Anhinga anhinga

Famiglia : Anhingidae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

Anhinga anhinga, Anhingidae, Aninga americana

L’Anhinga anhinga vive nell’America tropicale © Giuseppe Mazza

L’Aninga comune o Aninga americana (Anhinga anhinga Linnaeus, 1766), appartiene all’ordine dei Suliformes ed alla famiglia delle Anhingidae.

È uno dei quattro rappresentanti di questa famiglia e rappresenta la specie propria del continente americano.
Appunto per la sua posizione nel nuovo mondo, il nome scientifico dato alla specie e poi ripreso nei diversi nomi volgari, è originato da un termine usato tuttora nella lingua tupi guaranì della foresta brasiliana dove questo uccello è largamente presente.

Nel mondo anglosassone le aninghe sono volgarmente chiamate Darter da dart = scheggia, dardo o qualcuno o qualcosa che si muove freneticamente e rapidamente, per indicare appunto una delle caratteristiche che sono proprie di questo uccello acquatico: la sorprendente velocità che sviluppa quando sott’acqua a caccia dei pesci e che spesso supera in velocità. È una vera scheggia impazzita che guizza con rapidità sorprendente sia durante gli inseguimenti rettilinei che nelle improvvise virate, le impetuose impennate, evitando ogni ostacolo con bravura eccezionale. Fa meglio degli stessi pesci che insegue.

Il tutto è dovuto principalmente alla particolare mancanza di galleggiamento causata dall’inzuppamento voluto delle penne che permette di rimaner sommerso senza difficoltà e senza quella spinta verso l’alto che usualmente i corpi oliati degli uccelli acquatici hanno a protezione della loro livrea. Questo beneficio è poi pagato con la necessità di ritornare spesso in superficie per asciugarsi il piumaggio, operazione senza la quale lo renderebbe pressoché inabile al volo. Le ali vengono tenute in una particolare posizione di abbraccio, con una forma circolare tanto da sembrare, come dicono i locali americani, come un tacchino quando goglotta verso una femmina. Infatti gli hanno appioppato il soprannome di tacchino d’acqua.

La presenza di questo uccello, peraltro molto comune, è facilmente rilevabile osservando i tronchi secchi galleggianti sui quali immancabilmente si posa ad ali spalancate, dopo le numerosissime battute di pesca giornaliere. È chiamato volgarmente anche uccello serpente in quanto quando galleggia lascia fuori acqua solo la testa ed il collo, peraltro molto sottili e lunghi, facendolo sembrare realmente un grosso rettile semisommerso.

È un uccello tipicamente acquatico, ambiente al quale è strettamente legato per la sua sopravvivenza. Seppur ottimo volatore, preferisce vivere e fuggire in acqua piuttosto che involarsi all’imminente pericolo anche se fornito di un apparato alare in grado di permettergli buone trasvolate ed a volte volteggi altissimi. Molto simile ai cormorani con i quali convive pacificamente, non evidenzia attriti sociali o di lotta alimentare con questi, immergendosi spesso assieme senza alcuna difficoltà spartendosi i medesimi territori di caccia.

I nomi comuni più ricorrenti sono, in inglese American Darter, in francese Anhinga d’Amérique, in spagnolo Anhinga americana, in tedesco Amerikanischer Schlangenhalsvogel ed in portoghese Biguatinga, Carará.

Anhinga anhinga, Anhingidae, Aninga americana

Si riconosce dalla livrea nera. Dopo la pesca ha bisogno d’asciugarsi al sole perché le piume sono zeppe d’acqua, per una valida zavorra negli inseguimenti subacquei © Giuseppe Mazza

Zoogeografia

Della 4 specie presenti in tutti i continenti, Europa esclusa, questa aninga occupa il solo mondo tropicale americano.
Le sue congeneriche sono invece rappresentate in Africa dall’Anhinga rufa in Asia dall’Anhinga melanogaster ed in Australia dall’Anhinga novaehollandiae.

Anhinga anhinga, Anhingidae, Aninga americana

Becco aguzzo per infilzare i pesci ed una lunga coda che serve sottacqua da timone © Giuseppe Mazza

L’aninga americana occupa tutta la costa caraibica e l’entroterra degli stati che vi si affacciano, isole incluse e scendendo a sud, tutto il continente sudamericano fino all’estremo nord dell’Argentina. Le popolazioni settentrionali hanno le loro maggiori colonie nelle Everglades della Florida, a Cuba ed in Giamaica.

Ad ovest occupa la costa meridionale Pacifica del Messico fino alla Colombia escludendo naturalmente tutta la parte andina. Un territorio alquanto vasto e che la vede ben diffusa e molto numerosa.

È specie stanziale e non è soggetta a particolari migrazioni se non a brevi ed occasionali spostamenti tra i diversi acquitrini secondo l’andamento del loro livello dell’acqua. Si è notato comunque che nelle punte estreme degli areali settentrionali, alcune popolazioni hanno la tendenza ad intraprendere spostamenti verso aree più meridionali e calde in particolare quando la situazione metereologica dei siti originali vengono colpite da cali sensibili della temperatura.

