Stetsonia coryne

Famiglia : Cactaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La Stetsonia coryne (Salm-Dyck) Britton & Rose (1920) è originaria dell’Argentina, Bolivia e Paraguay, dove vive prevalentemente in boschi di xerofite semidecidue e savane, in aree pianeggianti o lievi alture tra 300 e 800 m di altitudine, spesso in terreni salini.

Il genere, contenente la sola specie coryne, fu dedicato all’avvocato americano Francis Lynde Stetson (1846-1920), appassionato e promotore di spedizioni botaniche; il termine specifico deriva dal greco “korýne” = bastone, mazza, con probabile riferimento alla forma delle piante giovani non ancora ramificate.

Nomi comuni: “Argentine toothpick”, “toothpick cactus”, “toothpick saguaro” (inglese); “cardón”, “cardón moro” (spagnolo).

Specie colonnare molto ramificata che può raggiungere un’altezza di circa 10 m con una chioma di 5-8 m di diametro; gli esemplari adulti presentano un corto fusto basale, di 0,4-1 m di altezza e fino a 80 cm di diametro, dalla superficie suberificata percorsa da pieghe orizzontali, di colore castano, da cui si dipartono numerosi fusti ascendenti, a loro volta ramificati, di circa 60 cm di lunghezza e 10-15 cm di diametro.

I fusti presentano 8-10 costole arrotondate di colore verde o verde-glauco con areole ovali bianche, regolarmente distanziate tra loro, dotate di 6-8 spine radiali, lunghe fino a circa 3 cm, e 1-2 robuste spine centrali che possono raggiungere 8-10 cm di lunghezza; le spine sono di colore bruno giallastro o nero che tende a sbiancare col tempo, tranne all’estremità.

I fiori nascono lateralmente nella parte apicale dei fusti, si aprono di notte e possono durare 1-3 giorni, sono imbutiformi, lunghi e larghi 12-15 cm, con ovario globoso ricoperto fittamente di scaglie, tubo cilindrico ricoperto di scaglie simili, ma diradate, tepali esterni ottusi di colore verde, mentre quelli interni sono oblunghi, ben distesi, di colore bianco.

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Questo splendido fiore di 12-15 cm si apre di notte su fusti colonnari ramificati che in Argentina, Bolivia e Paraguay raggiungono i 10 m d’altezza con una chioma di 5-8 m di diametro. I frutti, globosi, lisci, succosi, gialli o rossicci, lunghi 5-6 cm con un diametro di 4 cm, hanno il profumo del limone e sono commestibili © Giuseppe Mazza

I frutti sono globosi, lisci, succosi, di colore giallo o rossiccio, lunghi circa 5-6 cm con un diametro di 4 cm, e contengono numerosi semi neri rugosi, lunghi circa 12 mm, immersi in una polpa bianca. Si riproduce per seme, da distribuire in superficie su un substrato sabbioso mantenuto umido e posto in luogo molto luminoso ad una temperatura di 25-30 °C, e per talea, lasciata ben asciugare, in estate.

Specie di notevole valore ornamentale adatta a grandi giardini “desertici” in aree dagli inverni miti e secchi. Va coltivata in pieno sole, o comunque alla massima luminosità possibile, su suoli particolarmente drenanti, essendo piuttosto sensibile al marciume radicale per umidità stagnante, che possono essere costituiti per circa il 50% da comune terra da giardino concimata e per la restante parte, in ugual misura, da sabbia e pietrisco frantumato.

Può sopportare, in terreno asciutto e per brevissimo periodo, temperature fino a circa -4/-6 °C, ma è preferibile non esporla a temperature inferiori a + 10 °C; pertanto, dove il clima non consente la coltivazione all’aperto, va coltivata in vaso con le stesse modalità prima indicate. In estate, durante il periodo vegetativo, va annaffiata con regolarità, ma lasciando asciugare completamente il terriccio prima di ridare acqua, in inverno va tenuta asciutta.

Nei luoghi di origine la parte esterna del frutto priva di semi, dal forte sapore che ricorda il limone, viene consumata cruda, il frutto intero solo dopo cottura.

La specie è iscritta nell’appendice II della Cites (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

Sinonimi: Cereus coryne Salm-Dyck (1850).

 

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