Lymantria dispar

Famiglia : Lymantriidae


Testo © Prof. Santi Longo

 

Lymantria dispar

Lymantria dispar ha un areale molto vasto che comprende gran parte dell’emisfero boreale. Appena sfarfallati, i maschi cercano subito un sito elevato dal quale, grazie sensibili antenne di tipo bipettinato, intercettano anche a grandi distanze le scie odorose attrattive dei feromoni sessuali emessi dalle femmine vergini © Jason McCombe

Lymantria dispar è il lepidottero defogliatore che, periodicamente, causa i maggiori danni al patrimonio boschivo di estesi territori euroasiatici, nord africani e americani nei quali è presente da tempi più o meno recenti.

Il nome generico Lymantria deriva, dal verbo greco lymàinomai che significa distruggere, richiama i gravi danni che arreca alle piante, mentre il termine specifico dispar, differente, diverso in latino, fa riferimento alla notevole differenza fra femmine e maschi adulti.

Zoogeografia

Lymantria dispar

Il loro colore varia dal castano scuro al grigiastro con strie a zig zag scure sulle ali anteriori © Roger Wasley (sinistra) e © Tim Stratford (destra)

Ormai praticamente cosmopolita, Lymantria dispar è ampiamente diffusa in Europa, nel Nord Africa e in quasi tutta l’Asia.

Nel 1868 Leopold Trouvelot introdusse nella città di Melford in Massachussetts, alcuni esemplari per tentare l’acclimatazione e l’ibridazione con il Baco da seta (Bombyx mori) al fine migliorare la produzione della seta e potenziare l’industria serica in Nord America.

Come era scontato lo sconsiderato tentativo di ibridazione fallì ma alcuni esemplari del lepidottero uscirono da una finestra del laboratorio, si acclimatarono e crearono un focolaio nei dintorni, da dove i loro discendenti, nell’arco di un trentennio, si diffusero in Nord America e nel 1890 le larve delle generazioni successive, causarono gravi defogliazioni fino ai dintorni di New York.

Lymantria dispar

Le candide femmine che li aspettano, sono pessime volatrici per il grosso addome colmo d’uova, ma si arrampicano su vari supporti per affidare al vento i loro messaggi © Tamás Nestor

In Eurasia sono state segnalate le seguenti tre sottospecie: Lymantria dispar dispar, Lymantria dispar japonica e Lymantria dispar hokkaidolensis.

L’analisi genetica ha consentito di accertare che le popolazioni presenti nell’Estremo Oriente sono diverse da quelle euro-americane. Alcuni loro ceppi, con femmine ottime volatrici e larve ancora più polifaghe, potrebbero arrivare in Occidente creando seri problemi a numerosissimi vegetali spontanei e coltivati. In Europa importanti pullulazioni si verificano frequentemente nei boschi dei Balcani e in quelli appenninici di alcune regioni italiane, nonché nelle quercete della Sardegna, della Sicilia, delle Prealpi, del Trentino e della Venezia Giulia.

Lymantria dispar

I maschi al contrario sono leggeri, e con un’apertura alare di 35-50 mm seguono facilmente in volo le scie odorose © Frans Eggermont

Ecologia-Habitat

Le larve sono polifaghe e vivono a spese di oltre 450 essenze forestali (Betula, Crataegus, Populus, Quercus, Ulmus, Salix, ecc.) e fruttiferi dei generi Malus e Prunus.

Occasionalmente sono state trovate anche su conifere (Larix, Picea) e in Sicilia una larva matura su Eucalyptus camaldulensis.

Negli anni in cui le popolazioni aumentano progressivamente (fase di progradazione) le larve causano estese defogliazioni soprattutto alle Querce (Sughera, Leccio, Roverella, ecc.).

Le latifoglie forestali, nelle aree gravemente infestate, dopo la defogliazione primaverile, che conferisce loro un assetto invernale, verso la fine dell’estate e in autunno, emettono una nuova vegetazione dando fondo alle riserve accumulate negli anni precedenti.

Pertanto, se gli attacchi si protraggono per più anni, le piante deperiscono e sono più soggette a malattie e agli attacchi di insetti lignicoli, che possono portarle a morte.

Le piante di Sughera a seguito di defogliazioni intense diminuiscono la produzione di sughero del 50%.

La pianta da frutto che subisce i danni maggiori è il Ciliegio (Prunus avium) a causa della defogliazione e della cascola dei frutti a seguito della recisione del picciolo da parte delle larve.

I frutti di pero, melo, susino, albicocco e pesco vengono erosi, più o meno superficialmente. Tali danni si verificano in impianti vicini a boschi di latifoglie boschive negli anni di gravi infestazioni.

