Sempervivum montanum

Famiglia : Crassulaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Orofita, fino a 3000 m di quota, il Sempervivum montanum è adatto ai giardini rocciosi di montagna © G. Mazza

La specie è originaria dell’Europa (Austria, Francia, Italia, Polonia, Romania, Slovacchia, Spagna, Svizzera e Ucraina) dove è presente sulle Alpi, Appennini, Carpazi, Pirenei e sui monti della Corsica, su rocce e suoli pietrosi silicei in situazioni particolarmente aride, generalmente tra 1500 e 3000 m di altitudine.

Il nome generico è la combinazione dei termini latini “semper” = sempre e “vivum” = vivo con riferimento alla capacità di sopravvivenza in ambienti climaticamente ostili; il nome specifico è il termine latino “montanum” = montano, trattandosi di specie che vive ad elevate altitudini.

Nomi comuni: mountain hens and chicks, mountain house-leek (inglese); netřesk horský (ceco); joubarbe de montagne (francese); guardacasa, semprevivo mon- tano (italiano); rojnik górski (polacco); verzisoara de munte (rumeno); skalnica horská (slovacco); siempreviva de montaña (spagnolo); berg-hauswurz (tedesco); молодило гірське (ucraino).

Il Sempervivum montanum L. (1753) è una specie succulenta perenne, stolonifera che forma cespi compatti, monocarpica (fiorisce una sola volta e poi muore), con foglie succulente persistenti, alterne, riunite in una densa rosetta basale di 2-4 cm di diametro. Le foglie sono sessili (prive di picciolo), oblanceolate, di 1-2 cm di lunghezza, di colore verde frequentemente con sfumature rossastre all’estremità, margini ciliati e superficie coperta da peli ghiandolari che emanano un intenso odore di resina.

Infiorescenze in estate in cime terminali su uno scapo alto 5-20 cm con 2-8 fiori di 2,5-4 cm di diametro, ciascuno con 10-15 petali di forma lineare lanceolata, distesi, appuntiti, di 1-1,5 cm di lunghezza, di colore tra rosa porpora e magenta con banda centrale più scura. Lo scapo floreale è provvisto di foglie lanceolate, imbricate, lunghe 2,5-3,5 cm, di colore verde con sfumature rosso bruno all’estremità e coperte di peli ghiandolari. I frutti sono follicoli contenenti semi ellissoidi di colore bruno. Dopo la fruttificazione, come già accennato, la rosetta muore, sostituita da quelle vicine. Si riproduce per seme e molto facilmente per divisione.

I fiori possono raggiungere i 4 cm di diametro. Per germinare bene i semi hanno bisogno di 2 mesi in frigo © Mazza

I fiori possono raggiungere i 4 cm di diametro. Per germinare bene i semi hanno bisogno di 2 mesi in frigo © Mazza

Nella riproduzione per seme, per avere una elevata germinabilità prima della semina occorre imitare quanto avviene in natura, cioè sottoporre i semi ad un inverno artificiale (vernalizzazione o stratificazione a freddo) distribuendo i semi su un contenitore di sabbia umida mantenuto ad una temperatura di 2-4 °C (quella che si ha normalmente in un frigorifero) per una durata di circa 2 mesi.

Nome quanto mai appropriato per un genere di piante capaci di vivere sfruttando il poco substrato che si può accumulare nelle rocce, di sopportare venti intensi, forti sbalzi giornalieri di temperatura e stagionali, da -30 °C a +50 °C, elevata umidità in primavera, al disgelo, e aridità estiva per l’intensa insolazione cui sono sottoposte.

Specie calcifuga, è adatta a giardini rocciosi, alpini e per bordure in pieno sole, su substrati molto drenanti, ma anche alla coltivazione in vaso, alla massima luminosità possibile e con substrati con aggiunta di sabbia o pietrisco siliceo fino al 50%.

Necessita di maggiore umidità alla ripresa vegetativa, in primavera, e fino a metà estate, quindi innaffiature regolari, ma facendo sempre asciugare il substrato per qualche giorno prima di ridare acqua, poi le innaffiature vanno diradate fino a quasi sospenderle in inverno.
La specie è stata variamente utilizzata dalle popolazioni locali nella medicina tradizionale ed inoltre, fatta crescere sui tetti, aveva fama di proteggere la casa dai fulmini e dai malefici.

Localmente è inserita tra le specie protette.

Sinonimi: Sempervivum debile Schott (1852); Sempervivum monticolum Lamotte (1864); Sedum montanum (L.) E.H.L.Krause (1902).

 

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