Malpolon monspessulanus

Famiglia : Lamprophiidae


Testo © Dr. Nicolò Pellecchia

 

Lungo anche 2 m, Malpolon monspessulanus è presente nella Liguria occidentale, il Sud-Est della Francia e dopo la Penisola Iberica, in Marocco e l’Algeria nord-occidentale.

Lungo anche 2 m, Malpolon monspessulanus è presente nella Liguria occidentale, il Sud-Est della Francia e dopo la Penisola Iberica, in Marocco e l’Algeria nord-occidentale © Giuseppe Mazza

Il Colubro lacertino o Colubro di Montpellier, Malpolon monspessulanus (Hermann, 1804), è un rettile ofidio appartenente all’ordine degli Squamata, famiglia Lamprophiidae che comprende circa 90 specie, diffuse principalmente in Africa.

È una famiglia di serpenti molto diversificata, ed è possibile osservare differenti adattamenti, da serpenti fossori a semi acquatici, che vivono in molte tipologie di ambienti, come montagne, deserti, foreste tropicali ed altri.

L’etimologia dell’epiteto generico Malpolon non è del tutto chiara, ma è comunque possibile formulare almeno due ipotesi.

Malpolon monspessulanus ha grandi occhi con pupilla rotonda e squame cefaliche molto sporgenti, che formano un minaccioso sopracciglio.

Ha grandi occhi con pupilla rotonda e squame cefaliche molto sporgenti, che formano un minaccioso sopracciglio © Fernando Iglesias

La prima si riferisce alla derivazione da un dialetto Tamil, popolazione dello Sri Lanka, dove questo termine indicherebbe una specie di serpente.

Malpolon sarebbe stato per la prima volta utilizzato da due naturalisti del ‘600, John Ray e Albertus Seba, precedentemente all’introduzione della nomenclatura binomia operata da Linneo, e venne in seguito adottato da Fitzinger nel 1826 per la descrizione del genere.

La seconda ipotesi deriva il nome generico dal latino “mal”, cattivo e dal greco “πόλος” (pólos), asse, palo, palo cattivo, ad indicare la posizione eretta assunta dal serpente per controllare l’ambiente circostante ed il suo carattere aggressivo.

Malpolon monspessulanus si può trovare in vari ambienti fino a oltre 2000 m d’altitudine. Preferisce i terreni asciutti e rocciosi, come la gariga, ma si adatta bene ad aree antropizzate o di campagna.

Si può trovare in vari ambienti fino a oltre 2000 m d’altitudine. Preferisce i terreni asciutti e rocciosi, come la gariga, ma si adatta bene ad aree antropizzate o di campagna © Fernando Iglesias

L’epiteto specifico monspessulanus deriva dal latino, ed è una forma per indicare la città di Montpellier, località di provenienza dell’esemplare descritto da Hermann.

Ad oggi il genere Malpolon presenta tre specie, il Serpente orientale di Montpellier (Malpolon insignitus), il Falso cobra (Malpolon moilensis) ed il Colubro lacertino (Malpolon monspessulanus).

Zoogeografia

Qui si drizza in un orto accanto ad un recinzione per vedere se ci sono pericoli o prede. Malpolon monspessulanus caccia lucertole, gechi, luscengole, orbettini, serpenti, piccoli mammiferi e uccelli.

Qui si drizza in un orto accanto ad un recinzione per vedere se ci sono pericoli o prede. Caccia lucertole, gechi, luscengole, orbettini, serpenti, piccoli mammiferi e uccelli © David Fischer

L’areale di Malpolon monspessulanus comprende a Nord la parte occidentale della Liguria e il Sud-Est della Francia, per poi scendere lungo la Penisola Iberica, fino al Marocco e  l’Algeria nord-occidentale.

Ecologia e habitat

È una specie che frequenta un ampio range altitudinale, tra il livello del mare e i 2160 metri. Preferisce terreni asciutti e rocciosi, ma si adatta bene a diversi ambienti di tipo mediterraneo. Non è raro osservarlo anche in aree antropizzate o di campagna, come terrazzamenti coltivati a vite o ulivo.