Ecologia Habitat

Non vi è corso d’acqua o specchio lacustre che non veda la presenza di questo uccello. Legato strettamente all’ambiente acquatico non potrebbe in alcun modo sopravvivere in altri luoghi né tanto meno pensare che con la sua struttura morfologica si possa adattare ad habitat diversi. Una macchina nata unicamente per stare in acqua al pari dei cormorani, dei pinguini, dei tuffatori e di altri esseri simili che mostra una grande difficoltà ed altrettanta goffaggine, alla sola necessità di fare pochi passi sulla terra.

I suoi luoghi ideali sono acque ferme poco correnti, bacini idrici anche manufatti, acquitrini e paludi e raramente, foreste di mangrovie nei limiti della marea. Non è uccello marino ma non disdegna quando disponibile e praticabile, un guizzo tra le intricate radici sommerse di questi alberi.

La presenza di questo volatile è certamente indice di purezza e limpidezza delle acque presenti, in quanto la trasparenza risulta essenziale per procacciarsi il cibo oltre naturalmente ad una buona disponibilità ittica.

Come accennato l’aninga ama molto appollaiarsi su tronchi secchi affioranti dall’acqua, con le ali completamente stese al sole per asciugarsi, operazione che effettua spessissimo ma obbligatoriamente dopo ogni immersione non solo per asciugare le penne inzuppate ma anche per termoregolare la temperatura del corpo, altrimenti soggetta ad improvvise ipotermie. Quasi come le lucertole, operazione che conferma quanto gli uccelli siano prossimi ai rettili.

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Coppia che si appresta a nidificare su una romantica mangrovia ornata da vistose bromeliacee. Il collo della femmina e dei giovani è in genere più chiaro, con tonalità marrone © Giuseppe Mazza

Morfofisiologia

Tutte le aninghe presenti nei vari continenti hanno pressoché la stessa dimensione, la stessa forma aerodinamica, lo stesso peso e le medesime abitudini.

L’aninga americana misura circa 90 cm di lunghezza, ha un’apertura alare di 150 cm ed un peso di circa 1,5 kg. Unica differenza con i suoi congeneri sono i colori della livrea che in questo caso è completamente nera con striature bianche sulle ali per il maschio ed un piumaggio più marrone per le femmina ed i giovani. Alcuni esemplari mostrano livree di transizioni che vedono una accentuazione del colore marrone sul collo e sul petto tanto da farle assomigliare alla specie africana (Anhinga rufa).

Tuttavia il rischio di confusione è assolutamente improbabile visto che gli areali delle due specie sono separati dall’oceano Atlantico.

L’aninga americana ha una lunga coda anch’essa nera, che in una sottospecie mostra una bordatura terminale giallastra, un magnifico arnese che usa come timone nelle battute di pesca subacquea. Il becco è giallo, lungo e appuntito, che usa spesso come fiocina per catturare le prede più grosse. Una vera lancia che perfora mortalmente la vittima che viene poi ingollata in superficie con una maestria aerea da giocoliere.

Le aninghe non dispongono di narici sul becco attraverso le quali poter respirare ma lo fanno direttamente dalla bocca.

I piedi sono totalmente palmati e sono di dimensioni notevoli e tali da permettere una spinta ed una manovrabilità incredibile durante le immersioni. L’aerodinamicità è poi facilitata dalla silhouette affilata del suo corpo che vede ogni sua singola parte incredibilmente adatta e consona all’attività che è chiamata a svolgere.

Etologia-Biologia riproduttiva

L’aninga si nutre principalmente di pesce che insegue con estrema agilità sott’acqua a volte superandoli in bravura.

Mangia anche crostacei, bisce d’acqua ed anfibi. Nidifica sempre a ridosso dei corsi d’acqua, principalmente su alberi prospicienti od anche sui rami pendenti direttamente sugli stessi. Ciò avviene abitualmente in colonie affollatissime e miste con altre specie ma occasionalmente anche isolata, con nidi costruiti con una base disordinata di ramaglie più o meno robuste, appoggiate sui rami bassi di un albero od a volte anche su cespugli o falaschi appiattiti ma sempre a ridosso degli alberi sui quali insiste la colonia.

Anhinga anhinga, Anhingidae, Aninga americana

La cova, qui affidata al maschio, dura un mese. Il nido, rudimentale, può ospitare anche 5 piccoli irrequieti, che cadono spesso in acqua per la gioia di caimani e alligatori © Giuseppe Mazza

Depone fino a 5 uova che vengono covate da entrambi i sessi per circa 30 giorni. I piccoli nascono implumi, rimangono nel nido per altre 5 settimane prima dell’involo e sono seguiti da entrambi i genitori. Sono uccelli che lasciano volentieri il nido prima di involarsi, sgambettando sui rami vicini e spesso cadendo immancabilmente in acqua con i risultati immaginabili. I caimani e gli alligatori sono ben coscienti di questa opportunità ed instancabilmente e pazientemente attendono questa improvvisa manna dal cielo.

L’ Anhinga anhinga non è specie soggetta ad alcuna regolazione in quanto ben diffusa e presente in buon numero.

Sinonimi

Plotus anhinga Linnaeus, 1766.