Morfofisiologia

Una peculiare caratteristica degli adulti è il vistoso dimorfismo sessuale. I maschi hanno il corpo lungo 15-20 mm e le ali di colore variabile, dal castano, più o meno scuro, al grigiastro.

Lymantria dispar

Raggiunta la femmina il maschio emette degli odori afrodisiaci. Se questa è disponibile e risponde adeguatamente, avviene l’accoppiamento © Rui Andrade

Nel capo, le antenne hanno il flagello molto sviluppato e sono di tipo bipettinato con denti lunghi e sviluppati nei quali si trovano numerosi organi di senso detti sensilli.

Nelle ali anteriori sono presenti bande a zig-zag di colore bruno più o meno sfumate. L’apertura alare varia da 35 a circa 50 mm il che consente di effettuare lunghi voli seguendo le scie odorose emesse dalle femmine vergini.

Il corpo delle femmine è di colore biancastro e la sue dimensioni variano da 25 a 30 mm. Le antenne, di colore scuro, sono di tipo bidentato con denti corti tutti uguali. Le ali anteriori sono biancastre con quattro striature trasversali a zig-zag nere, spesso sfumate.

Lymantria dispar

Negli anni in cui gli adulti sono particolarmente numerosi, numerose femmine si ritrovano vicine nei siti più idonei alla ovideposizione © Kristof Zyskowski & Yulia Bereshpolova

L’addome è tozzo e ingrossato poiché contiene le numerose uova che si sono formate negli ovari; pertanto, esse non riescono a compiere lunghi voli e svolazzano o camminano tra la vegetazione dove attirano i maschi. Sull’addome sono presenti numerosi peli fulvi, utili per proteggere le uova nelle ovature.

Sono segnalati individui la cui metà del corpo presenta caratteri maschili e l’altra metà femminili. Tale fenomeno noto come ginandromorfismo si verifica anche in altri lepidotteri quando un individuo appartenente a una specie i cui sessi sono diversi, presenta parti del corpo con caratteri maschili e altre con caratteri femminili, a causa della non bilanciata distribuzione dei cromosomi nel corso di una divisione delle cellule embrionali.

Lymantria dispar

I maschi muoiono subito dopo l’accoppiamento, e le femmine più tardi, solo quando hanno ben coperto le uova deposte con strati di peli rossicci staccati dall’addome per proteggere l’ovatura dalle forti piogge © Dmitry V. Ivanoff

Le uova del diametro di circa 1 mm, hanno forma sferica appiattita ai poli. Vengono deposte, su più strati, in ovature dalla forma ovale, allungata e ricoperte di peli fulvi che la femmina stacca dal proprio addome che danno all’ovatura ultimata una consistenza feltrosa.

Il colore del corpo dei vari stadi larvali presenta una notevole variabilità; alcune forme sono quasi nere, altre sono grigio chiaro con vistosi tubercoli dorsali.

Le larve neonate hanno il corpo di colore nero sul quale sono presenti numerosi larghi peli aerostatici.

Le larve delle età successive hanno il capo di colore giallo-bruno; nel torace e nell’addome, di colore bruno, compaiono gradualmente aree colorate.

I ciuffi di setole presenti nel primo segmento del torace sono notevolmente sviluppati e diretti in avanti.

Le larve mature femminili hanno il corpo lungo circa 7 cm; quelle maschili hanno dimensioni minori.

Il colore fondamentale, in entrambi i sessi, è brunastro screziato di grigio e giallastro con sei tubercoli per segmento muniti di grossi ciuffi di setole. Nei primi cinque segmenti sono di colore blu mentre nei rimanenti sono rossi.

Le crisalidi dalla forma tozza, sono di colore bruno rossastro. La parte anteriore è arrotondata e più larga della posteriore che termina con un processo allungato dal quale si dipartono radi fili sericei secreti dall’eopupa per ancorarsi al supporto.

Se la densità di popolazione non è elevata le eopupe, restano isolate; mentre nelle fasi culminanti delle gradazioni, restano vicine e tessono attorno al corpo una rada trama di fili sericei nei quali restano inglobate esuvie larvali e foglie, e costituiscono, in tal modo, una sorta di ricovero sui rami, o attaccato al tronco, dal quale alcune possono accidentalmente cadere sulle foglie sottostanti o al suolo.

Etologia-Biologia Riproduttiva

La specie svolge una generazione annua e sverna da larva di prima età, all’interno dell’uovo.

