Stanhopea oculata

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La specie è originaria del Belize, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico (Campeche, Chiapas, Colima, Guerrero, Jalisco, Michoacán, Nayarit, Oaxaca, Quintana Roo, Tabasco, Veracruz e Yucatán) e Nicaragua dove vive sugli alberi delle foreste umide o su dirupi rocciosi, tra 400 e 2000 m di altitudine.

Il genere è dedicato a Philip Henry Stanhope (1781-1855) che fu presidente della London Medico-Botanical Society; il nome specifico è l’aggettivo latino “oculatus, a, um” = provvisto di occhi, con riferimento alle due macchie di colore bruno scuro alla base del labello.

Nomi comuni: eye-spot Stanhopea (inglese).

La Stanhopea oculata (Lodd.) Lindl. (1832) è una specie epifita, raramente terrestre, piuttosto variabile, con pseudobulbi ovoidi, di 3,5-7,5 cm di lunghezza e 2-4,5 cm di diametro, scanalati longitudinalmente, provvisti all’apice di una foglia, su un picciolo lungo 7-14 cm, ellittico-lanceolata con apice appuntito, plicata, lunga 30-60 cm e larga 4-16 cm.

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La Stanhopea oculata è un’epifita del Centro America, raramente terrestre, che cresce nelle foreste umide o sui dirupi rocciosi, tra 400 e 2000 m di altitudine. Pseudobulbi ovoidi con una sola foglia di 30-60 cm ed insolite infiorescenze pendule che possono raggiungere i 30 cm con 5-8 fiori profumati di 10-12 cm di diametro © Giuseppe Mazza

Infiorescenza racemosa pendente dalla base dello pseudobulbo, lunga 15-30 cm, su un peduncolo provvisto di brattee distiche, portante 5-8 fiori di 10-12 cm di diametro, carnosi, cerosi, profumati, di colore da bianco a giallo punteggiato di rosso porpora e con due caratteristiche macchie di colore bruno scuro alla base del labello, da cui il nome della specie. Sepali ovato-ellittici concavi, di 5-7 cm di lunghezza e 2,5-4 cm di larghezza, e petali oblungo-lanceolati con margini ondulati ed apice appuntito, di 5-6 cm di lunghezza e 1-2 cm di larghezza. Labello, lungo circa 7 cm, tripartito, costituito da una base concava composta dai lobi laterali, piegata quasi ad angolo retto, chiamata ipochilo, spessa, lunga circa 3,5 cm e larga 1,5 cm, una parte intermedia, mesochilo, con due protuberanze falcate a forma di corno, appuntite, lunghe circa 3 cm, e ricurve sulla parte finale, l’epichilo, di forma ovato-ellittica con apice appuntito, lungo 2-3 cm e largo 1,5-3 cm. Colonna arcuata, di 5-6 cm di lunghezza, provvista di due ali nella seconda metà. Il fiore è impollinato da api appartenenti alla tribù degli Euglossini Latreille, 1802.

Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione alla ripresa vegetativa, con ciascuna sezione provvista di almeno 4-5 pseudobulbi.

Una delle Stanhopea più apprezzate per i grandi fiori attraenti e profumati, anche se di breve durata, 5-7 giorni, caratteristica comune al genere, e la facilità di coltivazione, prodotti generalmente in estate-autunno. Richiede una posizione parzialmente ombreggiata, temperature intermedie, 16-28 °C, con valori minimi invernali notturni preferibilmente non inferiori a 12 °C, elevata umidità, 65-85%, e una costante ventilazione. Le innaffiature devono essere regolari e abbondanti, ma senza ristagni, durante la fase di crescita, più diradate durante la stasi vegetativa, facendo attenzione a non fare mai asciugare completamente il substrato.

Particolare di un fiore, preso da varie angolature, con ingrandimento del labello. L’impollinazione è affidata ad api della tribù degli Euglossini © Giuseppe Mazza

Particolare di un fiore, preso da varie angolature, con ingrandimento del labello. L’impollinazione è affidata ad api della tribù degli Euglossini © Giuseppe Mazza

Viene solitamente coltivata in canestri sospesi provvisti di larghe aperture, per permettere alle infiorescenze di uscire liberamente dal fondo, opportunamente foderati per trattenere il substrato, ad esempio con fogli di sfagno compresso, fibra di cocco o di canapa da idraulico. Il composto può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) e carbone vegetale o di fibra di cocco di media pezzatura e sfagno. Concimazioni ogni due settimane dalla primavera all’autunno, mensili in inverno, con un prodotto bilanciato idrosolubile, con microelementi, a ¼ di dose di quella indicate sulla confezione. Va lasciata indisturbata fino a quando il substrato non mostra segni di deterioramento per permetterle di accestire e formare grossi cespi con vistose fioriture.

La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

Sinonimi: Dendrobium grandiflorum Sw. (1829); Ceratochilus oculatus G. Lodd. (1831); Ceratochilus oculatus Lodd. (1832); Stanhopea bucephalus Lindl. (1832); Stanhopea lindleyi Zucc. (1837); Stanhopea oculata var. barkeriana Lindl. (1839); Stanhopea aurantia Lodd. ex P.N.Don (1845); Stanhopea oculata var. aureum Henshall (1845); Stanhopea oculata var. cinnamomum Henshall (1845); Stanhopea oculata var. barkeri Heynh. (1846); Stanhopea oculata var. minor Heynh. (1846); Stanhopea oculata var. meleagris auct. (1851); Stanhopea oculata var. lindleyi (Zucc.) Lindl. (1852); Stanhopea guttata Beer (1854); Stanhopea oculata var. conspicua Regel (1855); Stanhopea guttata K.Koch (1858); Stanhopea oculata var. flava Planch. (1858); Stanhopea oculata var. viridiaurea Planch. (1858); Stanhopea ornatissima Lem. (1862); Stanhopea cymbiformis Rchb.f. (1865); Epidendrum cornutum Sessé & Moc. (1894); Stanhopea oculata var. constricta Klinge (1898); Stanhopea oculata var. geniculata Klinge (1898); Stanhopea minor Schltr. (1917).

 

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