Aechmea coelestis

Famiglia : Bromeliaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Originaria del Brasile, la Aechmea coelestis è tra le più note del genere © Giuseppe Mazza

La specie è originaria del Brasile (Espírito Santo, Paraná, Rio de Janeiro e São Paulo) dove vive nella foresta pluviale costiera (Mata Atlantica) fino a circa 1500 m di altitudine.

Il nome generico deriva dal sostantivo greco “αἰχμή” (aichme) = punta di lancia, con riferimento agli apici spinosi dei sepali e delle brattee floreali; il nome della specie è l’aggettivo latino “coelestis, e” = celeste, con riferimento al colore dei fiori.

Nomi comuni: sky blue bromeliad (inglese).

La Aechmea coelestis (K.Koch) E.Morren (1875) è una specie erbacea sempreverde, monocarpica (fruttifica una sola volta e poi muore), acaule, epifita, raramente litofita, piuttosto variabile, presenta una rosetta imbutiforme di numerose foglie disposte a formare una cavità centrale solitamente riempita d’acqua. Foglie lineari con margini spinosi ed apice appuntito, lunghe 10-70 cm e larghe 3,5-6,5 cm, pressoché erette, di colore verde oliva superiormente, densamente ricoperte da microscopiche scaglie argentee inferiormente con bande trasversali più o meno evidenti.

Infiorescenza, al centro della rosetta, costituita da uno scapo floreale eretto che termina con una spiga composta, formata cioè da più spighe che si dipartono dall’asse centrale, lunga 7-15 cm. Scapo di colore verde scuro, lungo 16-50 cm, ricoperto da una lanugine bianca e provvisto di brattee lanceolate, sottili, con apice appuntito e margine intero, di colore rosa pallido.

Le singole spighe, lunghe fino a circa 4 cm, presentano alla base una brattea, più o meno della stessa lunghezza, simile a quelle dello scapo, e recano numerosi fiori, lunghi 2-2,2 cm, a loro volta provvisti alla base di una brattea ovata con apice lungamente appuntito, di 1-1,5 cm di lunghezza e 0,3-0,5 cm di larghezza, di colore bruno rossastro e ricoperta da una lanugine bianca.

Fiori con 3 sepali triangolari, lunghi 4-6 mm e larghi 2-3 mm, di colore da rosa pallido a rosa intenso e ricoperti da lanugine bianca, che terminano con una spina lunga 3-5 mm, 3 petali spatolati di colore celeste, lunghi 1-1,6 cm e larghi circa 0,3 cm, e ovario infero triloculare, pressoché cilindrico, lungo circa 0,9 cm, dello stesso colore dei sepali.

I frutti sono bacche nerastre a maturità, persistenti per lungo tempo. Si riproduce, oltre che per seme, per via vegetativa tramite le nuove piante che nascono alla base e che possono essere staccate quando hanno raggiunto una dimensione pari almeno ad un terzo di quella della pianta madre.

Specie tra le più note del genere per le infiorescenze e infruttescenze di lunga durata e la facilità di coltivazione, utilizzabile nelle regioni a clima tropicale, subtropicale e marginalmente temperato-caldo, dove temperature intorno a 0 °C sono eccezioni di breve durata, sia come epifita che terrestre, per bordure o come copri suolo, in substrati particolarmente drenanti, sia in pieno sole che in ombra parziale.

I fiorellini celesti sono all'origine del nome specifico. Coltura facile, anche in vaso, con infiorescenze e infruttescenze di lunga durata © Giuseppe Mazza

I fiorellini celesti sono all'origine del nome specifico. Coltura facile, anche in vaso, con infiorescenze e infruttescenze di lunga durata © Giuseppe Mazza

Si adatta bene alla coltivazione in vaso, su substrati molto aerati, porosi, drenanti e ricchi di sostanza organica, per la decorazione di verande, giardini d’inverno e interni luminosi, con temperature preferibilmente superiori a 16 °C.

In estate le innaffiature devono essere regolari in modo da mantenere il substrato sempre leggermente umido e l’umidità ambientale, in presenza di aria secca ed elevate temperature, può essere eventualmente incrementata con nebulizzazioni utilizzando acqua a temperatura ambiente e non calcarea per evitare antiestetiche macchie sulle foglie; in inverno le innaffiature vanno distanziate per permettere al substrato di asciugare quasi completamente. In estate si può lasciare un po’ d’acqua nella cavità centrale formata dalla rosetta di foglie, rinnovandola frequentemente per evitare che diventi un focolaio larvale di zanzare, mentre in inverno, in ambienti poco ventilati e in presenza di temperature piuttosto basse, è preferibile lasciarla asciutta per evitare possibili marciumi.

Sinonimi: Hoplophytum coeleste K.Koch (1856); Hohenbergia caelestis (K.Koch) Baker (1871); Aechmea coelestis var. albomarginata M.B.Foster (1957); Ortgiesia coelestis (K.Koch) L.B.Sm. & W.J.Kress (1989); Ortgiesia coelestis var. albomarginata (M.B.Foster) L.B.Sm. & W.J.Kress (1989).

 

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