lunghezza e circa 5 mm di diametro. Si riproduce per seme, in vitro, e divisione.

Una delle orchidee americane più diffuse dal lungo periodo di fioritura e dai delicati minuscoli fiori prodotti in abbondanza, richiede elevata luminosità, temperature medio-alte in estate, 20-32 °C, leggermente più fresche in inverno con minime preferibilmente non inferiori a 16 °C, elevata umidità ambientale, 75-90%, e aria mantenuta in costante movimento.
Innaffiature frequenti e abbondanti durante il periodo di crescita, utilizzando acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa, leggermente più distanziate in inverno, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato, e concimazioni mensili, dalla primavera all’autunno, utilizzando un prodotto bilanciato idrosolubile, con microelementi, a ¼ di dose di quella riportata sulla confezione.

Molto comune in natura, è apprezzata nel mondo orticolo per le ricche infiorescenze a lunga durata di 20-70 cm. Fiori bianchi a venature rosa intenso e sfumature rosa, ma anche varietà lavanda o porpora © Giuseppe Mazza

Molto comune in natura, è apprezzata nel mondo orticolo per le ricche infiorescenze a lunga durata di 20-70 cm. Fiori bianchi a venature rosa intenso e sfumature rosa, ma anche varietà lavanda o porpora © Giuseppe Mazza

Viene solitamente montata su tronchi, corteccia, zattere di sughero o di radici di felci arborescenti con un poco di sfagno alla base per mantenere l’umidità, meno frequentemente in vaso con composto molto drenante e aerato, che può essere costituito da frammenti di media pezzatura di corteccia (bark), di radici di felci arborescenti o di fibra di cocco, con eventuale aggiunta di inerti per migliorare il drenaggio. Trapianti e rinvasi vanno effettuati alla ripresa vegetativa solo quando è strettamente necessario e disturbando il meno possibile l’apparato radicale.

La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

Sinonimi: Epidendrum utricularioides Sw. (1788); Dendrobium utricularioides (Sw.) Sw. (1799); Ionopsis pulchella Kunth (1816); Iantha pallidiflora Hook. (1824); Cybelion pallidiflorum (Hook.) Spreng. (1826); Cybelion pulchellum (Kunth) Spreng. (1826); Cybelion utriculariae Spreng. (1826); Epidendrum crenatum Vell. (1831); Ionopsis pallidiflora (Hook.) Lindl. (1836); Ionopsis paniculata Lindl. (1836); Ionopsis tenera Lindl. (1836); Scaphyglottis pallidiflora (Hook.) Lindl. (1839); Cybelion tenerum (Lindl.) Steud. (1840); Ionopsis gardneri Lindl. (1851); Ionopsis zonalis Lindl. (1851); Ionopsis tenera var. effusa Lindl. (1852); Ionopsis tenera var. tomentosa Lindl. (1852); Ionopsis tenera var. violace a Lindl. (1852); Epidendrum paniculatum (Lindl.) Rchb.f. (1865); Ionopsis paniculata var. maxima L.Linden & Rodigas (1887); Epidendrum calcaratum Sessé & Moc. (1894); Ionopsis utricularioides f. latifolia Urb. (1903); Ionopsis utricularioides var. angustifolia Cogn. (1904); Ionopsis utricularioides var. parviflora Schltr. (1922); Epidendrum sessei Hoehne (1952); Ionopsis utricularioides var. virginalis L.C.Menezes (1993); Ionopsis utricularioides f. virginalis (L.C.Menezes) Christenson (1996).

 

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