Amphiprion ocellaris

Famiglia : Pomacentridae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Amphiprion ocellaris si distingue dall’analogo Amphiprion percula per i disegni neri meno marcati e il corpo in proporzione più alto con un raggio spinoso in più sulla dorsale

Amphiprion ocellaris si distingue dall’analogo Amphiprion percula per i disegni neri meno marcati e il corpo in proporzione più alto con un raggio spinoso in più sulla dorsale © Giuseppe Mazza

Il Falso pesce pagliaccio o Pesce pagliaccio ocellato (Amphiprion ocellaris Cuvier, 1830) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, al vasto ordine dei Perciformes, alla famiglia dei Pomacentridae ed alla sottofamiglia dei pesci pagliaccio, i così detti Amphiprioninae.

Il nome del genere “amphiprion” deriva dal greco “amphi” = “su entrambi i lati” e “priön” = sega, dato che su entrambi i lati del capo il preopercolo ed il sottopercolo sono dentellati a mo’ di sega.

Il nome della specie “ocellaris” viene dal latino “ocellus” = piccolo occhio, con riferimento al disegno caudale.

Presente nell’Indo-Pacifico tropicale, vive a piccole profondità, simbionte di 3 attinie: Heteractis magnifica, qui raffigurata, Stichodactyla gigantea e Stichodactyla mertensii

Presente nell’Indo-Pacifico tropicale, vive a piccole profondità, simbionte di 3 attinie: Heteractis magnifica, qui raffigurata, Stichodactyla gigantea e Stichodactyla mertensii © Bernard Dupont

Zoogeografia

Abita le acque tropicali dell’Indo-Pacifico, con una diffusione più vasta di Amphiprion percula ma con areali spesso sovrapposti.

Per dare un’idea lo troviamo in India, alle isole Andaman, in Tailandia, in Malesia, a Singapore, in Indonesia, a Palau, nelle Filippine, a Taiwan, in Nuova Guinea e in Australia, fino alle Isole Salomone e Vanuatu.

Ecologia-Habitat

L’attinia, con i suoi tentacoli urticanti, tiene lontani i predatori e gli Amphiprion ocellaris la tengono pulita ed offrono in cambio i loro avanzi di cibo

L’attinia, con i suoi tentacoli urticanti, tiene lontani i predatori e gli Amphiprion ocellaris la tengono pulita ed offrono in cambio i loro avanzi di cibo © Benoit Lallement

Vive nei primi 15 m d’acqua, dove si fissano le tre attinie simbionti: Heteractis magnifica, Stichodactyla gigantea e Stichodactyla mertensii.

Morfofisiologia

Le femmine di Amphiprion ocellaris, più grandi dei maschi, possono raggiungere gli 11-12 cm. Per taglia e aspetto è molto simile ad Amphiprion percula. Si distingue per la pinna dorsale, che ha mediamente un raggio spinoso in più, i disegni neri meno marcati o quasi assenti ed il corpo in proporzione più alto.

Noto come Falso pesce pagliaccio o Pesce pagliaccio ocellato, Amphiprion ocellaris ha incarnato il personaggio di Nemo nel celebre film d'animazione “Alla ricerca di Nemo"

Noto come Falso pesce pagliaccio o Pesce pagliaccio ocellato, Amphiprion ocellaris ha incarnato il personaggio di Nemo nel celebre film d’animazione “Alla ricerca di Nemo” © Benoit Lallement

La pinna dorsale reca 10-11 raggi spinosi più 13-17 molli, l’anale 2 raggi spinosi e 11-13 molli, mentre le pettorali, ampie e tondeggianti, contano 16-18 raggi inermi. Le ventrali sono più o meno arrotondate, come la caudale, che diventa quasi tronca negli esemplari più grossi.

Anche qui, sul colore di fondo giallo-arancio, spiccano tre larghe fasce verticali bianche destinate a spezzare il contorno del pesce.

Etologia-Biologia Riproduttiva

L’ Amphiprion ocellaris si nutre d’alghe, copepodi, anfipodi e di tutti i piccoli invertebrati e frammenti animali commestibili che gli capitano a tiro.

