Philodendron hederaceum

Famiglia : Araceae


Testo © Pietro Puccio

 

Facile ed a crescita rapida, anche in casa © Giuseppe Mazza

Facile ed a crescita rapida, anche in casa © Giuseppe Mazza

Il Philodendron hederaceum (Jacq.) Schott (1829) è originario delle foreste umide dell’America del nord (Messico), dell’America centrale (Belize, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama), dell’America meridionale (Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana francese, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela) e dei Caraibi (Antigua e Barbuda, Cuba, Dominica, Guadalupe, Hispaniola, Jamaica, Martinica, Montserrat, Puerto Rico, St. Kitts e Nevis, St. Vincent e Grenadine, Trinidad e Tobago).

Il nome generico è la combinazione dei termini greci “philos” = amico e “déndron” = albero, con riferimento al fatto che solitamente le specie appartenenti al genere si arrampicano sugli alberi; il nome specifico latino “hederaceum” = ederaceo, di edera, fa riferimento al suo portamento rampicante.

Nomi comuni: “heart-leaf ivy”, “heart leaf philodendron”,”philodendron”, “sweetheart plant” (inglese); “philodendron grimpant” (francese); “filodendro-cordato”, “filodendro-pendente”, “hera de sala” (portoghese); “filodendro de hoja acorazonada” (spagnolo); “kletternder philodendron” (tedesco).

Erbacea sempreverde, rampicante, semiepifita, con fusti di 1-3 cm di diametro radicanti ai nodi che presenta il fenomeno della eterofillia (presenza sulla stessa pianta di foglie di forma diversa), quando la pianta si sviluppa a livello del suolo presenta foglie ovato-cordate dall’apice acuminato lunghe circa 12 cm e larghe 10 cm di colore verde scuro a volte semilucido, non appena trova un supporto, alberi o rocce, su cui arrampicarsi aggrappandosi con le radici aeree, le foglie diventano sempre più grandi, piuttosto coriacee, raggiungendo dimensioni fino a 40 cm di lunghezza ed oltre di larghezza ed a questo stadio la pianta entra nella fase riproduttiva.

Le infiorescenze ascellari, singole, erette o pendenti, sono costituite da uno spadice lungo fino a 18 cm, circondato da una spata coriacea, bulbosa alla base, lunga fino a 20 cm di colore verde o giallo verdastro che tende a volte al rossiccio nella parte interna. I fiori sono unisessuali protogini (i fiori femminili sono ricettivi prima della maturazione dei fiori maschili, ciò impedisce l’autofecondazione), in particolare quelli maschili occupano la parte superiore dello spadice, per una lunghezza di circa 10 cm, quelli femminili sono raggruppati nella parte inferiore, per una lunghezza di circa 5 cm separati da quelli maschili da una zona assottigliata sterile; la zona maschile dello spadice è di colore bianco crema o rosato, quella femminile verde biancastro. I frutti sono bacche colore arancio a maturità lunghe circa 1 cm contenenti 4-6 semi oblunghi, di 3-5 mm di lunghezza, biancastri.

Si riproduce facilmente per margotta e per porzioni di fusto, con 2-3 nodi, che radicano facilmente anche in acqua, dove la pianta può rimanere e crescere per lungo tempo. La specie è coltivabile all’aperto nelle regioni tropicali e subtropicali umide, dove viene spesso utilizzata in luoghi ombrosi come coprisuolo o per coprire rocce e muri, su cui aderisce con le sue radici aeree. In vaso, è una delle piante da interno più coltivate per la sua adattabilità, facilità di coltivazione e velocità di crescita, sopporta per lungo tempo situazioni scarsamente luminose, anche se una luminosità elevata, ma lontano dal sole diretto, contribuisce ad una rigogliosa vegetazione.

Necessita di substrati molto porosi, drenanti e ricchi di sostanza organica e temperature superiori ai 14-16°C, ottimali intorno a 20-22°C, e può essere utilizzata come ricadente o fatta arrampicare su tutori rivestiti di sfagno o materiale sintetico capace di trattenere l’umidità. Le innaffiature devono essere frequenti in estate per diradarle in inverno evitando sempre ristagni d’acqua che possono provocare marciumi.

Tutte le parti della pianta contengono sostanze tossiche, in particolare ossalato di calcio, che possono provocare dermatiti per contatto e reazioni, anche gravi, se masticate ed ingerite.

Sinonimi: Arum hederaceum Jacq. (1760); Pothos hederaceus (Jacq.) Aubl. (1775); Philodendron prieurianum Schott (1853); Philodendron scandens K.Koch & Sello (1853); Philodendron cuspidatum K.Koch & C.D.Bouché (1855); Philodendron micans Klotzsch ex K.Koch (1855); Philodendron microphyllum K.Koch (1855); Philodendron oxyprorum Schott (1856); Philodendron acrocardium Schott (1858); Philodendron isertianum Schott (1860); Philodendron scaberulum C.Wright (1870); Philodendron micans var. brevipes Engl. (1899); Philodendron micans var. microphyllum (K.Koch) Engl. (1899); Philodendron pittieri Engl. (1899); Philodendron scandens var. cubense Engl. (1899); Philodendron scandens var. cuspidatum (K.Koch & C.D.Bouché) Engl. (1899); Philodendron subsessile Gleason (1929); Philodendron harlowii I.M.Johnst. (1949); Philodendron miduhoi Matuda (1950); Philodendron scandens subsp. isertianum (Schott) G.S.Bunting (1968); Philodendron scandens f. micans (Klotzsch ex K.Koch) G.S.Bunting (1968); Philodendron scandens subsp. prieurianum (Schott) G.S.Bunting (1968); Philodendron scandens subsp. cubense (Engl.) I.Arias (1998).

 

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