Papilionanthe tricuspidata

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

multi

Specie rara, pressoché sconosciuta in coltivazione, la Papilionanthe tricuspidata è endemica delle Piccole Isole della Sonda. Ha fiori di circa 6 cm di diametro che si aprono in successione © G.Mazza

La specie è endemica delle Piccole Isole della Sonda dove cresce epifita in foreste aperte a basse altitudini.

Il nome del genere è la combinazione del sostantivo latino “Papilio, onis” = farfalla e del greco “ἄνθος” (anthos) = fiore, con ovvio riferimento; il nome specifico è la combinazione del prefisso latino “tri-“ = tre e l’aggettivo “cuspidatus, a, um” = cuspidato, dotato di punta, con riferimento al labello munito di tre punte.

La Papilionanthe tricuspidata (J.J.Sm.) Garay (1974) è una specie epifita con fusti cilindrici ramificati provvisti di lunghe radici aeree e foglie cilindriche alterne, distiche, ascendenti, lunghe 12-15 cm, con una brusca leggera piegatura nei pressi dell’apice.

Infiorescenze racemose laterali opposte alle foglie, lunghe 15-30 cm, portanti alcuni fiori di circa 6 cm di diametro, che si aprono in successione, con sepali ovato-ellittici con apice arrotondato di colore bianco soffuso di rosa, petali pressoché orbicolari ritorti alla base, dello stesso colore dei sepali o leggermente più intenso, labello trilobato di colore giallo arancio punteggiato di rosso, con lobi laterali oblunghi con apice appuntito, divergenti ai lati della colonna, e lobo mediano con tre caratteristiche punte ricurve verso l’alto all’apice.

Si riproduce per seme, in vitro, e a livello amatoriale staccando una ramificazione, se presente, provvista di foglie e radici o dividendo il fusto in due parti, con ciascuna parte provvista di foglie e radici, la parte staccata viene collocata in un vaso con corteccia di media pezzatura, legata ad un tutore, e posta, insieme alla pianta madre, in un ambiente con elevata umidità atmosferica e temperatura, 24-28 °C; la parte basale produrrà un nuova vegetazione da una gemma dormiente.

Specie rara e pressoché sconosciuta in coltivazione dai fiori particolarmente attraenti di lunga durata, necessita di una esposizione in pieno sole per crescere e fiorire, elevate temperature, 24-32 °C, e umidità, 70-85%, con un costante movimento dell’aria. Richiede frequenti e abbondanti innaffiature e nebulizzazioni, da effettuare al mattino per permettere alla pianta di asciugarsi prima di sera, utilizzando acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa. Le concimazioni, opportunamente alternate alle innaffiature per evitare accumulo di sali alle radici, vanno effettuate con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a metà dose di quella consigliata dal produttore.

Come altre Papilionanthe e molte Vanda può essere coltivata in canestri sospesi senza alcun substrato, in modo da permettere alle radici di crescere liberamente, o in vasi con composto particolarmente drenante che può essere costituito da corteccia (bark) e pezzi di carbone di 3-4 cm. Le radici non amano essere disturbate, pertanto trapianti e rinvasi vanno effettuati quando strettamente necessari, bagnando preventivamente le radici in modo da renderle meno fragili e più flessibili.

La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

Sinonimi: Vanda tricuspidata J.J.Sm. (1913).

 

→ Per nozioni generali sulle ORCHIDACEAE cliccare qui.

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle ORCHIDACEAE e trovare altre specie, cliccare qui.