Malpolon monspessulanus fa parte dei serpenti opistoglifi, quelli cioè con i denti veleniferi scanalati posti in fondo alla mascella, ed quindi poco pericoloso per l’uomo, tanto più che il veleno ha un’azione decisamente lenta che va da 24 a 48 ore.

Fa parte dei serpenti opistoglifi, quelli cioè con i denti veleniferi scanalati posti in fondo alla mascella, ed quindi poco pericoloso per l’uomo, tanto più che il veleno ha un’azione decisamente lenta che va da 24 a 48 ore © Noham Trigaud

Il suo periodo di attività è principalmente tra aprile e ottobre, con picchi massimi osservati generalmente in maggio e settembre.

È un serpente tipicamente diurno, ma nei mesi più caldi tende a diventare crepuscolare e notturno.

Sono dei predatori agili e veloci. Predano seguendo diversi stili, come l’agguato, l’inseguimento o la ricerca attiva della preda.

Per uccidere la preda utilizza il veleno, che ha un’azione lenta, tra le 24 e le 48 ore.

La sua alimentazione è composta principalmente da altri rettili, soprattutto lucertole, ma anche gechi, luscengole, orbettini o altri serpenti. Oltre a questi il colubro lacertino si nutre di piccoli mammiferi e uccelli.

Tra i principali predatori di questa specie troviamo diversi mammiferi, come la volpe o il cinghiale, e i rapaci.

Morfofisiologia

È un serpente di dimensioni importanti, con forma allungata e muscolosa.

I maschi, che si accrescono fino a 181 cm, sono più grandi delle femmine che arrivano a misurare 108 cm di lunghezza. In casi eccezionali alcuni individui superano i due metri, fino a 250 cm.

Presenta una colorazione variabile. Tra i serpenti paleartici è la specie che presenta il più forte dimorfismo sessuale.

Le femmine ed i giovani hanno una colorazione bruno grigiastra, alternata da macchie più o meno scure accostate alle volte anche da tonalità rossastre.

In età adulta i maschi assumono una colorazione che può variare dal grigio al verde olivastro o brunastro. In entrambi i sessi, ma più tipica dei maschi, è la presenza di una macchia a forma di sella sul collo di colore scuro.

Un altro carattere di dimorfismo sessuale è il colore del ventre, a fondo bianco-giallastro, che è molto più macchiato nelle femmine che nei maschi.

Vi è un forte dimorfismo sessuale. Le femmine, più piccole, non hanno la colorazione verde oliva o brunastra dei maschi, ma una livrea a macchie scure enfatizzate da tratti chiari su un fondo grigio rossastro. Possono deporre, secondo la taglia, da 4 a 18 uova, in luoghi umidi e soleggiati, nella lettiera, o sotto tronchi e grandi massi.

Vi è un forte dimorfismo sessuale. Le femmine, più piccole, non hanno la colorazione verde oliva o brunastra dei maschi, ma una livrea a macchie scure enfatizzate da tratti chiari su un fondo grigio rossastro. Possono deporre, secondo la taglia, da 4 a 18 uova, in luoghi umidi e soleggiati, nella lettiera, o sotto tronchi e grandi massi © Justin llee

La colorazione delle femmine è più evidente già dalla giovane età, permettendo quindi una distinzione del sesso anche prima del raggiungimento della maturità sessuale dell’individuo.

Il colubro di Montpellier ha due grandi occhi con pupilla rotonda, sopra i quali si trovano delle squame cefaliche molto sporgenti, che sembrano formare un sopracciglio.

Le squame sul dorso presentano un solco, e sono disposte in 19 file.

È un serpente opistoglifo, in quanto presenta i denti veleniferi nella zona più arretrata delle mascelle.

La sottospecie Malpolon monspessulanus saharatlanticus, presente in Marocco e nel Sahara occidentale, ha spesso una livrea molto scura.

La sottospecie Malpolon monspessulanus saharatlanticus, presente in Marocco e nel Sahara occidentale, ha spesso una livrea molto scura © Karim Chouchane

Questi denti sono scanalati per poter incanalare il veleno durante il morso.

