Nephila pilipes

Famiglia : Nephilidae

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Testo © Prof. Giorgio Venturini

 

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Il Ragno tessitore dalla ragnatela dorata o Ragno tigre (Nephila pilipes ) è presente nelle regioni settentrionali dell'Australia, Nuova Guinea e diverse aree dell’Asia tropicale © Giorgio Venturini

Il Ragno tessitore dalla ragnatela dorata o Ragno tigre (Nephila pilipes Fabricius, 1793) è principalmente noto col nome inglese di Golden orb weaving spider o Tiger spider.

Il genere Nephila comprende circa 150 specie a diffusione cosmopolita, con specie presenti nelle regioni calde di Asia, Africa, Australia e Americhe.

Questi ragni sono caratterizzati in genere dalle grandi dimensioni delle femmine, dalla forma allungata del corpo, dalle zampe lunghe e dalla colorazione variopinta.

La specie Nephila pilipes, che comprende circa 9 sottospecie, appartiene all’Ordine Araneae ed alla Famiglia Nephilidae.

Il genere Nephila è il più antico dei generi di ragni oggi viventi, come dimostrato da esemplari fossili datati a circa 165 milioni di anni.

Il nome viene dal greco νεω (neo) = filo, tesso + φίλεω (fileo)= amo; quindi che ama filare, in riferimento alle grandi ragnatele; mentre il nome specifico pilipes nasce dal latino “pilum” = giavellotto e “pes” = piede, quindi con le zampe allungate a forma di giavellotto.

Zoogeografia

La Nephila pilipes è presente in Australia, soprattutto nelle regioni settentrionali, in Nuova Guinea e in diverse aree dell’Asia tropicale.

In Australia le femmine di Golden Orb sono i ragni più famosi: enormi e molto vistose tendono le loro spettacolari ragnatele dorate ben in vista in spazi aperti. In Australia è presente anche le specie Nephila plumipes e Nephila edulis, molto simili.

Il nome “edulis” in latino significa commestibile, il riferimento al fatto che gli Indigeni della nuova Caledonia la mangiavano. In realtà però non soltanto N. edulis ma anche diverse altre specie di Nephila vengono consumate arrostite sul fuoco.

Ecologia-Habitat

Il ragno tigre vive nelle foreste asciutte e nelle boscaglie, sulle dune costiere e nelle foreste a mangrovia.

È uno dei più grandi ragni conosciuti. La femmina ha un corpo di circa 5 cm e supera con le zampe i 15 cm © Giorgio Venturini

È uno dei più grandi ragni conosciuti. La femmina ha un corpo di circa 5 cm e supera con le zampe i 15 cm © Giorgio Venturini

Morfofisiologia

Nephila pilipes, insieme alla Nephila plumipes, molto simile, è uno dei più grandi ragni conosciuti, con la femmina il cui solo corpo può superare la lunghezza di 5 cm, per una lunghezza totale di oltre 15 cm (il più grande esemplare noto di Nephila è una femmina di N. plumipes, raccolta nel Queensland, con il corpo lungo 6,9 cm).

La colorazione del corpo è variabile dal grigio-argento al bruno al violaceo, con le evidenti filiere nere. Le zampe sono nere con delle bande gialle molto evidenti in prossimità delle articolazioni (da cui il nome di “ragno tigre”) che disegnano delle ginocchia. L’ultimo segmento delle zampe (tarso) è molto allungato, da cui il nome pilipes (piedi a giavellotto). La forma del corpo è cilindrica allungata negli esemplari giovani, mentre quando l’opistosoma è pieno di uova assume un aspetto globoso. Caratteristico di questa specie è il colore giallo e rosso dei palpi, con l’ultimo segmento nero, e la assenza, nelle femmine adulte, di ciuffi di peli sulle zampe, presenti invece nelle forme giovanili. Lo sterno è in genere nero. Specie simili come Nephila plumipes, presentano i ciuffi di pelo sulle zampe anche nell’adulto.

Il maschio è molto più piccolo, (circa 5 mm) e di colore bruno rossiccio, con l’opistosoma piriforme e le zampe più scure o nere che presentano in genere delle anulazioni rossastre.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Tra tutte le ragnatele, quella del ragno tigre è la più grande e resistente ed è una struttura complessa, con una rete adesiva a maglie sottili sospesa tra reti non adesive con funzione di barriera protettiva.

È stato recentemente scoperto che la tela di alcune Nephila contiene delle sostanze repellenti per le formiche che proteggono la struttura. La porzione principale della rete, circolare, può avere un diametro superiore al metro, mentre i cavi di ancoraggio possono essere molto più lunghi. Quando una preda incappa nella ragnatela i fili possono allungarsi di quasi tre volte senza spezzarsi e assorbono quindi l’energia cinetica dell’insetto anche in caso di prede pesanti e veloci volatrici. In caso di forte maltempo il ragno disfa parte della tela, producendo delle aperture che permettono ai forti venti i superarla senza produrre danni

I fili gialli della ragnatela al sole brillano come l’oro. Il colore è dovuto all’acido xanturenico e ad altri composti. Sembra che la particolare colorazione attiri alcuni insetti, inoltre il ragno è in grado di modificare il colore del filo per adattarlo alle caratteristiche ambientali.

