Lamprotornis superbus

Famiglia : Sturnidae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

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Una bellezza rara e inaccessibile, privilegio di pochi ? Macché, l'invadente Lamprotornis superbus è comunissimo, sempre fra i piedi dei turisti di turno in tutta l'Africa orientale © Giuseppe Mazza

Non c’è da meravigliarsi se un uccello del genere si trovi ad avere un nome scientifico così eclatante, ripetuto poi da tanti nomi comuni che ne ricalcano le medesime caratteristiche.

Basta osservarlo anche frammisto ad altri uccelli con i quali condivide spesso diversi momenti della giornata, per capirne i motivi. Colori smaglianti con riflessi di una inusuale brillantezza che riflettono violentemente la luce solare quando vengono colpiti, mettendo in risalto tonalità inaspettate.

Lo Storno superbo, detto anche Storno splendente (Lamprotornis superbus Rüppell 1845), appartiene all’ordine dei Passeriformes ed alla famiglia degli Sturnidae e come dice il nome è sicuramente uno fra i più begli esemplari di questa famiglia.

L’immaginazione umana porta spesso a pensare che i più bei prodotti offerti dalla natura, siano essi animali o fiori, piante od uccelli, siano situati in posti reconditi, in angoli di mondo inaccessibili, lontano da dove viviamo ma spesso tutto questo è totalmente contraddetto.

Tipico è l’esempio di questo uccello che pur essendo considerato uno tra i più bei rappresentanti dell’avifauna, vive a stretto contatto con l’essere umano tanto da non temere la sua vicinanza e condividere il suo ambiente e la sua alimentazione. Provate a fare un picnic all’ombra di una bella acacia in Tanzania od in Kenya e dopo aver preparato per bene la tavola, perdere un attimo di vista il cibo.

Trenta secondi e sarete circondati da questi uccelli che impudicamente ed impunemente troveranno il modo di becchettare il vostro sandwich asportandone in un attimo tutto quello che è prelevabile quando poi non bere direttamente dal vostro bicchiere, qualsiasi bevanda contenga.

Un vero invasore della quotidianità umana anche se al di fuori dei centri abitati riprende la sua abituale vita di uccello selvatico, pascolando nella savana tra le grandi mandrie di erbivori.

Grande come un merlo, per niente intimorito dall'uomo, è il piccolo re dei ristoranti locali a cielo aperto © Gianfranco Colombo

Grande come un merlo, per niente intimorito dall’uomo, è il piccolo re dei ristoranti locali a cielo aperto © G. Colombo

L’etimologia del genere Lamprotornis deriva dal greco “lamprotes-lampros” = splendente, brillante e “ornis” = uccello mentre il nome specifico superbus arriva dal latino con significato di superbo.

Fino a pochi anni orsono questo uccello era classificato nel genere Spreo, un termine derivato dal nomignolo in lingua Afrikaans Spreuw e che il francese Levaillant aveva poi trascritto alla fine del settecento, in Spréo usato appunto nella precedente classificazione.

Altri nomi volgari sono: in francese Choucador superbe, in tedesco Dreifarben-Glanzstar, in spagnolo Estornino Soberbio, in olandese Driekleurige Glansspreeuw ed in inglese Superb Starling.

Zoogeografia

Uccello unicamente africano, lo storno superbo vive nella parte orientale del continente occupando in modo diffuso e sistematico la Somalia, l’Etiopia, il Kenya, l’Uganda, la Tanzania e la parte sudest del Sudan Juba. È residente e non è in alcun modo condizionato dalle stagione delle piogge o dai periodi di siccità, adattandosi alle situazioni ambientali del suo territorio in ogni condizione metereologica.

In natura è un insettivoro che non trascura semi e frutta, ma appena può banchetta con sandwich, dolci ed ogni avanzo di cibo umano, fino a bere nei bicchieri © Gianfranco Colombo

In natura è un insettivoro che non trascura semi e frutta, ma appena può banchetta con sandwich, dolci ed ogni avanzo di cibo umano, fino a bere nei bicchieri © G. Colombo

Ecologia Habitat

Lo storno superbo è un tipico abitante delle savane erbose con boschetti di acacia, con cespugli spinosi e con un suolo coperto di essenze che producono semi. Ama anche zone coltivate e nelle città e villaggi, i giardini, i parchi ed i piccoli orti.

Un gioiello della savana, che oggi cerca i luoghi antropizzati © Gianfranco Colombo

Un gioiello della savana, che oggi cerca i luoghi antropizzati © Gianfranco Colombo

Caratteristiche essenziali del suo habitat sono le zone aride e secche e mai con forte copertura boschiva o dense foreste e tantomeno aree umide od acquitrinose.
Non ama salire in altitudine e generalmente vive al di sotto dei 2000 m.

Come detto ama moltissimo frequentare le aree battute dal turismo, attività dalla quale ha ottenuto negli ultimi decenni un forte beneficio. Frequenta assiduamente i lodge nel bel mezzo dei parchi, i punti di ristoro ma anche bar e pubblici esercizi dove lo si vede gironzolare imperturbato tra i piedi degli avventori seduti ai tavolini.