Le larve giovani, sgusciano in primavera e nei primi due giorni restano vicine sull’ovatura; successivamente sono attratte dalla luce e raggiungono le parti più elevate ed esposte della chioma alle quali fissano un capo del filo sericeo, da esse secreto, lasciandosi penzolare nel vuoto e trasportare dal vento anche a notevole distanza.

Larve  svernanti all'interno delle uova. Larghe circa 1 mm, sono ricoperte dai peli fulvi che la femmina stacca dal proprio addome e danno all’ovatura una consistenza feltrosa

Larve svernanti all’interno delle uova. Larghe circa 1 mm, sono ricoperte dai peli fulvi che la femmina stacca dal proprio addome e danno all’ovatura una consistenza feltrosa © Christian Hugues

Lymantria dispar

Le larve neonate, generalmente nere, rimangono vicine sull’ovatura per circa due giorni. Attratte dalla luce, al terzo giorno si trasferiscono sulle parti alte della chioma dalla quale, penzolando al vento attaccate ad un lungo filo, raggiungono le piante dei dintorni dove conducono una vita solitaria divorando le foglie dell’ospite © Thomas Palmer

Le larve delle età successive sono attive nelle ore notturne durante le quali, con le potenti mandibole rodono le foglie risparmiando solo i piccioli.

Le larve di quarta e quinta età sono molto voraci e dopo aver defogliato la pianta ospite, vanno alla ricerca di cibo arrampicandosi spesso anche sui muri delle costruzioni entro le quali possono penetrare. Lo sviluppo larvale delle femmine si completa in circa due mesi, mentre quello dei maschi ha una durata minore.

Le eopupe raggiungono i siti nei quali completeranno la metamorfosi in una quindicina di giorni.

Lymantria dispar

Questo giovane bruco, esaurite le foglie, è sceso al suolo per trasferirsi su un nuovo albero © Gediminas Gražulevičius

Le crisalidi maschili, la cui vita larvale è stata più breve di quella delle femmine, impiegano più tempo a sfarfallare; pertanto l’epoca di comparsa dei due sessi è quasi coincidente.

I primi adulti sfarfallano a fine giugno; la loro densità raggiunge il culmine in luglio e si esaurisce in settembre.

Negli USA sono state segnalate due generazioni annue, con schiuse di uova anche nel corso dell’autunno.

I maschi sono attivi durante il giorno e spesso volano insieme; poco dopo essersi accoppiati muoiono mentre le femmine si esauriscono dopo aver completato l’ovatura.

I periodi di latenza, nel corso dei quali gli esemplari presenti non sono numerosi e in equilibrio con le risorse dell’ambiente, hanno una durata variabile da quattro a venti o più anni.

Durante la fase di latenza le femmine dopo l’accoppiamento e la fecondazione ovidepongono a varie altezze del tronco e dei grossi rami, mentre durante la progradazione le ovature vengono formate anche su foglie o supporti vari (pietre, anfrattuosità dei muri, ecc.) fino a 2 m dal suolo.

Negli anni in cui si raggiungono le più alte densità di popolazione le ovature si trovano sui tronchi ad altezza superiori ai due metri.

In ciascuna ovatura nelle fasi di culmine delle gradazioni sono presenti da 300 a 500 uova, mentre in quello di latenza e di progradazione il numero di elementi varia da 600 a 800 con punte di circa 2.000.

Esiste una stretta correlazione fra numero di uova e lunghezza dell’ovatura il cui diametro longitudinale varia da 3 a 6 cm, e quello trasversale da 1,5 a 2,5 cm.

Dopo 3-6 settimane dalla deposizione, all’interno del guscio, si formano le larve che restano in diapausa fino all’aprile-maggio dell’anno successivo, in coincidenza con l’emissione dei germogli che vengono rapidamente distrutti.

Le larve neonate dopo due giorni di vita comune si disperdono sulla chioma della pianta in cui sono nate o raggiungono piante più o meno vicine

Fino alla seconda età sono attive durante il giorno, successivamente si alimentano soprattutto al crepuscolo e di notte.

In giugno-luglio lo sviluppo larvale si completa in un periodo variabile da sei a dodici settimane.

Dalle crisalidi, dopo un periodo di due o tre settimane sfarfallano gli adulti.

Lymantria dispar

Le larve delle età successive sono dotate di un robusto apparato boccale. Sul primo segmento del torace sono presenti due lunghi caratteristici ciuffi di peli rivolti in avanti © Dmitry V. Ivanoff

Le fasi esplosive, dette di progradazione, possono interessare aree molto estese; nel 1982 nel Nord Est degli Usa sono stati invasi quattro milioni di ettari.