Il maschio, rossiccio con l’opistosoma piriforme, raggiunge a stento i 5 mm, ed anche se in genere non viene mangiato dalla sposa, intraprende il corteggiamento con molta cautela © G. Venturini

Il maschio, rossiccio con l’opistosoma piriforme, raggiunge a stento i 5 mm, ed anche se in genere non viene mangiato dalla sposa, intraprende il corteggiamento con molta cautela © G. Venturini

Queste ragnatele sono in genere semi-permanenti e il ragno rimane al centro della sua tela giorno e notte, con la protezione di una barriera di fili tesi su uno o su due lati che lo difende dall’attacco degli uccelli. Le prede più comuni comprendono mosche, coleotteri, falene e cicale. Spesso la tela è abbastanza robusta da riuscire a intrappolare dei piccoli uccelli o dei pipistrelli e in questi casi il ragno avvolge anche queste prede e se ne nutre.

È stato osservato un individuo che aveva catturato e stava consumando un serpente lungo circa mezzo metro.

Analogamente ad altri ragni, in caso di disturbo, il ragno tigre fa vibrare la tela, per disorientare potenziali aggressori.

In alcuni casi diversi esemplari costruiscono le loro tele molto ravvicinate, creando un complesso di ragnatele parzialmente soprapposte.

Talvolta le tele di Nephila ospitano dei piccoli ragni di altri generi, come Argyrodes che si nutrono di piccoli insetti rimasti intrappolati e contribuiscono alla pulizia della rete. In alcuni casi un numero elevato di questi ragni può sottrarre alimento alla padrona della rete o adirittura divorare i ragni neonati.

È frequente che attorno alla tela costruita da una femmina di Nephila pilipes soggiornino più maschi, in attesa di un possibile accoppiamento.

Dopo l’accoppiamento la femmina avvolge il suo unico sacco ovigero, contenente fino a 2000 uova, in un involucro di fili di seta dorata e lo seppellisce nel terreno, a differenza di altre specie del genere Nephila che invece lo nascondono nella vegetazione al di fuori della tela, protetto da foglie piegate o da un intrico di ramoscelli.

L’accoppiamento è una attività pericolosa per il piccolo maschio e per questo intraprende il corteggiamento con molta cautela. Comunque in questa specie in particolare il maschio in genere non viene divorato dopo l’accoppiamento. Nonostante le grandi dimensioni la Nephila pilipes vive soltanto un anno.

Questi ragni sono preda di diversi uccelli e di vespe della famiglia Sphecidae. La vespa atterra sulla ragnatela, con le vibrazioni attira il ragno alla periferia e quindi lo paralizza con una puntura usandolo come cibo vivo per i suoi piccoli.

Il filo ha una resistenza alla trazione maggiore dell'acciaio e promettenti impieghi medici © Giorgio Venturini

Il filo ha una resistenza alla trazione maggiore dell'acciaio e promettenti impieghi medici © Giorgio Venturini

È stato visto che una scimmia del genere Cercopithecus cattura le Nephila dalla tela e le mangia immediatamente. Non si sa quanto diffusa sia questa abitudine.

I ragni tigre sono poco aggressivi e mordono l’uomo soltanto eccezional- mente. I sintomi del morso consistono in dolore localizzato e gonfiore, più raramente compaiono nausea e vertigini.

Utilizzazioni del filo

Utilizzando il filo ottenuto da oltre un milione di ragnatele di ragni tigre è stato prodotto, con il lavoro di tre anni uno scialle dal colore dorato, esibito in un museo Londinese.

Un uso possibile più interessante è quello bio-ingegneristico. Alcuni studi speri- mentali suggeriscono che il filo di questo ragno è uno eccellente supporto per la rigenerazione dei tessuti, grazie alla sua resistenza, biocompatibilità e capacità di promuovere la adesione e la prolifera- zione cellulare.

In particolare la seta di Nephila è stata recentemente proposta come supporto per la rigenerazione dei nervi nei mammiferi. Prove su neuroni in coltura hanno dimostrato che un singolo filo di seta di Nephila è in grado di guidare un assone rigenerante verso il suo bersaglio. La resistenza alla trazione del filo di ragno è maggiore di quella dell’acciaio o del kevlar ed inoltre non viene riconosciuto dal sistema immunitario.

Sinonimi

Aranea longipes Fabricius, 1781; Aranea maculata Fabricius, 1793; Aranea pilipes Fabricius, 1793; Aranea sebae Walckenaer, 1802; Epeira chrysogaster Walckenaer, 1805; Nephila maculata (Fabricius, 1793); Nephila fuscipes C.L. Koch, 1839; Epeira fuscipes C.L. Koch, 1839; Epeira doreyana Walckenaer, 1841; Epeira caliginosa Walckenaer, 1841; Nephila ornata Adams, 1847; Epeira penicillum Doleschall, 1857; Epeira harpyia Doleschall, 1859; Nephila chrysogaster Walckenaer, 1805; Nephila pecuniosa L. Koch, 1872; Nephila aurosa L. Koch, 1872; Nephila procera L. Koch, 1872; Nephila sulphurosa L. Koch, 1872; Nephila tenuipes L. Koch, 1872; Nephila submaculata Strand, 1906.