Acipenser sturio

Famiglia : Acipenseridae

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Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo

 

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L'Acipenser sturio vive in acque dolci e salmastre, nutrendosi di piccole prede sul fondo © Giuseppe Mazza

I membri della famiglia degli Acipenseridi (Acipenseridae) afferiscono all’ordine degli Acipenseriformi (Acipenseriformes), ed appartengono alla sottoclasse dei Condrostei (Chondrostei), classe degli Attinopterigi o Attinotterigi (Actinopterygii).

Queste specie, dal comportamento misterioso, sono i pesci di maggior dimensioni nelle acque dolci continentali o salmastre, dato che possono spesso vivere alle foci e negli estuari dei fiumi.

Sono animali rinomati per le carni pregiate e per le loro uova, da cui si ricava il caviale, prelibato alimento, più o meno prezioso in relazione alla specie. L’attenzione gastronomica umana verso questo gruppo, è purtroppo la causa principale della rarefazione di tutte le loro specie e sottospecie o razze.

Da una trentina d’anni, si sta tentando d’arginare e tamponare questo problema con metodi di piscicoltura o itticoltura, per le specie più richieste, con risultati più o meno buoni, come del resto avviene per altre specie ittiche.

La IUCN considera comunque minacciate tutte le specie di questa famiglia, ed alcune, a limite d’estinzione, sono presenti nella lista rossa delle specie in pericolo. Queste coincidono proprio con quelle pescate per ottenere dalle femmine il caviale migliore. Si tratta del Beluga (Huso huso), detto anche Storione russo o Storione ladano, dalle cui femmine si ricava, previa salatura, il caviale nero, quello più pregiato, detto anche “caviale vero”, e dello Storione (Acipenser sturio), da cui si ricava un caviale più tendente al rosso, da non confondere col caviale rosso tipico dei salmoni, poco pregiato, detto non a torto “falso caviale”, ma che ha ugualmente un buon mercato, sopratutto in Asia. In più, di queste due specie, come delle altre afferenti alla famiglia degli Acipenseridae, viene utilizzata anche la vescica natatoria per scopi tecnici, come ad esempio la chiarificazione dei vini. La cattura di questi pesci avviene mediante “sparvieri” e “tramagli” molto robusti, data la forza, le dimensioni ed il carattere tenace che li caratterizza. Le specie di storioni note alla zoologia, sono oggi :

Il Beluga o Storione russo o Storione ladano (Huso huso Linnaeus, 1758).

Lo Storione di Güldenstadt (Acipenser güldenstädti Brandt, 1833), di cui esistono tre sottospecie o razze: Acipenser güldenstädti güldenstädti Brandt, 1833 (Bacino del Caspio occidentale); Acipenser güldenstädti persicus Borodin, 1897 (Bacino del Caspio meridionale); Acipenser güldenstädti colchicus Marti, 1940 (Bacino Pontico, Moldavia).

Con 3-6 m di lunghezza, è il più grande pesce d'acqua dolce © Giuseppe Mazza

Con 3-6 m di lunghezza, è il più grande pesce d'acqua dolce © Giuseppe Mazza

Lo Storione del Naccari o Cobice (Acipenser naccarii Bonaparte, 1834-41), Mar Adriatico.

L’ Acipenser nudiventris Lovetzky, 1828, (lago Aral).

Sterleto (Acipenser ruthenus Linnaeus, 1758), Danubio.

Storione stellato (Acipenser stellatus Pallas, 1771), Mar Caspio, Mar Nero.

Storione (Acipenser sturio Linnaeus, 1758).

A volte, da diverse specie di storioni, compaiono degli incroci spontanei, conosciuti sotto particolari nomi popolari. In Russia, fin dai tempi della vecchia U.R.S.S., tali ibridi vengono prodotti artificialmente dai biologi ittiologi, poiché prevalendo sulle specie pure, per quanto riguarda la crescita e la biologia di popolazione, vengono spesso immessi negli stagni per il ripopolamento.

In questo testo parleremo dello Storione (Acipenser sturio). Le altre specie saranno trattate in apposite schede.

Zoogeografia

L’ Acipenser sturio è localizzato sulle coste europee, da Capo Nord fino al Mar Nero, attraverso il Mediterraneo, nell’Atlantico settentrionale e anche sulle coste americane.
Nel Mar Baltico, nei laghi Onega e Ladoga e lungo le coste siberiane.

Lungo le coste italiane, si trova sia nel Mar Mediterraneo che Tirreno e Adriatico ove, come in altri mari, sfruttando le sue caratteristiche “eurialine”, risale come i salmoni, in quanto specie “anadroma”, le foci e gli estuari di diversi fiumi.

Ecologia-Habitat

Tutte le specie di questo gruppo, per cui anche lo storione, fanno vita ritirata, solitaria e molto misteriosa per i costumi che li caratterizza, ancora in parte ignoti ai biologi ittiologi.

Nelle acque dolci dove si riproducono, tendono a vivere verso il fondo ghiaioso e a ciottoli, ove sono continuamente in movimento e smuovono il fango e la ghiaia con il lungo muso alla ricerca di cibo, costituito dalla fauna di fondo: crostacei, molluschi ed anellidi. Lo stesso in mare.

