Apolemichthys griffisi

Famiglia : Pomacanthidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Apolemichthys griffisi, Pomacanthidae

Nello sgargiante mondo dei pesci angeli, Apolemichthys griffisi sorprende per l’elegante livrea in bianco e nero che non manca di fascino © Giuseppe Mazza

Il Pesce angelo di Griffis, Apolemichthys griffisi (Carlson&Taylor, 1981) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes ed alla famiglia dei Pomacanthidae, quella dei variopinti pesci angelo, con 8 generi e quasi un centinaio di specie.

Il nome del genere Apolemichthys deriva dal greco “a” = privativo di “Πόλεμος” (polemos) = guerra, e “ἰχθύς” (ichthýs) = pesce, si tratta dunque di un “pesce inadatto alla guerra” per la mancanza delle spine interopercolari presenti negli altri pesci angelo, anche se poi, come tutti i Pomacanthidae, anche il Pesce angelo di Griffis ha la sua, seppur piccola, caratteristica spina preopercolare. L’etimologia della specie griffisi onora la memoria di Nixon Griffis, amministratore della New York Zoological Society.

Zoogeografia

Il Pesce angelo di Griffis è stato scoperto e fotografato nei primi anni del 1970, in mezzo all’Oceano Pacifico, dalla fotoreporter australiana Valerie Taylor alle Isole Gilbert, a sud delle Isole Marshall, circa a metà strada fra Papua Nuova Guinea e le Isole Hawaii.

Apolemichthys griffisi, Pomacanthidae

È stato fotografato in mezzo all’Oceano Pacifico, a metà strada circa fra Papua Nuova Guinea e le Isole Hawaii, solo nel 1970 e descritto nel 1981 © Giuseppe Mazza

Poi, nel 1978, è stato catturato, un po’ più a Sud-Est, nell’atollo di Canton Island, da Carlson e Taylor che lo descrissero come Holacanthus griffisi. Oggi sappiamo che è presente in varie località della Micronesia, ma anche in Indonesia, Papua Nuova Guinea e varie località dell’Oceania come le Isole Caroline, le Isole Salomone, Nauru e Kiribati che sembra segnare il limite orientale della specie.

Ecologia-Habitat

L’areale di Apolemichthys griffisi si sovrappone in parte a quello di Apolemichthys xanthopunctatus ma vive in acque più profonde, in genere verso i 40-60 m, molto spesso sul lato esterno dei reef.

Morfofisiologia

Può raggiungere i 30 cm di lunghezza. Il corpo è piatto, quasi ovale, con la pinna dorsale e l’anale che si prolungano arrotondate verso la coda.

Apolemichthys griffisi, Pomacanthidae

I giovani sono diversi dagli adulti, ma quando raggiungono i 3 cm le caratteristiche fasce nere sono già ben visibili © Hiroyuki Tanaka

La pinna dorsale reca 14 raggi spinosi e 18 molli, simmetrica all’anale che conta 3 raggi spinosi e 18 inermi. Le pettorali hanno 17-18 raggi molli. Le pelviche sono appuntite e la caudale è arrotondata con i primi tre raggi superiori uniti in un breve filamento.

La livrea balza subito all’occhio per due fasce nere oblique separate da una larga fascia bianca. La prima copre quasi tutta la pinna dorsale e la seconda è parallela sui lati. Vi è poi una macchia nera nella parte alta del capo e la classica, seppur ridotta, banda verticale nera che attraversa l’occhio.

I lati non hanno le gocce d’oro di Apolemichthys xanthopunctatus ma presentano una non meno elegante punteggiatura di macchie bianche perlacee intervallata da tratti e macchie nere. Mancano i colori sgargianti, che caratterizzano generalmente i pesci angelo, e il colore di fondo è il grigio tendente al giallastro sul ventre e la pinna anale ed al bluastro verso il capo.

È insomma sostanzialmente un pesce in bianco e nero ma con una sua eleganza e un fascino particolare che lo rende unico, persino più costoso di Apolemichthys xanthopunctatus, perché vivendo in acque più profonde è ancora più difficile da pescare.

Anche qui i giovani sono diversi dagli adulti, ma non così tanto: il corpo è candido mancano le macchie nere laterali, ma a soli 3 cm di taglia le due fasce nere sono già ben visibili, come la macchia nera sul capo e la banda che attraversa l’occhio, per non parlare delle sfumature bluastre sul muso.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Come generalmente accade nei Pomacanthidae, il Pesce angelo di Griffis è in grado di digerire le spugne ed è su queste che basa la sua alimentazione, integrata sbocconcellando ascidie ed alghe bentoniche.

Vive isolato, in coppia o più raramente in gruppetti con un maschio che controlla un piccolo territorio e un harem. Se muore, visto che è una specie ermafrodita proteroginica, la femmina più grossa del gruppo cambia sesso e prende il comando.

Apolemichthys griffisi, Pomacanthidae

Facilmente stressabile, difficile d’alimentare e soggetto a varie malattie, è un pesce molto costoso che si addice solo ai grandi acquari pubblici © Giuseppe Mazza

L’accoppiamento, con la femmina pronta a deporre, avviene al crepuscolo, quando i predatori di uova sono meno attivi. Le uova, rilasciate e fecondate in superficie, vengono disperse dalle correnti.

Come per Apolemichthys xanthopunctatus l’alimentazione del Pesce angelo di Griffis in acquario non è facile. Si usano in genere cibi surgelati contenenti spirulina, piccoli crostacei come Artemia salina e specie del genere Mysis, ma l’ideale sarebbe avere a disposizione delle spugne. Prezzo d’acquisto a parte, è evidente che questi pesci, facilmente stressabili e soggetti a varie malattie, si possono ospitare convenientemente solo nei grandi acquari pubblici e non si addicono alle pareti domestiche.

Le popolazioni in natura possono raddoppiare i loro effettivi decimati da eventi in 1,4-4,4 anni ma si tratta di insediamenti spesso molto distanti fra loro e la specie presenta già attualmente, nel 2020, un indice di vulnerabilità da sorvegliare, segnando già 41 su una scala di 100.

Sinonimi

Holacanthus griffisi Carlson & Taylor, 1981.

 

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