Data questa disposizione dei denti i serpenti opistoglifi hanno difficoltà ad avvelenare prede di grandi dimensioni, motivo per il quale in generale non sono ritenuti pericolosi per l’uomo. Al contrario, con prede di piccole dimensioni, riescono ad essere molto efficienti, riuscendo a spostarle subito nella parte posteriore della bocca.

Etologia e biologia riproduttiva

Malpolon monspessulanus è una specie ovipara. Il periodo degli amori inizia solitamente in aprile e termina a giugno.

Un giovane, mentre si riscalda al sole. La sua livrea a macchie nere è molto simile a quella femminile.

Un giovane, mentre si riscalda al sole. La sua livrea a macchie nere è molto simile a quella femminile © Fernando Iglesias

Durante questo periodo i maschi cercano attivamente le femmine, e combattono con altri conspecifici.

La femmina depone dalle 4 alle 18 uova, a seconda delle dimensioni corporee, in luoghi umidi e soleggiati, come tronchi, lettiera o grandi massi. In rari casi sono state osservate uova e giovani in grandi gruppi, il che indica un tipo di nidificazione coloniale.

Da alcune osservazioni sembra che i maschi di colubro lacertino marchino il territorio con dei segnali chimici, per impedire ad altri maschi di avvicinarsi alla propria partner. I maschi che entrano nel territorio della coppia vengono morsi, o in alternativa si scontrano in combattimenti rituali. È stato osservato inoltre che i perdenti possono rimanere nel territorio, fungendo da aiutanti del maschio dominante, difendendo l’area mentre lui è in giro.

Questo ha appena acchiappato una lucertola che si difende mordendolo al collo, ma è senza scampo perché l’ha spostata in fondo alla bocca dove si trovano i denti veleniferi.

Questo ha appena acchiappato una lucertola che si difende mordendolo al collo, ma è senza scampo perché l’ha spostata in fondo alla bocca dove si trovano i denti veleniferi © Aitor Freire Astray

È un serpente molto vigile, e presenta un atteggiamento di vedetta per monitorare i suoi dintorni. Di tanto in tanto si solleva e inizia a muovere la testa verso tutti i lati, per scrutare eventuali predatori all’agguato.

Appena percepisce la presenza di un predatore fugge molto velocemente. Se non riesce a scappare prova a minacciare il predatore sollevandosi, mentre produce un forte sibilo, gonfia la sua testa e comprime la zona del collo.

Il colubro lacertino è una specie abbastanza comune in tutto il suo areale, e le popolazioni sembrano essere stabili. Le principali minacce per questa specie sono legate all’uomo, come le strade, o i pozzi abbandonati in cui cadono, molto frequente soprattutto in Marocco.

Esuvia quasi intatta della muta di un adulto. Se la trovate lungo un sentiero c’è un Malpolon monspessulanus nei dintorni. Ma niente paura, lo vedrete scappare veloce.

Esuvia quasi intatta della muta di un adulto. Se la trovate lungo un sentiero c’è un Malpolon monspessulanus nei dintorni. Ma niente paura, lo vedrete scappare veloce © Giuseppe Mazza

Malpolon monspessulanus figura nella categoria (LC, Least Concern), cioè come “Minima Preoccupazione”, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.

Sinonimi

Coluber monspessulanus Hermann, 1804; Natrix lacertina Wagler, 1824; Coluber rupestris Risso, 1826; Rhabdodon fuscus Fleischmann, 1831; Psammophis lacertina Schlegel, 1837; Coelopeltis lacertina Eichwald, 1841; Coluber monspeliensis Gervais, 1848; Caelopeltis lacertina Boettger, 1876; Caelopeltis lacertina Boettger, 1879; Coelopeltis monspessulana neumayeri Boettger, 1889; Coelopeltis lacertina Boulenger, 1887; Coelopeltis monspessulanus Boulenger 1896; Malpolon monspessulanus Mertens & Müller, 1928.

 

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