Occasionalmente vengono predati anche piccoli pesci di fondo come, in una zona del Mare del Nord (Wattenmeer), gli appartenenti al genere Ammodytes.

Morfofisiologia

I membri della famiglia degli Acipenseridae presentano delle linee morfologiche comuni. Sono infatti pesci slanciati, di notevoli dimensioni, provvisti di tutte le pinne.

Pinna caudale “eterocerca diretta”, cioè pinna asimmetrica, ove l’asse vertebrale piega verso il lobo dorsale, che assume dimensioni maggiori di quello ventrale. Il lobo superiore o dorsale, presenta il bordo dorsale più spesso. La pinna dorsale è spostata caudalmente, con inizio immediatamente anteriore alla pinna anale. Il corpo ha cinque linee longitudinali, formate da placche ossee, anche il capo è coperto da formazioni ossee analoghe. Il muso è più o meno allungato. La bocca ventrale è a fessura trasversale, oppure semilunare, con labbra carnose e prive di denti. Anteriormente alla bocca, sulla parte inferiore del muso, vi sono quattro barbigli. Bocca a forma di proboscide protrattile, assenza di dimorfismo sessuale tra i sessi, se non per modeste differenze nelle dimensioni a favore dei maschi.

Nello Storione (Acipenser sturio), più specificamente, si hanno 10-13 placche dorsali, con una protuberanza centrale e spine negli esemplari giovani; placche laterali in numero di 24-40; ventrali 11-13. Muso lungo metà del capo, bocca circa i 2/3 della larghezza del muso, protrattile e quasi quadrangolare, barbigli a sezione rotonda, non sfrangiati, labbro inferiore inciso.

Bocca ventrale, a forma di proboscide protrattile con labbra carnose, e 4 barbigli per rimestare il fondo © Giuseppe Mazza

Bocca ventrale, a forma di proboscide protrattile con labbra carnose, e 4 barbigli per rimestare il fondo © Giuseppe Mazza

Dorso di colore blue-grigio fino a verdastro, fianchi grigio-argento, ventre biancastro; qui le placche sono più chiare. Pinne pettorali con un raggio robusto. Raggiunge i 3 m di lunghezza (raramente i 6 m) e supera abbondantemente i 200 kg. In natura, i maschi vivono fino a 60-65 anni, le femmine fino a 100-120 anni !

Etologia

Biologia Riproduttiva

Specie anadroma. La risalita dei fiumi avviene in aprile-maggio e si riproducono in giugno-luglio. La riproduzione è ectopica: le uova vengono cioè fecondate dagli spermi esternamente.

La deposizione, avviene in zone profonde del letto di fiumi, a corrente impetuosa. Il numero delle uova deposte è di 400.000-2.400.000 ! Una volta fecondate, schiudono dopo 3-5 giorni.

Per quanto riguarda il soggiorno dei giovani nelle acque dolci, si hanno dati contrastanti: nei fiumi Eider ed Elba (entrambi fiumi dell’Europa centrale, il primo nasce in Germania il secondo nella Repubblica Ceca) sono ancora numerosi gli individui del primo e secondo anno di vita, ed anche quelli di ½ -1 kg di peso.

Gli esemplari più piccoli, catturati in mare, misurano mediamente 100 cm o più. Nel periodo riproduttivo, il pesce nel fiume, non si trattiene molto a lungo. Nel lago Ladoga (è il lago più grande d’Europa, nella Russia europea nordoccidentale ai confini con la Finlandia, nell’oblast’ di Leningrado; l’oblast’ è una suddivisione amministrativa tipica della Russia) esiste una forma stazionaria d’acqua dolce.

In termini d’importanza economica, possiamo ormai affermare che in Europa occidentale, tale pesce è divenuto piuttosto raro, poiché i grandi banchi di storioni osservabili alla fine del secolo XIX, si sono notevolmente rarefatti, a causa della pesca indiscriminata a cui sono stati sottoposti, all’inquinamento industriale e urbano delle acque dolci e marine costiere, come per gli sbarramenti idrogeologici, ecc.

Nella regione d’Elba, in Sassonia-Germania, nel 1890 sono stati catturati 2.800 pezzi, nel 1918 solo 34, oggi vivono nelle acque dolci solo pochi esemplari. Le catture, sono ancora molto frequenti nel Mar Nero, dove questo pesce ha tutt’ora una notevole importanza nella locale industria peschiera. L’indice di vulnerabilità della specie è di 88 su 100.

Sinonimi

Accipenser attilus Rafinesque, 1820; Acipenser ducissae Duméril, 1870; Acipenser fitzingerii Duméril, 1870; Acipenser hospitus Krøyer, 1852; Acipenser laevissimus Duméril, 1870; Acipenser latirostris Parnell, 1831; Acipenser milberti Duméril, 1870; Acipenser nehelae Duméril, 1870; Acipenser podapos Duméril, 1870; Acipenser sturioides Malm, 1861; Acipenser valenciennii Duméril, 1870; Acipenser yarrellii Duméril, 1867; Sturio vulgaris Rafinesque, 1810.

 

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