Morfofisiologia

Lo storno superbo è realmente superbo nei suoi colori.
Ha la testa completamente nera punteggiata da occhi bianchissimi che risaltano in modo impressionante.

La gola, le spalle, le ali e la coda sono di un blu metallico brillante che riflette ogni sfumatura di colore non appena colpito dai raggi di luce. Così può divenire all’occasione un azzurro ceruleo poi passare improvvisamente ad un rossastro ramato, poi ad un nero cupo, ad un blu verdastro ed alla fine ritornare al brillante blu abituale. Sulle ali sono allineate delle macchie nerastre che formano due linee ben definite.

Il petto ed il ventre sono invece di un rosso ruggine molto contrastante con la copertura superiore ed è separato dalla gola da una ben definita collana bianca. Il sottocoda è invece bianco. Zampe e becco sono blu nerastre. Una vera tavolozza di colori.

Questo uccello, nella sua splendente livrea, può essere facilmente confuso con altre due specie con le quali condivide oltre che parte del territorio anche buona parte della livrea. Lo Storno di Hildebrandt’s (Lamprotornis hildebrandti) caratterizzato dal colore rossastro dell’occhio, dalla mancanza della collana bianca e dal petto leggermente più sbiadito. Lo storno di Shelley (Lamprotornis shelleyi) molto simile ma anch’esso con l’occhio aranciato e senza la collana oltre per la mancanza delle macchie nere sulle ali.

Non vi è distinzione fra i sessi. I giovani sia del superbo sia delle altre specie nominate, hanno colori molto più sbiaditi e poco definiti oltre che gli occhi scuri, una caratteristica che perderanno al raggiungimento della maturità, acquisendo il colore proprio degli adulti.

Il nido, talora rubato, è spesso un vistoso intreccio di rametti con apertura in basso su alberi inaccessibili © G. Mazza

Il nido, talora rubato, è spesso un vistoso intreccio di rametti con apertura in basso su alberi inaccessibili © G. Mazza

Lo storno superbo ha le dimensioni di un nostro merlo (Turdus merula) ed ha un’apertura alare prossima ai 30 cm, una lunghezza di circa 20 cm ed un peso di circa 60/80 g.

Etologia – Biologia riproduttiva

Lo storno superbo è insettivoro ma non manca di mangiare semi e frutti e avanzi di cibo delle attività umane.

Abitualmente è monogamo ma nella sua spiccata socialità spesso si crea una collaborazione familiare che vede la partecipazione di diversi aiutanti nel lavoro dei partner nel crescere la prole. È anche accertato che alcune volte la femmina si accoppia con diversi maschi creando appunto i presupposti per questa attività oltre che rafforzare la variazione genetica del gruppo.

Il nido viene costruito in luoghi tra i più diversi, usufruendo spesso di buchi in vecchi alberi, su bassi arbusti spinosi, sui rami penduli delle alte acacie e persino sulle pareti rocciose.

Rapina spesso nidi altrui buttando all’esterno il contenuto, uova include e prendendone arbitrariamente possesso. Quando è collocato in pertugi vengono portate erbe secche e piume mentre se collocato su alberi, viene prima costruito un involucro di rametti con un’entrata laterale spesso dal basso e ricoperto all’interno di materiale più soffice. Alla costruzione del nido partecipano spesso, oltre ai due partner proprietari, gli aiutanti collaboratori di cui accennato. Sullo stesso albero abitualmente vengono posti nidi di altri appartenenti al gruppo oltre che a quelli di altre specie di storni con i quali convive pacificamente.

Un giovane. I piccoli crescono in fretta e non è certo una specie in pericolo © Gianfranco Colombo

Un giovane. I piccoli crescono in fretta e non è certo una specie in pericolo © Gianfranco Colombo

Vengono deposte da 3 a 5 uova di color azzurro molto forte segnate da striature rossastre che vengono covate per circa 14 giorni dalla sola femmina. I piccoli rimangono nel nido per altre tre settimane ma restano legati ai genitori per molti altri giorni dopo l’involo.

Nei periodi di abbondanza di cibo, può portare a termine più di una covata annua.

Questi uccelli sono rumorosissimi e schiamazzano in continuazione per tutta la giornata, a volte accentuando le loro grida quando bisticciano con gruppi vicini od anche con i condomini del loro albero. Spesso queste turbolenze sono la causa della caduta a terra di uova ed a volte anche di piccoli ancora incapaci al volo. Quando arriva la quiete ed in particolare nelle ore centrali della giornata, lo storno superbo ama canticchiare melodiosamente sottovoce, come per rassicurare il gruppo e far ritornare la serenità. Oltre che rumoroso nel canto lo è anche nel volo per la conformazione particolare delle remiganti che emettono un forte fruscio durante il battito delle ali, un rumore avvertito anche da distante.

Terminato il periodo di nidificazione questo uccello si raduna in gruppi numerosissimi, formando stormi a volte di migliaia di esemplari che si radunano per trascorrere la notte in posti sempre abituali. È un uccello comune e ben diffuso nel suo areale per cui non è considerato specie a rischio.

Sinonimi

Spreo superbus Ruppell, 1845.

 

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