Mesoacidalia aglaja

Famiglia : Nymphalidae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

La Mesoacidalia aglaja non ha, nella fascia postdiscale, le tipiche macchie argentee con contorno rosso presenti nella Fabriciana adippe e la Fabriciana niobe © Giuseppe Mazza

La Mesoacidalia aglaja non ha, nella fascia postdiscale, le tipiche macchie argentee con contorno rosso presenti nella Fabriciana adippe e la Fabriciana niobe © Giuseppe Mazza

La Aglaia (Mesoacidalia aglaja Linnaeus, 1758) appartiene all’ordine dei Lepidoptera e alla famiglia dei Nymphalidae.

In questa famiglia vengono abitualmente incluse più di 6.000 specie di farfalle sparse in tutto il mondo, per cui è ritenuta la più consistente fra quelle che raggruppano i lepidotteri diurni.
Difficile riconoscere questa specie osservando solo il disegno sulla faccia superiore delle ali. La forte somiglianza con Fabriciana adippe e Fabriciana niobe la rendono praticamente indistinguibile.

Si differenzia da Fabriciana adippe per la faccia inferiore dell’ala posteriore di solito più soffusa di verde e per le macchie argentee più piccole. Inoltre per la mancanza di macchie argentate con contorno rossastro nell’area postdiscale, presenti invece sia in Fabriciana adippe che in Fabriciana niobe.

Fabriciana niobe presenta una sfumatura di verde solo nell’area basale ed una macchia biancastra con puntino nero nella cella, mancante nelle altre due specie.

La Mesoacidalia aglaja ha un volo rapido e si trova abitualmente in aperta campagna e occasionalmente nei boschi.

Il nome scientifico del genere è stato più volte modificato nel corso degli anni (vedere i sinonimi) e tuttora mantiene questa variabilità.

Sebbene molti autori considerino Mesoacidalia il genere a cui assegnarla, altri la collocano tra le Argynnis.

“Mesoacidalia” deriva dall’unione di due termini, dal greco “mesos” = nel mezzo e Acidalia, celebre fonte della Grecia antica presso Orcomeno di Beozia dove si bagnava Venere insieme alle tre Grazie. Per l’etimologia del termine Argynnis vedere Argynnis paphia. “Aglaja”, il nome dato alla specie, è riferito invece ad una delle tre Grazie. I nomi volgari europei sono alquanto diversi ma tutti danno una indicazione di eleganza a questa bella e colorata farfalla ed in alcuni casi fanno diretto riferimento al colore verde ed argento che compare nella sua livrea: in Inglese Dark Green Fritillary; in Francese Grand nacré; in Tedesco Grosse Perlmutterfalter; in Olandese Grote Parelmoervlinder; in Catalano Argentada de muntanyia.

Zoogeografia

È assai diffusa in tutta Europa fino a Capo Nord, raggiungendo la Cina ed il Giappone attraverso tutta la fascia temperata dell’Asia. È presente anche se non molto diffusa nel Nord Africa ma manca in Sardegna, Corsica e diverse isole del Mediterraneo. In Inghilterra è spesso localizzata nelle pasture erbose interne mentre è molto comune sulle coste.

Raggiunge i 6 cm d'apertura alare ed è fra le più grandi fritillarie dopo l'Argynnis paphia © Giuseppe Mazza

Raggiunge i 6 cm d’apertura alare ed è fra le più grandi fritillarie dopo l’Argynnis paphia © Giuseppe Mazza

Al contrario della pafia che ha un habitat ideale legato ai boschi, la aglaya vive quasi esclusivamente nelle praterie erbose transitando solo casualmente in zone alberate. È una farfalla che mantiene costantemente il territorio per lunghi periodi e la si può ritrovare immancabilmente ogni anno nello stesso luogo.

È presente dal livello del mare fino ai 1.500 metri d’altitudine ed in stagioni favorevoli anche a quote più elevate, trovando l’habitat ideale tra i 300 e i 800 m slm.

Morfofisiologia

La Mesoacidalia aglaja è una farfalla con una discreta apertura alare raggiungendo anche i 6 cm ed è tra le più grandi fra tutte le fritillarie pur risultando notevolmente più piccola della paphia.

Ha colori aranciati/dorati brillanti sulla faccia anteriore delle ali, con macchiettature e striature nerastre intervallate da alcune macchie nere perfettamente tonde e con lunette di diverse misure che contornano i bordi di entrambe le ali. Ha antenne ben sviluppate e robuste di colore marrone giallastro, con vertice scuro appiattito ed arrotondato.

Sul verso dell’ala anteriore si ripropongono disegni più o meno accentuati di colore nero, su sfondo aranciato di minor intensità e con una leggera velatura verdastra sull’apice. Sul verso dell’ala inferiore i disegni scompaiono sostituendosi con macchie argentee ben definite e brillanti, su uno sfondo verdastro accentuato. Su tutto il bordo sono presenti piccole lunette argentate più ridotte di quelle della Fabriciana adippe, la specie più simile e confondibile. Come detto, la aglaia manca inoltre nella fascia postdiscale, delle piccole macchie argentee contornate di rosso che distingue la adippe e la niobe, caratteristica essenziale per la determinazione.

Ha un solo ciclo riproduttivo annuale con bruchi dalla caratteristica livrea nera con bande bianche. Nascono in settembre e dopo l'ibernazione se ne stanno ben nascosti durante il giorno nutrendosi solo di notte © G.Mazza

Ha un solo ciclo riproduttivo annuale con bruchi dalla caratteristica livrea nera con bande bianche. Nascono in settembre e dopo l’ibernazione se ne stanno ben nascosti durante il giorno nutrendosi solo di notte © G.Mazza

Vi è un leggero dimorfismo tra i due generi, in quanto il maschio mostra in modo più evidente sulla faccia superiore delle ali, i colori aranciati che nella femmina risultano parzialmente attenuati.

Vola nei mesi più caldi, da giugno sino ad agosto inoltrato e come in tutte le fritillarie ama una molteplicità di fiori, tra i quali Buddleja, Aster, Zinnia e Rubus.

Ha movimenti rapidi ed un volo possente che interrompe improvvisamente non appena avvista un fiore di suo gradimento. Farfalla vivacissima e con volo nervoso e non sempre facile da avvicinare e da osservare, neppure quando in alimentazione.

Biologia riproduttiva

È una specie monovoltina. I bruchi della aglaya sono facilmente distinguibili da quelli della pafia, molto più di quanto non siano le stesse farfalle.

Sono neri con due linee bianche parallele che corrono sul dorso e con fianchi punteggiati da macchie rosse contornate da piccole spine nerastre. Anche la testa è di colore nero. I bruchi nascono nel mese di settembre ed ibernano quando sono ancora molto piccoli e non iniziano ad alimentarsi se non alla primavera successiva. Durante il giorno rimangono nascosti ad una certa distanza dalla pianta nutrice e si muovono solitamente al calare del buio per raggiungere il luogo di alimentazione. La crescita primaverile è progressiva e costante ma piuttosto lenta se confrontata con le piccole fritillarie. Le larve si impupano per una metamorfosi di circa 15/20 giorni.

Pianta ospite: Viola palustris e Viola tricolor ma anche altre specie del genere Viola.

Sinonimi

Papilio aglaja Linnaeus, 1758; Papilio pasinhoe Linnaeus, 1767; Papilio charlotta Haworth, 1802; Argynnis aglaja Wahlberg; Speyera aglaja Speyer, 1880.

 

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