Anthocharis damone

Famiglia : Pieridae


Testo © Prof. Santi Longo

 

Con 3,5-4 cm circa d’apertura alare, l’Aurora dell’Etna (Anthocharis damone) è presente anche in varie località mediterranee dove vegeta Isatis tinctoria, la sua pianta ospite

Con 3,5-4 cm circa d’apertura alare, l’Aurora dell’Etna (Anthocharis damone) è presente anche in varie località mediterranee dove vegeta Isatis tinctoria, la sua pianta ospite © Wolfgang Wagner

L’Aurora dell’Etna (Anthocharis damone Boisduval,1836), detta in inglese “Orangetip” per il colore arancione brillante dell’apice delle ali anteriori dei maschi, è un Lepidottero Rhopalocero, della famiglia Pieridae caratterizzato dagli adulti con livree spesso bianche o gialle.

Nelle femmine di questa famiglia le zampe anteriori sono ridotte prive di unghie e trasformate in organi di pulizia. Nei maschi sono normalmente sviluppate. Molte specie compiono lunghe migrazioni. Le uova presentano il corion con rilievi caratteristici. Le larve hanno livree poco appariscenti di colore verdastro. Le crisalidi di tipo cingulato, si ancorano ai supporti con una cintura formata da un filo di seta.

Vi è un notevole dimorfismo sessuale. La pagina superiore delle ali dei maschi è infatti di colore giallo carico con inconfondibili macchie apicali arancioni sulle anteriori

Vi è un notevole dimorfismo sessuale. La pagina superiore delle ali dei maschi è infatti di colore giallo carico con inconfondibili macchie apicali arancioni sulle anteriori © Alan Cooper

Il genere Anthocharis, col significato di “aggraziato come un fiore”, è stato istituito da Boisduval e coll. nel 1833; il nome deriva dal latino “anthos” fiore, e dal greco “caris”, grazia; mentre quello specifico damone fa riferimento all’omonimo musico greco del V secolo a.C. maestro e consigliere di Pericle.

Zoogeografia

Il Pieride ha un areale di diffusione frammentato; è stato raccolto nel 1824 da Lefevre sull’Etna, dove è presente dai 600 ai 1200 m s.l.m.m., ed è stato descritto da Boisdual, nel 1836.

Le femmine, più grandi dei maschi, sono dorsalmente bianche con macchie apicali nere, mentre la pagina inferiore delle ali posteriori è simile con leggeri disegni verdastri

Le femmine, più grandi dei maschi, sono dorsalmente bianche con macchie apicali nere, mentre la pagina inferiore delle ali posteriori è simile con leggeri disegni verdastri © Alan Cooper

È diffuso in Calabria (Aspromonte e Pollino), in Grecia, Macedonia, Albania, Serbia, Turchia, Anatolia, Israele, Libano, Siria, Irak e Iran, nei siti in cui vegeta Isatis tinctoria, la sua pianta ospite di origine asiatica.

In Asia, sono segnalate altre piante nutrici del genere Isatis.

In alcune zone dei Balcani meridionali è presente insieme alla congenere Anthocharis gruneri.

Ecologia-Habitat

Una coppia, col maschio in volo attratto dai fiori di Isatis tinctoria, la pianta ospite, e dai feromoni sessuali emessi dalla femmina

Una coppia, col maschio in volo attratto dai fiori di Isatis tinctoria, la pianta ospite, e dai feromoni sessuali emessi dalla femmina © Alan Cooper

Vive principalmente lungo i argini erosi o i pendii ripidi con rocce e terreno aperto dove cresce la crucifera ospite.

Tale erbacea bienne ha le foglie basali in rosetta, picciolate, mentre quelle del caule sono sessili e gradualmente più piccole, di colore verde glauco. L’infiorescenza è un racemo corimboso; le corolle sono gialle.

Nota come Guado od Oro blu, è ampiamente diffusa in tutta Italia dove si ritiene che sia stata introdotta nel neolitico, a opera dei Catari in Piemonte per ottenere il colorante “blu pastello”, utilizzato nell’industria tessile, a tale scopo dal XIII al XVIII secolo è stata coltivata in Toscana, Umbria, Lazio e Marche.

Il colore per la sua solidità venne utilizzato negli arazzi medievali giunti inalterati fino ai giorni nostri.

