Famiglia : Araceae
Testo © Pietro Puccio
Il Philodendron martianum Engl. (1899) è originario delle foreste pluviali del Brasile sudorientale.
Il nome generico è la combinazione dei termini greci “philos” = amico e “déndron” = albero, con riferimento al portamento solitamente rampicante delle specie appartenenti al genere; la specie è dedicata al botanico tedesco Carl Friedrich Philipp von Martius (1794-1868).
Nomi comuni: “flask philodendron”, “Von Martius’ philodendron” (inglese); “babosa-de-pau”, “babosa-de-árvore”, “babosa do Mato”, “pacová” (portoghese);
Erbacea sempreverde semiepifita, rampicante, presenta fusti corti con internodi ravvicinati e foglie ovate di colore verde scuro piuttosto coriacee, lunghe fino a circa 45 cm e larghe 15-20 cm, su piccioli pressoché fusiformi internamente spugnosi.
Le infiorescenze ascellari singole sono costituite da una spata lunga circa 15 cm di colore verde giallastro esternamente, bianco verdastra internamente nella parte superiore, rosso porpora in quella inferiore e da uno spadice bianco; i fiori sono unisessuali protogini (i fiori femminili sono ricettivi prima della maturazione dei fiori maschili, ciò impedisce l’autofecondazione), in particolare quelli maschili occupano la parte superiore dello spadice mentre quelli femminili sono raggruppati nella parte inferiore.
Si riproduce generalmente per seme o per divisione. La specie è coltivabile all’aperto nelle regioni tropicali e subtropicali umide, dove viene spesso utilizzata in luoghi ombrosi come coprisuolo. In vaso sopporta per lungo tempo situazioni scarsamente luminose; necessita di substrati molto porosi, drenanti e ricchi di sostanza organica e temperature superiori ai 14-16°C, ottimali intorno a 20-22°C, le innaffiature devono essere frequenti in estate per diradarle in inverno evitando sempre ristagni d’acqua che possono provocare marciumi.
Tutte le parti della pianta contengono sostanze tossiche, in particolare ossalato di calcio, potenzialmente irritanti.
Sinonimi: Philodendron cannifolium Mart. ex Kunth (1841); Caladium macropus Kunth (1841); Caladium crassipes Engl. (1879).