Orchidantha siamensis

Famiglia : Lowiaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Rara in coltura, l’ Orchidantha siamensis è una specie erbacea rizomatosa originaria delle foreste pluviali della Malaysia peninsulare, Singapore e Thailandia peninsulare © Giuseppe Mazza

La specie è originaria della Malaysia peninsulare, Singapore e Thailandia peninsulare dove vive nelle foreste pluviali lungo i corsi d’acqua e ai margini delle radure a basse altitudini.

Il nome del genere deriva dalla combinazione dei termini greci “ὄρχις” (orchis) e “ἄνθος” (anthos) = fiore, quindi ‘fiore simile a una orchidea’, il genere è infatti caratterizzato dall’avere i fiori con 3 sepali e 3 petali di cui uno molto diverso per forma, dimensione e colore dagli altri due, struttura che ricorda quella delle orchidee; il nome specifico è l’aggettivo latino “siamensis” = del Siam (antico nome della Thailandia), con riferimento ad uno dei luoghi di origine.

Per il petalo mediano di 5-6 cm, simile a un labello, ricorda le orchidee come indica il nome scientifico © Giuseppe Mazza

Per il petalo mediano di 5-6 cm, simile a un labello, ricorda le orchidee come indica il nome scientifico © Giuseppe Mazza

L’ Orchidantha siamensis K.Larsen (1961) è una specie erbacea rizomatosa, perenne, sempreverde, con corti fusti ramificati e foglie distiche, su un picciolo lungo 30-50 cm, semplici, lanceolate con apice appuntito e margine intero, di 30-35 cm di lunghezza e 6-7 cm di larghezza, di colore verde intenso lucido con nervatura centrale verde chiaro.

Infiorescenze alla base della pianta, persistenti per lungo tempo, portanti fiori bisessuali di corta durata (1-2 giorni), che si aprono in successione, con 3 sepali pressoché uguali, 3 petali diseguali e 5 stami.

Sepali lineari-lanceolati con apice appuntito, lunghi 6-8 cm e larghi circa 1 cm, retroflessi, di colore verde oliva con sfumature porpora.

Petali laterali sottili con apice dentato, retroflessi, lunghi 1,5-2 cm e larghi 2-3 mm, di colore bianco, petalo mediano simile al labello delle orchidee, lungo 5-6 cm e largo all’apice 2-2,2 cm, emarginato, di colore bianco.

Stami, lunghi circa 1 cm, disposti in semicerchio attorno allo stilo e rivolti verso il labello.

Stilo, lungo 1-1,5 cm, con stigma trilobato, lungo 1,5 cm, con lobi frangiati. Il frutto è una capsula con apice allungato, lunga 2,5-3 cm, contenente numerosi semi pelosi, lunghi 0,7 cm, provvisti di arillo.

Si riproduce per seme, ma solitamente per divisione. Specie dal fogliame ornamentale e fiori, dalla particolare forma, prodotti per lungo tempo, rara in coltivazione, potrebbe essere vantaggiosamente utilizzata per bordure o come copri suolo in parchi e giardini ombrosi delle regioni a clima tropicale e subtropicale umido.

Richiede una posizione da semiombreggiata ad ombreggiata e suoli sciolti, drenanti, ricchi di sostanza organica, mantenuti costantemente umidi.

Ottimo soggetto da coltivare in vaso per la decorazione di giardini d’inverno, verande e interni anche poco luminosi, con temperature minime invernali non inferiori a 16 °C e umidità ambientale 70-80%.

Per aumentare l’umidità in presenza di alte temperature ed aria secca si può ricorrere a frequenti nebulizzazioni con acqua a temperatura ambiente non calcarea, per evitare antiestetiche macchie sulle foglie. Si può anche creare un microclima umido attorno alla pianta ponendola su un ampio sottovaso riempito di argilla espansa, o altro materiale inerte, con uno strato d’acqua non a diretto contatto col fondo del vaso. Le innaffiature devono essere regolari e abbondanti in estate, più diradate in inverno, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato, e le concimazioni, durante il periodo vegetativo, effettuate con un prodotto idrosolubile bilanciato con microelementi a metà dose di quella indicata sulla confezione.

Le infiorescenze recano fiori di breve durata che spuntano in successione dal terreno, nascosti fra le foglie del sottobosco, alla base della pianta © Giuseppe Mazza

Le infiorescenze recano fiori di breve durata che spuntano in successione dal terreno, nascosti fra le foglie del sottobosco, alla base della pianta © Giuseppe Mazza

 

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