Ogni comunità ha la sua regina, una femmina dominante più grande dei maschi che in natura può raggiungere i 12 cm di lunghezza

Ogni comunità ha la sua regina, una femmina dominante più grande dei maschi che in natura può raggiungere i 12 cm di lunghezza © François Libert

Come tutti i pesci pagliaccio vive in simbiosi con attinie dai tentacoli urticanti e grazie al muco che ricopre le squame i giovani diventano un po’ alla volta insensibili al veleno dell’ospite.

I tentacoli, mortali per altri pesci, offrono allora un luogo sicuro per nascondersi e si rivelano un buon deterrente per i predatori. In cambio i pesci pagliaccio fanno le pulizie di casa, eliminando gli avanzi di cibo ed i parassiti dell’attinia, e scacciano i pesci che mangiucchiano i tentacoli.

I pesci pagliaccio sono del resto territoriali e non fanno entrare in casa nemmeno i congeneri.

Quando la regina muore il maschio più grande cambia sesso e prende il comando del gruppo, mentre ogni membro avanza socialmente di un grado nella scala gerarchica

Quando la regina muore il maschio più grande cambia sesso e prende il comando del gruppo, mentre ogni membro avanza socialmente di un grado nella scala gerarchica © Michael Eisenbart

Quelli della stessa specie vengono accettati solo da giovani, quando sono maschi, visto che si tratta d’animali ermafroditi proterandrici, che nascono cioè maschi e diventano femmine invecchiando.

La gerarchia sociale è semplice e rigorosa: il pesce più grosso del gruppo è una femmina dominante. Seguono per taglia il coniuge e gli altri maschi, più o meno tollerati, che aspettano la morte della padrona di casa per salire di rango. Quando accade, passato il lutto, il coniuge superstite diventa femmina e andrà poi a nozze col maschio più grande del gruppo.

In natura le uova vengono incollate ai piedi dell’attinia, sulla roccia sotto casa. Il maschio le feconda e monta la guardia, ventilandole con le pinne fino alla schiusa, quando le larve sono portate via dalle correnti.

Dopo le nozze le uova vengono incollate sulla roccia sotto casa e il maschio monta la guardia, ventilandole con le pinne fino alla schiusa

Dopo le nozze le uova vengono incollate sulla roccia sotto casa e il maschio monta la guardia, ventilandole con le pinne fino alla schiusa © François Libert

Se l’acquario ha i giusti parametri, la riproduzione in cattività è abbastanza semplice. Basta comprare due giovani pesci, che diventeranno automaticamente maschio e femmina, e un’attinia appartenente ad una delle tre specie sopra indicate.

Più difficile è alimentare le larve che necessitano di continue cure. Vanno isolate (la cosa migliore è prelevare le uova poco prima della schiusa e metterle in una vasca a parte) e nutrite tre volte al giorno, a partire dal secondo giorno di vita, con nauplius d’ Artemia salina.

Ma prima occorre fornir loro, ogni ora, gli organismi più piccoli, reperibili in commercio, che servono a nutrire le artemie, fermando il filtro per non aspirarli fra una somministrazione e l’altra. I sopravissuti, a partire dal 5° giorno, sono in genere fuori pericolo. A due settimane di vita, terminata la metamorfosi, mostrano due bande chiare su fondo arancio.

Le larve vengono poi affidate alle correnti. Amphiprion ocellaris non è una specie a rischio e viene oggi riprodotta in cattività per il mercato acquariologico

Le larve vengono poi affidate alle correnti. Amphiprion ocellaris non è una specie a rischio e viene oggi riprodotta in cattività per il mercato acquariologico © Giuseppe Mazza

A tre settimane raggiungono quasi il centimetro e a 12 settimane hanno lo stesso aspetto degli adulti. Un lavoro da specialisti o meglio d’allevatori, visto che è una delle specie più richieste dal mercato acquariologico. In natura le popolazioni possono raddoppiare in 15 mesi ed hanno un indice di vulnerabilità alla pesca bassissimo: appena 10 su una scala di 100.

Questo pesce incarna il personaggio di Nemo nel film d’animazione “Alla ricerca di Nemo” che vinse un Oscar nel 2004 come miglior film d’animazione con un incasso per la Disney-Pixar di oltre 900 milioni di dollari.

Sinonimi

Amphiprion bicolor Castelnau, 1873; Amphiprion melanurus Cuvier, 1830.

 

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