Il potenziale biotico della specie, dal quale dipende l’entità della defogliazione attesa, viene espresso come numero di uova deposte da una singola femmina e viene posto in relazione con la disponibilità di piante preferite. Tali elementi insieme al clima caldo e asciutto sono favorevoli all’avvio delle pullulazioni.

Nelle fasi durante le quali si raggiungono le più elevate densità di popolazione, dette di culmine della progradazione, aumenta il numero di ovature deposte nelle parti basse delle piante.

Lymantria dispar

Anche per evitare i predatori, le mobili e voraci larve di quarta e quinta età sono attive solo durante la notte e nelle giornate molto nuvolose © Robert Combes

Dai focolai d’infestazione le larve migrano in zone periferiche non interessate alle deposizioni dove i nemici naturali sono in numero limitato e dove l’alimento è abbondante. Se tali zone sono degradate la specie può mantenersi in elevate densità di popolazione per diversi anni.

In Sardegna gravi infestazioni e defogliazioni, si verificano ogni cinque o sei anni, in altre regioni dell’Italia centro-meridionale e in Sicilia ogni venti anni circa.

Di norma le pullulazioni hanno una durata variabile da due a quattro anni e cessano a causa di vari fattori di mortalità quali la competizione per l’alimento e i nemici naturali attivi soprattutto nelle fasi in cui la densità di popolazione è elevata.

Lymantria dispar

A maturità le eopupe vanno alla ricerca dei siti più adatti per appendersi a un supporto ed effettuare la metamorfosi © Tonci Maletic

Il monitoraggio delle popolazioni viene effettuato nei boschi e nei frutteti con apposite trappole, disponibili in commercio, innescate con il feromone di sintesi noto come Glycure, nome derivato dal nome comune Gypsy Moth, col quale è noto l’insetto.

Tale sostanza ha un potere attrattivo, nei confronti dei maschi, superiore a quello del feromone prodotto dalle femmine.

Tuttavia il loro impiego ai fini della lotta con il metodo delle catture massali, che presuppone l’attrazione e la cattura di oltre il 90% dei maschi presenti in una determinata zona, non ha dato risultati accettabili in termini di difesa delle piante, poiché non tutti i maschi entrano nelle trappole dove il feromone di sintesi è solo una delle componenti della miscela di sostanze emesse dalla femmina.

E inoltre alcuni maschi si accoppiano solo dopo che le femmine rispondono adeguatamente alle sostanze afrodisiache da loro emesse.

In natura numerosi agenti patogeni: Virus, Batteri, Funghi e Protozoi infettano il lepidottero provocando delle importanti epidemie, dette epizoozie.

Attivi predatori sono vari Uccelli, Roditori arboricoli nonché Coleotteri Dermestidi e Carabidi il più attivo dei quali è Calosoma sycophantha del quale, nella prima metà dell’800, Boisgiraud liberò alcuni esemplari a Poitiers per combattere una infestazione di Lymantria dispar sui pioppi; realizzando, in tal modo, uno dei primi interventi di lotta biologica effettuato in Europa.

Gli Imenotteri Ooencyrtus kuwanae e Anastatus bifasciatus parassitizzano le uova che si trovano negli strati più superficiali delle ovature; tuttavia, se queste vengono danneggiate dai predatori i suddetti parassitoidi possono raggiungere una elevata percentuale delle uova degli strati inferiori.

Più numerosi e importanti sono i parassitoidi delle larve, in particolare i Ditteri Tachinidi Exorista larvarum e Blepharipa pratensis nonchè l’Imenottero Braconide Apanteles portheriae le cui larve dopo essersi sviluppate all’interno del corpo della larva di Limantria impupano all’esterno in caratteristici bozzoletti.

Attivo parassitoide delle crisalidi è l’imenottero Braconide Brachymeria intermedia.

Lymantria dispar

Nella crisalide appoggiata su una foglia si notano il capo con la spiritromba, la forma delle ali e dei segmenti addominali © Rui Andrade

In Europa per la lotta biologica vengono impiegati formulati commerciali a base della tossina prodotta dal Batterio entomopatogeno Bacillus thuringiensis che causano elevate mortalità delle giovani larve.

Nel Nord America è stato individuato il fungo entomopatogeno Entomophaga maimaiga che ha decimato le popolazioni del Limantride ed è stato prodotto e commercializzato per interventi di controllo biologico nei boschi di latifoglie.

Sinonimi

Phalena dispar Linnaeus 1758, Ocneria dispar Grum-Grshimailo,1890; Liparis dispar Swinhoe,1923; Lymantria (Porthetria) dispar Schintlmeister, 2004.

 

→ Per nozioni generali sui Lepidoptera vedere qui.

→ Per apprezzare la biodiversità delle FARFALLE cliccare qui.