Uova appena deposte con i rilievi caratteristici del corion (a sinistra) e una larva che ha già assunto la colorazione verde (a destra)

Uova appena deposte con i rilievi caratteristici del corion (a sinistra) e una larva che ha già assunto la colorazione verde (a destra) © Wolfgang Wagner

Il Guado era uno dei coloranti un tempo usati per la tintura della robusta tela con cui venivano confezionati i blue jeans.

Morfofisiologia

La specie presenta notevole dimorfismo sessuale; l’apertura alare degli adulti va da 3,5 a 4 cm circa. Nei maschi la pagina superiore delle ali anteriori è di colore giallo carico con macchie apicali arancioni delimitate da sfumature più scure alla base e all’apice che evoca il colore dorato, rosato o purpureo del cielo dopo l’alba. La pagina superiore delle ali posteriori è interamente gialla, mentre quella inferiore presenta una serie di macchie verdi su sfondo giallo che si intravedono in trasparenza su quella superiore.

Le femmine di Anthocharis damone hanno dimensioni superiori a quelle dei maschi.

La crescita del bruco si completa in due mesi circa. Qui una larva matura, prossima a impuparsi

La crescita del bruco si completa in due mesi circa. Qui una larva matura, prossima a impuparsi. © Wolfgang Wagner

Le ali anteriori sono dorsalmente di colore bianco con due vistose macchie nere al margine della cellula discoidale e bande apicali marroncine striate di nero. La pagina inferiore è leggermente velata di giallo, simile a quella dei maschi.

Gli adulti della congenere Anthocharis gruneri, molto simile, hanno invece dimensioni minori e una colorazione giallo pallido. La pagina inferiore delle loro ali posteriori è di colore verde relativamente intenso su fondo bianco.

Le uova dell’Aurora dell’Etna sono fusiformi lunghe circa 4 mm di colore giallastro con costolature longitudinali. Le larve neonate hanno il corpo giallastro; negli stadi successivi assumono colorazione verde grigiastro-rosato con bande pleurali più chiare poco appariscenti. Le crisalidi di colore grigiastro-rosato, ricordano la forma dello scafo di una imbarcazione.

Fasi successive della metamorfosi di Anthocharis damone. A sinistra una eopupa cintata da un robusto cordoncino sericeo per ancorarsi saldamente al supporto, al centro una pupa neoformata simile allo scafo di una imbarcazione. La pupa di destra lascia intravvedere le ali rosso-arancio di un maschio pronto a sfarfallare

Fasi successive della metamorfosi di Anthocharis damone. A sinistra una eopupa cintata da un robusto cordoncino sericeo per ancorarsi saldamente al supporto, al centro una pupa neoformata simile allo scafo di una imbarcazione. La pupa di destra lascia intravvedere le ali rosso-arancio di un maschio pronto a sfarfallare © Wolfgang Wagner

Le larve mature, prima di incrisalidare, si cingono di un robusto cordoncino sericeo per ancorarsi al supporto.   

Etologia-Biologia Riproduttiva

La specie trascorre il periodo invernale allo stadio di crisalide ancorata a supporti vari. Nelle zone collinari lo sviluppo pupale si completa in marzo e gli sfarfallamenti proseguono gradualmente fino al mese di giugno. In Asia, i voli si registrano soprattutto in luglio e agosto.

Gli adulti sono attratti dai fiori dai colori vivaci con preferenza per quelli gialli del cui nettare si nutrono. Le femmine sono poco mobili e richiamano i maschi con i feromoni sessuali.

Eccolo su Isatis tinctoria. L’Aurora dell’Etna è oggi a rischio perché a causa dei mutamenti climatici la fioritura della pianta è spesso in anticipo sulla presenza degli adulti

Eccolo su Isatis tinctoria. L’Aurora dell’Etna è oggi a rischio perché a causa dei mutamenti climatici la fioritura della pianta è spesso in anticipo sulla presenza degli adulti © Alan Cooper

Dopo la fecondazione le femmine depongono le uova nei boccioli dei fiori giallo vivo di Isatis tinctoria. Le larve rodono le foglie completando lo sviluppo in circa due mesi in relazione alle temperature ambientali.

L’Aurora dell’Etna è a rischio di estinzione soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che, in molte zone inducono la fioritura della pianta ospite in anticipo rispetto alla presenza degli adulti.

Sinonimi

Anthocharis damone damone, Winhard, 2000; Anthocharis damone fickeri, Winhard, 2000; Anthocharis damone eunomia Korb et Bolshakov, 2011.

 

→ Per nozioni generali sui Lepidoptera vedere qui.

→ Per apprezzare la biodiversità delle FARFALLE cliccare qui.