Scindapsus pictus

Famiglia : Araceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Delicata, ma grande valore decorativo per gli interni © Mazza

Lo Scindapsus pictus Hassk. (1842) è originario delle foreste umide del Bangladesh, Filippine, Giava, Malaysia, Sulawesi, Sumatra e Thailandia.

Il nome generico deriva dal greco “skindapsos”, nome con cui veniva indicato un rampicante simile all’edera; il nome specifico è il termine latino “pictus” = dipinto, con riferimento alle macchie grigie sulle foglie.

Nomi comuni: “satin pothos”, “silk pothos”, “silver pothos”, “silver vine” (inglese); “lierre d’argent”, “philodendron picta”, “pothos tacheté” (francese); “jibóia-prateada”, “potos-cetim”, “potos-acetinados” (portoghese); “pothos plateado”, “poto plateado” (spagnolo); “gefleckte efeutute” (tedesco).

Erbacea rampicante sempreverde con fusti sottili, circa 5 mm di diametro, radicanti ai nodi, presenta nella fase giovanile foglie piuttosto spesse, vellutate, ovato-lanceolate a base cordata, leggermente asimmetriche rispetto alla nervatura mediana, lunghe 6-8 cm, su sottili piccioli lunghi 3-5 cm, di colore verde scuro con margine grigio-argenteo e macchie irregolari dello stesso colore sulla lamina fogliare; nella fase adulta le foglie sono cordate, lunghe 10-15 cm e larghe 5-8 cm su corti piccioli (1,5-2 cm), sempre con le maculature grigio-argenteo sulla lamina fogliare.

Infiorescenza costituita da uno spadice verdastro, su cui sono distribuiti i fiori ermafroditi, circondato da una spata verde esteriormente, con apice appuntito, lunga circa 8 cm; i frutti sono bacche contenenti un solo seme pressoché reniforme.

Si riproduce generalmente per talea di punta, margotta o porzioni di fusto che radicano facilmente anche in acqua. Specie di grande valore ornamentale utilizzata prevalentemente nella decorazione di interni, sia come ricadente che fatta arrampicare su tutori rivestiti di sfagno od altro materiale capace di trattenere l’umidità. Necessita di substrati molto porosi, drenanti e ricchi di sostanza organica e temperature superiori ai 14-16°C, ottimali intorno a 18-20°C ed una posizione luminosa, per esaltare le variegature, ma lontana dal sole diretto e da correnti d’aria.

Le innaffiature devono essere regolari in estate, evitando sempre ristagni d’acqua che possono provocare marciumi, con il substrato che è bene si asciughi in superficie tra le innaffiature, e diradate in inverno, ma senza lasciare asciugare completamente, deve essere invece elevata l’umidità ambientale, incrementata eventualmente con nebulizzazioni in presenza di aria secca e temperature elevate, utilizzando acqua non calcarea per evitare antiestetiche macchie sulle foglie.

Tutte le parti della pianta contengono sostanze tossiche, in particolare ossalato di calcio, che possono provocare dermatiti per contatto e reazioni, anche gravi, se masticate ed ingerite.

Sinonimi: Scindapsus pothoides Schott (1860); Pothos argyraeus Engl. (1879); Scindapsus argyraeus Engl. (1879); Pothos argenteus W.Bull (1887); Scindapsus pictus var. argyraeus (Engl.) Engl. (1898); Scindapsus pictus var. oblongifolius Engl. (1898).

 

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