Arctocephalus pusillus doriferus

Famiglia : Otariidae

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Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo

 

Le femmine spiaggiano per partorire 15 giorni dopo i maschi © Giuseppe Mazza

Le femmine spiaggiano per partorire 15 giorni dopo i maschi © Giuseppe Mazza

L’ Arctocephalus pusillus H.H. Scott and C. Lord, 1926, in inglese Australian fur seal, appartiene alla famiglia degli Otariidae.

La specie fu scoperta dal biologo zoologo, embriologo, antropologo britannico Wood Jones, che la descrive nella sua opera “The eared seals of South Australia” Records of South Australia Museum, 1925, mentre la sottospecie Arctocephalus pusillus doriferus fu descritta dai biologi zoologi polari H.H. Scott and C. Lord nella loro opera “Studies in Tasmanian mammals, living and extinct The eared seals of Tasmania” Papers of Proceedings of the Royal Society of Tasmania, 1926.

Zoogeografia

Mentre la specie Arctocephalus pusillus è endemica dell’Africa meridionale e dell’Australia sud orientale, la sottospecie Arctocephalus pusillus doriferus è endemica dell’Australia orientale, le isole della Tasmania, e le coste della Nuova Zelanda.

Habitat-Ecologia

Come gli altri pinnipedi sono animali anfibi. Il loro biotopo è rappresentato dal mare e dalle coste rocciose di isole e continenti, dove si aggregano formando, nella stagione degli amori, comunità di centinaia e talora migliaia d’individui, fra maschi, femmine, e piccoli in allevamento.

Morfofisiologia

La capsula cranica è di piccole dimensioni, il muso fornito di vistose e robuste vibrisse. L’orecchio esterno, poco sviluppato, è solo abbozzato. La gabbia toracica è ampia e robusta, gli arti corti, a differenza dei Phocidae che hanno una deambulazione strisciante e goffa perché non sanno portare in avanti le pinne posteriori, gli Otariidae come gli Odobenidae, possono rivolgere le pinne posteriori in avanti, assicurando un parziale sostegno nei movimenti sulla terra ferma. La vista e l’olfatto appaiono molto sviluppati.

Sebbene in latino il termine “pusillus” significhi “piccolino”, i maschi di questa sottospecie possono raggiungere i 400 kg di peso ed i 2,6 m di lunghezza. Le femmine sono più piccole.

Branco di Arctocephalus pusillus doriferus su un isolotto a sud dell’Australia © Giuseppe Mazza

Branco di Arctocephalus pusillus doriferus su un isolotto a sud dell’Australia © Giuseppe Mazza

Il mantello dorato è più chiaro di quello dell’ Arctocephalus pusillus da cui derivano, e dato che mantengono la lanugine anche dopo aver raggiunto la maturità sessuale, sono stati oggetto di una caccia ancora più spietata. La CITES e la IUCN tengono oggi la specie sotto controllo, e ne censiscono periodicamente le popolazioni.

Gli Arctocephalus pusillus doriferus emettono molti suoni di tipo diverso, tra cui una specie di belato durante le fasi d’accoppiamento.

Etologia-Biologia Riproduttiva

I maschi dominanti, durante la stagione degli amori, che è ai primi di giugno, raggiungono le coste e la terraferma. Le femmine li raggiungono circa 15 giorni dopo, e partoriscono appena arrivate.

Gli accoppiamenti avvengono a circa una settimana di vita post natale del cucciolo, ma l’ovulo fecondato entra in una fase di quiescenza (diapausa embrionica) mantenendosi nella tuba ovarica in una sorta di animazione sospesa, per riprendere lo sviluppo solo quando cessa l’allattamento.

Finché il piccolo non è svezzato, la madre potrebbe infatti impoverirsi dal punto di vista bioeneregetico e rischiare un aborto. Gli harem dei maschi sono costituiti da 5-6 femmine, sottratte spesso ai concorrenti con furiose battaglie.

Gli Arctocephalus pusillus doriferus si nutrono di crostacei, pesci e cefalopodi, che catturano immergendosi, e durante tutto l’allattamento il maschio provvede ai bisogni alimentari della femmina.

La dimensione di tali harem è ridotta rispetto alle popolazioni delle specie settentrionali, organizzate in maniera diversa con anche 50 femmine a maschio. Ovviamente in questo caso sono le femmine che a turno, autonomamente, pensano a se stesse ed ai cuccioli che vengono lasciati sulle coste, in megacomunità che possono raggiungere anche 1,5 milioni d’individui. Al ritorno, le madri li rintracciano con messaggi vocali personalizzati, non tipici del genere o della specie, ma incredibilmente unici e inconfondibili, che giungono fino a 3 km di distanza.

Sinonimi

Arctocephalus tasmanicus H.H Scott and C. Lord, 1926.

 

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